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Autore: NinaS24    28/03/2016    0 recensioni
|| Titolo precedente: "Gli amici sono parenti che vi scegliete da soli" || Riferimenti Josh/Claudia - Liam/Jennifer ||
Columbia University. Liam, Josh e Jennifer stanno affrontando l'ultimo anno prima della fatidica laurea. I tre sono amici per la pelle e condividono un appartamento nel campus. Tra amori finiti male, ex che ritornano, litigate ed incidenti di percorso, dovranno rimanere sempre forti, così come forte è l'amicizia che li lega.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pov Liam
Mi gira la testa e la caviglia mi fa malissimo. Ho gli occhi chiusi, ma sento un gran caos attorno a me. Tra tutti, la voce di Bright che continua a ripetere “Mi dispiace” come se fosse una macchinetta. Ho capito, amico, basta.
Qualcuno mi svuota una bottiglietta d’acqua in testa così mi decido ad aprire gli occhi –La.. la caviglia- borbotto, cercando di capire chi ho vicino. Tutti, in pratica.
L’allenatore cerca di farmi mettere seduto, ma decide saggiamente di tenermi una volta che ho raggiunto la posizione, perché la testa mi gira davvero troppo. –Chiamate l’ambulanza-
-Liam!! Liam, oddio, stai bene?- Ah, ecco chi mancava. Una testa bionda si fa largo tra i miei compagni, inginocchiandosi accanto a me. I suoi occhi sono preoccupati ma severi e temo mi arriverà una bella sgridata. Con un’occhiata di intesa con il mio allenatore prende il suo posto nel sostenermi la schiena, ma non posso non sorridere quando fa una leggera smorfia a causa della maglietta sudata.
Dietro di lei spunta anche Rupert, che si tiene a distanza.
-Sto bene, Jen, tranquilla. Credo di essermi rotto la caviglia però-
-Sei un deficiente, mi hai fatto spaventare!- so che vorrebbe picchiarmi e probabilmente lo farebbe se non fossi ridotto così male.
-Liam, mi dispiace.. insomma, la caviglia è colpa mia – Bright si avvicina,interrompendoci e  ricominciando con la litania iniziale.
-Smettila di dire stronzate, se io non mi fossi sentito male non sarebbe successo nulla. Non preoccuparti, è tutta opera mia – il mio compagno mi sorride –Vuoi una mano ad alzarti?- mi chiede, tendendomi la mano.
Scuoto la testa -Non credo di riuscire a stare in piedi –
Bright annuisce, ma viene interrotto dall’arrivo degli infermieri, che cercano in qualche modo di farmi salire sulla barella. Che imbarazzo. Vedo Jennifer che parla con uno dei ragazzi dell’ambulanza, indicandomi. Quello le sorride e annuisce.
-Che gli hai detto?- le chiedo quanto torna affianco a me, mentre tutti ci lasciano passare per raggiungere l’uscita dell’edificio.
-Che? Ah no, ho solo chiesto se potevo salire in ambulanza con te.- Jen scrolla le spalle, mentre vengo preso da un grande senso di colpa.
-Non c’è bisogno che tu venga, sto bene- protesto, sfruttando gli ultimi istanti che ci restano prima di arrivare all’automezzo.
La mia amica mi guarda e sale sull’ambulanza, con la sua solita faccia strafottente –Non vengo perché sono preoccupata per te, voglio solo essere la prima a prenderti a parole non appena avrò la certezza che stai davvero bene-
Il ragazzo con cui Jen ha parlato prima ridacchia mentre prende l’ago per attaccare quella che credo sia una flebo –Siete proprio una bella coppia –
Cosa?! –Noi non.. non stiamo insieme. – borbotto, guardando dalla parte opposta rispetto alle mani del ragazzo. Odio gli aghi. Stringo i denti quando la punta buca la mia pelle, causandomi un leggero pizzicorio. –Liam, ti rendi conto che hai una caviglia rotta e tu stai facendo delle smorfie disumane solo per un ago minuscolo, vero?-
-Vaffanculo Jen. – grugnisco, maledicendo la mia ansia da prestazione che mi ha fatto stare male.
