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Autore: Nat_Shirahime    31/03/2009    4 recensioni
"Carezzò delicatamente entrambi (spostando i capelli con tocco leggero per evitare di svegliarli) ed uscì dalla stanza, per raggiungere il suo luogo preferito: la finestra della cucina, da cui si godeva la vista migliore del villaggio, e dove i suoi occhi potevano spaziare senza confini. Le piaceva perdersi con i pensieri e lo sguardo, incantandosi a fissare i giochi di luce che il sole creava sul muro attraverso la tapparella e riflettendo su di lui, e su quello che la sua partenza aveva comportato.."
Terza classificata al contest "Doppia Coppia" indetto da Shatzy e Rue_Meridian.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hohemheim Elric, Trishia Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: World Won't Tear Us Apart – Orizzonti Evanescenti
Autore:
InoTsu [Ino_Chan e Tsunade_91]
Disclaimer:
il manga e i suoi personaggi appartengono ad Hiromu Arakawa e alla Square-Enix
Credits (eventuali):
FMA © Hiromu Arakawa; Per il mio cuore basta il tuo petto © Pablo Neruda
Personaggi:
Trisha Elric, Hohenheim
Pairing (se ci sono):
TrishaxHohenheim
Rating:
Verde
Genere:
Triste, Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti:
One-Shot
Riferimenti ad anime/film/manga:
anime (studio Bones)
Divisione delle parti scritte:
Ino_Chan = Parte Rossa; Tsunade_91 = Parte Blu
Note dell’autore:
la poesia inserita è “Per il mio cuore basta il tuo petto”, di Pablo Neruda

 

 

 

World won’t tear us apart

[Orizzonti Evanescenti]

 

Quando il sole sorgeva su Resembool, era sempre uno spettacolo meraviglioso: la luce che irradiava si espandeva per le colline e le valli che componevano il paesaggio, sollevando la leggera nebbiolina che si era formata durante la notte come un lenzuolo da un letto e spargendola intorno, sottile come un ricamo.

Dalla sua casa in cima alla collina, Trisha Elric osservava i giorni trascorrere sempre con lo stesso ritmo, accompagnando la sua vita e le sue azioni quotidiane. Alzarsi, preparare la colazione per i bambini, ascoltare le loro storie e i loro problemi, fare visita a Sara e a suo marito, sbrigare le varie faccende di casa.. immersa in quella normalità quasi monotona, le stagioni e gli anni si susseguivano ininterrottamente, facendo da cornice ad ogni genere di cambiamento.

Alcuni dolorosi, altri fortunatamente no.

Dopo aver apparecchiato la tavola, si recò nella loro stanza per guardarli dormire, come faceva ogni giorno. Era l'unico momento della giornata in cui poteva fantasticare un po’, percorrendo con lo sguardo i visi assorti nel sonno di Edward e Alphonse, e ritrovarvi le somiglianze con sé e suo marito. I capelli di Ed, sempre legati in una treccia morbida e dorati [come i tuoi..], così belli che sembravano catturare i raggi del sole, e gli occhi vispi e grandi, le sopracciglia dalla forma sottile e perfetta.. e Al, delizioso nella sua posizione abbandonata, le mani cicciottelle e il naso a  patata, così simili a sé stessa quando era bambina che la donna si meravigliava una volta di più di quanto i due figli fossero un misto fra i suoi geni e quelli di Hoenheim.

Come un ospite inaspettato, il ricordo dei bei giorni trascorsi insieme all'uomo che amava bussarono alla sua mente, facendo calare un velo di tristezza sui suoi occhi limpidi.

Ce n'era voluto di tempo, per assorbire il colpo.

I primi giorni dopo la sua partenza li aveva vissuti nel dolore e nella disperazione più totale, a scrutare l'orizzonte, sussultando per ogni carrozza o automobile che vedeva spuntare da lontano, e rimanere puntualmente delusa un attimo dopo. Non era stato facile riprendersi, e convincersi che sarebbe stato ancora possibile sorridere e proseguire.. per fortuna esistevano le risate dei bambini, le manifestazioni di affetto di Sara e della signora Pinako, e la consapevolezza che tante persone avevano ancora bisogno del suo amore e della sua vitalità. Ormai, anche i bambini si erano abituati a quell'assenza silenziosa, tanto da non chiedere quasi più nulla del padre, che fossero notizie o semplici aneddoti che lo riguardassero: vivevano i loro giorni allegramente, azzuffandosi, giocando e sognando il loro futuro come tutti i piccoli di sei- sette anni erano soliti fare.

