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Autore: Layla    01/04/2016    1 recensioni
Sono passati quattro anni dalla morte di Tadashi, Hiro è cresciuto e non è più il ragazzino quattordicenne di una volta.
Questo non sfugge a GoGo che inizia a vedere le cose in modo differente e si accorge che Hiro è più di un amico, è il ragazzo che ama e da cui forse è ricambiata.
O almeno così dice Honey.
Complice uno strano appuntamento, come andare a un bot duello, riuscirà GoGo a dire a Hiro quello che prova?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: GoGo Tomago, Hiro Hamada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You can have my heart.

Mi chiamo GoGo.
GoGo Tomago, studente dell’università di San Frastokyo e fanatica della velocità, nerd ed eroina a tempo pieno da ormai quattro anni a questa parte.
È stato davvero un caso, non pensavo a questo quando mi sono iscritta all’università, ma la vita ti porta spesso su strade a cui non pensi.
È successo perché Tadashi Hamada è morto e io e i miei amici volevamo acciuffare il suo assassino e assicurarlo alla giustizia. Hiro, suo fratello, ci ha trasformato in quello che siamo adesso.
Tadashi era il mio migliore amico, era una persona dal cuore grande, non avrebbe dovuto morire così e così presto. Mi manca molto, anche se so che stiamo realizzando il suo sogno: aiutare le persone,
Passo davanti al padiglione dedicato a lui e mi si stringe il cuore, ricordo la sua storia e la sua morte, come tutte le volte che passo di qui.  Di solito sono una persona decisa, ma lui mi fa ricordare tutte le ingiustizie che la vita ti butta sul cammino e penso che sia giusto che – per un momento – mi tolga la maschera e gli mostri la mia parte più debole come omaggio al suo sacrificio. È entrato per salvare uno dei nostri professori e ci ha rimesso la vita, peccato che il prof in questione avesse utilizzato i microbot di suo fratello Hiro per salvarsi e diventare un cattivo.
Un cattivo in cerca di vendetta che andava fermato, che noi abbiamo fermato.
Hiro è davvero un genio, ha creato dei costumi per noi per l’occasione, non roba da cosplayer, ma veri e proprie armature adatte per combattere. Usando le nostre ricerche le ha sviluppate, io ho ricevuto una tuta dorata con dei pattini composti da una ruota a sospensioni al plasma, con altri due cerchi più piccoli all’interno che posso lanciare.
Prima usavo quel sistema per ottenere una bici velocissima, sono una fanatica della velocità, adesso vedo di applicarla alle moto.
Ho ottenuto la bici che volevo ed è stata messa in commercio, ha costituito una grande innovazione per il mondo del ciclismo e io ne sono orgogliosa, perché è stata una donna a farlo.
Sono convinta che noi donne ci dovremmo far sentire di più in ogni campo.
“Ciao, GoGo!”
La voce di Hiro mi riscuote dai miei pensieri.
Il ragazzino dai capelli spettinati è diventato un ragazzo con i capelli spettinati, dietro di lui c’è Baymax, il robot-infermiere progettato da Tadashi.
Io non sono cambiata, ho gli stessi capelli corti e spettinati con meches viola e blu, lui invece è diventato un bel pezzo più alto di me, e pensare che una volta lo prendevo per il collo e gli strofinavo i capelli.
“Pensi a Tadashi?”
Lui con lo sguardo mi indica il padiglione con il nome del fratello, io annuisco.
“Sì, ma non solo. Pensavo a come passa alla svelta il tempo.
Sembrava l’altro giorno che lo ascoltavo preoccuparsi per te e il tuo futuro e ora i tuoi microbot hanno rivoluzionato il mondo. Hai trovato la tua strada e lui ne sarebbe
felice.”
“Sì, ha quasi fatto i salti di gioia quando gli ho detto che volevo mollare i bot duelli e venire qui.”
“Non sono mai stata a un bot duello.”
Gli dico sovrappensiero.
“Vuoi che ti ci porti?”
