Titolo:
Píng guǒ
- Mela
Autrici:
GemuS (Lely1441 e Sisya)
Disclaimer: Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da
cui abbiamo elaborato la seguente storia, non ci appartengono ma sono
di proprietà di Hiromu Arakawa che ne detiene tutti i
diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e,
viceversa, gli elementi di nostra invenzione, non esistenti in
Fullmetal Alchemist, appartengono solo a noi.
Credits:
Le citazioni ad inizio e fine fanfic appartengono alla canzone "Rock
your soul" di Elisa.
Personaggi:
Ling Yao, Lan Fan, Foo.
Pairing:
Ling/Lan Fan.
Rating: Verde.
Genere:
Generale.
Avvertimenti:
One-Shot.
Riferimenti
ad anime/film/manga: La
storia è partita da noi, basandoci soprattutto sulle prime
apparizioni di Ling e delle sue guardie del corpo, quindi a partire
dal volume 8 in poi per la caratterizzazione dei personaggi,
focalizzandoci in particolare sul volume 11 per quanto riguarda la
breve descrizione della loro vita prima di giungere ad Amestris.
Attenzione: il
finale
non è assolutamente spoiler (purtroppo), è solo
come
noi
vorremmo che andasse.
Note
delle autrici: Chiarificazione
riguardo al titolo, "Píng
guǒ
- Mela".
Píng guǒ significa appunto mela
(oppure melo), in cinese. Gli ideogrammi sopra il titolo sono i
caratteri cinesi della parola stessa. Tra parentesi, il concetto
della mela (non mi dilungo altrimenti spoilero la storia XD)
è
liberamente adattato ad una cultura estremamente lontana dalla
nostra; in più, nei dialoghi abbiamo deciso di dare del Voi
a
Ling, perché sui volumi italiani fanno un po' di casotto tra
Lei e Voi (leggere il volume 8 per credere), e decisamente abbiamo
trovato che il Voi fosse più adatto. I titoli onorifici
hanno
le iniziali in maiuscolo, ma la parola signore, intesa come
"padrone", nelle parti senza dialoghi è in
minuscolo.
Introduzione:
Lan
Fan lo sapeva, se lo sentiva. Quello sarebbe stato un giorno
importante, erano anni che lo aspettava.
Ma
quello che non poteva immaginare, era quanto la sua
vita
sarebbe cambiata.
苹果
Píng guǒ - Mela
Un abbraccio grande grande, ti voglio bene!
[Sisya]
Dedicata
alla Dani.
Per
il suo tifo spassionato e l'aiuto costante che ci ha dato quando
siamo rimaste prive di comunicazione e disperate come solo due GemuS
disperate possono essere. Ovvero tanto, tanto, tanto XD
Grazie
mille, ti siamo debitrici (_ _)
[Lely]
[I
don't let myself down
I
don't ask myself why
I wanna be one with you]
[Non
mi lascio cadere
Non mi chiedo il perché
Voglio essere
una cosa sola con te]
Era
una giornata perfetta, semplicemente
perfetta.
Non
faceva né troppo caldo né troppo freddo, il cielo
era
limpido e terso, senza possibili avvisaglie di piogge in arrivo, e
non vi era neppure il minimo soffio di vento.
Lan
Fan se ne stava seduta sotto il lungo portico di una delle zone del
palazzo abilitate per l'allenamento, fissando con attenzione la
sequenza di elaborati movimenti che un'alta figura eseguiva con
precisione, senza sbagliarne neppure uno. Quando una presenza le si
affiancò, non diede segno di essersene accorta, rifiutandosi
di staccare gli occhi da quell'uomo mascherato anche solo per un
istante.
Aveva
atteso così tanto quel giorno, il giorno
in cui le
sarebbe stato permesso di assistere agli allenamenti di Foo; non
avrebbe tollerato che un bambino qualsiasi le rovinasse tutto.
-
Come ti chiami? - le chiese il nuovo venuto, accucciandosi accanto a
lei. Lan Fan sulle prime non rispose, cercando fra sé e
sé
un metodo per potersi liberare di quello scocciatore imprevisto in
maniera rapida ed indolore.
