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Autore: LanceTheWolf    29/03/2016    1 recensioni
Questa storia è svolta nell'universo di "Avatar: la leggenda di Korra". Si svolge dopo la saga televisiva e comprende personaggi conosciuti e inventati. Il protagonista del secondo libro è Wei, che decide di trarre di impiccio una ragazza conosciuta da poco, ma che sembra apprezzare particolarmente, soprattutto per il suo carattere forte e determinato.
Ogni libro chiude la trama principale, ma ne introduce un'altra.
Come per il primo libro ci tengo a precisare che questa storia è stata scritta da una mia carissima amica (Mokuren, della quale pubblicherò anche altre storie. In pratica siamo in due sotto questo profilo ;-).) che per motivi di tempo e disponibilità non ha potuto pubblicarla direttamente.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Suyin Beifong
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Draghi, Metallo e Cavalieri'
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Capitolo 04


 
Era ormai l'alba ma neppure le prime luci del giorno che filtravano dalle imposte accostate, riuscivano a risollevare il morale del ragazzo seduto sul letto, la schiena posata contro l'alta testata imbottita. Il suo orologio interno lo aveva svegliato ancora prima del sorgere del sole, abituato a destarsi così presto per poi preparare la colazione... ma ormai non c'era più bisogno di camminare in punta di piedi per non svegliare chi gli dormiva vicino. Non doveva più stare attento a non svegliarla mentre faceva la doccia e poi preparava la colazione. Ormai doveva rendere conto delle proprie azioni solo a se stesso... ed a Korra, naturalmente. Era ancora un suo cavaliere, dopotutto. Il pensiero lo incupì e lo sollevò insieme. Era cosciente, e felice, di avere ancora persone per cui rimaneva importante ma che contributo poteva dare al team Avatar? Aveva dedicato tempo alla propria vita privata ed ora, naufragata questa, si chiedeva di quale utilità fosse realmente per il proprio Avatar. Mako era ormai il braccio destro di Lin e, con molta probabilità, il suo successore come capo della polizia. Asami aveva le risorse ed i contatti del suo impero economico. E lui? Cosa aveva lui? L'unica cosa di cui si era sempre sentito orgoglioso erano le sue capacità come dominatore. Certo c'era anche la sua fama come attore e giocatore di dominio, che potevano essere sicuramente usati per qualcosa di buono. Eppure il ragazzo sapeva di poter fare di meglio. Toph si era offerta di addestrarlo e Mokuren si era detta molte volte sicura di poter tirare fuori il fuoco da lui e se una leggenda vivente e l'unica guaritrice della fiamma della loro generazione credevano che avesse dei talenti che non aveva ancora esplorato chi era lui per negarlo? Chiuso l'ennesimo chiavistello all'ennesima porta di un fallimento, Bolin decise di concentrarsi unicamente sulle cose su cui era più bravo e più utile all'Avatar. Presa questa decisione si sentì più leggero. Il dolore era ancora lì ma ora lo sentiva più sopportabile, meno dilaniante nella realizzazione che aveva qualcosa da fare che lo avrebbe distratto da quei pensieri. Chissà se Asami era già sveglia? Doveva parlarle assolutamente.
