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Autore: Rebecca04    27/03/2016    7 recensioni
[Scritta a quattro mani con MissisMalfoy (dentro trovate scritto _Alexa_ perchè ha fatto richiesta per cambiare nome)]
Merlin giovane universitario è stato costretto da ormai un anno ad abbandonare gli studi per cercare lavoro.
Trovato un annuncio per un lavoro ben remunerato come babysitter si presenterà alla casa dell’ombroso Arthur Pendragon per badare alla piccola Morgana.
Nessuno dei tre potrà immaginare quanto la loro vita cambierà da questo incontro.
(Revisione in corso)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ben ritrovati e Buona Pasqua!
Ricordo che questa storia è scritta a quattro mani con _Alexa_!
Eravamo rimasti ai cavalieri che scoprono la relazione tra Arthur e Merlin e i due che cominciano ad avvicinarsi sempre di più ;)
Ripartiamo col compleanno di Morgana :D
Buona lettura e scusate per il tremendo ritardo....
Questo capitolo è tenerissimo, lo so che detto da me ha poco senso, ma ci sono scene troppo da aww... 



Un amore di babysitter

Merlin afferrò la borsa contenente i cappellini da festa e le trombette. - Guarda che non riuscirai a lasciarle in macchina... - Lanciò un'occhiataccia al biondo, che si stava già allontanando con la scatola della torta.
- Ho detto niente festa! - brontolò Arthur, guardando la scuola. - Non serve tutta questa roba!
- Non hai voluto farla a casa, quindi abbiamo concordato sul portare la torta a scuola. E qualche altro piccolo accessorio... - commentò il moro.
- Mi chiedo ancora come hai fatto a convincermi - sbuffò di rimando il biondo, spingendo col naso il citofono della scuola.
- Magia. - Merlin iniziò a ridere, avvicinandosi poi al citofono.
- Si..? - Una voce femminile li interruppe.
- Sono il fratello di Pendragon Morgana, ho chiamato questa mattina per dirvi che è il suo compleanno ed avrei portato una torta.
- Ciao Arthur... - La voce monotono di Elena lo raggiunse. - C'è anche Merlin??
- Si Elena. Sono qui, con trombette e cappellini.
- Lo sapevo che Morgana poteva contare su di te. - La maestra chiuse la conversazione e aprì il cancelletto.
- Come? - chiese di rimando il biondo, fissando Merlin. - Da quando siete così amici?
- Siamo stati insieme tutto il giorno per la vendita di dolci, ricordi? Tu non sei voluto venire. - Merlin entrò e tenne aperto il cancello per Arthur. - Quella ragazza ha un cuore d'oro.
Arthur entrò con fare scocciato, superando Merlin. - Lo so che è un complotto - mugugnò.
- Nessun complotto. Devi imparare a essere più cordiale però. - Merlin chiuse l'ingresso e si avviò, mantenendosi dietro il biondo e facendo scivolare una mano sulle natiche sode. - Morgana sarà entusiasta della sorpresa.
- Eddai... - il viso di Arthur ai arrossì non poco, guardandolo con disappunto. - Siamo in una scuola di bambini.
- Sei tu che pensi male, io ti sto aiutando a sorreggere il peso della torta - soffiò Merlin, mentre si spostava. Sorpassò il biondo e aprì la porta della scuola. - La sezione è la seconda sulla sinistra.
Arthur sbuffò vistosamente e si avviò verso la classe, aspettando che Merlin lo seguisse per aprire la porta.
- Ricordati di sorridere e urla buon compleanno..! - Merlin spalancò la porta prima che l'altro potesse ribattere.
- Buon compleanno Morghi!
- Buon compleanno! - urlò il biondo, cercando di sfoggiare il miglior sorriso che potesse fare.
Gli occhietti di Morgana traballarono dalla felicità e corse subito ad abbracciare i due ragazzi.
- C'è anche la torta??
Arthur sorrise e poggiò la scatola sul tavolo. - Aprila.
Morgana quasi strappò il cartone dalla furia, ma rimase a bocca aperta vedendo la torta al cioccolato con tante piccole fragoline sopra. - È bellissima!
Merlin sorrise e prese dalla borsa i cappellini a cono, mettendone subito uno a Morgana e poi li passò ad Elena per farli mettere agli altri bambini. Finito ciò si accostò di nuovo ad Arthur, con due cappellini in mano.
Il biondo lo fissò in modo minaccioso, quasi mangiandolo.
- No.
- Ti lascio quello azzurro e io metto il rosa... - Merlin cercò di risultare convincente.
Arthur sospirò e guardò i bambini.
- E va bene. Solo per loro, però.
- Certo. - Il moro sorrise strafelice, allungandogli il copricapo.
Arthur prese il piccolo cappellino e, con una faccia imbronciata, allungò l'elastico per indossarlo.
- Sei contento ora?
- Non puoi immaginare quanto. - Il babysitter lo aiutò a sistemarselo, sorridendo tutto il tempo. - Hai visto quanto è contenta Morghi?
Il biondo annuì controvoglia. - Devo dire che hai avuto una bella idea, dopotutto.
- Abbiamo. - Lo corresse l'altro.
Elena iniziò a sistemare le candeline sulla torta. - Cantiamo tutti buon compleanno!
Merlin si posizionò dietro alla piccola, tirandole le orecchie. - Non sai che sorpresa ti aspetta domani.
Il biondo si incamminò verso il tavolo e sorrise a tutti i bambini guardando Morgana.
L'ultimo compleanno non era stato dei migliori ma questo, questo lo avrebbe riscattato di sicuro.
La bambina soffiò aiutata dal babysitter, mentre tutti i bambini cantavano.
Elena iniziò a tagliare il dolce, mentre Morghi correva ad abbracciare il fratello.