Carezzò delicatamente entrambi (spostando i capelli con tocco leggero per evitare di svegliarli) ed uscì dalla stanza, per raggiungere il suo luogo preferito: la finestra della cucina, da cui si godeva la vista migliore del villaggio, e dove i suoi occhi potevano spaziare senza confini. Le piaceva perdersi con i pensieri e lo sguardo, incantandosi a fissare i giochi di luce che il sole creava sul muro attraverso la tapparella e riflettendo su di lui, e su quello che la sua partenza aveva comportato.

Aveva incontrato Hohenheim quando era ancora una ragazzina immatura e romantica, affascinata profondamente da quell'uomo distinto, elegante, così abile con l'alchimia, che riusciva a stupirla trasmutando un semplice ramoscello secco in un fiore dal profumo dolce. Fin dall'inizio, aveva capito di essersene innamorata profondamente.. e anche a lui doveva essere successa la stessa cosa, avendole chiesto di sposarla pochi anni dopo.
Era iniziato un periodo di gioia che non li aveva abbandonati per lungo tempo: il matrimonio [un giorno d'estate in cui l'aria sembrava di cristallo..], la loro nuova casa, la nascita di Edward prima e di Alphonse dopo.. sembrava che tutto dovesse andare per il meglio.

Una mattina, però, l'equilibrio che sosteneva le loro vite era crollato, senza che fosse possibile ripararne il danno.
L'aveva visto in piedi prima del solito, un'espressione tesa e triste sul volto, e anche senza conoscere le sue intenzioni si era sentita stringere il cuore.
Quando si era avviato verso la porta e le aveva preso il viso tra le mani per sfiorarle appena le labbra con un bacio, aveva capito tutto... ma versare lacrime non sarebbe servito, e neppure pregarlo di rimanere. Si era limitata a salutarlo (come se fosse appena uscito per una breve passeggiata), e una volta chiusa la porta era scoppiata a piangere per liberare il peso e la desolazione che sentiva dentro.

Senza accorgersi che, dietro di lei, Ed era sveglio ed aveva assistito alla scena con gli occhi spalancati e meravigliati..

[per fortuna era ancora piccolo, e non avrebbe mai, mai potuto capire..]

Per la seconda volta, la tristezza gettò un'ombra sul volto di Trisha, che non riuscì a reprimere una piccola lacrima di nostalgia.

[Certe ferite sono impossibili da curare del tutto. Pensiamo che si siano cicatrizzate, che non brucino più.. ma in realtà sono sempre pronte a spuntare fuori, in agguato.]

Nella stanza alle sue spalle, Al si alzò dal letto, stiracchiandosi e strisciando piano per non svegliare col cigolio delle molle. La prima cosa che mise a fuoco fu la figura di Trisha, stagliata contro la finestra e scossa da leggeri sussulti…
Con il suo solito passo leggero arrivò alle sue spalle, per prenderle la mano tra le sue soffici e arrotondate: con la coda dell'occhio si era accorto del volto sofferente di lei, e desiderava solo farle tornare almeno un po’ del sorriso che la illuminava, e che rendeva tutti felici.

"Mamma, ho fame.. cosa c'è per colazione?"

Trisha sorrise al figlio, che le si rivolgeva nel solito tono spensierato e allegro, e pensò che entrambi avessero una capacità speciale nel capire quando aveva più bisogno di essere confortata.
"Adesso te la preparo, tesoro. Vieni con me".

Presolo in braccio, si voltò verso la cucina, scherzando sulla pigrizia di Ed e discutendo su cosa avrebbero dovuto lasciargli da mangiare al risveglio.. e non poté fare a meno di pensare a quella stessa scena, svoltasi appena un paio di anni prima.

 "Spero che non tornerai quando non saranno più disposti ad accoglierti a braccia aperte.."

 

 

 

Per il mio cuore basta il tuo petto,

per la tua libertà bastano le mie ali.

Dalla tua bocca arriverà fino al cielo

ciò che stava sopito sulla mia anima.

 

****

 

Libri, libri e ancora libri.

Una piccola lanterna faceva luce (compensando quel poco che entrava dalle persiane socchiuse) su una figura curva su una scrivania, intenta a carpire i segreti di una complessa formula alchemica: Hohenheim, un uomo dagli oscuri segreti e dall’ancora più oscuro passato, che aveva ormai fatto dell’Alchimia il suo unico impegno a tempo pieno e la sua unica ragione di vita.

