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Autore: fefi97    28/03/2016    2 recensioni
[Sterek, più o meno quinta stagione]
Derek torna dal Messico, Stiles ha una macchiolina di cioccolato sul labbro, fa citazioni bibliche e Derek è convinto che lo odi.
In realtà, le cose non sono esattamente così e Derek è uno stupido ( e tanti altri insulti).
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IN REALTA'

 

 

Non sai bene da quanto tempo esattamente siete in questa posizione.
Cerchi comunque di mostrarti imperturbabile anche se Stiles, o meglio l'odore di Stiles, che é un frustrante miscuglio tra rabbia  e confusione, non ti sta rendendo le cose facili.
Stiles é in piedi davanti a te, con una mano ancora sulla maniglia, la bocca leggermente aperta, un'espressione sconvolta in volto e gli occhi più grandi del solito.
Sai che dovresti sentirti agitato, in colpa o nervoso, e forse dentro di te lo sei, ma in realtà ciò che il tuo cervello riesce a connettere é che Stiles ha un labbro sporco di cioccolato e tu vorresti solo pulirglielo con un bacio, se non fosse che rischi di essere dolorosamente castrato – il suo odore sa sempre più di rabbia e sempre meno di confusione.
Lo sapevo che si sarebbe abbuffato di cioccolata, é così prevedibile, pensi mentre continui a fissarlo, con la tua faccia seria e impassibile.
Da dentro casa qualcuno lo chiama allegramente, forse Lydia, ma Stiles la ignora continuando a guardati in faccia, la bocca che mano a mano si chiude in un sorriso amaro.
-Sai, é curioso – dice lentamente e il suo tono non é affatto curioso, é solamente il tono di uno che ti ammazzerebbe volentieri. Stiles é troppo maledettamente trasparente per mentire. O meglio, sa mentire alla grande, ma non a te.
-E' curioso che tu sia tornato proprio il giorno di Pasqua. Cosa é, una specie di resurrezione la tua? Un ritorno a grande effetto dal regno dei morti? Solo che invece di tre giorni ci hai messo tre fottutissimi mesi? Non avevi l'orologio?O ti stavi divertendo troppo per guardare il calendario? Oppure questa tua capatina qui in città é un tentativo di imitare il figliol prodigo versione mannara? -
Stiles sibila citazioni bibliche che non hanno nessun filo logico e tu gli faresti notare che il figliol prodigo non c'entra niente con la pasqua, ma eviti perché sembra abbastanza arrabbiato da tirarti un pugno.
 E  anche se non ti farebbe nemmeno il solletico, non vuoi che si faccia male a causa tua.
Non di nuovo.
-Stiles. - provi a bassa voce, ma sai che é insufficiente, lo sai da come spalanca gli occhi e dilata le narici.
-Derek, tu hai una minima idea di quello che ho passato in questi tre mesi? -
Si, perché io ho passato lo stesso, senza di te.
Non dici niente e Stiles continua, la voce bassa, trattenuta a stento, come se avesse una folle voglia di gridarti addosso ma non lo facesse per paura di far preoccupare gli altri dentro casa.
E' sempre il solito ragazzino che mette tutti prima davanti a sé e rendertene conto, che non é cambiato, ti fa bene al cuore.
-Sei sparito senza dire niente al branco, a Scott, a me. Te ne sei andato con quella specie di Tomb Raider... -
Inarchi le sopracciglia al paragone tra Braeden e Lara Croft, ma Stiles continua,ignorandoti.
-... a spassartela in Messico... -
-Non me la stavo spassando. - ringhi e sono le prime vere parole che dici e,cavolo, non dovevano essere queste le tue prime parole.