- Merlin ha detto che andiamo in piscina!
- In piscina? - chiese il biondo di rimando, guardando il babysitter.
- Al centro commerciale, Morghi ha sempre voluto andarci. Ho chiamato anche i ragazzi - rispose il moro.
Arthur sospirò ed accarezzò la testa alla bambina.
- E va bene. Ma non fare danni, chiaro?
La bambina allargò gli occhietti, come a domandargli quando mai avesse combinato guai.
- No, no.
- Oggi a casa faremo una sfilata per decidere il costumino da mettere. - Merlin sorrise, soddisfatto dall’idea.
Arthur ridacchiò. - Non mettetemi in mezzo! Io ho del lavoro da fare.
- Tranquillo, è solo per me e Morghi - chiarì subito Merlin, mentre i bambini iniziavano a mangiare la torta.
- Benissimo però poi voglio vedere, eh! - mormorò Arthur, alzando un dito. - Voi scegliete, io approvo!
Merlin lo guardò male. - Mi immagino già come sarai quando sarà teenager e con il ragazzo.
Arthur alzò una mano.
- Dovrò conoscerlo - ed alzò un dito, - sapere cosa fa - ed alzò un altro dito - cosa vorrà fare da grande - terzo dito - cosa pensa di fare con mia sorella - quarto dito e così via. Elencò una serie di motivi che neanche più le dieci dita delle mani, più quelle dei piedi, furono sufficienti.
- E poi, ovviamente, mhm... Mi presti le dita? - domandò a Merlin, guardandolo con fare serio.
- No - pronunciò scioccato il moro. - Spero ci sarò anche io quando sarà cresciuta, così ti fermerò dal fare sciocchezze.
Arthur mise il broncio ed incrociò le braccia.
- Devo difendere la mia sorellina anche da te?
- Sono io che devo difenderla da te. - Lo corresse Merlin, mentre rubava una fragola dalla torta.
Arthur incrociò con ancora più convinzione le braccia, farfugliando qualcosa fra sé e sé.
- Ma se lui le spezzerà il cuore... - cominciò, quasi ammonendolo - Non riuscirai a fermarmi!
- Oh, se succederà allora ti presterò volentieri anche le mie dita per dargli una lezione.
Il biondo ridacchiò e si avvicinò a lui. - Perfetto, allora abbiamo trovato qualcosa che va bene ad entrambi!
- Già, perfetto. - Merlin si accostò all'altro. - Penso che noi ora potremmo tornare a casa.
Il moro fece segno ad Arthur di osservare i bambini accanto a loro, impegnati a giocare con le trombette e a rincorrersi.
- Si. Tanto mi sono preso il giorno libero. - Allungò la mano verso il cappellino e lo tolse, poggiandolo su uno dei banchi.
Il babysitter si alzò e andò a salutare Elena, che subito chiese ai bambini di ringraziare tutti insieme per la visita e la torta.
Morgana diede un ultimo abbraccio ai due e i ragazzi uscirono, Merlin sorridente e Arthur ancora provato dalla presenza di tutti quei marmocchi.
 
Appena rientrati Merlin imboccò le scale.
- Ti dispiace se prima di preparare chiamo mia madre?
- No, certo che no. - Arthur appoggiò la giacca sull'attaccapanni. - Salutala anche da parte mia - aggiunse, e si diresse in cucina.
Merlin annuì e salì, chiudendosi poi in camera sua.
Arthur si versò dell'aranciata in un bicchiere, bevendola, sorridendo alla mattinata appena trascorsa. Si incamminò verso la sala, ripensando alla felicità di Morgana.
Era da tanto che la bambina non si divertiva a quel modo ed il biondo dovette proprio annuire al fatto che Merlin era entrato nella loro vita come una folata di vento.
Raggiunse il divano ma, senza farci caso, inciampò nel tappeto, versandosi l'aranciata addosso.
- Cavolo! - sbuffò, togliendosi la camicia e si incamminò brontolante verso le scale, lasciando il bicchiere sul tavolinetto della sala.
Entrò nella propria stanza, con solo i pantaloni addosso e lasciò cadere la camicia macchiata sulla sedia.
- Merlin? - urlò, spazientito dal disastro appena fatto.
Il moro mise il naso fuori dalla sua stanza, ma non vedendo il biondo si incamminò, fermandosi di colpo quando intravide Arthur mezzo nudo.
- Che fai..? - domandò, mentre osservava l'altro spulciare nell'armadio.
- Mi sono versato del succo addosso - borbottò, acchiappando un maglione. - Si lava, vero?
- Si, penso di si. - Merlin gli strappò il maglione dalle mani. - Perché non metti quello? - Indicò con non calanche il mini slip che sporgeva da sotto i completi estivi del biondo.
Arthur girò il viso e quasi si sentì mancare.
- Que... Quello? Perché?
- Bhe, è parecchio che non vai in piscina, no?  Dovresti provare i vecchi costumi o rischi di non avere niente per domani... - Merlin cercò di mantenere un tono normale, ma stava morendo dalla voglia di vendicarsi per le passerelle che i Pendragon gli avevano fatto subire.
Per non parlare del fatto che Arthur non era niente male a torso nudo.
Arthur alzò un sopracciglio. - Merlin, io domani non vengo.
- Ma che dici?? È per il compleanno di Morgana! E poi ho già invitato i tuoi amici. Non scherzare su certe cose..! - Lo guardò serio.
- Devo lavorare domani! - brontolò Arthur di rimando, sbuffando sonoramente.
- Guarda che è sabato. Non hai scuse. - Merlin puntò un dito contro il petto del biondo.
Arthur acchiappò lo slip titubante. - Esci, forza - mormorò arrossendo.
- Ti aspetto in camera mia e non tardare. - Il babysitter si volatilizzò, cercando di nascondere il sorriso.