In fondo potrebbe essere interessante, c’è abbastanza adrenalina che una come me apprezzerebbe di sicuro e poi ammetto che mi incuriosisce il mondo duro e illegale in cui i robot si fanno a pezzi per soldi.
“Ciao, io sono Baymax, il tuo operatore sanitario personale.
Vorrei ricordarti che i bot duelli sono illegali e pericolosi per la tua salute.”
“I bot duelli non sono illegali, è scommettere sui bot duelli che è illegale, anche se parecchio redditizio.”
Gli risponde ridendo Hiro, forse ricordando il suo passato.
“Questo lo dissi a Tadashi anni fa.”
“Non vorrai mollare l’università per i duelli? E lui che ti disse?”
“No, sei matta?
Ma portarti a uno, perché no?
Comunque Tadashi non ha fatto in tempo a rispondere, la polizia ci ha catturato prima.”
Io rido, immaginandomi una persona onesta come Tadashi in guardiola per un bot duello a cui nemmeno aveva partecipato.
“È un appuntamento?”
“Hiro, il tuo battito cardiaco accelerato, questo indica…”
“Niente, Baymax. Niente.”
Io rido, credo abbia una cotta per me.
“Comunque ci vengo.”
Dico piano.
Hiro piace anche a me, ma abbiamo quattro anni di differenza. Non sono troppi?
Io non so nulla dell’amore, non me ne sono mai interessata. Ero sempre presa dalla scienza e dalla velocità e da come collegare le due cose. Sono anche troppo decisa e molti ragazzi hanno paura di me e si tirano indietro, non molti amano le donne che portano i pantaloni in casa o nelle relazioni.
Devo parlarne a Honey, lei ne sa più di me di sicuro.
Ci sa fare con le questione amorose oltre che con la chimica.
Io e Hiro ci avviamo insieme dentro l’università, ognuno nel proprio angolo di laboratorio, io a migliorare la mia moto, lui i suoi microbot per conto di Krei.
Sì, dopo avergli salvato la vita ha deciso di vendergli il brevetto con la promessa di poterlo però continuare a migliorare qui in università. Visto che gli deve la vita, il miliardario ha accettato.
Sono nel mio angolo a lavorare tranquillamente quando Wasabi passa di lì per andare al suo di angolo. Guarda dubbioso come sempre la mia moto e si gratta la testa.
“Dimmi quando hai finito, GoGo. Così mi chiudo in casa, io non mi fido di una come te su una moto.”
Mi dice Wasabi, ma che problemi ha con la mia passone per la velocità quell’uomo?
“Perché?”
“Sei troppo spericolata.”
“Wasabi, fai la donna!”
Gli dico gonfiando il petto, lui sbuffa e se ne va scuotendo la testa.
Adesso sta lavorando a un altro progetto, collegato al suo microplasma-affetta cose, non so bene cosa sia, so solo che tiene come un maniaco dell’ordine il suo banco da lavoro e sclera ancora se io gli frego qualche attrezzo.
È divertente vederlo dare di matto, mi mette di buon umore e calma la mia ira per i miei insuccessi.
Adesso però la priorità è chiedere aiuto a Honey e cercare di capire cosa stia succedendo nella mia testa, non mi sono mai presa una cotta prima d’ora, il lavoro veniva sempre davanti a tutto.
Ah, che bel casino!
A ventidue anni la stagione dell’amore è arrivata anche per me, giusto ora che stavo per finire il mio studio sulle moto. Non so se sia una fortuna o una punizione divina.
“Honey.”
La chiamo, lei sta trasportando un enorme palla azzurra, sta ancora lavorando all’infrangimento chimico dei metalli.
“Ciao, Gogo!”
Urla lei, come al solito ha gli auricolari nelle orecchie.
“Honey, togliti quella roba! Ti devo parlare.”
“Fammi portare questa cosa e arrivo.”
Trasporta la palla fino alla sua scrivania e poi torna da me con il suo solito sorriso, devo riuscire a mettere la cosa nel modo più neutro possibile o lo sapranno tutti i nerd del dipartimento in tre secondi.
“Ascolta ho bisogno del tuo aiuto per il mio progetto, non è che verresti da me?”
