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Autore: Iraklion    29/03/2016    4 recensioni
[Shadowhunters]I pensieri di Alec nel momento in cui Magnus irrompe al suo matrimonio.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il giorno del mio matrimonio era ormai arrivato, e quella mattina mi svegliai con un senso di inquietudine che non mi lasciò sino all’inizio della cerimonia. Arrivato all’altare continuai a ripetermi come un mantra che quella era la scelta giusta. Che famiglia e tradizione venivano prima di tutto. Eppure, mentre cercavo di convincermene, mi ritornò in mente la conversazione con Magnus, avvenuta il giorno prima. Continuava a girarmi intorno, rendendomi nervoso, e mi parlava dell’amore. Le sue parole So che tu provi quello che provo io si impressero nella mia mente scontrandosi con quanto sarebbe avvenuto da li a poco. Cercai di concentrarmi sul mio dovere, ma non fu facile. Tra gli invitati, naturalmente, c’erano anche Jace – il mio Parabatai - e Clary, che avevano da poco scoperto di essere fratello e sorella. La tensione tra loro era palpabile. Izzy mi rivolgeva strani sorrisi e accanto a lei c’era Simon, prima mondano adesso vampiro, che grazie all’invito di mia sorella, in quanto Shadowhunter, poteva calpestare il suolo sacro di un luogo come questo. Fratello Geremia avrebbe celebrato le nozze.

Nel momento in cui Lydia stava per incidere la runa del matrimonio sul dorso della mia mano destra con lo stilo, un rumore attirò i nostri sguardi, distogliendo la nostra attenzione dalle pratiche cerimoniali. Una forza invisibile aveva aperto la grande porta della Chiesa e per qualche secondo ci fu solo silenzio. Lydia cambiò posizione, mentre io rimasi in attesa di scoprire chi o cosa avesse interrotto il rituale. E non ci volle molto prima che la mia, o meglio la nostra, curiosità venisse soddisfatta.
La figura snella e slanciata di Magnus Bane apparve sulla soglia. Camminava a testa basta, a passo deciso e veloce. Oltrepassato il rettangolo della porta, alzò la testa di scatto e si arrestò bruscamente. Il suo sguardo si posò su di me, e rimase semplicemente li, immobile come una statua. Come sempre il suo eccentrico abbigliamento era impeccabile, e morbidi ciuffi rossi e fucsia si appoggiavano delicatamente sulla sua fronte.
Rimasi pietrificato, incapace di muovere un solo muscolo. Nonostante mi rendessi conto di aver schiuso le labbra, non riuscì a togliermi dal volto l’espressione sorpresa. Nessuno lo aveva invitato, o almeno era quello che credevo in quel momento, eppure lui si era presentato. Per un attimo compresi che era esattamente ciò che stavo aspettando: che lui venisse a salvarmi dal disastro a cui stavo andando incontro. Rimasi con la mano a mezz’aria, nonostante Lydia non la stesse più tenendo, mentre Magnus continuava a fissarmi, in religioso silenzio.

Silenzio che venne spezzato da mia madre, Maryse, la quale si chiese per quale motivo lo stregone si fosse presentato al matrimonio di suo figlio Alec, e della bella Lydia. Dopo un brevissimo istante di sconcerto, e considerando che non la degnava di una risposta si alzò, e la furia le accese di rosso le guance. Fissò su Magnus uno sguardo di fuoco. Si avviò a passo deciso verso di lui e con tutta la rabbia che si sentì montare dentro, gli disse con tono minaccioso e imperioso: «Magnus, vattene subito da questo matrimonio!».
Magnus, per niente turbato, per qualche secondo distolse lo sguardo e posò i suoi scuri occhi a mandorla su mia madre, rivolgendole uno sguardo gelido e spietato che avrebbe potuto far impallidire il peggiore dei demoni, persino Valentine. Alzò una mano, e puntò contro di lei due dita le cui unghie erano perfettamente laccate di nero, e le disse con fermezza: «Maryse, è una questione tra me e tuo figlio. Me ne andrò solo se sarà lui a chiedermelo», e senza darle possibilità di ribattere, la lasciò li con il volto in fiamme che mostrava curiosità, preoccupazione e indignazione, e fece alcuni passi avanti, per poi arrestarsi ancora una volta.