Il biondo guardò il costumino e, lamentandosi come un vecchietto, si spogliò infilandolo. Uscì dalla camera ed entrò in quella di Merlin, arrossendo.
- Allora?
II moro osservò Arthur, cercando di tenere un'espressione stoica. - Girati.
Il biondo alzò gli occhi al cielo e si girò, mostrando il sedere fasciato. - Sarebbero meglio i boxer...
Merlin si leccò appena le labbra alla vista. - Non sono convinto, perché non provi un altro slip? Un colore più chiaro però, questo nero non risalta.
Arthur lo guardò scettico. - Poi i boxer!
- Si, si. Ho capito… - sbuffò Merlin.
Arthur uscì dalla stanza e tornò dopo una manciata di minuti, con indosso uno slip rosso.
- Mh?
- Ehm, si, carino. - Ovviamente era divino, non carino. - Ma uno azzurro non lo hai?
Arthur sbuffò e uscì, presentandosi in camera dopo qualche minuto, facendo una piroetta su sé stesso.
- Così?
- Eh... - Merlin lo contemplò. - Fai un'altra piroetta - vociferò.
Il biondo alzò un sopracciglio ma eseguì il comando.
- Bellissimo - esalò il moro, accorgendosi di essersi tirato la zappa sui piedi. - Il costume, ovvio. - Cercò di sembrare impassibile, ma iniziava ad avere il fiato corto.
Arthur lo fissò, scrutandolo. Sembrava in difficoltà.
- Tutto bene? - domandò avvicinandosi.
- Certo! - Osservò l'altro da capo a piedi. In questa camera fa proprio caldo...
Arthur fece arrivare il sopracciglio fino all'attaccatura dei capelli.
- Stai diventando rosso.
- No, ti sbagli. Perché non vai a cercare un altro slip?
- Boxer, prego. - borbottò il biondo di rimando.
- Se devi proprio... - Merlin si bloccò, sbattendo gli occhi innocentemente.
Arthur si girò ancora e lo guardò di sottecchi, avvicinandosi.
- Quindi ti piaccio così, eh?
- Non esaltarti - chiarì il moro. - Ma, ecco, mi piaci molto.
Il biondo sorrise e si avvicinò ancora, baciandolo e prendendo le sue mani, poggiandosele sul petto.
- Era impossibile che non ti piacessi.
- La modestia non è certo una tua qualità. Comunque è meglio se domani metti i boxer. - Tossicchiò il moro.
Arthur sorrise e gli baciò dolcemente il naso.
- Va bene. Anche se vederti morire di gelosia sarebbe una bella visione - commentò poi, ridacchiando.
- Io non sono geloso - mentì, girando il viso di lato. - E comunque anche io potrei... - Si fermò, non aveva alcuna possibilità di battere Arthur in costume. - Vai a provarti i boxer, su! - Lo tornò a fissare.
- Potresti? - domandò il biondo, creando con le labbra un sorrisetto compiaciuto.
- Non infierire o te la farò pagare. - Lo avvertì Merlin, incrociando le braccia. - Anche io ho i miei trucchetti.
Il biondo si imbronciò, ma preferì finirla lì. Si piegò a lasciargli un debole bacio a fior di labbra e poi uscì dalla stanza, chiudendosi nella propria per cambiarsi.
Il moro lo seguì con gli occhi mentre se ne andava, per una volta Arthur Pendragon aveva ceduto, era certamente un miracolo.
Uscì e corse rapido giù per le scale, avrebbe cucinato un delizioso pranzetto per festeggiare l'occasione.
Arthur scese dopo qualche secondo, infradito, boxer nero e vistosi occhiali sul naso.
- Allora? - domandò, sorridendo e mostrando i muscoli delle braccia.
Al moro quasi cadde la spatola dalle mani. - Può andare... - Si rigirò rapido. - Ora cambiati che tra poco si pranza.
- Può andare? - ridacchiò il biondo, avvicinandosi ed abbracciandolo da dietro. - Null'altro?
- Mm, ti amo. - Merlin sgranò gli occhi, le parole erano uscite senza che se ne accorgesse, ma il loro convivere era così abitudinario e fantastico allo stesso tempo e poi Morgana, sembravano proprio una vera famiglia.
Arthur rimase un po’ di sasso alla dichiarazione.
Insomma, lui era in costume, in cucina, in pieno ottobre e la dichiarazione d'amore era così strana in quel modo...
Per questo era stato speciale.
- Ti... ti amo anche io, Merlin - rispose, stringendolo a sé.
Il moro si lasciò cullare nell'abbraccio. - Possiamo restare così per un po' o rischi la polmonite? - sbiascicò sorridente, posando un bacio sul collo del biondo.
Arthur sorrise e lo strinse, dandogli un secondo bacio leggero sulle labbra.
- Sono una persona forte, possiamo rimanere così per sempre!
 
**
 
La piscina di quel centro commerciale era qualcosa di davvero grandioso.
Neanche Arthur aveva mai visto niente di più bello e colorato nella sua vita.
I pilastri che si ergevano nella grande sala erano stati colorati di rosso ed avevano il compito di dividere le piscine fra di loro.
Una lunga pista per gommoni attraversava tutta la sala ed era adatta a tutti quanti, sia grandi che piccini.
Dei grandi pesci colorati contornavano la piscina e la rendevano più bella ed accogliente che mai.
I dintorni erano stati ornati di scenari che raffiguravano prati e fiori colorati, palme, una piccola spiaggetta ed un piccolo scoglio, che faceva capolino dal bordo piscina da dove i bambini più grandi si tuffavano allegri, sotto le urla di un buffo bagnino con un cappello di paglia ed una collana di fiori colorati al collo.