“Tu che hai bisogno di aiuto?
Per me c’è altro sotto.”
Interviene di nuovo Wasabi, ma perché oggi ce l’ha così tanto con me?
Forse perché gli frego troppo spesso cose, distruggendo il maniacale ordine della sua scrivania?
Senza dire do una manata all’ordinatissima scrivania di Wasabi, sconvolgendo l’ordine e mandandolo fuori di testa, almeno sta zitto.
“Ok, va bene.”
Abbassa la voce.
“Anche se secondo me Wasabi ha ragione.”
“Sì, ma non dirlo in giro.”
Lei mi fa l’occhiolino e poi torna alla sua scrivania, lasciandomi al mio lavoro. Hiro, qualche porta più in là sta lavorando su degli upgrade di Baymax, è questo che fa oltre a sviluppare ulteriormente i suoi microbot.
È diventato tanto carino e tanto sfacciato che mezza università gli muore dietro, ma lui non si decide a impegnarsi con nessuna. Questo è quello che dice Honey, almeno.
A lei i pettegolezzi piacciono e quindi si tiene informata, al contrario di me che ho sempre odiato il gossip, ma forse dovrei iniziare a stare al passo con i tempi. Honey mi ha detto che settimana scorsa è uscito con quella nerd, Macarena, che sta lavorando da anni a cuscini per far volare i gatti.
Adesso basta, però.
Va bene la cotta, ma adesso devo lavorare.

 
Alla fine delle lezioni io e Honey ce ne andiamo a mangiare e per avere quella che i comuni esseri umani chiamano una serata tra amiche. A volte lo facciamo, gli altri lo sanno. Sanno che nel mio modo goffo ancora la consolo per la morte di Tadashi, lei aveva una cotta per lui, ma non è mai riuscita a dirglielo.
È uno dei suoi grandi rimpianti e una delle poche cose in grado di renderla triste, quando di solito è sempre un’ottimista incallita e pronta al sorriso.
Honey voleva farlo dopo l’ammissione di Hiro, ma il padiglione è saltato per aria e con lui Tadashi. Ancora oggi la sua morte mi pare ingiusta, era un ragazzo così vivace e pieno di sogni. Uno di quelli buoni dentro, che si fanno in quattro per gli amici e gli estranei. Non per niente il su capolavoro è Baymax, un infermiere personale, questo dice molto del suo carattere.
No, non avrebbe dovuto morire e punire Callaghan ha lenito solo in parte il dolore per la sua morte, non oso immaginare quanto abbia sofferto Hiro.
Era molto attaccato a suo fratello al punto che quando ha visto il vero responsabile della morte di suo fratello voleva ucciderlo e questo non era da lui. Certo, è una testa calda, ma è fondamentalmente buono come suo fratello.
“GoGo, a cosa pensi?”
“Tadashi. La sua morte è stata ingiusta e nemmeno dopo quattro anni riesco a farmene una ragione. Cioè, ho accettato che sia morto, ma penso ancora che sia ingiusta e insensata.”
“Lo amavi?”
“Mannò, eravamo solo amici. Non farti strane idee, Honey.”
Entriamo in un locale e ordiniamo una pizza.
“Eppure hai l’aria di una persona innamorata.”
Io impallidisco.
“Tranquilla, l’ho capito solo io perché ti conosco bene.”
“Non è Tadashi, Honey. Non ti farei o avrei mai fatto questo torto.”
Abbasso la voce.
“È Hiro.”
“Cosa?”
“Beh, da un po’ non lo vedo come il fratellino di Tadashi da proteggere, un fratellino o un amico, ma come qualcosa di più. Spesso quando sto con lui ho dei doloretti allo stomaco e le palpitazioni, non se ne accorge nessuno, ma ci sono. E poi lo trovo davvero carino con quei capelli spettinati e amo il suo essere dolce e sfacciato allo stesso tempo, ma so che non sono la sola.”
“Oh, GoGo! È meraviglioso!
Avevi bisogno di innamorarti, innamorarsi fa bene alla salute.”
Io alzo un sopracciglio.
