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Autore: ailinon    26/03/2016    0 recensioni
Una gita in Grecia, è per un ragazzo italiano, la scoperta dell'età adulta e dell'incontro con la vera metà della sua anima.
Platone l'avrebbe definito Amore.
Il racconto è ispirato dalle canzoni e dalla figura del cantante greco Pantelis Pantelidis, morto prematuramente in un incidente d'auto; e dal coraggio del popolo greco, che ha continuato a invocare democrazia anche mentre l'unione europea li schiacciava sotto una dittatura fatta di tagli e tasse.
E' un mio segno di ammirazione per il popolo greco, orgoglioso e fiero, e per la sua splendida, millenaria, storia.
L'altra figura che mi ha ispirato è il coraggio rivoluzionario e l'onestà del giovane politico greco Alexis Tsipras, che ha tentato di combattere da solo (e con Syriza) per tutta la sua Grecia, contro un'Europa ottusamente gretta e inumana.
Un sentito abbraccio e un ringraziamento al gruppo di twitter che segue Tsipras e mi ha aiutato e consigliato: #greeceagapi Le Tsipreriane. GRAZIE!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 6

La vita in Italia era scorsa via senza particolari degni di nota. Tornato da quella gita di pochi giorni in Grecia, tutti i suoi conoscenti lo avevano trovato mutato di carattere. I parenti dissero che era cresciuto. Gli amici pensarono che fosse diventato barboso come un vecchio.

Il suo carattere da riflessivo, era diventato malinconico, come quello di una persona che sa di aver perso molto. Forse troppo.

Eppure Alex viveva e rideva ancora ma, mai totalmente. Si sentiva svuotato. Sembrava che il suo sguardo fosse rivolto sempre indietro, a un punto lontano.

A un mare lontano, di cui udiva ancora il richiamo assillante.

Eppure continuò a vivere: fece esami, aiutò i suoi genitori, si laureò.

Nessuno capì mai bene perchè si impegnò così tanto, oltre agli studi universitari, per imparare una lingua inutile come il greco.

Ormai aveva quasi ventitre anni, e non gli restava che trovare lavoro e mettere su famiglia, come speravano i suoi genitori, ma su questo ultimo punto non aveva mai dato molte speranze, restando perennemente solo.

Tutti ritenevano che fosse troppo studioso, e non vi pensasse per quel motivo.

Ma Alex sapeva che il suo cuore era destinato a una sola persona, e non poteva fingere che fosse diversamente.

Il suo cuore era rimasto in mano ad un fiero uomo greco, che viveva in un minuscolo appartamento di Atene. Lui.

***

Era seduto a pranzo con i suoi genitori quando vide per la prima volta, alla televisione, notizie sulla crisi in Grecia.

Sembrava che i politici greci avessero rubato tutti i soldi al loro popolo, spendendoli in modo dissennato, fino ad ammettere di essere finiti sul lastrico. Imponendo poi alla loro stessa nazione di pagare quei debiti, che loro avevano fatto, attraverso tasse e tagli indiscriminati..

Infine era giunta l'unione europea a togliere ogni speranza a quel popolo fiero e pragmatico, come sono un popolo di mare poteva essere.

«Povera gente» aveva esclamato sua madre, continuando poi a mangiare, come se nulla fosse.

Alex invece aveva posato la forchetta, sentendo il sangue scivolargli via dal viso mentre osservava quelle rapide scene da bolgia infernale, con cariche violente della polizia contro i lavoratori e manifestanti greci. Povera gente rimasta senza acqua, corrente, casa o lavoro. Parlarono anche dei portuali... Come Lui.

Ricordava a memoria la scritta sul bigliettino che conservava nel portafoglio.

 

Pantelis Pappas

Themistokleou street, 203

Atene. Grecia.

Psychi mou.

 

Fu davanti a quelle immagini alla televisione, che fece la sua scelta.

***

 

 
   
 
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