Erano entrati da soli cinque minuti e Merlin stava già cercando di tenere testa a Morgana, che correva sulla spiaggia, spogliandosi ogni tre passi di un indumento.
Quando il babysitter aveva adocchiato Nicolas e Lance la bambina era già in costume, arrivando poco prima di lui alle sdraio sotto l'ombrellone.
- Nicolas! Ciao! - Morgana sorrise e il ragazzino subito la prese per mano.
- Ti faccio vedere il castello che ho iniziato a fare con Gwaine. - Trascinò l'amica dietro le sdraio, mentre Merlin arrivava accanto a Lancelot.
- Sono senza fiato... - esalò mezzo chinato.
- E pensa a quando ne avrai uno tuo! - Lance iniziò a ridere mentre Merlin impallidiva.
- Non penso accadrà presto Lance. - Si ritirò su, guardando le due testoline dei bambini più avanti.
Arthur arrivò poco dopo il babysitter, carico di due borse che contenevano tutta la roba per passare il tempo.
Appoggiò tutto accanto alle sdraio e sospirò.
- Ah, ah, ah! - Percival sorrise a trentadue denti con in mano le bibite appena prese dal bar. - Vedo che finalmente abbiamo trovato chi ti fa sgobbare! - L'amico appoggiò le bottigliette sul pianale attaccato all'ombrellone.
Merlin fece finta di niente e si diresse verso i bambini, sedendosi sulla sabbia.
Arthur fulminò il ragazzo e sbuffò all'inverosimile. - Cos'hai comprato al bar?
- Thè e aranciata. - Perci si sedette e scrutò i bambini con a fianco il babysitter. - Tra quanto il bagno?
- Almeno dieci minuti, siamo appena arrivati. Arthur perché non tiri fuori i braccioli e non li gonfi? Sono nella borsa azzurra. - Merlin indicò il borsone, mentre Morgana metteva il broncio.
Anche se i braccioli erano di Spongebob non voleva metterli, lei sapeva nuotare.
- Per me aranciata - borbottò il biondo all'amico, prima di infilare le mani nella borsa per tirare fuori i braccioli e sedersi a gonfiarli.
Percival allungò una mano e afferrò la bottiglietta, per poi posizionarla di fianco ad Arthur.
- Ma Gwaine si è perso al bar? - mugugnò Lance.
- Ha visto una tipa interessante e in due secondi è sparito... Il solito.
- Speriamo torni presto, contavo su di lui per accompagnare i bambini sugli scivoli. E Leon non c’è? Mi aveva dato conferma.
- Ha avuto un imprevisto coi gemelli. - Lance sospirò.
- Peccato. - Merlin stava finendo da solo il castello di sabbia mentre Morgana e Nicolas sussurravano fra di loro.
- Che bisbigliate??- Il moro si avvicinò e la piccina lo fissò seria.
- Non voglio i braccioli, io so nuotare!
- Morghi, ne abbiamo parlato ieri sera. Non hai frequentato nessun corso e poi quando scendi dalla scivoli è più sicuro averli.
- Nicolas non li ha! - continuò la bambina.
- Nicolas ha frequentato i corsi di nuoto, vero Lance?
L'amico annuì. - È da due anni che ogni estate fa nuoto.
- Visto Morghi, chi non sa nuotare deve mettere i braccioli.
- Anche Arthur non sa nuotare allora! - La bambina puntò il dito verso il fratello, che quasi ingoiò il pistoncino di gomma dei braccioli dalla sorpresa.
- Non dire queste cose! Certo che so nuotare! - brontolò quello indispettito e lanciando uno dei due braccioli già gonfi a Merlin.
- Quindi verrai a farti un tuffi nella piscina olimpionica? - chiese Lance, sorridendo.
- Olimpionica? - ribatté Arthur.
- Quella alta tre metri - informò Percival.
Il biondo li guardò e riprese a gonfiare il secondo bracciolo.
- In effetti non mi ricordo di averti mai visto nelle piscine dove non toccavi... - Lance lo fissò pensoso.
- Arthur nuota solo a cagnolino! - La sorella gli rilanciò il bracciolo, mentre Merlin cercava di non ridere.
- Cosa sarebbe questa storia? - Gwaine alzò un sopracciglio. - Non posso assentarmi cinque minuti che mi perdo informazioni interessanti.
- Fatti gli affari tuoi Gwaine - bofonchiò Arthur, continuando a gonfiare il bracciolo.
- Puoi farti insegnare da Nicolas se vuoi. - Ridacchiò Lance.
- Su, su, non è così grave. Comunque Arthur non saprà nuotare Morghi, ma credo che non affogherà nella piscina dei piccoli. Indosserai i braccioli.
La piccola continuò a tenere il muso, incrociando le braccia. - No!
Il moro sospirò. - E se Arthur va nella piscina olimpionica coi braccioli poi li metti anche tu?
Morgana osservò di sbieco il babysitter. - Se... Se lo fa, si, li metto.
Il biondo guardò il babysitter con furia e poi gli lanciò il bracciolo in piena fronte, acchiappando la bibita per stapparla e berla senza rispondere, sotto le risate di Perci e Lance.
- Di certo non ho dubbi su da chi Morgana abbia preso il suo temperamento... - Il moro sospirò, raccogliendo il bracciolo. - Quindi è un si, giusto? - Guardò il biondo sorridente.
- Dai Arthur, se hai paura ti aiuto io. Sono un eccellente nuotatore, posso anche insegnare a Morgana. - Gwaine si sedette accanto al biondo, pungolandolo con il gomito.
- Scordatevelo - brontolò Arthur, chiudendo l'aranciata.
- Tu metterai i braccioli - disse indicando Morgana - E tu smetterai di dire stupidaggini - concluse, guardando Gwaine.
Sia Morgana che Gwaine lo guardarono male, molto male.