[Curioso che la stessa Alchimia fosse stata il motivo di tutte le disgrazie dei lunghi anni che aveva alle spalle.]

“Dannazione, non riuscirò mai a completarla..” esordì l’uomo, fissando le complesse formule dei cerchi alchemici sovrapposti o cancellati sulla miriade di fogli sparsi per la scrivania.

“Ho bisogno di una pausa” sospirò, togliendosi gli occhiali e passando la mano sul viso stanco, segnato da profonde rughe di espressione; si appoggiò allo schienale e rovesciò la testa all’indietro, chiudendo gli occhi e inspirando lentamente. Negli ultimi tempi era spesso agitato e non usciva quasi mai di casa, neanche per passeggiare tra le vie affollate di Monaco, assaporando i profumi della città. Colpa di quella formula ormai da troppo tempo incompleta? Oppure … [… vecchi ricordi?]

L’uomo si alzò e spense la lanterna; si avviò verso la finestra, aprendola e facendo così entrare luce e una ventata di aria fresca che fece ondeggiare lievemente i lunghi capelli color dell’oro e gli provocò un leggero pizzicore agli occhi.
“E’ già sera, sarà meglio che cominci a preparare qualcosa per cena” pensò, dopo aver fissato il panorama per qualche attimo e, voltandosi per incamminarsi verso la cucina, sbatté contro la base di una pila di libri che cominciò a scuotersi per poi crollare rovinosamente a terra con un tonfo.

“Oh no.. erano in ordine alfabetico..”

Un’espressione di sconforto mista a fastidio si dipinse sul volto di Hoenheim, che di malavoglia cominciò a raccogliere i volumi per sistemarli in modo meno precario; quando ad un certo punto si fermò, sgranando gli occhi e fissando una cornice impolverata e scheggiata, con dentro una foto che conosceva bene.

“Credevo di averla persa.. ma guarda..”

Cominciò ad esaminare attentamente i quattro soggetti ritratti: sé stesso [con meno affanni e preoccupazioni], sua moglie, e i loro due figli, che sorridevano spensierati con un’espressione felice sul viso.

[una foto di molto tempo fa..]

 

“Trisha..” sussurrò con un sorriso triste, accarezzando il profilo della donna nell’immagine e ripensando a quando se n’era andato di casa, lasciandola sola con Edward e Alphonse ancora piccoli.

“.. sei sempre bellissima ..”

La frase che le ripeteva sempre e che puntualmente la faceva arrossire uscì automaticamente dalla sua bocca.

“Grazie, amore mio”.

Hohenheim si girò di scatto e vide la figura esile di Trisha che sostava sulla porta sorridente.
Fece per alzarsi e correrle incontro, ma l’illusione durò solo pochi secondi, la donna scomparve e la piccola scintilla di speranza che si era accesa sul viso dell’alchimista svanì così com’era apparsa.
“Sei proprio patetico..” disse amaro fra sé e sé, rimettendosi gli occhiali e alzandosi, finendo di sistemare i libri per poi mettere la cornice con la foto in bella vista sulla scrivania.
“Star chiuso in casa da troppo tempo mi sta facendo impazzire, sarò meglio che rimandi la cena e faccia quattro passi” borbottò, mettendosi la giacca e uscendo di casa, chiudendo la porta a chiave.


La sera aveva deciso di essere clemente, infatti l’aria non era molto fredda per gli standard degli inverni locali.  Hohenheim cominciò a camminare senza avere una meta precisa fissata in mente e con mille pensieri per la testa.
“Vorrei tanto non aver dovuto scegliere di lasciarvi soli, ma questo mio corpo ormai in rovina sarebbe durato solo pochi anni.. Non volevo che vi rimanesse il ricordi di me morente su un letto..” mentre conduceva un dialogo a senso unico, si ritrovò sulla riva dell’Isar e si fermò ad osservare il tramonto che si stagliava all’orizzonte come un grande incendio, che lo distolse per un momento dai suoi problemi.

 

“Mamma, mamma! Guarda che bel tramonto!”

Un bambino era corso fino alla riva del fiume e si era arrampicato su un masso per vedere oltre gli argini, subito seguito da un altro bimbo più piccolo (probabilmente il fratello, vista la somiglianza), che per seguirlo nell’impresa cadde e batté la testa, cominciando poi a piangere.