Jennifer dà una gomitata al tipo biondo –Vedi? Mi adora-
Pov Josh
Sono nervoso. Sono nervoso e questa cosa mi rende ancora più nervoso. Che mi è saltato in mente, chiedere ad una ragazza che ho conosciuto da ubriaco di uscire. Devo essere impazzito.
<<Io sono arrivata J Sono davanti all’entrata del Jazz Cafè. Inizio ad entrare a prendere un tavolo >> Cazzo, è anche puntualissima.
<<Sono quasi arrivato. Due minuti ;) >>
Inizio a correre, cercando di evitare i taxi gialli che sfrecciano per le strade di New York. Finalmente vedo l’insegna del bar, così rallento un secondo per riprendermi. Le parole di Jen mi risuonano nella mente: ce la posso fare.
Spingo la porta di vetro e la vedo; è seduta ad un tavolo in un angolo e sta osservando il menù. È decisamente più carina di come la ricordavo. Indossa un vestito azzurro e una giacca di pelle, ai piedi delle Converse. Sorrido, è la prima ragazza che si presenta al primo appuntamento senza tacchi.
-Hey, straniera- le dico avvicinandomi, facendola sussultare –Scusa, non era mia intenzione spaventarti-
Claudia sorride arrossendo –Non ti preoccupare. Ero totalmente assorta a contemplare tutti questi tipi di drink che non ti ho nemmeno visto-
-Ce ne sono tanti vero? Io e i miei amici veniamo spesso qui- afferro un menù, sapendo che comunque prenderò il solito.
Il cameriere si avvicina, dandomi una pacca sulla spalla –Ciao amico.. Allora, che vi posso portare ragazzi? –
-Io prendo il solito ma dì a Luke di abbondare con la vodka questa volta – indico con il mento il barista, che è un mio amico.
-Io prendo un Cosmopolitan, grazie – Claudia chiude il menù e lo passa al cameriere, che scappa via lanciandomi un’occhiata eloquente “Stra bella!” sembrano dire i suoi occhi. Guardo Claudia, per assicurarmi che non abbia captato nulla. È leggermente rossa,non so se sia per l’imbarazzo o per altro. Che disastro.
-Ma oggi il tuo amico non aveva la partita di basket?-
Mi riscuoto dai miei pensieri sul peggior appuntamento della sua vita per accorgermi che mi sta parlando.
-Si, Liam.. Sono andato insieme ai nostri amici, ma sono uscito un attimo prima. In ogni caso la Columbia stava vincendo-
-Mi dispiace, non volevo incasinarti la giornata –
-Sono contento di essere qui con te, Claudia. Non te lo avrei chiesto se non fossi stato sicuro – le sorrido, azzardandomi a toccarle la mano con la mia. Ciò che ho detto non è esattamente vero, ma non c’è bisogno che lei lo sappia.
Passeggiamo fino a quando non mi avvisa che deve assolutamente tornare a casa.
-Ti accom.. ah no, sono venuto a piedi – arrosisco a causa dell’ennesima figura della giornata. –Scusami –
Claudia scoppia a ridere, scuotendo la testa –Non ti preoccupare. Prendo un taxi. Mi ha fatto piacere passare questa giornata con te. Sei davvero simpatico –
Claudia mi guarda e io sono indeciso se baciarla o meno. Voglio farlo, Dio quanto voglio farlo, ma non voglio sembrare troppo veloce. Il suo sguardo trema e la vedo allontanarsi impercettibilmente. Oh, al diavolo! Mi avvicino, colmando la piccola distanza che c’è tra noi e poso le mie labbra sulle sue. Sanno di fragola. Claudia per fortuna ricambia, stringendosi ancora di più a me. Nel giro di un attimo si stacca e ferma un taxi, lasciandomi lì fermo e sorridente in mezzo al marciapiede –Scivimi- mi urla, mentre il suo volto scompare in auto.