- La diplomazia è proprio il tuo forte... - tossicchiò Merlin, mentre riprendeva i braccioli per infilarli alla bambina.
Il biondo preferì non rispondere e si tolse la maglia, brontolando qualcosa di incomprensibile.
Lance sospirò e si avvicinò a Merlin ed i bambini, accucciandosi accanto a Nicolas.
- Che ne dici di far vedere qualche trucchetto di nuoto a Mogana? - domandò al bambino.
- Si! - Nicolas afferrò la bambina per mano e si alzò. - Possiamo andare papà?
Lance annuì. - Però state vicino al bordo, così possiamo vedervi.
Gwaine si alzò in contemporanea ai piccini. - Tranquilli, vado anche io. Così dopo andiamo sugli scivoli!
Morgana e Nicolas iniziarono a saltare dalla gioia mentre Merlin li guardava preoccupati.
- Prima di andare lì chiamatemi. - Osservò serio Gwaine.
I tre annuirono e si avviarono sorridenti.
- Li raggiungo subito, chissà che combineranno... - Il moro si alzò per cominciare a spogliarsi.
Arthur lo scrutò andarsene, doveva seriamente obbligarlo a mangiare di più.
Merlin corse verso la vasca media appena fu in costume, scendendo lungo la scaletta per entrare in acqua.
- Ma che fai Merlin?? - Gwaine gli bloccò la discesa, spingendolo verso l’alto.
- Vorrei entrare in acqua Gwaine..! - piagnucolò il moro.
- Allora tuffati, no? Tuffo, tuffo, tuffo!
I bambini si erano avvicinati, ripetendo lo slogan di Gwaine a Merlin.
- No…
- Su, Merlin - commentò Morgana, sguazzando allegra.
- Eh va bene! Ma vi avverto che sono stato campione di tuffi a bomba. - Risalì la scaletta e si allontanò dal bordo per prendere la rincorsa.
Pochi secondi dopo un’onda ricoprì i bambini e Gwaine, mentre Merlin riemergeva. - Contenti?
I bambini applaudirono e Gwaine sorrise compiaciuto. - Gara di spruzzi! - urlò l’amico e tutti iniziarono a schizzarsi.
- Merlin è adorabile con i bambini. Scommetto che ne vorrà una nidiata. - Lance guardò sorridente Arthur.
- Te ne ha mai parlato?
Il biondo scosse la testa nel vedere il tuffo del babysitter e poi quasi si strozzò con l'aranciata per colpa della domanda dell'amico.
- B-bambini? Merlin? Ecco io... - Arthur abbassò il viso e sospirò - No, non me ne ha parlato.
- Strano, - aggiunse Perci. - Ma sono sicuro che troverà una bravo ragazzo e ne adotteranno un bel po'...
- Eh? Ah... Sì... - mormorò il biondo, girando il viso ad osservare Merlin. - Ne sono sicuro...
Merlin tirò a sé Morgana e le aggiustò gli spallini del costume. Dopo la sfilata avevano optato per un costumino intero blu con margherite bianche.
- Direi che è ora degli scivoli. - Gwaine ammiccò all’altro.
- Tu vieni Merlin? - chiese subito Morghi.
- Oh no, vi guarderò da qui. Sono sicuro che Gwaine sarà felice di accompagnarvi.
L’altro annuì subito.
- Mi raccomando. Se non fate i bravi, niente gommoni.
- Si, signore! - Gwaine si mise sull’attenti seguito dai due bambini.
Il babysitter sospirò, mentre i tre uscivano dalla vasca per dirigersi verso le scale degli scivoli. Per fortuna non erano parecchio alti, altrimenti Morgana se li sarebbe sognati.
Dalle scale si arrivava a una lunga piattaforma dove erano collocate quattro postazioni per gli scivoli, che finivano nella piscina adiacente alla media. La discesa era ripida, ma lineare e tutti creavano una piccola onda quando entravano in acqua.
Merlin osservò i tre combina guai sedersi in postazione e scivolare, fino a finire nella piscina.
Appena finita una scivolata correvano di nuovo verso le scale; grazie al cielo Gwaine controllava che i bambini non inciampassero.
Il moro uscì dalla piscina e si sistemò sul bordo in rilievo di quella dove si tuffavano, salutandoli ogni volta che scendevano.
Arthur decise di alzarsi, sospirando e raggiungendo il corvino.
Doveva parlargli dei bambini?
Forse lo avrebbe dovuto fare, prima o poi...
Si sedette accanto a Merlin ed immerse i piedi nell'acqua, facendo una smorfia nel sentire il costume bagnato a causa del bordo piscina annacquato.
- Ehy.
- Ehy, vuoi fare un giro con i bambini? - Merlin gli sorrise, osservando le facce delle donne accanto all’acqua. Arthur di certo non era passato inosservato.
- Ah, no... - rispose il biondo, muovendo i piedi nella piscina. - Non mi sono mai andati a genio.
Il babysitter storse il naso. - In che senso?
- Gli scivoli - indicò Arthur, alzando un dito verso l'oggetto della conversazione. - Non mi sono mai piaciuti molto.
- Oh, credevo ti riferissi ai bambini. - Merlin lo fissò per un attimo. - Dovrai accontentare Morgana e accompagnarla sui gommoni.
Arthur sospirò e prese un po’ d'acqua con le mani, bagnandosi i capelli per poi alzarsi e lasciar scivolare qualche goccia lungo il petto.
- E va bene, farò questo giro...
- Non fare il brontolone Arthur. Ti divertirai anche tu, in fondo sei un bambino. - Il moro raccolse un po' d'acqua e gliela schizzò dritto in faccia. - Ops..!
Il biondo lo guardò mettendo il muso e, con un'azione veloce di gamba, lo spinse in acqua.
- Bene - commentò, dirigendosi verso gli scivoli.