“Tesoro, ti sei fatto male? Non piangere..”

Quella che doveva essere la madre accorse in fretta e prese il piccolo in braccio cantandogli una canzone, che lo fece subito smettere.
Hohenheim guardò la donna, che le ricordò la sua amata Trisha, anche se l’aspetto era diverso.

 
Sorrise e chiuse gli occhi.

 

Chissà cosa stavano facendo tutti e tre, se lo aspettavano ancora o se il tempo aveva lavato via il suo ricordo come una foto scolorita dagli anni? E se prima o poi fosse tornato a casa.. lo avrebbero accolto con gioia, a braccia aperte, o come un estraneo? Trisha lo avrebbe amato ancora?
Trisha, l’unica donna che era stata in grado di fargli battere il cuore.. i suoi modi gentili, i capelli setosi e la pelle morbida e calda..
Ripensare a lei gli provocava un dolore lancinante, molto peggio di quello che doveva sopportare ogni giorno a causa del deterioramento del suo corpo.

 Riaprì gli occhi e vide che alla mamma e ai due bambini sulla riva si era unito il padre, un uomo alto dall’aria gentile che baciò la donna e poi si mise a giocare coi figli. Il senso di colpa si fece ancora più pressante.

 “Il mio posto è con Trisha, Edward e Alphonse..”

Una lacrima solitaria solcò la guancia di Hohenheim e l’uomo di ritrovò a fissare il suo riflesso sull’acqua mentre il sole era ormai quasi calato e cominciavano ad affacciarsi timidamente le prime stelle. L’uomo alzò gli occhi al cielo e fissò lo spicchio di luna che si stagliava diafana sul cielo ormai scuro, lasciandosi sfuggire un sospiro di tristezza.

“Nonostante tutto, Trisha, sappi che ti amo più della mia stessa vita..”

Socchiuse gli occhi e per un attimo, come se quel messaggio di pentimento potesse superare i confini dei mondi, gli parve di sentire la voce della donna e di vedere la sua immagine triste che lo aspettava, mentre il vento gli carezzava gentilmente il viso … per poi tornare alla realtà e incamminarsi nella direzione del tramonto, verso quel sole calante che, anche se non più al pieno del suo splendore, non si arrendeva alle tenebre e continuava ad illuminare la strada di coloro che camminano incerti sulle tortuose strade di questa terra.

 

****

 

Ma era solo durante la notte che Trisha poteva averlo di nuovo per sé.

Come quando erano fidanzati e lui la portava a vedere le stelle, in alto, dove arrivavano le lucciole in piccoli frotte [le loro personalissime stelle..] a illuminare i loro volti sognanti.. come quando erano sposati da poco, e notti come quelle erano dedicate a parlare, a riflettere sulla vita e sul futuro… Trisha adorava l’oscurità, e continuava ad amarla anche ora.
In quel letto che (fino a poco tempo prima) avevano occupato in due e riscaldato si addormentava ogni sera, un po’ stremata dalle fatiche quotidiane ma, in fondo, felice: aveva due bambini stupendi, una bella casa, amici che pensavano a lei… e il privilegio di amare e sposare l’uomo che, per primo, le aveva mostrato amore con tutto sé stesso. Non era forse fortunata?

Al momento di rivolgere una preghiera, il posto “principale” oltre che dai suoi bambini [perché crescano sani, forti e felici..] era occupato da lui, e dal desiderio che tornasse, prima o poi… e che, dovunque fosse, se la stesse passando bene, o almeno che non stesse soffrendo malattie o stenti. Non avrebbe mai potuto desiderare il male per suo marito: così come il suo cuore sanguinava per la lontananza, avrebbe patito anche sapendolo in difficoltà.

E, come quasi ogni notte, lo ritrovava seduto sotto quel pesco. Il pesco dove era attaccata la piccola altalena che aveva sistemato apposta per lei, e che ora era proprietà di Ed…
Semplicemente seduto, non diceva nulla: si limitava a guardarla, sorridendo appena. Sembrava sapere perfettamente il motivo di quell’incontro, quasi si fossero dati appuntamento lì per stare un po’ da soli durante il pisolino dei bambini, mentre lei non capiva e continuava a fissarlo, silenziosa e un po’ meravigliata. Il sole filtrava tra le foglie senza disturbarli, lievemente, accompagnato da un venticello che giocava con i capelli dorati di lui e quelli castani di lei, e Trisha avanzava qualche passo incerto, fino a raggiungerlo.
La prima cosa a colpirla era il suo profumo: sempre uguale, dolce e quasi rassicurante, la riportava indietro all’istante in cui le aveva infilato l’anello al dito per chiederle di sposarla… e, a pensarci bene, era stato proprio sotto quell’albero.