Pov Jennifer
Sono seduta nella sala d’aspetto dell’ospedale, indecisa se chiamare o meno i genitori di Liam per avvisarli dell’incidente. Forse dovrebbe chiamarli lui. Sentire la sua voce eviterebbe l’effetto ansia. Manca una sola settimana all’inizio delle vacanze di Natale, deve tornare a casa e quindi non può insabbiare l’accaduto. Lancio un’occhiata veloce all’orologio appeso alla parete: sono quasi le sei di sera, in Australia è l’una di pomeriggio di domani,  non rischio di svegliare nessuno. No, posso aspettare. Li chiamerà Liam.
Afferro una rivista cercando di distrarmi, ma non ci riesco. Il gruppo che io, Josh e Liam abbiamo con i nostri amici su Whatsapp sembra impazzito, ma non ho novità da riferire.
Durante il tragitto verso l’ospedale Liam è nuovamente stato male, quindi ora gli stanno facendo delle analisi. La caviglia è ovviamente rotta. Riappoggio la rivista sul tavolino.
-Jennifer? – il giovane infermiere che c’era in ambulanza e al quale mi sono presentata esce da una stanza.
Mi avvicino –Come sta?-
-Senti, Liam non ha parenti da queste parti? Non potrei davvero dirti certe cose –
Scuoto la testa –Noi studiamo qui, i suoi parenti sono tutti in Australia-
Il ragazzo si morde il labbro, aggrottando le sopracciglia –D’accordo. Vedrò come fare. Non ha nemmeno una fidanzata?-
-No!! – esclamo, forse con troppa veemenza. Tossisco –Ehm, no, non ce l’ha. Non che io sappia. Puoi almeno dirmi se sta bene?-
-puoi andare da lui. Gli abbiamo già messo il gesso, per questa notte lo terremo qui in osservazione-
Annuisco, avviandomi verso la camera 312, ma vengo interrotta dalla voce di Colin, che vedo correre verso di me insieme a Bright.  –Jen!- la voce è affannata, come se fossero venuti fin qui a piedi e anche di corsa –Come sta? È grave? –
Scuoto la testa per tranquillizzarli –No, state tranquilli. Ha la caviglia rotta, il malessere è stato causato da una mancanza di forze. Almeno questo è ciò che ho capito –
Il viso di Bright è una smorfia di colpevolezza –Hey- gli dico, mettendogli una mano sul braccio –Ti ripeto, non è colpa tua. Liam è stato male per una scelta che lui stesso ha fatto. Non avresti mai potuto evitarlo quando è caduto. Fidati di me, ok?- gli sorrido, anche se sto fremendo per andare da Liam.
Bright ricambia il mio sorriso –Grazie Jen. Stavi andando da lui?-
-Si, volete venire anche voi?- indico la porta socchiusa.
-Vai prima tu, noi aspettiamo qui.. Ah Jen.. Non ucciderlo- Colin mi strizza l’occhio, prima di sedersi e trascinarsi dietro Bright.
-Liam?- spingo leggermente la porta, controllando se è sveglio.
-Hey rompipalle – mi sorride, buon segno. L’ho visto solo due ore fa, ma il suo colorito è migliorato e ora ha anche il piede ingessato.
-Come stai? – mi avvicino, sedendomi sulla sedia accanto al letto.
-Meglio. Ho fatto un gran casino vero? Non mi era mai capitato di.. –
-Liam! Sono venuto appena ho letto il messaggio di Jen. Oddio, come stai? Che è successo?- Josh irrompe nella stanza, trafelato. Si appoggia al letto per riprendere fiato, mentre con la coda dell’occhio controlla le nostre facce per cercare di capire qualcosa.
-Sto bene, amico, tranquillo. Non volevo attirare qui tutta questa gente-
-Che è successo? –
-Come stavo dicendo a Jen, è tutta colpa mia. Non so cosa mi sia successo oggi, avevo.. una paura assurda. La prima partita mi mette sempre una grande ansia, ma mai così tanta. Ho trascurato il fatto di dover mangiare per riuscire a giocare bene e questo è il risultato. Il coach mi aveva chiesto se volevo sedermi, ma gli ho detto di no. – Liam si stringe nelle spalle.
-Sei un idiota. Ci hai fatto venire un infarto. – gli do una botta sul braccio, mentre Josh ridacchia.