 
Eska non era riuscita a chiudere occhio. Nonostante gli eventi ed il tempo passato, Bolin aveva ancora un posto importante nel suo cuore e vederlo crollare in quel modo non era stato per nulla piacevole. Non si pentiva di ciò che aveva detto all'errante, non puoi pentirti di aver detto il vero, ma che la giovane se la fosse presa con Bolin era a suo parere imperdonabile, oltre che codardo. La donna sospirò fissando senza vederlo il giardino, seduta dove tutto era cominciato, nel patio. << Buon giorno, Eska. >> La voce ben conosciuta la fece volgere ad incontrare gli occhi verdi di Bolin. Lo osservò per alcuni secondi notando le ombre sotto i suoi occhi, segno che aveva dormito poco e male, ma notando anche un sorriso sincero sul suo viso, un sorriso che parlava della forza interiore che lei sapeva bene albergasse in lui. << Buon giorno. Quel sorriso significa che ti sei reso conto che piangersi addosso non serve a nulla e che ci sono cose più importanti che necessitino la tua considerazione? >> "Non vale le tue lacrime" era il messaggio chiaro e l'espressione di lui si fece dolce << Mi conosci. >> "mi spiace se ti ho fatto preoccupare" fu la tacita risposta mentre si sedeva accanto a lei sul divanetto. << Fa male ma non morirò...sono uno dei cavalieri dell'Avatar, cuore infranto o meno, mica posso morire così, io! >> Lei sospirò << Cosi, come al solito, Korra rimane la tua ancora. >> Lui batte gli occhi come a cercare di capire il significato di quella affermazione ma lei parlò ancora. << Che hai intenzione di fare? Hai un piano, vero? >> Lui annuì a quella domanda. << Ho un paio di progetti personali ai quali dedicarmi. Starò bene, Eska, veramente. >> Lei annuì con un accenno di sorriso << Com'è andata veramente? Cosa ti ha detto per spingerti a cacciarla dalla tua vita? >> Lo vide perdere il sorriso ma non le negò la verità. << Stavamo discutendo. Mi ha chiesto se ero ancora innamorato di te. Quando non ha avuto la risposta che voleva mi ha detto che non era normale, che io non ero normale. Le ho fatto notare che i sentimenti non si spengono come interruttori e si è infuriata perché non le stavo dando ragione ed ha cercato di convincermi delle sue argomentazioni. Prima con le lacrime...poi, quando ha capito che non avrei mai ceduto su quel punto, che non avrei mai smesso di considerarti importante, ha sbattuto le mani sul tavolo, mi ha zittito dicendomi che ero io quello in colpa. >> Sospirò ripensando a quel momento. << Sono stato zitto, sai. Solo non per quello che pensava lei, non le stavo dando ragione. Mi sono trovato a ripensare a tutte le volte che ha cercato di impormi qualcosa da quando ci eravamo rimessi insieme e mi sono reso conto… che per lei era scontato che dovessi darle retta, per lei io dovevo darle retta perché nella sua ottica io sono quello che dovrà sempre farsi perdonare, sempre. >> La sua voce era triste ma Eska lo conosceva abbastanza da cogliere quella sottile inflessione che gli parlava di fastidio. << Poi...la frase precisa non la ricordo ma ha detto qualcosa di estremamente derogativo contro Mako e che non doveva aspettarsi da meno da qualcuno che gli fosse parente. Ho visto rosso. Non ricordo neppure cosa ho detto esattamente, credo anche di avere straparlato. >> Eska sentì la rabbia contro la Beifong montarle di nuovo, immaginando la furia del ragazzo. Anche lei aveva avuto solo Desna al suo fianco crescendo e poteva ben capire la reazione di Bolin. "Quella ragazza è stupida." << Pensavo avesse più moderazione di così, vista la sua condizione di errante. >> Commentò e lui scosse le spalle. << Io non le contesto la ragione, Eska. Quello che non tollero sono le maniere, l'isteria, la rabbia e le lacrime...tutto per impormi la sua visione delle cose. Era come se quella un po’ timida ma dolcissima ragazza che ho conosciuto a Zaofu non esistesse più. Si era trasformata in qualcuno che non ascolta più le opinioni e ragioni degli altri ma impone le sue. Mi sono sentito chiuso in un mondo ristretto in cui lei aveva sempre ragione ed io sempre torto...ed ad un tratto ho capito