Una coincidenza?

Casualità o no, in quell’attimo non voleva pensare a nient’altro se non a lui.
Non c’era bisogno di parole… avrebbero rovinato quel gioco di sguardi, quella ricerca dolce e disperata che ogni sera la portava a cercarlo nei sogni più intricati e malinconici che il sogno riusciva ad offrirle. Non era da lei rifiutarli.
Il vento continuava a spirare nella sua direzione, quasi volesse invogliarla ad avvicinarsi di più: accompagnato da quell’odore familiare, toglieva dal suo cuore ogni esitazione e la portava verso Hohenheim, che non le era mai sembrato così vicino, così bello, così reale.

“In fondo… è come se non te ne fossi mai andato”. 

La sua figura alta (voltata fino a quel momento verso l’orizzonte, intenta a scrutare chissà quanto lontano) si girava, illuminata dal riverbero del sole che gli donava un aspetto quasi sacro, inavvicinabile… e, nonostante la lontananza, Trisha riusciva a cogliere perfettamente le frasi che stava pronunciando, come se gliele sussurrasse all’orecchio:

“Se due persone continuano a cercarsi… prima o poi si troveranno, non importa dove, né come. Non credi anche tu?”

E se pure fosse stato solo un sogno… chi le impediva di sognare?
Cosa c’era di sbagliato nell’intrecciare le dita con le sue, ancora una volta, per cercarne il calore?
Il sorriso che gli rivolgeva aveva il sapore del sole, della felicità. E, proprio per quello, la riportava ai vecchi tempi.. che ogni tanto, fortunatamente, ritornavano a pervaderla di serenità.

“Si… hai ragione, amore mio”.

 

***

 

La vita di ogni giorno continuava, com’era giusto che fosse. L’uomo non ha il potere di cambiare il suo corso, ne mai potrà farlo; può solo muovere dei passi timidi, incerti, per cercare di comprendere meglio ciò che lo circonda.

In una città lontana, un uomo continuava a vivere la sua esistenza solitaria, riflettendo sui suoi errori passati… mentre una donna, all’esatto opposto del mondo, portava avanti con amore il suo vivere semplice, cullando nel cuore un unico desiderio, che accendeva nel cuore una scintilla e negli occhi uno sprazzo di gioia.
Sono lontani, e ne sono consapevoli. Ma sanno anche che, per quanto gli orizzonti sembrino insormontabili, si possono sempre attraversare dentro il proprio cuore.

 

 

 

[..] Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.

 

 

 

 

Giudizio (Rue meridian86):
La fanfiction presenta una grammatica generalmente corretta (eccetto alcune concordanze errate), ma errori nella punteggiatura che han penalizzato le autrici. Inoltre si sottolinea che il nome del marito di Trisha è Hohenheim (fonte Wikipedia: so che non è la fonte più sicura, ma essendo un nome europeo, quello di Paracelso, è possibile trovare conferme in vari testi sulla storia dell'Alchimia.)
La trama ha purtroppo in sè una contraddizione: le azioni di Hohenheim sono ambientate a Monaco, quindi dopo che ha superato il portale ed ha saputo che la moglie è morta. Tuttavia nella Fanfiction, egli pensa alla moglie come fosse viva.
A parte ciò, la trama è piacevole e tratta il rapporto profondo della coppia ed il loro affetto verso i figli. L'introspezione è perlopiù dominante, ma non soffoca la trama, specialmente nella dinamicità della quotidianità dell'Alchimista e nei ricordi del passato di Trisha.
I protagonisti sono aderenti alle caratteristiche dell'anime: unica nota possibile, forse è l'assenza di riferimenti al passato dell'Alchimista prima di Trisha ed al senso di colpa per le azioni compiute.
La Fanfiction presenta una struttura unitaria (anche per gli errori, sic!) e ciò viene premiato.
Si apprezza la capacità di aver reso anche l'ambiente di sfondo fondamentale per la trama: la campagna, la casa di Hohenheim a Monaco ed il fiume Isar.