-Mi dispiace. Josh, mi dispiace anche di aver interrotto il tuo appuntamento.. Come stava andando? –
Cazzo, me l’ero dimenticato. Il nostro amico fa una smorfia.
-Oh, non l’hai interrotto. Ho letto il messaggio dopo averla salutata, lei doveva andare a cena con i suoi. È andato.. discretamente. L’inizio è stato un mezzo disastro, ma poi abbiamo preso un po’ di confidenza ed è andato meglio-
-Uscirete di nuovo?- chiedo, curiosa.
-Non lo so, forse. Se accetterà- Josh sorride, come non lo vedevo sorridere da molto.
Gli stringo la mano, ma in quel momento il mio cellulare suona, facendomi sobbalzare.
-Liam, è tuo padre. Che faccio?-
-Dannazione, non so dove sia il mio telefono quindi non ho potuto rispondere. Dammi qui – Liam tende la mano e io gli passo il cellulare.
-Papà?- posso quasi sentire la voce di Craig arrivare con tutta la sua portata dall’Australia e faccio segno a Josh di uscire dalla stanza, perché credo che Liam ne avrà per un po’.
Pov Josh
Esco da quella camera d’ospedale e tiro un sospiro di sollievo. Il messaggio di Jennifer mi aveva spaventato davvero, ma sono contento che Liam stia bene.
-Sarà un problema per lui frequentare le lezioni dell’ ultima settimana.. Meno male che non abbiamo le scale in casa – dico, appoggiandomi allo stipite della porta. Posso sentire la voce del mio amico che cerca di tranquillizzare la famiglia con un tono esasperato. Mi sa che tra due giorni la famiglia Hemsworth approderà a New York in tutta la sua completezza.
Dalla faccia di Jennifer capisco che ancora non aveva pensato alla parte pratica della situazione –Porca miseria. Non ci avevo pensato-
-Beh, abbiamo quasi tutti i corsi uguali, possiamo passargli i nostri appunti. E poi ci sono anche i nostri amici, anche loro possono darglieli. Certo sarà esonerato dalle pulizie della casa..-
-Come se voi puliste davvero qualcosa! – mi interrompe Jen, ridendo –è già tanto se vi mettete a posto la vostra camera, lo sai bene –
-Sono sottigliezze signorina Lawrence, solo sottigliezze. In ogni caso dovremo dargli una mano. –
La mia amica annuisce – Stasera rimane in osservazione. Rimani tu o rimango io? O entrambi, se ci fanno stare qui –
-Posso rimanere io, non è un problema. Domani non devo fare nulla di importante-
La vedo mordersi il labbro, indecisa –Oppure puoi stare qui tu, se non ti fidi delle mie capacità infermieristiche. Non che servano, visto che siamo in un ospedale-
-No, non è questo.. è che comunque non riuscirei a dormire sapendolo qui dentro. Ok, sta bene, ma è in osservazione e se stesse male di nuovo o se succedesse qualcosa o.. non so. – Jennifer sospira, portando indietro la testa e facendo scivolare per terra l’elastico che le teneva fermi i capelli. Una cascata di capelli biondi le ricade sul viso.
-Rimani tu se la cosa ti fa stare più tranquilla. Domattina lo dimettono, prendo la macchina e vi vengo a recuperare, ok?-
Lei sposta con un gesto stizzito i capelli dal viso e recupera l’elastico dal pavimento, infilandoselo nella borsa. –D’accordo- dice, tornando nella stanza di Liam.
Il nostro amico ha uno sguardo rassegnato – i miei genitori e i miei fratelli arriveranno con il primo volo. A quanto pare in Australia dire “ho un piede ingessato” equivale ad essere sul letto di morte. Devo anche trovare un hotel vicino al campus in cui farli stare- Liam sbuffa, restituendo a Jennifer il cellulare.
-ci penso io- dico, afferrando il giubbotto che avevo appoggiato su una sedia –prenoterò un paio di camere. A domani-
Parcheggio la macchina vicino all’entrata del reparto in cui Liam è ricoverato, controllato a vista dal guardiano che mi ha lasciato passare. Prendo l’ascensore fino ad arrivare al terzo piano. Quando entro nella stanza di Liam, lo trovo seduto sul letto al cellulare.