che non era così e mi sono sentito di dovermi liberare. Ora fa male, tremendamente, ma da una parte sento anche un'incredibile sollievo. >> << E questo ti fa sentire in colpa verso di lei? >>  Lui fece una smorfia << Non lo so...continuo a ripetermi che forse avrei potuto fare qualcosa di più perché non arrivassimo a questo punto...forse dovevo riuscire a capire prima che c'era qualcosa che le rodeva dentro... >> Eska si crucciò a quelle parole << Quante persone conosci che sappiano leggere la mente? >> << Nessuna. >> Rispose prontamente il ragazzo e lei annuì << Quindi come potevi capire che c'era qualcosa che non andava se lei non te ne ha mai parlato? Smettila di difenderla, Bolin! >> Sbottò quando lui aprì bocca facendogliela richiudere di colpo con aria colpevole << La verità è che ti ha trattato come una estensione di se stessa, una proprietà priva di volontà propria. Tu sei sempre stato attento ai suoi gusti, sempre pronto a farla sentire importante, con piccoli e grandi gesti, ma lei quante volte lo ha fatto con te? Dimmi almeno una volta in cui ti ha fatto realmente capire con un gesto od una parola che ti apprezzava al suo fianco? >> Lui parve pensarci per parecchi secondi e poi abbasso il capo sconfitto. << Non mi piace questa ragazza. Non mi piace proprio per te. Non è cattiva ma è immatura ed infantile. Si lascia adorare come una regina da te come le fosse dovuto ma non si cura dei tuoi bisogni e dei tuoi sentimenti e quando esprimi opinioni che non siano in linea con le sue supposizioni infondate di come vada la vita, ti tratta come tu sia un'idiota che non riesce a capire che la sua verità è l'unica valida. >> I due ragazzi si fissarono negli occhi << Tu sai cosa mi hai fatto, anche se è acqua sotto i ponti, ormai. Ma a lei non devi nulla, anzi. Sei stato onesto, pronto a parlare per rimettere le cose a posto e sai come so che è così? Perché tu mi hai giurato che non avresti mai più ricommesso gli errori del passato, ed io ti ho creduto all'epoca come ti credo adesso. Hai giurato, Bolin. >> Il ragazzo la guardò con sorriso triste ed occhi umidi di emozione. << Certo e ho mantenuto la parola, Eska. >> Mormorò con un fil di voce che la fece sorridere dolce. << Ascoltami bene: la prossima ragazza per cui perderai la testa dovrà essere una che io possa approvare, ci siamo capiti? >> Lui annuì e lei parve soddisfatta << Ora va a sciacquarti il viso, non credo che tu voglia spiegare le tue lacrime agli altri occupanti di casa, anche perché l'avatar sarebbe capace di prendersela con me. >> Il ragazzo si alzò e fece come suggerito ma un attimo prima di varcare la soglia di casa mormorò un leggero << Grazie. >> Per poi sparire. Eska aspettò che la porta si richiudesse prima di volgersi verso il giardino. << Questo soddisfa la tua curiosità, Capo Beifong? >> Chiese alla donna dietro una delle colonne del patio che le si avvicinò con il viso scurito. << Ho sentito abbastanza...da quanto sapeva che ero lì, maestà? >> << Da abbastanza. >> Fu l'asciutta risposta con il solito tono atono, che mal si comparava al tono dolce che aveva usato con Bolin poco prima. << Si sta riprendendo bene, ne sono sollevata. >> << Il suo ruolo di cavaliere di Korra è come sempre la sua roccia nella tempesta. Tua nipote deve ringraziare di non essere mai entrata in conflitto con mia cugina per le attenzioni di Bolin. Il risultato non le sarebbe piaciuto. >> La donna annuì << Sono molto legati, anche se non sembrano rendersene conto. >> Eska emise un lieve sospiro cambiando poi discorso. << Devo arguire che non prenderai a principio le difese di tua nipote? >> << Opal è mia nipote e le voglio bene...ma conosco Bolin da molto prima di conoscere lei, e ci sono affezionata. Non prenderò le parti di nessuno dei due. >> << Accettabile. Ora, se non ti spiace, vorrei ritirarmi per rinfrescarmi prima di colazione, >> Le due donne si salutarono e si avviarono in diverse direzioni. Nessuna delle due notò Asami affacciata al balcone sopra il patio, le mani strette sul corrimano in una stretta spasmodica, gli occhi accesi di furia.