Beh,
soprattutto rapida.
-
Lan Fan - sussurrò alla fine, sperando che il buon senso del
bambino l'avrebbe fatto tacere e lasciata concentrare di nuovo sulla
scena che si stava svolgendo davanti ai due. Gli occhi del bimbo
ebbero un lampo di comprensione, ma si limitò ad alzare
impercettibilmente un angolo della bocca verso l'alto, senza che la
sua interlocutrice di così poche parole potesse accorgersi
di
nulla.
-
Quello chi è? - domandò con tono interessato,
mentre
appoggiava il mento sul palmo di una mano e cominciava a guardare
attentamente anche lui.
-
È mio nonno - rivelò Lan Fan, con un moto di
orgoglio
che le fece sollevare appena il petto e la testa. - Sai, -
continuò,
ora in vena di confidenze, - Lui è la guardia del corpo del
principe! È una persona importante! -
-
Addirittura! E dimmi, come si chiama questo famigerato principe?
-
-
Ling - Lan Fan trattenne bruscamente il fiato ad una mossa
particolarmente contorta del ninja davanti a lei.
-
Ling... - mormorò il bimbo, fattosi d'un tratto pensoso. -
Per
essere un principe, deve di certo trattarsi di un uomo forte e
valoroso... -
-
Oh, sicuramente! Anche se... - Lan Fan si girò a guardarlo
per
la prima volta da quando era apparso, squadrandolo ben bene. - A dire
la verità, non dovrebbe essere molto più grande
di noi.
Credo che abbia la tua età, più o meno. -
Passarono
diversi attimi di silenzio prima che la bambina tornasse a parlare,
questa volta con voce più incerta.
-
Vedi... Oggi probabilmente avrò l'onore di conoscerlo -
disse,
mentre un adorabile rossore si diffondeva piano sulle sue guance ed
il tono si faceva carico di aspettative.
-
Il principe è davvero fortunato, allora - sospirò
il
bambino, senza curarsi della lunga ciocca di capelli neri che gli era
finita davanti al viso e che cominciava a pizzicargli il naso.
-
Cosa dici! - mormorò imbarazzata Lan Fan,
mentre il
rossore si accentuava, questa volta per ben altri motivi.
-
Io sono solo, e credo che anche un principe lo sia - rispose
semplicemente l'altro, continuando a tenere lo sguardo fisso davanti
a sé. Lan Fan rimase pensierosa per alcuni istanti, prima di
rispondergli.
-
Beh, se sei solo, posso tenerti io compagnia. Sempre se ti va, sia
chiaro - si affrettò ad aggiungere alla fine.
Il
bambino dapprima si stupì molto della sua offerta, poi le
rivolse un sorriso che le scaldò letteralmente
l'anima.
-
Certo! Ne sarei molto felice. -
Lan
Fan fece per ribattere ancora, quando il ninja mascherato si
presentò
davanti ai due bambini.
-
Nonno, ti presento... -
Stava
per chiedere il nome al suo nuovo amico, ma ciò che fece Foo
la lasciò completamente basita.
-
Vostra Altezza - disse infatti questi, inchinandosi davanti al
ragazzino.
-
V-Vostra... - balbettò Lan Fan, mentre una parte di lei
cominciava ad intuire la verità e strillava per la vergogna.
-
Non mi hai chiesto come mi chiamo, prima - disse con un sorrisetto
malizioso il bambino, alzandosi in piedi e stiracchiandosi piano. Lan
Fan avvampò e si affrettò a seguirlo,
inchinandosi come
poco prima aveva fatto suo nonno e mormorando mortificata le sue
scuse.
-
Principe, ora dobbiamo andare, avete una lezione con il vostro
precettore - annunciò Foo, senza dar segno di aver compreso
ciò che era appena successo.
-
Arrivo, tu intanto puoi andare avanti. -
-
Come desiderate. -
Foo
si volatilizzò, mentre Lan Fan puntava ostinatamente lo
sguardo verso il terreno, non trovando il coraggio di guardare il suo
principe - e questo pensiero la fece vergognare ancora di
più
-.