Merlin riemerse ancora sorpreso. - Ehy! Guarda che me la paghi! - Lo fissò torvo, ma Arthur era voltato di spalle.
- Idiota - sussurrò, per poi arrampicarsi sulla scaletta.
- Arthur è sbiancato a sentire la parola bambini. - Lance si voltò verso Percival, intento a leggere sul lettino.
- Ho notato. Speriamo che trovino un accordo, mi sembrano una bella coppia.
- Che ne dici? Raggiungiamo gli altri?
- Certo! - Il gigante si tirò su e si incamminò con l'amico.
I bambini ultimarono l'ultimo giro e si fermarono davanti ad Arthur, mentre Merlin, Lancelot e Percival si affiancavano a loro.
- Gommoni? - Nicolas saltò felice e Lance lo prese in spalla.
- Certo. - L’uomo sorrise.
- Mi spingi tu, Perci? - Gwaine si affiancò all'amico e appoggiò un braccio sulle sue spalle.
Percival brontolò qualcosa sull'età dell'altro ma alla fine acconsentì.
Morghi intanto si era avvicinata al fratello, guardandolo con fare da cucciolo. - Arthur, mi spingi tu?
Il biondo sospirò ed annuì. - Sono qui per questo, no?
- Oltre che per brontolare - tossicchiò Merlin, scatenando una risata tra gli amici.
Lance si avviò con Nicolas, seguito da Gwaine e Percival, mentre il moro prendeva la bambina in spalla.
 - Ti spingo anche io Morghi, va bene?
- Si, si! Così vado veloce!
Arthur sbuffò e seguì l'allegro gruppetto verso i gommoni, brontolando peggio di una pentola di fagioli.
Merlin lo guardò male e lasciò che Morgana raggiungesse Nicolas per decidere il colore dei gonfiabili.
- Guarda che se vuoi puoi tornare a casa - disse serio.
- E perdermi la tua faccia imbronciata dal mio brontolio? - domandò il biondo, sorridendo. - Mai nella vita.
Merlin soffiò e si sbrigò ad entrare in acqua, appostandosi dietro al gommone giallo a ciambella di Morgana.
Gwaine, invece, ne aveva preferito uno lungo e azzurro, su cui si era comodamente coricato.
Nicolas ne aveva sempre scelto uno azzurro, ma a ciambella.
- Partiamo? - chiese Lance.
Arthur si avvicinò al corvino, guardando con diffida l'acqua.
- Fino a dove dobbiamo spingerla?
- Finchè si diverte. - Il babysitter iniziò a spingerla lungo il percorso, imboccando velocemente una curva a otto. - Attenta a non cadere Morghi!
Lance li affiancò subito. - Reggiti anche tu Nicolas!
Perci raggiunse Arthur, rimasto imbambolato alla partenza.
- Si vede sai...
- Eh? - si girò il biondo. - Si vede cosa?
- Che non ti piace essere qui e soprattutto che non vorresti fare questo.
- Merlin ci rimarrà sicuramente male... - vociferò Gwaine da sopra il gommone.
- Ma non dite stupidaggini, sapete bene che se non avessi voluto venire, non sarei qui - brontolò Arthur.
- E venire per tenere quel muso tutto il tempo? - continuò l'amico comodamente coricato.
- Lo faccio apposta - brontolò ancora il biondo.
- Allora penso che Merlin non l'abbia capito. - Percival scosse la testa.
Arthur guardò il babysitter e si avviò al suo seguito.
Probabilmente i suoi amici avevano ragione.
Si accostò a Merlin e spinse il gommone senza fiatare, fino a quando Morgana non si stufò e si ridiresse di nuovo agli scivoli con Nicolas e Gwaine.
Il biondo era rimasto a bordo piscina e il moro incollato a lui, con le loro mani segretamente intrecciate.
Alla fine stare zitto l’aveva ricompensato.
Tutto filò liscio fino a ora pranzo quando decisero di tornare a casa, fermandosi prima dagli zii.
Arthur aveva promesso ad Agravaine che sarebbero ritornati una famiglia e quale evento meglio di un compleanno.
 
**
 
Erano passati alcuni giorni dal compleanno di Morgana e la festa di Halloween era arrivata come tutti gli anni e, con essa, i festoni, le zucche e i miliardi di costumi.
Arthur non amava molto particolarmente quella ricorrenza, la festeggiava giusto per far contenta Morgana ma, quell’anno, non doveva badare solo a lei.
Doveva badare anche a Merlin.
Il tutto era cominciato con la scelta dei costumi: la piccola aveva optato per un lungo mantello nero, un vestitino del medesimo colore con dei bellissimi ornamenti di un violetto chiaro ed un grande cappello sui boccoli aggraziati. Merlin aveva comprato una matita nera ed aveva disegnato sul volto di Morgana alcuni nei, rendendo il viso della bambina uguale a quello di una strega.
Successivamente era toccato a lui. Morgana aveva deciso che si sarebbe dovuto vestire da mummia e così avevano tentato di arrotolarlo nella carta igienica.
- Scordati che mi infili nella carta igienica!
- Ma perché? Starai benissimo!
- Ho detto di no, quindi no!
- Si invece!
- No!
Merlin, seduto sul divano, faceva fatica a capire chi dei due avesse cinque anni.
Si portò le mani alle tempie, sospirando nel guardare il suo costume da vampiro. Aveva preso anche lui un mantello nero ma, a differenza di quello di Morgana, aveva un colletto rialzato e l’interno era foderato di rosso. Aveva poi optato per un paio di pantaloni neri ed una camicia bianca con un gilet nero ed uno splendido cravattino di velluto al collo. I denti, ovviamente, erano due piccoli pezzi di plastica che si attaccavano a quelli veri tramite una colla specifica. Per il viso aveva preso un colorante bianco che sarebbe andato via con della semplice acqua.