“Beh, se l’innamorato sopravvive, ovvio.”
“Oggi mi ha invitato a un bot duello.”
“Ma i bot duelli sono illegali!”
“No, è scommettere che è illegale, anche se redditizio o così dice Hiro.”
“Cioè, ti ha invitato fuori lui?”
Io annuisco.
“Sì, e Baymax ha detto qualcosa sul battito accelerato, ma lui l’ha fatto stare zitto.”
“Ooh! E tu che hai detto?”
“Di sì, ovvio no?
Vuoi che mi perda questa possibilità?
E poi mi interessa davvero assistere a un bot duello.”
“Quindi vai a un appuntamento con Hiro, devi metterti qualcosa di carino.”
“Sì, così se arriva la polizia il mio vestito carino renderà più facile la fuga.”
Il mio smartphone vibra per un messaggio: è Hiro.
Prima mangiamo da mia zia Cass, ti va?
Fa le ali di pollo, non piccanti sta tranquilla, e vorrebbe vederti.
Non metterti troppo elegante o non ne usciamo più.”
Io mostro il messaggio a Honey che lo studia a lungo, come se fosse uno dei nostri libri di testo.
“Messaggi confusi, eh?”
“Eh, in che senso?”
“Gli piaci abbastanza da invitarti a cena con la zia, ma non da dirle qualcosa sul fatto che sia un appuntamento.”
“I maschi si vergognano, e poi come sai che gli piaccio?”
“Ho questa sensazione e le mie sensazioni raramente si sbagliano.”
“Se lo dici tu…
Oddio, domani andrò a un appuntamento con lui e ancora non l’ho realizzato, che ansia!
Se non gli piacessi o mi trovasse poco femminile o peggio non gli piacessi affatto?”
“Buona buona, andrà tutto bene. Te lo prometto io.
Cerchiamo di pensare al look.”
“Sì, una cosa alla volta.”
“Sareste una bella coppia.”
“Cosa te lo fa dire?”
“Tu non te ne sei mai accorta, ma sono anni che Hiro ti spia e non per prendere spunto dal tuo lavoro, ma come un ragazzo che ha una cotta per una ragazza.
Ah, che cosa romantica!
E se vuoi saperlo ha rifiutato tutte quelle ragazze perché vuole te.”
“Deve essere matto allora. Onestamente sono un maschiaccio amante della velocità e i ragazzi non mi hanno mai calcolato per questo.”
“Hiro ha due cervelli, uno nel pisello, come tutti i maschi e uno nella testa e sa come usarli bene insieme. Ha visto che sei una bella ragazza e rispetta la tua intelligenza il tuo lavoro.
Provaci, GoGo.
Pensiamo ai vestiti, adesso.”
Confortata dalle parole di Honey inizio a pensare ai dannati vestiti, ammesso che siano così importanti.
Cosa hanno che non vanno i miei shorts e i miei leggins?
Ce ne andiamo dalla pizzeria e andiamo all’appartamento di Honey che è un trionfo di rosa. Mi fa vedere il vide di “Aint it fun” dei Paramore e mi chiede se mi piace il look di Hayley.
Io scuoto la testa e guardo i miei vestiti.
“No, Honey. Non cambierò il look per questo appuntamento.
Andrò con i soliti vestiti e al massimo un paio di anfibi al posto delle scarpe da ginnastica. Se piaccio a Hiro gli devo piacere per come sono e non per come potrei essere con un look che non mi appartiene.
Io sono un maschiaccio, la donna decisa ed è questo che deve amare di me.”
“Ne sei davvero sicura? Sarebbe solo una camicia bianca al posto della tua solita maglietta.”
“No, Honey. I vestitini stanno bene e fanno per te. Io sono fatta per degli shorts e una maglietta.”
La mia amica annuisce, cedo che abbia capito il ragionamento.
“Allora vai così, GoGo.
È il tuo appuntamento e devi essere tu a scegliere come gestirlo, non io.
Sono sicura che a Hiro piacerai lo stesso.”
“Grazie Honey, sono felice che tu abbia capito.