In realtà, niente doveva andare così del vostro primo rincontro. Doveva essere una cosa tipo “mi sei mancato” e bacio travolgente contro la porta di casa, ma conoscendo Stiles e considerando che sei davvero sparito per tre mesi con una mercenaria oggettivamente attraente mollando il tuo ragazzo – puoi ancora chiamarlo così? - a Beacon Hills, capisci che sei stato un idiota anche solo a pensarlo.
Stiles ti getta un'occhiata terribile e rimani intimamente sorpreso da come abbia imparato bene a lanciare occhiatacce degne delle tue, ma comunque il tuo volto é ancora perfettamente impassibile.
-Credevo fossi morto, Derek! - esclama e per la prima volta la sua voce trema e il viso si contrae, come se fosse sul punto di piangere.
E ora rimanere impassibili é difficile.
-Nessuna chiamata, nessun messaggio, nemmeno una lettera, un messaggio di fumo, un piccione viaggiatore o qualsiasi altra cosa, Derek!Niente di niente! Per tre mesi! - continua e tu vorresti solo scappare via perché il suo odore, il suo odore di rabbia e sofferenza, ti sta facendo uscire di testa.
-Mi dispiace. - mormori e sai che non é abbastanza, ma non sai davvero che altro dire.
E dire, che prima di suonare alla sua porta ti eri fatto tutto un estenuante discorso mentale in testa.
-Non mi interessa! - esclama, ma il suo odore dice ben altro, in realtà. Dice che gli interessa, e troppo anche.
-Sono dovuto venire a sapere dove eri da tuo zio psicopatico, Derek! Ti sembra normale? -
No. Ma quando mai le cose tra noi lo sono state?
-Mi dispiace. - ripeti e curiosamente ti immagini proprio tuo zio sbattere la testa contro un muro.
Nipote, sei un disastro,sai che ti direbbe e non puoi che essere d'accordo.
-Si beh – Stiles si umetta nervosamente le labbra, ma la macchia di cioccolato rimane e tu provi ancora quella folle e distruttiva voglia di baciargliela via – Non me ne faccio niente del tuo dispiacere. Non puoi pensare di risolvere tutto presentandoti qui con il tuo stupido giacchetto di pelle e la tua stupida faccia seria, come se non fosse successo niente.-
I suoi occhi vagano irrequieti sul vialetto alle tue spalle e quando infine si posano di nuovo su di te, sono umidi e arrabbiati e tu ti senti così depresso che vorresti ingoiare dello strozzalupo.
-Non voglio vederti più! Non me ne importa più niente di te, voglio solo che tu vada via! -
Sei come paralizzato su quel fottuto pianerottolo e speri con tutte le tue forze che in realtà Stiles non voglia dire sul serio quello che ha detto.
Ma l'odore di Stiles esprime solo autentica rabbia, il suo corpo composto da fragili ossa – é dimagrito, un'altra cosa di cui ti dai la colpa – trema senza controllo e i suoi occhi sono pieni di odio e rancore e l'unica cosa che hanno in comune con lo Stiles di tre mesi fa é il colore caldo dell'iride.
-Derek dico sul serio! Voglio che tu te ne vada! Vattene! - urla e tu non puoi fare altro che fissarlo, un po' sconvolto.
In realtà dice sul serio, quindi.
-Stiles? Stiles, tutto apposto? - senti dire da dentro casa e ti sembra di riconoscere la voce di Scott.
Senti i suoi passi avvicinarsi e sai che te ne devi andare perché non vuoi che nessun altro ti veda.
Non vuoi rovinare la pasqua anche a loro.
Fissi un'ultima volta il viso di Stiles, che però ha voltato la testa di lato, rifiutandosi anche solo di guardarti in faccia.
Il tuo stomaco si contrae.
Ti odia così tanto, in realtà...
La tua faccia, comunque, é sempre imperturbabile.
-Mi dispiace. - dici per la terza volta, atono.
Poi te ne vai.