- Sei cattivo!
- Non discutere!
- Uffa! - e, detto questo, Morgana tirò fuori una delle sue migliori linguacce.
Merlin guardò le guance del biondo gonfiarsi e diventare rosse e capì che quello era il chiaro segnale d’intervento della sua persona.
- Ok, basta così - disse, alzandosi dal divano per avvicinarsi. - Che ne dite di optare per uno zombie?
- Zombie? - domandò Morgana.
- Si… Ci sarà un po’ di tutto, compresa la carta igienica!
- Non vedo dove possa servire… - commentò Arthur, girando il viso ed incrociando le braccia.
- Sulla testa, su un braccio… Per simulare i medicamenti!
- Mi piace!
- A me no - sbuffò il biondo.
Merlin ridacchiò e si avvicinò alla piccola.
- Non fare il guastafeste, Arthur… Lo zombie andrà più che bene.
L'inizio del giro delle case era cominciato da qualche minuto ed Arthur aveva già visto troppe zucche.
Ogni porta era addobbata da fantasmini o ragnatele ed ai piedi di essa vi era l'ortaggio arancione con intagliati sopra gli occhi e la bocca. C'era quella che sorrideva, quella che rideva, quella che incuteva paura, quella sofferente e via dicendo.
- Non cucinare zucca fino al prossimo anno.
- Come sei pesante, bla, bla bla - commentò Merlin. Si era messo ad aggiungere "bla, bla bla" ad ogni frase e Morgana sorrideva ogni volta.
- Merlin, mi disegni un altro neo? Bello grosso sul naso! - urlò la piccina, mentre sventolava il secchio arancione ricolmo di caramelle. I suoi occhietti avevano fatto troppo intenerire i vicini.
Arthur fissò il corvino fare il neo sul naso di Morgana in modo torvo ed offeso.
- La smetti di fare bla, bla bla?
- Non posso, io sono Dracula. - Sorrise mostrando i denti appuntiti. - E comunque tu dovresti camminare un po' zoppo, di solito gli zombie cadono a pezzi - soffiò.
Lui e Morgana avevano letteralmente messo sotto sopra l'armadio del biondo per cercare qualche vecchio vestito da poter fare a brandelli.
Arthur aveva poi permesso al moro di fare solo una piccola cicatrice sulla guancia con la matita rossa.
Il biondo lo guardò male e spostò la gambe come se sembrasse zoppo.
- Va bene così, mister succhia sangue?
- Si, benissimo! Stai entrando nel personaggio, bla, bla bla.
Morgana scoppiò a ridere, mentre si avviava verso l'ultima casa del vicinato. - Finito qui andiamo alla festa di Nicolas??
- Si, almeno non dovrò più fare questa buffonata - borbottò Arthur, seguendola dentro uno dei vialetti.
- Arthur! - Merlin lo colpì di striscio con il mantello. - Ma bla, bla bla! - Incrociò gli occhi esasperato.
Morgana nel frattempo si era arrivata fino alla porta, pigiando velocemente il ditino sul campanello due volte.
Arthur sbuffò ma raggiunse la sorella, cercando di sorridere.
La signora Annis aprì la porta lentamente, meravigliandosi di vedere Arthur Pendragon davanti a sé.
- Dolcetto o scherzetto? - Intonarono Merlin e Morgana insieme.
Dopo un attimo di indecisione la donna afferrò la ciotola di caramelle lasciata all'ingresso, versandone una manciata nel secchiello della piccola.
- Grazie signora! - La piccola sorrise, mentre la punta del cappello le ricadeva davanti agli occhi.
- Oh, è un piacere... Per fortuna non sei dispettosa come il tuo papà! Un Halloween mi riempì la buca delle lettere di uova! Vero, Arthur Pendragon?? Mio marito ci impiegò due giorni a pulirla...
Però vedo che hai messo la testa a posto, è stato questo bel vampiro? - La donna scrutò il babysitter, mentre Morgana rideva.
Arthur arrossì lievemente.
Non seppe se per la figuraccia o per la battuta sul "bel vampirello", ma già immaginava la sua faccia color pomodoro.
- Ecco... mi scusi per... quello... - mormorò abbassando il viso.
- Comunque Morgana è la sorella di Arthur - intervenne Merlin.
- Oh, scusate l'equivoco! Sono stata fuori paese per qualche anno e devo ancora aggiornarmi del tutto. - Rise per l'imbarazzo. - Vi auguro una buona serata.
Il moro le sorrise e Morgana la salutò, mentre facevano dietro front.
Arthur fece un cenno ambiguo, zoppicando dietro di loro.
- Merlin, ma quella signora credeva che Arthur fosse il mio papà, giusto?
- Esatto piccina. - Il babysitter le aggiustò il cappello.
- E la mia mamma?
Il moro pensò un attimo fra sé e sé. - La signora credeva che io e Arthur fossimo i tuoi papà.
La bambina arrestò il passo, evidentemente qualche dubbio la stava confondendo.
- Non voglio Arthur come papà, è troppo severo... Poi mi piace più come fratello così posso litigarci - chiarì, voltandosi verso i due.
Merlin tirò un sospiro di sollievo.
- Però, - puntò il dito su Arthur - se stai con Merlin lo stesso mi va bene. Così non ci lascia più - concluse.
Il moro sentì gli occhi pizzicargli, Morghi nella sua ingenuità aveva detto qualcosa di stupendo.
Arthur arrossì ancora ed annuì, alzando lo sguardo verso Merlin.
La piccola strega, quella sera, aveva reso felice entrambi senza accorgersene.
Era rimasto davvero senza parole e continuò a guardare il corvino senza saper che dire.
- Lo zombie ha perso la lingua. - Merlin rise, prendendo in braccio Morgana. - Ora andiamo da Nicolas, contenta?