I nostri sguardi si incontrano e l’espressione che vidi sul volto di Magnus mi fece perdere un battito: dolcezza, tristezza e determinazione si mescolavano nei suoi occhi.
Lo stato confusionale in cui versavo in quegli istanti venne dissipato dalla voce di Lydia che con tono interrogativo continuava a pronunciare il mio nome. Lentamente ritrovai la lucidità.
«Alec, che succede? Stai bene?» mi domandò visibilmente preoccupata.
Riuscì a balbettare un misero si, ma mi sentivo scosso e improvvisamente tutti quegli occhi puntati su di me, mi apparvero come dei piranha in attesa che io facessi un solo movimento per poi saltarmi addosso e divorarmi. Sentì un macigno sul cuore, e per un attimo mi parve di essere sul punto di perdere i sensi. Ma non accadde. Per la prima volta da quando era entrato, smisi di guardare Magnus e fissai i miei occhi in quelli di Lydia in cerca di aiuto. Ma tutto ciò che vidi in quelle iridi azzurre fu assoluta confusione. Guardai ancora una volta lo stregone, e per la prima volta mi sembrò di scorgere impazienza nel suo sguardo. Eppure a lui il tempo non mancava. In quel momento ricordai che una volta, anche se non ricordo quando e dove, lessi che se vedi il mare in un paio di occhi castani, è la fine. Compresi allora di  vedere in quegli occhi scuri e disarmanti, una limpida distesa blu in cui non desideravo altro che affondare.

I pensieri nella mia mente viaggiavano velocemente, e tutti convergevano verso i momenti che avevo condiviso con Magnus. Ricordai il nostro primo incontro, le sue attenzioni lusinghiere, l’aiuto che aveva offerto a mia sorella nel processo restituendomi ciò che aveva chiesto perché sapeva quanto fossi legato ad arco e frecce, il momento in cui mi disse che sposare Lydia mi avrebbe condotto verso una vita infelice, nella quale avrei trascinato anche loro due. Ma fu la frase che mi aveva detto il giorno prima a farsi largo con forza echeggiando nella mia mente.

So che tu provi quello che provo io…

E mi resi conto - e senza più alcuna vergogna -  che aveva perfettamente ragione. Ma del resto, era qualcosa che sapevo già da tempo. Ora era semplicemente arrivato il momento di abbattere quel muro che io stesso avevo costruito, e dietro il quale mi ero nascosto per troppo tempo.
Dissi a Lydia che non potevo sposarla, ma non le diedi altra spiegazione. Avrebbe capito. Tutti avrebbero capito.

La lasciai li, sull’altare, sentendomi un po’ in colpa perché in fondo non lo meritava. Ma sentì il macigno sul cuore svanire e sapevo che un giorno avrebbe avuto accanto a se un uomo che l’avrebbe amata davvero. E quell’uomo non potevo essere io. Nemmeno in un’altra dimensione o universo parallelo. Un leggero sorriso affiorò sulle labbra morbide e perfettamente disegnate di Magnus, quando vide che la distanza tra di noi iniziava a colmarsi vertiginosamente. Sotto lo sguardo stupito di tutti, e quello sprizzante gioia infinita di Izzy, appoggiai delicatamente le mani sul suo volto e posai le mie labbra sulle sue. Il bacio fu lento e dolce, e assaporai tutta la bellezza che solo l’amore poteva trasmettere.

Era quella la vera magia.

«Puoi restare» dissi a Magnus, e quando lo vidi sorridere, per la prima volta a cuor leggero, seppi che in quel momento esistevamo solo noi due.
 
   
 
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