 

 

Sono le tre di notte e ti stai allenando senza sosta dal momento esatto in cui Stiles ti ha cacciato via.
Eppure non basta, anche dopo tremila flessioni non ti senti minimamente meglio, hai ancora una voglia di uccidere qualcuno.
In realtà, é con te che sei arrabbiato.
Sei stato davanti a Stiles per minuti interi e invece di spiegargli perché te ne sei andato, dirgli che non c'era assolutamente bisogno che puzzasse così tanto di gelosia quando accennava a Braeden, fargli mettere in quella testaccia logorroica che non lo hai abbandonato a causa di stronzate tipo “ho smesso di amarti”, non hai fatto altro che mormorare “mi dispiace”, come un idiota.
E ora Stiles non sa perché te ne sei andato, pensa che tu te la sia “spassata” con Braeden ed é chiaramente convinto che tu abbia smesso di amarlo.
Bel lavoro, Derek Hale.
Sta piovendo incessantemente più o meno dalle nove e la pioggia, battendo leggera sulle finestre del loft, mantiene costante il ritmo dei tuoi addominali.
E' un bussare improvviso e feroce che spezza l'equilibrio.
Aggrotti le sopracciglia e ti blocchi a metà di un addominale, il petto nudo e leggermente sudato, ma nemmeno tanto.
Ti alzi lentamente, guardingo, e ti avvii con calma alla porta.
Hai una vaga idea di chi possa essere e non hai assolutamente voglia di sorbirti la sfuriata di Scott, non dopo aver appena subito l'odio di Stiles.
Ma quando fai scorrere la pesante porta del loft, scopri che, in realtà,  non é Scott il deficiente che ha attraversato la città alle tre di notte con il diluvio universale, tanto per rimanere nel tema delle citazioni bibliche.
E' il tuo ragazzino quello davanti a te, bagnato come un pulcino e assolutamente furioso.
Ha i capelli fradici che gli si incollano al viso, la felpa – perché é così idiota da non essersi nemmeno messo una giacca? - zuppa e pesante appiccicata al petto magro e i jeans inscuriti dalla pioggia.
-Stiles... - cominci preoccupato perché gli verrà un accidente così bagnato, ma lui ti fulmina prima che tu possa dire altro.
-Sei un idiota! - urla spingendoti con tutte e due le mani al centro del petto. Inarchi un sopracciglio mentre gli permetti di spingerti dentro casa. Glielo permetti, perché ovviamente non riuscirebbe a spostarti nemmeno di un millimetro se tu non volessi.
-Perché te ne sei andato via, perché? - urla colpendoti con deboli pugni il petto.
Aggrotti la fronte, lanciando uno sguardo preoccupato alle sue mani.
Si romperà una mano se continua così.
Gli blocchi i polsi con le mani, in una stretta decisa ma calibrata per non fargli troppo male, mentre lui si dibatte dalla tua presa, furioso.
-Stiles, sono dovuto andare in Messico perché... -
-Lo so perché sei andato in Messico, non sono scemo! - ti urla in faccia e tu da una parte sei sollevato dal non dover dare davvero spiegazioni sulla lupa del deserto e tutto il resto, dall'altra sei leggermente confuso.
-Ma mi hai appena chiesto... -
-Intendevo perché te ne sei andato via oggi! - esclama Stiles, guardandoti come se fossi scemo.
Lo guardi e, davvero, non capisci.
-Mi avevi detto di andarmene... - cominci a bassa voce e ti interrompi scioccato quando ti rendi conto che Stiles é scoppiato in una risata isterica.
-Sei... il lupo... più idiota... del mondo! - esclama e scandisce ogni parola cercando di pestarti  un piede, dato che ha le mani bloccate nelle tue.
Beh, non é maturato molto in tua assenza e la cosa invece di infastidirti ti rende inspiegabilmente felice.
Trattieni un piccolo ringhio – ma é più un piccolo uggiolio,segno che il lupo non vuole davvero spaventarlo, ma vuole solo stringerlo e coprirlo nuovamente con il suo odore; davvero, ti stai rammollendo – e stringi ancora di più la presa sui suoi polsi, strattonandolo verso di te.
-Stiles, cosa stai cercando di dirmi? -
-Sei così stupido Derek! Così stupido! - dice e forse dovresti arrabbiarti dato che é l'ennesimo insulto che ti rivolge, ma proprio in questo momento Stiles ha cominciato a piangere e il lupo dentro di te uggiola disperato perché, maledizione, non vuole vedere Stiles piangere.
E non lo vuoi nemmeno tu.
-Pensi davvero che uno quando dice una cosa in realtà voglia davvero dire quella cosa? - ti chiede rauco, cercando di contenere le lacrime.
Si, pensi, ma non dici niente, limitandoti a guardarlo con un sopracciglio inarcato.