 
Complice l'assenza di Korra, al tempio dell'aria, e di Eska, ripartita relativamente presto per il regno dell'acqua del nord, Asami e Bolin parlarono dei progetti del ragazzo e di come volesse alterare quelli già fatti in precedenza con la giovane per accomodare le nove alterazioni. Erano mesi che Bolin aveva preso una decisione che lui e l'amica avevano per ora tenuto nascosta per scaramanzia, ma finalmente un vecchio sogno di Bolin stava per diventare realtà: i Furetti di Fuoco dovevano tornare a combattere nell'arena ed il ragazzo non era più disposto a fallire. Tanto era la sua determinazione da essere riuscito ad accaparrarsi uno dei migliori dominatori dell'acqua che conoscesse: l'ex nemico Tahno. L'uomo era l'unico dei Pipistrelli Lupo a desiderare di tornare a dar battaglia come Giocatore di Dominio ed era stato ben felice di accettare l'offerta del dominatore della Lava. Naturalmente il ruolo di investigatore di Mako non gli avrebbe permesso di tornare a giocare ma aveva promesso di collaborare alle selezioni che volevano organizzare per il ruolo di Fiamma della squadra. Asami, sponsor ed organizzatrice, era stata felice quando quella mattina il ragazzo sembrava aver riacquistato brio e, chiamato Tahno, i tre si erano messi al lavoro per organizzarsi al meglio. Bolin era talmente soddisfatto del loro risultato che si era offerto di cucinare ed aveva lasciato i due soli a parlare. << L'avatar conosce i piani di Bolin? >> Le chiese Tahno appena furono soli ed Asami scosse il capo. << No. Voleva che fosse una sorpresa...e gli altri piani sono frutto della rottura con Opal. >> << Brutta storia. >> Lei sospirò << Ti spiace se non mi va di parlarne? >> Lui assentì. << A parte i giochi e Bolin noi due non abbiamo grandi argomenti...ma si trovano. >> Le sorrise e lei si trovò a ricambiare quel sorriso. << Dimmi una cosa: cosa ti ha spinto ad accettare la proposta di Bolin? Non eravate esattamente in buoni rapporti. >> Lui scosse le spalle con noncuranza << Siamo entrambi giocatori di dominio, un primo amore che nessuno dei due è riuscito a dimenticare. Poi aiuta che Mako non sarà in squadra. >> Ridacchiò << L'unico dominatore dell'acqua che sia mai andato d’accordo con lui è Korra, ma lei è l'avatar. >> Asami ridacchiò a sua volta << Ha un carattere un po’ particolare. >> Assentì e lui emise uno sbuffo ma senza perdere il sorriso. << Ma tu, lui e Korra siete ancora invischiati in quel tira e molla a tre? Lo so che non sono fatti miei ma sono curioso. >> La ragazza non parve offendersi a quella domanda << Non saprei che dirti. Nessuno ha ancora mosso passi in nessuna direzione, sentimentalmente parlando. >> Lui si fece serio vedendole perdere il sorriso << Insomma siete in una specie di limbo. >> << Già. >> Sospirò lei << Mi chiedo se ne usciremo mai. >> L'uomo scosse il capo << Testa di rapa, ha due bellissime donne che gli corrono dietro e non sa decidersi. Da una parte lo trovo dolce, non vuole fare soffrire nessuna delle due, ma così ci state male tutti e tre. >> Lei lo osservò con un mezzo sorriso << Mi aspettavo un discorso più duro su Mako...non siete stati acerrimi nemici? >> Lui le tornò a sorridere << Io credo che Mako sia veramente una brava persona, nonostante il caratteraccio che mostra. Io lo so bene. A dispetto dell'animosità che correva tra Pipistrelli Lupo e Furetti di Fuoco, quando ho perso il dominio... >> Asami lo vide tremare per un attimo al ricordo per poi continuare come non fosse