-
Vieni spesso qui? - le chiese Ling gentilmente, senza ombra di
derisione nello sguardo limpido. Lan Fan lo fissò
timidamente,
prima di rispondergli.
-
Oggi sono venuta per la prima volta, ma immagino che tornerò
ogni giorno, per vedere il nonno... -
-
Bene!
Allora ti
aspetterò! -
-
Ma... -
-
Non avevi detto che mi avresti tenuto compagnia? - le
ricordò
Ling, con un'ombra di delusione nella voce.
-
Sì, certo! Ma a dire la verità, credevo che non
mi
voleste più dopo la figuraccia di prima -
confessò Lan
Fan, arrossendo appena.
-
Non scherzare! Allora, a domani? -
Lan
Fan aveva promesso, certo, ma non fu per quel motivo che gli sorrise
e gli diede conferma di una cosa che avrebbero ripetuto per molti,
molti anni a venire. Non solamente per quello, almeno.
Lo
osservò sparire, salutandolo con un timido cenno della mano,
mentre lui le rivolgeva un sorriso radioso.
Dirigendosi
verso la sua nuova camera (nuova, in quanto si era appena trasferita
a palazzo), si mise a correre e a ridere contenta, senza sapere
neanche lei il motivo preciso.
Era
semplicemente felice.
-
Ling? Ma… - Lan Fan si interruppe, giusto il tempo
necessario per
aggrottare la fronte e assumere un'aria contrariata. - Si
può
sapere cosa stai facendo? -
Il
giovane principe spostò rapidamente lo sguardo birichino
sulla
ragazzina, che gli restituì un'occhiata di ammonimento. I
due
codini scuri attorcigliati ai lati del viso le conferivano un'aria
infantile in netto contrasto con gli occhioni seri e il portamento da
adulta. Ling si illuminò in un sorrisetto compiaciuto, per
poi
tornare a dedicarsi a quella che era diventata una delle sue
attività
di intrattenimento preferite, ovvero, la nobile e antichissima
arte…
Di fare le pernacchie alle impassibili guardie reali. Un'altra
occasione mancata per mostrare un po' di sano contegno, se non altro,
si disse Lan Fan con un sospiro.
-
Non sei molto gentile - gli fece perciò notare accostandosi
allo sgabello sul quale stava in piedi l'amico.
Ling
indossava una veste di seta pregiata talmente ampia che avrebbe
potuto benissimo nuotarci dentro.
-
Tanto non possono farmi niente. È proprio questo il bello -
obbiettò lui stringendosi nelle spalle come se quella fosse
una giustificazione più che sufficiente. - Gné
gné
gné! - aggiunse quindi alla volta delle
due guardie per
ribadire il concetto, e mostrò loro la lingua sventolando le
mani seminascoste dalle lunghissime maniche dell'abito. Lan Fan lo
fissò accigliata per qualche secondo, per poi ruotare gli
occhi.
-
Scommetto che la prossima volta che passerai di qua, ti faranno lo
sgambetto. -
-
No che non lo faranno. Io sono il principe -
ribatté
tronfio.
-
Beh, uno dei tanti in realtà - lo corresse lei ridendo
appena.
Il
ragazzino si imbronciò un po', lasciandosi crollare sullo
sgabello in barba alle raccomandazioni del sarto di corte, con le
gambe a penzoloni e la veste scomoda che si afflosciava mollemente a
terra; poi con una mossa furtiva sgraffignò una mela matura
dal tavolino posto lì accanto, rimanendo per qualche secondo
a
rigirarsi il frutto rotondo tra le mani, la fronte corrucciata -
…
Senti, Lan Fan, secondo te cosa vuol dire che gli uomini e le donne
sono come due metà di una stessa mela? - domandò
tutto
d'un tratto, voltandosi di nuovo a fissarla incuriosito.
Lei
si accomodò a gambe incrociate sul pavimento di legno,
fissandolo da sotto in su, stupita.