-Sei un idiota! - continua e,okay, questa cosa degli insulti sta cominciando leggermente a irritarti – Te ne vai in giro tutto fiero di te perché sai dare un pugno nel muro e ululare alla luna e poi non sei nemmeno in grado di capire una cosa così semplice! -
-Stiles. - ripeti per l'ennesima volta, cominciando a perdere la pazienza.
-Vattene in realtà non significa vattene, okay? -urla e tu ti blocchi, scioccato, guardando come paralizzato le lacrime scendere da quegli occhi che sono fatti solo per sorriderti e mai per piangere.
Ha il petto scosso dai singhiozzi e tu non puoi fare a meno di notare che, nonostante la pioggia, sull'angolo del labbro inferiore ha ancora quella  microscopica macchiolina di cioccolato.
-In una coppia vattene non significa mai vattene Derek! Vattene non significa mai vattene tra me e te! Possibile che tu sia così stupido,idiota, deficiente, ritardato, tardo da non capire...
E alla fine lo fai.
Fai quello che volevi fare da quella mattina, quello che vuoi sempre fare quando c'è lui in giro, semplicemente perché lo ami, tuo malgrado.
Lo baci.
Lo baci, lo baci forte, lo baci dolce, lo baci premurandoti di leccargli via quella macchietta di cioccolato, e nella tua bocca esplode il sapore di Stiles e quello del cioccolato al latte ed é l'esperienza più fottutamente esaltante di tutta la tua vita.
Altro che andare all'avventura in Messico con Braeden.
Baciare Stiles é l'unica cosa che ti sembra abbia davvero un senso da quando quel fottuto incendio ti ha portato via tutto quello a cui tenevi.
Lui trema tra le tue braccia, agita debolmente i pugni che tu stringi ancora nelle tue mani, cerca di resisterti, ma tu lo sai che in realtà non vuole resisterti.
Ora lo sai.
Gli lasci andare i polsi e porti le tue mani ad accarezzargli con una dolcezza che non sapevi nemmeno di avere le guance bagnate, mentre continui a baciarlo, gloriandoti di poterlo ancora fare dopo tre mesi.
Perché in realtà Stiles non ti odia né vuole che tu vada via.
Ora lo sai.
Sorridi contro le sue labbra quando senti le mani di Stiles aggrapparsi con forza alle tue spalle, conficcandoti le unghie corte nella pelle.
Quando poi comincia a ricambiare il bacio con disperata dolcezza, pensi di amarlo talmente tanto da poter scoppiare.
E alla fine di tutto, siete solo te e Stiles, abbracciati sul pianerottolo, il suo viso nascosto contro il tuo petto e il tuo mento sui suoi capelli bagnati.
-Non farlo più. - sussurra contro la tua pelle, in un tono tra l'arrabbiato e lo spaventato, come se davvero si aspettasse di vederti uscire dalla finestra e correre di nuovo via da Beacon Hills, via da lui.
Lo  stringi più forte, perché proprio non hai intenzione di andare da nessuna parte, per molto, molto tempo.
-Sei tutto bagnato... hai bisogno di dei vestiti asciutti. - sussurri baciandogli una tempia e lui rabbrividisce, non sai se per il freddo o per il contatto con le tue labbra.
-Non pensare più una cosa così stupida. - mormora imperterrito, senza ascoltarti.
Tu getti un'occhiata esasperata alla sua testa, pronto a prenderlo se necessario di peso, buttarlo sotto l'acqua calda e mettergli dei dannati vestiti asciutti.
Ma poi Stiles parla e, davvero, dovresti smetterla di amarlo ogni volta che apre quella sua bocca logorroica e sconclusionata, che tu vorresti solo riempire di baci ancora e ancora, fino alla fine dei tuoi giorni.
-Non pensare mai più che “vattene” significhi davvero vattene quando il destinatario sei tu. Perché io non voglio né vorrò mai che tu te ne vada, in realtà. -
Poi scoppia in un piccolo singhiozzo e si stringe di più contro di te e tu non puoi fare altro che avvolgerlo a tua volta e sussurrargli “ti amo” all'orecchio.
In realtà, ti amo non é nemmeno abbastanza per farti capire quanto tu sia indispensabile per me.

 

Ma questa,in realtà, é un'altra storia.
Forse glielo dirà il mattino dopo, quando saranno entrambi più calmi e meno emotivamente instabili.
In realtà, l'unica cosa che conta é che Derek non ha nessuna intenzione di andarsene mai più.
Che Stiles gli dica “vattene” o meno.

 

 


ANGOLINO


Okay...
Questa é solo una schifezzuola scritta di getto per augurarvi (in ritardo) una buona Pasqua e, perché no, una buona pasquetta^^
Non é davvero niente di che, ma spero vi possa piacere!
Un bacione a tutti!
Fede <3

  
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