successo nulla << ...stavo veramente male ed i ragazzi mi hanno aiutato. Se vuoi sapere come la penso Mako è come un randagio. Ha passato talmente tanto tempo a difendere se stesso ed il fratello, temendo calci da chiunque si avvicinasse, che ora non gli riesce di aprirsi totalmente con qualcuno. Mi dispiace dirtelo, Asami, ma se ne tu ne Korra siete mai riuscite ad oltrepassare le sue difese vuole dire che non siete quelle giuste per lui. >> Asami rimase senza fiato a quella considerazione e l'uomo le si rivolse ancora serio. << Toglimi una curiosità: tu sei sicura al cento per cento che tu e Korra non avete mai fatto nulla che abbia spinto Mako a richiudersi a riccio su se stesso? Puoi guardarti indietro e dire sinceramente che non è mai successo? >> Lei rispose con voce stentata, spiazzata da quel discorso. << Non lo so. Io sinceramente non lo so. >> Lui le sorrise incoraggiante << Grazie per la sincerità, Asami, la apprezzo molto. In vita mia ne ho fatte di cotte e di crude prima che la perdita del dominio mi spingesse a fermarmi e riflettere sulle mie azioni. Una cosa che ho capito è che i danni non si fanno mai da soli. Certo sei tu che decidi da quale parte girare ma le possibilità che ti si parano davanti sono originate da così tante situazioni pregresse che è difficile, a volte, dare una precisa colpa a qualcuno. >> Scosse il capo come a cercare di schiarirsi le idee per comunicare al meglio il suo pensiero. << Anche se da lontano io vi ho visti insieme. Voi tre e Bolin non siete solo una squadra ma una famiglia...e forse è tutto quello che dovreste essere. Da quello che ho capito parlando con Bolin, tutti i ricordi brutti sono legati ai tentativi di trasformare questo forte legame in qualcos'altro, o sbaglio? >> Lei annuì, rapita dalle sue argomentazioni e dal suo tono pacato. << Per quanto vi possiate voler bene, ci sono cose che non sono semplicemente destinate ad essere. Non significa gettare la spugna, bada bene, ma semplicemente prendere coscienza di una situazione e viverla nel modo più sereno per tutti. >> Asami sorrise al dominatore del ghiaccio. << Per me Korra, Bolin e Mako sono persone preziosissime, che non vorrei mai perdere...ed è vero che Mako si è richiuso a riccio. Se forziamo ancora questa situazione probabilmente potremmo finire col perderlo anche come amico...come ho fatto a non accorgermi che ci eravamo presi male dall'inizio? >> Tahno le sorrise a sua volta, con dolcezza nello sguardo. << Quando ti senti con la proverbiale acqua alla gola è difficile vedere vie d'uscita o ragionare razionalmente. E' importante avere il punto di vista di qualcuno che abbia osservato i fatti dal di fuori. Io potrei sbagliarmi, dopo tutto non so tutto quello che è successo tra voi, ma chiedi a qualcuno che c'era, che sa queste cose...solo non chiederlo a Bolin. >> Lei si crucciò a quella richiesta ma lui dovette intuirlo dalla sua espressione perché continuò << Mako è il suo adorato fratello, tu una cara amica e Korra il suo grande amore...contando anche la sua situazione attuale non buttiamo benzina sul fuoco. Non è ciò di cui ha bisogno, no? >> Lei annuì tornando a sorridere << No, non è proprio quello di cui ha bisogno. >> Il dominatore della lava scelse quel momento per rientrare ed annunciare che il pranzo era quasi pronto ed i due si affrettarono a seguirlo in cucina. Mentre camminavano Asami si trovò a pensare che non le sarebbe dispiaciuto lavorare a stretto contatto con Tahno nei prossimi mesi.