-
Chi te lo ha detto? -
-
Tuo nonno, ieri. -
Lan
Fan ci rifletté un attimo.
-
Non so cosa vuol dire - concluse poi delusa.
-
Io invece
sì. È
molto semplice, no? -
-
E quindi? -
-
Vuol dire che tuo nonno ieri ha esagerato col sake - fece Ling
scoppiando a ridere. Lan Fan gli lanciò un'occhiataccia.
-
Deve per forza significare qualcosa - replicò sdegnata. -
Solo
che tu non puoi capirlo, tutto qui. -
-
Ma se non lo sai neanche tu - le ricordò lui sbuffando.
-
… Vorrà dire che lo scoprirete entrambi a tempo
debito -
concluse qualcuno alle loro spalle con tono conciliante.
I
due ragazzini sussultarono. Soprattutto Ling, che fece un salto sullo
sgabello di almeno tre centimetri.
-
Ehm. Da quanto tempo esattamente siete dietro di noi, Foo-san? -
domandò Ling nervosamente, mentre Lan Fan si apriva in un
sorrisetto divertito.
-
Il necessario, Vostra Altezza - replicò il ninja
inginocchiandosi con una breve risata, gli occhi scuri e comprensivi.
- Sono venuto a prendervi per scortarvi al tempio, la cerimonia
annuale sta per avere inizio. I vostri fratelli sono già
tutti
arrivati, Signore - aggiunse rispondendo alla muta domanda negli
occhi del principe. - Lan Fan, ti ricordo che la cerimonia è
riservata ai membri della famiglia imperiale - disse poi rivolgendosi
alla nipote, che lo fissò battendo le palpebre.
-
Oh. C-Certo - balbettò la ragazzina intrecciando le mani in
grembo e costringendosi a deglutire. Si volse a fissare l'amico
sforzandosi di sorridere, mentre lui le rivolgeva un'ultima occhiata
raggiante da sopra la spalla, sventolando una manica nella sua
direzione mentre veniva condotto via.
Rimasta
sola nella stanza silenziosa, Lan Fan rimase ferma a fissare davanti
a sé anche dopo che i due furono spariti dietro l'angolo e
le
guardie si furono accodate, per poi riscuotersi e prendere a
sfregarsi con insistenza un braccio sugli occhi appannati, e sfilare
quasi con rabbia i nastri dai suoi codini.
Infine
si chinò sui talloni a raccogliere la mela abbandonata da
Ling
nella fretta, riponendola al suo posto e rimanendo a guardarla, i
pugni chiusi.
Quella
fu la prima volta che Lan Fan comprese. Era il suo migliore amico,
certo. Ma lui era prima di tutto il figlio dell'imperatore.
Condividevano
gli stessi spazi, lo stesso tempo... Ma vivevano su due piani
completamente differenti.
Se
lei e Ling fossero state due metà, probabilmente non
avrebbero
mai combaciato.
Aveva
visto sgretolarsi davanti a lei i momenti in cui poteva restargli
accanto.
Gli
impegni erano sempre troppi, il tempo a disposizione sempre troppo
poco. Ed era fiorito uno scomodo imbarazzo a dividerli, si era persa
gran parte della complicità, mentre entrambi crescevano, e
lei
si sentiva allontanare da lui giorno dopo giorno, come in un processo
invisibile, costante e inevitabile. Lui non osava più
sorriderle come una volta, forse per pudore, forse per non alimentare
voci, e lei non arrivava più nemmeno a concedersi di
fantasticare di poterlo tenere di nuovo per mano.
Lo
stava perdendo.
Glielo
stavano portando via, ma non sapeva neppure chi incolpare.
Lui,
se stessa, i pettegolezzi, il rigido protocollo, il rossore che
imporporava le loro guance ad ogni incrocio imprevisto di sguardi,
non lo sapeva.
E
si era sentita piccola, sciocca ed impotente per tanto tempo. Era
rimasta a guardare, perché non le era concesso fare altro.
Era
semplicemente rimasta a guardare, temendo con angoscia la venuta di
quel giorno in cui si sarebbero riconosciuti in due completi
estranei.
