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Autore: fedetojen    29/03/2016    0 recensioni
Vidi impressi nella mia mente due occhi verdi scrutarmi con un sorriso compiaciuto.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Hideaway
 
1
 
Leggeri tocchi, le sue mani accarezzavano la mia pelle nuda: le gambe, le spalle, le braccia, il collo. Sussulti, respiri, ansimi, due anime che sussurravano l’uno all’altro tramite gesti e parole dette in silenzio. Sentivo le sue mani esperte e grandi sul mio corpo mentre mi accarezzava con precisione, mentre con occhi chiusi mi godevo quella sensazione magnifica, essendo sotto il suo totale controllo. Vidi impressi nella mia mente due occhi verdi scrutarmi con un sorriso compiaciuto.
 
Di colpo aprii gli occhi ritrovandomi nel letto che sudavo e avevo il fiatone. Il mio nome è Marie-Louise e sono una veggente: di solito le visioni mi capitano quando sono sveglia ma stanno avvenendo anche nei miei sogni e sta diventando difficile capire cosa sogno da cosa prevedo, ma sicuramente quegli occhi li incontrerò, me lo sento.
Nella città in cui abito stanno succedendo sempre più spesso strani avvenimenti più che altro strane morti: persone che venivano trovate senza gambe, squartate, senza testa o cervello, davvero roba strana.
Sono di Toronto in Ontario, e qui i casi strani stanno aumentando sempre di più: non è difficile capire che si tratti di demoni, spettri o addirittura streghe.
La mia famiglia mi ha sempre detto di stare attenta a certe cose e cerco di tenermi lontana dai guai, anche se a volte sono loro a trovare me. Vivo da sola da quasi quattro anni, in una quartiere poco abitato ma tranquillo, per quel che mi riguarda.


È notte fonda e sono davanti allo specchio del bagno, mentre mi asciugo il sudore dalla faccia dopo essermela sciacquata per bene.
Sospiro e ripenso a quegli occhi: chi sarà mai questo tipo? Nel caso dovesse capitare qualcosa, in casa ho sempre pronta acqua santa e sale: le cose in metallo di certo non mancano avendo un camino in casa.
Nell’ultimo periodo non ho avuto problemi di nessun genere e quindi molto presto ne avrò parecchi: non sempre tutto va così tranquillamente in un mondo pieno di creature strane, la ruota gira.

Mi recai in cucina: il color crema delle pareti mi rilassava e mi voltai verso l’orologio e vidi che erano solo le quattro di notte.
Mi rimisi a letto cercando di riprendere sonno ma appena chiudevo gli occhi apparivano nella mia mente quello sguardo così sicuro e misterioso del ragazzo dagli occhi verdi: mi sentivo quasi in trappola, cercavo di distogliere lo sguardo da lui ma era più forte di me, non ci riuscivo proprio.

Sentii più volte bussare alla mia porta, con una certa insistenza, così riuscii ad aprire gli occhi e vedere dalla finestra il sole già alto in cielo. Scesi dal letto, infilai le scarpe diretta alla porta.
Presi il coltello dalla mensola e lo infilai dietro al pantalone in caso non fossero stati umani.
Aprii la porta e vidi due ragazzi: uno biondo nella sua giacca scura con le mani in tasca; l’altro, più alto e dai capelli lunghi castani nella giacca di jeans che mi fissavano.

“Si?” chiesi guardandoli curiosa.

“Salve: siamo dell’FBI, vorremmo farle qualche domanda” parlò il più alto dai capelli lunghi, mostrando il distintivo, fece lo stesso anche l’altro con sguardo duro e sicuro.

“Entrate pure” dissi facendo spazio.

Appena entrarono rimasero in cucina, ad osservarmi.
Chiusi la porta e mi voltai a guardarli: quello più alto aveva gli occhi blu, quasi come il colore del mare; l’altro più basso di poco, aveva gli occhi di un verde smeraldo: sgranai gli occhi appena lui mi guardò scrutandomi con cura, quegli occhi erano gli stessi di questa notte, non possono non essere i suoi, in più anche le sue labbra sono identiche a quelle del ragazzo.

“Marie-Louise?” chiese il ragazzo dai capelli più lunghi. Scossi la testa, dirigendomi verso la cucina preparando del tè.

“Ditemi” dissi senza guardarli, mentre preparavo il tè. Ma…come facevano a sapere il mio nome, però?

“Sappiamo tutto su di te” disse l’altro con voce più bassa e accusatoria.

“Chi sareste voi?” chiesi girandomi di scatto, posando una mano sul fianco, pronta a prendere il pugnale in caso servisse.

“Cacciatori” dissero all’unisono, guardandomi. Sgranai gli occhi: cosa ci fanno dei cacciatori da una come me? Si accorsero della mia
reazione e subito il più alto si fece avanti.

“Siamo Sam e Dean Winchester, siamo fratelli: non ti faremo del male, puoi fidarti di noi” disse indicandosi per poi indicare il fratello dietro di sé.

Winchester” dissi a denti stretti, visto che il loro cognome era famoso nelle famiglie come le nostre per una ragione: portavano solo guai e problemi, la raccomandazione che mia madre mi faceva sempre era di non aiutare mai un Winchester o sarei morta di sicuro.

“Sappiamo che sei una veggente” parlò Dean scattando in avanti, quasi parlando con superiorità.

“Per quanto ne sappia, potete essere qualunque cosa: demoni, mutaforma, leviatani…” dissi avvicinando la mano sempre di più al pugnale dietro alla mia schiena. Dean uscì una boccetta di metallo e buttò il contenuto su di sé e sul fratello, probabilmente acqua santa.

“Acqua santa: non siamo demoni” disse Dean verso di me, con un sorrisetto compiaciuto.
Prese poi il coltello dalla sua giacca scura e alzando la manica si tagliò facendo uscire il sangue e lo stesso fece Sam.

“Non siamo neppure Leviatani” disse Sam verso di me, con tono gentile.

“Puoi fidarti” disse ancora Sam, guardandomi con la fronte corrugata, vedendo la mia esitazione.

“Cosa volete?” dissi subito posando il coltello sul tavolo, tornando vicino alla cucina con le braccia conserte, guardando entrambi.

“Il tuo aiuto” disse Dean con tono ovvio, posando una mano sul tavolo, spostando il peso su una gamba sola, continuando a sorridere.

“E poi ve ne andrete?” chiesi guardando le iridi verdi di Dean, dalle quali non riuscivo a allontanarmi.

“Chi lo sa” disse sorridendomi, piegando il capo. Avrei voluto tanto lanciargli una padella in faccia ma frenai quell’impulso.

“Ci servirebbe una mano con un caso: conoscevi Carl Jefferson?” mi chiese Sam mostrandomi una sua foto uscendo il portatile dalla borsa che aveva.

“Sì…lo vedevo spesso nel supermercato quando ci andavo a fare la spesa” dissi verso di loro.

“E’ stato trovato nel supermercato senza i suoi occhi” disse Sam, facendo vedere l’articolo e ciò che la polizia aveva trovato sulla scena del crimine.

“Per me è un fantasma in cerca di vendetta” dissi scrutando il portatile per poi allontanarmi.

“Da cosa lo capisci?” chiese curioso Sam, osservandomi con le braccia conserte.

“Chiamalo sesto senso” dissi facendo spallucce.

“Allora andiamo a dare la caccia a questo bastardo” disse sbattendo la mano sul tavolo, carico di energia, Dean. Qualcosa mi diceva che non prometteva nulla di buono, per niente.



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