Giudizio (Shatzy):
Interessante l’intreccio della fanfic, con le due introspezioni ambientate in due mondi diversi. Trisha è quella che è stata lasciata, ma è riuscita in qualche modo ad andare avanti e a continuare a vivere felice (grazie ai figli e agli amici), mentre Hohenheim no, vive continuando a pensare a lei. Si sente bene la fragilità di Trisha, quanto ami ancora suo marito e quanto è legata ai figli, in questo l’ho trovata molto IC, e allo stesso tempo mi è piaciuta anche la caratterizzazione di Hohenheim, così innamorato, ma anche così dedito ai suoi studi. Belle anche le due “visioni” speculari: nonostante in qualche modo entrambi abbiano accettato la situazione, continuano ad amarsi ancora, tanto che Hohenheim vede il riflesso di lei e dei suoi bambini in un’altra famiglia, e Trisha lo sogna ogni notte. Molto romantico, molto suggestivo e vagamente poetico.
Quello che mi ha creato confusione è l’ambientazione scelta, Trisha è ad Amestris (quindi la fanfic è ambientata nel passato della serie), Hohenheim a Monaco (quindi nel futuro), e se questa cosa poteva risultare da una parte interessante per l’originalità della trama, dall’altra è confusa nel finale, perché sembra che le due scene siano in contemporanea quando è impossibile. Forse manca un avviso di “What if…?”, o forse si poteva evitare quella frase finale, per mantenere il vago.
La grammatica è buona, c’è però qualche ripetizione ogni tanto e qualche piccolo errore, lo stile è molto bello e coinvolgente, alcune parti, ripeto, sono molto suggestive. L’ho apprezzata molto. In conclusione, davvero una buona fanfic.



****

Spazio di Ino_Chan

 

Come potrei presentare questa fic?

Intanto, è il primo esperimento di “lavoro di squadra” tra me e la senpai Tsunade_91, frutto di parecchie riscritture, consultazioni e momenti di scoraggiamento vari.. ma, a contest finito, posso dire con orgoglio: “ce l’abbiamo fatta!”
Il terzo posto è stato davvero una sorpresa per entrambe, e ci ha reso felicissime. La cosa più bella, però, è stata lavorare insieme e capire che è davvero possibile scrivere una fan fiction in coppia, così come ricevere commenti e consigli dalle giudici, che si sono mostrate sempre incredibilmente pazienti e gentili.
Immedesimarmi in Trisha non è stato semplice, anche se, alla fine, l’ho trovato piacevole: spero che questa storia possa piacervi allo stesso modo in cui ho amato scriverla! ^__^

Termino ringraziando con tanto affetto Shatzy e Rue Meridian, per aver indetto il contest e averci sempre ascoltate.. e per il giudizio al nostro lavoro! E poi, ovviamente, la sorellaH e senpai Tsunade per aver partecipato (leggasi: aver accettato di essere trascinata XD) a quest’avventura insieme a me, per i preziosi consigli di betatura e per tutte le discussioni-scemenze-trucchi-risate che ci siamo scambiate durante la stesura *w*
Complimenti alle prime e seconde classificate, e anche alle altre partecipanti :) sono curiosa di leggere le vostre fiction!

Un bacione, Ino

 

 

Spazio di Tsunade_91

 

Ok, iniziamo con un *_______*
Oltre ad essere il mio primo lavoro di coppia, questo è stato il mio primo contest!
Sono davvero felice del risultato, non me lo sarei mai aspettato..
Anzi, pensavo che la mia parte di fiction avesse contribuito, diciamo, a.. come dire.. rovinare la media generale XD eeeh la mia autostima è piuttosto bassa, si ù_ù'

Un grazie enorme alle giudici, che hanno chiarito ogni nostro dubbio in proposito alla stesura e anche alla mia kohai Ino_Chan, che ha accettato di "trascinarmi" (tanto per citarla) in questa avventura *_*

 
Quindi passiamo al commento tecnico..
Spero di non essere andata troppo OOC con Hohenheim, ma ho voluto rappresentarlo in una versione un po’ "emo" XD non so se mi spiego.
Mi fa molto piacere il fatto che sia stato apprezzato il dettaglio del fiume che passa per Monaco, si sa, sono sempre precisa ><''
Grazie ancora a tutti e complimenti alle altre partecipanti! ^_^
Un °_______° e un kisu a tutti voi!

Tsunade 8D

  
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