Rabbrividì,
e forse non solo per il freddo pungente, mentre attraversava la
stanza a piedi nudi nella veste leggera.
Si
inginocchiò davanti alla fiamma tremula della candela,
inclinando lo specchio decorato e fissando per qualche attimo le
proprie gote pallide.
Lo
stesso specchio, qualche anno prima, aveva riflesso l'immagine di una
ragazzina che si acconciava i capelli con nastri colorati, e
sorrideva al pensiero dei preparativi per l'imminente cerimonia dalla
quale non sapeva di essere esclusa. Adesso, la superficie trasparente
e traslucida mostrava una giovane donna che impugnava la lama del suo
kunai con mano ferma e si recideva le lunghe ciocche scure senza
distogliere lo sguardo. Avvertì una lacrima dispettosa
rotolarle lungo il profilo della guancia e cadere a bagnare lo
specchio, ma non si fermò ad asciugarla. - Dovrai
tagliarti i capelli, almeno per i primi tempi, - aveva decretato suo
nonno dopo quegli interminabili minuti di attesa in cui era rimasta
inginocchiata di fronte a lui, la fronte china a toccare il
pavimento, e lo aveva pregato di prenderla con sé come sua
allieva. Non era stata una decisione impulsiva, non era
il
mutevole capriccio di una bambina, gli aveva ripetuto fino allo
sfinimento. Era una preghiera, determinata e silenziosa. Era l'unico
modo, e lei non era disposta a sentirsi dare un rifiuto.
Né
a stare a guardare, non più. Non senza combattere.
In
quel momento, ancora prima di aver serrato le dita sull'elsa di una
spada, ancora prima di aver sottoposto il suo corpo ad allenamenti
sfiancanti, e ancora prima di essersi fermata ad osservare il proprio
volto sconvolto e pallido nello specchio, Lan Fan avvertì il
suo voto marchiarsi a fuoco in ogni fibra del suo corpo. Ling era il
suo signore e migliore amico. Accettando ciò, fece di lui
anche la sua unica vocazione.
E
divenne la metà imperfetta del suo principe.
-
Perché? Per quale motivo hai compiuto una
sciocchezza del
genere?! -
In
quanto guardia personale del principe, Lan Fan aveva dei precisi
ordini da rispettare; in questi, rientrava anche l'obbligo di
rispondere sempre e comunque al proprio padrone del proprio operato.
Ma lei sapeva che anche se glielo avesse spiegato, Ling non avrebbe
comunque capito.
Come
si fa a comprendere l'altro, quando si è solo una
metà
spezzata di esso?
-
Volevo proteggere la vostra vita, Signore. -
Ling
si voltò inferocito, squadrandola con rabbia, ferito da quel
modo di parlare così impersonale, munito di titoli onorifici
che non avevano mai usato.
-
E non bastava Foo per questo? Sai cosa potrebbe accaderti? Non ti sei
accorta di tutti i complotti orditi nei confronti dei primi figli
dell'imperatore? -
Lan
Fan chinò rispettosamente il capo, nascosta dietro quella
maschera che le avrebbe celato il volto fino alla morte.
-
Questo è uno dei motivi che mi hanno portato alla mia
scelta,
Vostra Altezza. Non si è mai troppo cauti per certe cose. -
Ling
le diede una lunga e profonda occhiata, prima di avvicinarsi
lentamente alla sua nuova guardia personale. Quando allungò
una mano, facendo il gesto di toglierle la maschera, Lan Fan si
ritrasse impercettibilmente con un piccolo tremito.
La
sera prima aveva abbandonato il suo futuro insieme alla sua
femminilità. Certi atteggiamenti non le erano concessi, non
più.
-
Vi prego di perdonarmi - sussurrò, sperando che il suo
signore
la comprendesse. Sapeva che a Ling ci sarebbe
voluto ancora
molto, molto tempo.
Il
principe drizzò il capo, riacquistando d'un tratto la linea
dura degli occhi che, senza accorgersene, aveva perso poco prima. Per
un momento, si era sentito in grado di supplicarla; anzi, lo avrebbe
fatto sicuramente, se non si fosse reso conto che lei non lo voleva.