Adesso spero solo che vada tutto bene. E che lui mi apprezzi per quella che sono.
“Lo farà.”
Mi incoraggia Honey, mi piace avere un’amica positiva come lei: calma gli eccessi del mio carattere.

 
Il giorno dell’appuntamento indosso un paio di leggins neri, degli shorts di jeans, una maglietta gialla e la mia solita corta giacca di pelle.
Le uniche impercettibili differenze sono il trucco leggermente più marcato del solito, gli anfibi al posto delle scarpe da tennis e l’unica borsa che ho: una capace borsa di pelle nera in cui metto tutto il necessario.
Poi me ne vado dal mio appartamento, in macchina sono leggermente nervosa, ma guardo il mio riflesso nello specchietto e assumo un’espressione decisa.
“Fai la donna, Gogo.”
Mi dico a voce alt e sento la solita sicurezza tonare, metto in moto e mi avvio verso il mio appuntamento.
Parcheggio vicino a casa di Hiro e poi percorro pochi passi, questi anfibi sono davvero comodi.
Entro nella caffetteria di Cass Hamada sorridendo, lei ricambia. Indossa i soliti jeans a tre quarti, una maglia verde a tre quarti anche quella e un paio di ballerine nere.
“Ciao, GoGo! Che piacere, vederti!
È bello che Hiro abbia degli amici che sappiano stargli accanto.
Hiro mi ha detto che dovete solo lavorare insieme a un progetto per l’università.”
“Grazie, signora Cass.
Siamo amici, è questo che fanno gli amici .”
“Ah, hai perfettamente ragione.”
“Dov’è Hiro?”
“In camera sua, Sali.
Tra poco le alette saranno pronte.”
Io salgo e lo trovo sdraiato sul letto che legge un fumetto, indossa larghi pantaloni neri e una maglia dello stesso colore e somiglia a Tom DeLonge.
Io busso sullo stipite della porta.
“Ehm, ehm.”
“Ciao, Gogo.
La scusa è che andiamo a lavorare su Baymax.”
“Lo so, tua zia mi ha informata.”
Lui mi guarda, nei suoi leggo approvazione.
“Sai che stai benissimo anche vestita come al solito?”
“Davvero? Grazie.”
“Sì, stai benissimo.”
Io arrossisco leggermente.
Fai la donna, GoGo.
“Non dire “Ahia” per nessuna ragione al mondo o Baymax si attiverà e mia zia ci friggerà come le alette.”
“Fai la donna, Hiro.”
Faccio giusto in tempo a dirlo che dal piano di sotto arriva l’urlo di Cass.
“Genietti, è ora di nutrire le vostre menti!
È pronto!”
“Arriviamo, zia Cass!”
Risponde Hiro.
“Allora hai capito?”
Io faccio cenno di sì con la testa.
Che Dio ce la mandi buona.

 
La cena non è stata male.
Le alette di Cass sono buone e lei non ha sospettato nemmeno per un momento che quello fosse il preludio di un appuntamento. Nessuno si è fatto male, così Baymax non si è attivato e speriamo che non si attivi quando noi non ci saremo.
Prima di uscire ho visto Hiro guardare con nostalgia il suo vecchio robot da combattimento, ma alla fine non lo ha preso.
Entriamo nella mia macchina e lui mi detta le indicazioni, finiamo in un angolo particolarmente squallido della periferia della città.
“È qui che combattete?”
“Ah ah. Vieni, entra.”
Entro in un sordido locale pieno di gente che urla, scommette e beve.
“A Tadashi non piacerebbe.”
“A Tadashi importerebbe solo che io non combatta.”
“Come mai hai deciso di venire qui proprio stasera?”
“Oggi combatte una mia vecchia amica.
Vieni, te la presento.”
Il mio cuore sprofonda sotto gli anfibi, vuoi vedere che è la sua ragazza?
Una ragazza dai capelli fucsia raccolti in due codini e con un paio di googles in testa si avvicina sorridendo.
“Violet, lei è GoGo.”
“GoGo, lei è Violet.”
“GoG è un nome strano.”