-Si Chris, ho capito.. Guarda, è arrivato Josh, ora te lo passo così ti dice tutte le indicazioni del caso. Si, sto bene. Stiamo parlando, quindi non sono morto. Ci vediamo domani. – il mio amico mi allunga il telefono, esasperato.
-Hey, big brother … Si, ok, è l’hotel Virginia, a dieci minuti a piedi dal campus in cui stiamo. Ci lavora un mio conoscente. Dopo chiamo per confermargli l’ora di arrivo. Vengono anche Elsa e Samantha? – chiedo, estraendo il mio cellulare per prendere appunti.
-Ah ok, quindi due doppie. Perfetto, allora, poi confermo tutto, voi fate buon viaggio. – riattacco.
-Vi rendete conto che quelli sono già in aeroporto?! Io prenoto i miei voli mesi prima e questi nel giro di tre ore riescono ad organizzarsi e a trovare quattro posti disponibili. Io non ho parole – Liam alza gli occhi al cielo, buttando il cellulare nella borsa di Jennifer, abbandonata sul letto affianco a lui.
-Dov’è Jen?- chiedo, notando solo in quel momento che manca la bionda.
-E’ andata a prendere i moduli che devo firmare per le dimissioni.. Josh, hai mai camminato con le stampelle? Perché credo che mi ucciderò con quelle cose, non so davvero usarle. –
Scuoto la testa – No e non ci tengo. Ma vedrai che devi solo abituarti.. oh, ciao Jen-
La nostra amica entra in camera con la testa bassa, intenta a leggere dei fogli. Ha delle occhiaie che le arrivano al pavimento e i capelli nuovamente raccolti in uno chignon disordinato.
-Ciao Josh – borbotta, rimanendo concentrata su quello che sta leggendo. Non appena finisce, li passa a Liam –Devi firmare questi due, poi possiamo andare. –
POV Liam
Josh mi aiuta a mettermi in piedi tenendo l’equilibrio su una gamba sola e mi passa le stampelle, senza lasciarmi andare. Prendo un respiro profondo e tento di fare qualche passo. Se vado lento così a casa ci arrivo tra una settimana.
-Sono solo i primi passi Liam, poi ti ci abitui- Jen mi sorride, precedendomi per aprire la porta. Sarà, io non ne sono convinto.
I tre gradini davanti a casa sono la cosa più brutta che io abbia mai visto. Josh scarica me e Jen lì davanti, prima di andare a portare la macchina nel parcheggio poco distante. Jennifer mi guarda, so che sta cercando di rimanere paziente, anche se devo dire che non dissimula molto bene la sua irritazione.
-Liam, santo cielo, devi solo fare tre salti con una gamba sola, lo hai già fatto migliaia di volte. Dammi quelle cose!- esclama, togliendomi di mano le stampelle e sostituendosi ad esse per tenermi su. Non voglio farla arrabbiare, quindi salto, appoggiando tutto il mio peso su di lei quando atterro sul gradino più in alto. La vedo vacillare un secondo –Peso eh- la prendo in giro, cercando di smorzare l’espressione cupa del suo viso.
-Vai avanti-
Sospiro e faccio altri due salti, fino ad arrivare alla porta di ingresso.
-Hai bisogno di altro?- mi chiede Jen, dopo avermi messo affianco sul divano il mio pc,il cellulare, da bere e da mangiare per un reggimento e il telecomando del televisore.
-Se ha bisogno di altro può chiedere a me – Josh si butta sulla poltrona, scalciando via le scarpe. Jen lo fulmina con lo sguardo, ma mi sembra troppo stanca anche solo per provare ad urlargli dietro. –Tu vai a dormire Jenny. Ce la caveremo per qualche ora senza di te. Nel frattempo ho confermato la prenotazione in hotel e ho chiesto a Kate e Bradley di mandarti una mail con gli appunti di oggi. E se stai pensando alla cena di stasera, non ti preoccupare, cucinerò una pasta o qualcosa. – Josh sorride, soddisfatto.
-Chiamate… -
-BUONANOTTE JEN!-
 
  
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