Lan
Fan desiderava davvero restargli accanto, era
disposta a
morire pur di riuscire nel suo scopo, quello di proteggerlo; lui non
poteva far altro che accettarlo, accondiscendere ad una richiesta per
lui incredibilmente assurda.
Ritirò
la mano tesa poco prima, stringendo piano il pugno e voltandole le
spalle.
-
Bene, mi fido di Foo e delle sue decisioni. Puoi andare. -
Lan
Fan si inchinò velocemente, sentendo gli angoli degli occhi
pizzicare pericolosamente.
-
Fai del tuo meglio, mi raccomando - le disse il principe, prima che
lei uscisse dalla stanza. La ragazza annuì, rincuorata
appena,
richiudendo la porta e sparendo nel nulla.
Ling
rimase a fissare a lungo il muro davanti a sé,
visualizzandoci
sopra il viso dell'amica, che avrebbe rivisto chissà quando.
Sempre se ci fosse riuscito ancora. Si gettò sul letto,
dando
un pugno rabbioso contro il morbido materasso e nascondendo il viso
tra le preziose lenzuola di seta ricamate, mentre nello stesso
istante Lan Fan si rifugiava in cima al tetto di un lungo colonnato,
cercando il modo di far cessare il tremolio alle mani. Ormai aveva
compiuto il passo decisivo, non si sarebbe di certo tirata indietro
proprio adesso. Ling la conosceva bene, e l'aveva capito.
Ed
ora, separati proprio per cercare di non allontanarsi, riflettevano
su cosa sarebbe accaduto ancora nella loro vita.
Se
ne fossero stati capaci, avrebbero sentito i loro cuori battere
all'unisono.
Lan
Fan percorreva, anni dopo, i lunghi corridoi reali, con una strana
sensazione nel petto. Il principe l'aveva fatta chiamare in tutta
fretta, e Foo si era rifiutato di rivelarle alcunché; tutto
questo contribuiva a creare dell'agitazione nella ragazza, in un
periodo già teso come lo era quello che stavano vivendo, con
la vita dell'imperatore che si accorciava sempre più a vista
d'occhio ogni giorno che passava e gli eredi che cominciavano
già
a scalpitare impazienti.
Bussò
piano alla porta della camera del suo signore, per poi entrare non
appena sentì il permesso venirle accordato da una voce
all'interno.
Ling
sedeva con le braccia incrociate al petto, lo sguardo risoluto.
Si
inchinò brevemente di fronte a lui, e ad un suo cenno gli si
accomodò accanto, in silenzio.
-
Ho intenzione di lasciare Xing il più presto possibile. Se
riuscissi davvero ad ottenere la pietra filosofale di cui ti ho
parlato, Lan Fan, avrei finalmente una possibilità concreta
per aspirare a diventare imperatore. E allora, sarei finalmente in
grado di provvedere alla nostra tribù. È una
possibilità remota, lo so, ma è l'unica che
abbiamo.
Devo assolutamente tentare - mentre parlava, nei suoi occhi
balenò
per un istante una scintilla determinata e viva. - Quindi ti chiedo,
Lan Fan, sei disposta a venire insieme a me? Sappi che
comprenderò
un tuo rifiuto. -
Il
ninja si sfilò la maschera dal viso, rivelando lo sguardo
fiero della ragazza cresciuta al suo fianco, che si volse a fissarlo.
Solitamente
avrebbe avuto molto pudore nel mostrarsi a viso scoperto di fronte a
lui, ma quella volta no, era troppo importante.
Voleva
che la guardasse in faccia. Che non avesse dubbi, riguardo alla sua
decisione.
Che
sapesse quanto fosse orgogliosa di lui.
-
Altezza, sono pronta a dare la vita per il mio Signore. -
-
Ti ringrazio - rispose mentre la giovane si rialzava. - Aspetta, Lan
Fan - fece poi tutto ad un tratto, bloccandola.