 
Sdraiata in terra dopo un'intensa sessione di allenamento, Mei si concesse un attimo di comunione con il proprio elemento, rimanendo lì immobile. Erano stati giorni intensi...l'arrivo a Zaofu, la riunione di guerra del Clan del Metallo, tutti i discorsi sulla sfida e, finalmente, la spiegazione di suo marito sulla necessità della maschera che lui ed il gemello portavano.  Suyin Beifong, da stratega quale era, aveva ordito la propria successione fin dalla nascita dei figli. Baatar Jr. doveva prendere, come figlio maggiore, nominalmente il titolo di nuovo signore del metallo. Huan, dominatore del metallo ma più artista che guerriero, sarebbe stato suo consigliere e primo ambasciatore di Zaofu, grazie alla sua vena artistica che lo rendeva sensibile alla comprensione dell'animo umano. I gemelli sarebbero stati di fatto il potere dietro il trono, la lancia e lo scudo addestrati fin da piccoli ad essere la mente militare del proprio popolo, capo delle difese l'uno, condottiero di un'eventuale forza di attacco l'altro. Ciò era evidenziato dalle garbate ma presenti differenze del loro vestiario, che faceva di Wei, affine alle linee tondeggianti, lo "scudo" e di Wing, caratterizzato da linee appuntite, la "lancia". Ad un occhio inconsapevole ma attento sarebbero sembrati solo la modalità per poter distinguere i gemelli l'uno dall'altro. La defezione del primogenito con Kuvira aveva costretto Suyin a modificare i propri piani. In quella necessità Wei aveva suggerito alla madre di approfittare dell'avidità di lord Bai per risolvere in un solo colpo il loro dilemma ed i problemi di Mei con suo padre. Mei avrebbe avuto la sua libertà dalle macchinazioni di suo padre ed il pieno appoggio del Clan del Metallo. In cambio Zaofu avrebbe avuto una futura signora del metallo, una dominatrice capace con disciplina militare ed anni di servizio nella Forza di Difesa della Repubblica, la raccomandazione personale di Lin Beifong e l'amicizia della futura Signora del Fuoco. Mei si era sentita inizialmente intimorita di essere paragonata a Suyin ma Wei gli aveva fatto notare che sua madre stessa la teneva in alta considerazione e non era certo una persona facile da impressionare. L'aveva anche fatta arrossire piacevolmente quando l'aveva paragonata ad un diamante, prezioso ma non fragile, quando ormai temeva di doversi accontentare di uno zircone, decorativo ma inutile. I momenti di dolcezza con suo marito erano serviti a rendere meno pesanti l'attesa della sfida, ma il nervosismo era lì, pronto a scatenarsi alla minima provocazione, come Opal si era subito resa conto. La ragazza aveva fatto di tutto tranne mentire per accaparrarsi le simpatie della famiglia per la rottura del suo fidanzamento ma aveva dovuto smettere di toccare l'argomento quando, ad una bassa insinuazione lamentosa su Bolin, Mei era esplosa in difesa dell'amico, spalleggiata dal marito e da Wing. Era più preoccupata per Bolin che per se stessa, solo furiosa con Lord Bai per quell'ennesimo tradimento. Socchiuse gli occhi a fissare il cielo di Zaofu e si trovò a sorridere. Era certa dell'esito della sfida. Lei era Mei Beifong, ormai e nessuno, men che meno Lord Bai o quel maledetto di Lord Cho, avrebbe cambiato questo fatto. Senza preoccuparsi di spolverarsi gli abiti si alzò da terra riavviandosi verso gli alloggi che divideva con suo marito. Una doccia calda e Wei...sperava proprio che il ragazzo fosse in camera.
 
   
 
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