- Si! - Passò ai suoi occhi da cucciolo. - Posso mangiare qualche dolce in macchina?
- Un lecca lecca o due caramelle e niente cioccolatini.
La bambina si imbronciò, ma decise di non obiettare; si era già infilata un paio di torroncini in tasca di nascosto.
- Ce la fai a guidare, zombie?
- Ovviamente... - sbiascicò Arthur, prendendo le chiavi e dirigendosi lungo il viale per raggiungere la macchina, zoppicando come uno zombie e facendo la linguaccia a Morgana.
 
Venti minuti dopo erano davanti alla porta Lance.
- Dolcetto o scherzetto?? - domandò Morgana appena Gwen aprì la porta vestita da fata.
- Oh, ma che bella strega che abbiamo qua. - Gwen sorrise e poi osservò i due accompagnatori. - Non penso che tu avessi bisogno del cerone Merlin, sembri un fantasma.
Per fortuna il trucco coprì il rossore del vampiro. - Mi aiuta a calarmi nella parte, bla, bla bla.
L'amica scortò dentro Morgana, osservando poi Arthur. - Sono davvero felice che anche tu ti sia vestito.
- Sono stato costretto - sibilò il biondo, assottigliando gli occhi ed entrando con il muso che aveva raggiunto il terreno.
Gwen trattenne una risata e camminò verso il salotto, dove uno sciame di bambini correva da tutte le parti.
- Direi che hanno esagerato con gli zuccheri - tossicchiò il moro.
- Bla, bla bla - aggiunse Morgana stringendo la sua mano. - Posso andare a giocare?
- Uhm si, vedi di fare la brava. Io e Arthur rimaniamo un po' poi torniamo a casa.
- Ok! - La bambina si sganciò dal babysitter e si avviò verso Nicolas.
- Qui ci sono le sue cose Gwen. - Merlin passò alla ragazza lo zainetto con il cambio di Morghi. - Sicuri di riuscire a badare alla peste?
- Si, si, tranquillo.
Arthur guardò la bambina correre via e sospirò, guardandosi poi allo specchio.
- Non avrei mai immaginato che avrei indossato un costume di Halloween.
- E aspetta Natale! L’anno scorso Lance ha fatto il Babbo Natale a scuola! - Gwen rise e scomparve verso il ripostiglio, per sistemare lo zainetto.
Arthur strabuzzò gli occhi, Babbo Natale non l’avrebbe mai fatto.
- È piacevole fare cose nuove, no? - Merlin si intromise.
Il biondo stirò le labbra in un sorriso e prese il polso di Merlin, trascinandolo dietro un angolo.
- È piacevole farle se ci sei tu.
Merlin si appoggiò all'altro. - Potrebbero vederci...
Arthur sospirò e fece capolino dall'angolino da dove aveva spinto Merlin, sorridendo poi.
- No, non ci vede nessuno - e, detto questo, prese il viso del corvino con una mano e si avvicinò premendo le labbra su quelle dell'altro, baciandolo in modo semplice ma dolce.
Merlin sorrise, scostandosi appena da lui. - Mi spiace deluderla signor Zombie, ma Dracula predilige solo le innocenti fanciulle.
Il biondo sorrise e gli pizzicò una guancia.
- E dolci fanciulli?
- Mmm, mi accontenterò. - Si avvicinò e diede un lieve morso al collo di Arthur. - Facciamo che ora sei in mio potere dolce fanciullo.
- Ah, si - domandò Arthur - E sentiamo, cosa dovrei fare?
- Bhe... Potremmo fermarci a prendere qualcosa da sporto e poi coccole e film sul divano..?
- Va bene - rispose Arthur, sorridendo. -Sono ai tuoi ordini! - Ridacchiò.
- Sta attento, potrebbe venirmi voglia di farti stirare le tue camicie, sai? - Merlin ghignò e gli afferrò la mano, scortandolo fuori dall'angolo.
Morgana era intenta a giocare così ritornarono direttamente all'ingresso, alla ricerca di Gwen e Lance.
- Cooosa? - si lamentò subito Arthur, guardandolo. - Non puoi farmi questo!
- Un po' di lavoro manuale non ti farebbe di certo male. - Il moro si interruppe quando Lance arrivò dalla cucina con dei mini hamburger in mano.
- Ragazzi, stavamo finendo gli stuzzichini. Volete venire a mangiare con noi e i bambini?
- Grazie Lance, ma pensavamo di prendere qualcosa da sporto lungo la via di casa - chiarì Merlin.
- Capisco. Allora ci vediamo domani. - Sorrise, mentre Gwen spuntava con un vassoio di mini hot-dog.
- Già andate?
- Si. Grazie per tenere un po' Morgana, ma se ci sono problemi chiamaci - continuò il babysitter.
- Tranquilli, allora a domani. - La ragazza sorrise.
Arthur sorrise ai due e diede una pacca sulla spalla a Lance. - Grazie e buona serata.
- Certo. - Gli amici li osservarono uscire, ridendo un attimo dopo.
- Secondo te non si sono accorti delle impronte da vampiro sul collo di Arthur? - chiese Gwen al marito.
- Penso proprio di no - rispose Lance. - Non vedo l'ora del loro annuncio.

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Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto :)
Ottobre è stato un mese pesante per il povero Arthur, sempre in mezzo ai bambini XD
La piscina era una richiesta di una lettrice e speriamo di averti soddisfatta.
Aggiungo che il prossimo cap sarà ambientato a Natale <3
Saluti, ancora buona Pasqua e se vi va lasciateci un commento.

Ps: ci siamo accorte che nei passati capitoli abbiamo infranto qualche regola nei dialoghi (maiuscole e punti), quindi verranno ricontrollati e corretti.
  
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