Lei
si voltò sorpresa, prendendo al volo la mela rossa che lui
le
aveva appena lanciato.
-
Altezza…? - sussurrò
interdetta, alzando il viso
arrossato e battendo gli occhi nel riverbero del sole che filtrava
dai tendaggi.
Ling
inclinò la testa e rise, e accanto al giovane uomo che
amava,
Lan Fan per un attimo rivide il ragazzino di tanti anni prima, col
suo sorriso dalle labbra arricciate e un luccichio pieno di vita.
-
Fai a metà con me? -
Anche
due piani diversi, alle volte, si intersecano.
Anche
due metà imperfette, alle volte, combaciano.
Quando
lo vide lì, steso a terra e sanguinante, il suo cuore ebbe
un
tuffo. Si precipitò da lui, ignorando volutamente gli
strepiti
della sua coscienza che l'avvertiva che quello poteva anche non
essere il suo principe, non più, perché da quel
corpo
sentiva provenire l'essenza di centinaia di altre anime.
-
Signore...! - urlò, girando il suo corpo
per poterlo
vedere in viso. Questi aprì lentamente un occhio, e quando
la
riconobbe sorrise appena.
-
Lan Fan... Ma che fine ha fatto la tua maschera? -
-
Altezza, le sembra il caso di fare certe domande qui? Le ricordo che
fuori infuria la battaglia! -
Ling
chiuse gli occhi, ascoltando attentamente i rumori che provenivano
dall'esterno. Per un attimo la ragazza temette che il suo signore si
fosse addormentato (sarebbe stato decisamente da lui, soprattutto in
un momento come quello), ma proprio quando stava per richiamare la
sua attenzione, vide un ghigno amaro apparire sulle sue labbra.
-
Ce l'ho. -
Lan
Fan ci mise solo un istante per afferrare il significato di quelle
parole.
-
La... La Pietra Filosofale?
-
Ling
annuì, aprendo di nuovo gli occhi e sfilando da una tasca di
quello strano cappotto bianco, così
strano addosso a
lui,
rifletté Lan Fan, il
pugno chiuso. Lo aprì lentamente, rivelando al suo interno
una
minuscola pietra rosso rubino, i cui riflessi cupi la ipnotizzarono
per qualche istante. Le lacrime cominciarono a scendere copiose ancor
prima che se ne accorgesse.
-
Un piccolo ricordino del simpatico homunculus che prima era dentro di
me. -
-
È... È finita! -
Sussurrò
Lan Fan con voce strozzata, come se non si rendesse ancora conto di
ciò che significava.
-
Sì, Lan Fan... È finita, finalmente. -
In
quel momento, osservando la faccia distrutta del suo signore,
ripensando a tutti i sacrifici che avevano dovuto compiere per
arrivare fin lì, a tutto quello che avevano passato insieme
e
non, l'unica cosa che Lan Fan riuscì a fare fu abbracciare
Ling, dando sfogo così ad un desiderio troppo a lungo
rimasto
sopito nel cuore.
Il
suo principe rimase per qualche attimo rigido come una statua di
granito, non capendo bene cosa stesse succedendo; poi qualcosa che
non aveva mai provato prima gli strinse il cuore, e si trovò
suo malgrado ad abbracciarla a sua volta, passando le dita in quei
capelli scuri che sin da piccolo aveva tanto desiderato accarezzare.
-
Torniamo a casa, Altezza? -
Ling
trattenne una smorfia di dolore per un'improvvisa fitta al costato, e
si prese del tempo per rispondere, perfettamente conscio di quello
che li avrebbe aspettati a Xing.
-
Sì, Lan Fan. Torniamo a casa.
Il
giovanissimo imperatore compì qualche primo passo in avanti,
gli occhi spalancati e il peso insolito del copricapo reale che
gravava sulla sua persona.
Nel
silenzio carico di tensione che seguì, mentre faceva
scorrere
lo sguardo tutt'intorno, poté quasi avvertire l'immensa
folla
racchiusa nell'arena trattenere il fiato insieme a lui in quegli
interminabili secondi che precedettero il gran boato di acclamazioni.
Sarebbe
stato un buon imperatore, non c'erano dubbi. Amava immensamente la
sua gente, e aspettava quel momento da tutta la vita.
Eppure
sapeva bene che non sarebbe mai stato lo stesso, se al suo fianco non
ci fosse stata lei. Se non ci fossero stati gli
occhi umidi e
orgogliosi della splendida giovane donna accanto a lui, e quel
sorriso che non sapeva e non voleva frenare.
Ling
intrecciò le dita nelle sue, incurante delle migliaia di
persone che potevano vederli.
E
quando sentì che lei rispondeva alla stretta, si
sentì
finalmente completo.
[You’re
holding my hand
I’m holding your life
'n I feel like I'm one
with you
And I wanna be one with you]
[Stai
tenendo la mia mano
Sto tenendo la tua vita
E mi sento come
fossi una cosa sola con te
E voglio essere una cosa sola con te]
[Rock Your Soul - Elisa]
Giudizio
dei giudici:
Prima
classificata:
Píng guo – MELA (GemuS)
Correttezza grammaticale e l'uso proprio del lessico: 9,5
Originalità: 9,5
Aderenza ai personaggi (IC): 9,5
Capacità di rendere organica la FF: 9,13
Giudizio
personale dei giudici: 6
Totale: 43,63
Giudizio (Rue
meridian86):
La grammatica è pressoché
perfetta; la punteggiatura presenta alcune piccole imperfezioni
ripetute.
La trama è assolutamente originale, percorrendo
la vita dei due dall'infanzia al lieto fine; gli episodi sono
descritti con precisione tanto da renderli credibili come capitoli
del manga, la presenza di Foo è fondamentale pur rimanendo
secondaria.
Il finale (a parte rispondere alle aspettative
schifosamente di parte della sottoscritta) è credibile nel
contesto del manga.
I personaggi sono totalmente IC, sebbene Ling
sia, nel bilancio totale, quasi schiacciato dalla figura di Lan Fan e
quindi la caratterizzazione del principe sia relegata ad uno spazio
minore.
Questo fatto fa calare il voto nell'organicità
della FF che sarebbe altrimenti molto più alto.
Tre punti
pieni per il giudizio personale in quanto si apprezza la presenza di
una trama perfettamente sviluppata.
Giudizio (Shatzy):
La
vostra fanfic mi è proprio piaciuta. Esauriente è
la
prima parola che mi viene in mente, dà uno spaccato
trasversale della vita di Ling e Lan Fan ripercorrendo le tappe
fondamentali, dall’inizio della loro storia al dolce lieto
fine,
ponendo attenzione ai cambiamenti avvenuti, dai titoli onorifici ai
sentimenti e all’importanza sempre maggiore che assume
l’altro. I
personaggi sono mantenuti IC costantemente, nonostante le situazioni
presentate siano anche molto diverse tra loro; i caratteri si
ritrovano ben approfonditi e sviluppati, riuscendo a dare una visione
probabile anche di momenti, come la loro infanzia o la conclusione,
di cui non abbiamo traccia nel manga.
Storia accuratissima
nell’uso del lessico e nella precisione della grammatica, non
c’è
una virgola fuori posto o una svista, e lo stile risulta lineare e
scorrevole, con alcune immagini molto delicate. Inoltre, siete
riuscite ad avere una sincronia perfetta,
l’organicità
raggiunge un livello notevole, si sente un accurato lavoro sotto. Il
tema della mela come metafora di due parti che combaciano non
è
originalissimo, ma siete comunque riuscite a gestirlo bene e a non
scadere nel banale.
Fanfic dai tratti semplici, ma dalle
introspezioni profonde e corrette, molto molto bella, complimenti. Il
testo della canzone scelta poi si intreccia perfettamente alla trama.
Che
dire, siamo felicissime, entusiaste, siamo *O*
Grazie
a tutti per la magnifica opportunità offertaci. Tutti i
nostri
complimenti alle giudici, alle podiste e alle altre partecipanti, siamo state tutte
in gamba, e diciaaamocelo XD
Thanks (_ _)