Io faccio scoppiare la cicca che ho in bocca, come faccio sempre quando sono incazzata.
“Mi piace la velocità e GoGo mi sembra un nome adatto, Violet non mi sembra adatto a una botduellante, non dovresti chiamarti qualcosa come “Terrore”, “Incubo”, “Demone della lotta”?”
“Pff… Tutte cazzate. Quei nomi non fanno più paura a nessuno, si vede che sei una che non è mai stata un bot duello.”
Io mi trattengo dal darle una sberla, la novellina in questione sa costruire delle ruote così veloci che sarebbero in grado di tagliare il suo robot e la sua faccia a metà.
“Oh, devo andare.
Oggi serata déjà-vu, mi devo scontrare con il piccolo Yama.”
Lei se ne va e io e Hiro prendiamo posto, lui punta dieci dollari sulla cosa, io dieci su questo piccolo Yama, sperando che la faccia a pezzi.
“È la tua ragazza?”
Gli chiedo spiccia.
“No, è un’amica.
Non è che sei gelosa?”
“Ma che dici?”
Peccato che il rossore mi abbia tradita. Piccolo Yama, falla a pezzi in nome di GoGo Tomago!
Violet però, purtroppo, passa subito in vantaggio e colpisce duramente l’avversario, forza Yama!
Non deludermi!
La ragazza continua a picchiare duro, ma l’omone si riprende e uno strano ghigno si dipinge sul suo volto, tra poco quella tizia le prenderà, ne sono sicura.
E infatti il piccolo Yama si riprende e fa letteralmente a pezzi il robot di Violet, che rimane scioccata. Il suo prezioso robot è ridotto in pezzi e ha perso la scommessa. Yama guarda compiaciuto il mucchio di soldi che ha guadagnato e poi lascia il ring.
Poco dopo una cameriera con un occhio coperto da una benda a mo’ di piratessa annuncia l’inizio di un altro duello, ma Hiro mi fa cenno di andarcene.
“Non vorrai consolare la tua ragazza?”
“Ma chi? Violet?
Non è la mia ragazza e non voglio consolarla, sta arrivando la polizia. Sento degli strani rumori.”
Io annuisco e lo seguo fuori dalla bettola e infatti la polizia la sta circondando.
“Lascia fare a me.”
Sputo la cicca ed entro nella macchina di Hiro, parto con l’acceleratore a tavoletta, districandomi tra i vicoli della città con una volante che tenta vanamente di starci dietro.
“Ci avranno preso la targa?”
Hiro guarda un po’ preoccupato dietro di noi.
“Non hanno fatto in tempo, reggiti.”
"Ma…”
“Fai la donna, Hiro.”
Esco dai vicoli e lascio che la sua macchina si lanci al massimo della velocità nelle vie centrali della città e poi in quelle periferiche fino a una vecchia strada panoramica che si inerpica sulle colline. Ormai non ci segue più nessuno e rallento, poi mi fermo in una piazzola strategicamente piazzata in un punto particolarmente panoramico.
Scendiamo tutti e due e saliamo sul tetto.
“Che appuntamento! Non pensavo che la polizia sarebbe stata incusa nel prezzo.”
“Era un vero appuntamento?”
“Certo!”
Lui gonfia le guance come un criceto e incrocia le braccia sul petto magro.
“Se ti avessi invitato in un ristorante o una pizzeria mi avresti detto di fare la donna o qualcosa del genere.”
In effetti non ha tutti i torti.
“Non è facile accontentare una fanatica della velocità e ho dovuto guardare più volte le cose sa un’altra prospettiva prima che mi venisse in mente questa cosa.
Ho pensato che un bot duello sarebbe stato figo.”
“Ragionamento corretto.”
“Vuoi dire che ti sei divertita?”
“Mh, sì! Mi è piaciuto molto come Yama ha distrutto il robot di Violet.”
Lui mi guarda un attimo.
“Sei gelosa di lei, ma perché?”
Io mi sdraio sul tetto e sospiro.
“Non ci arrivi proprio, Hiro?”
“No, ti ricordo che le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte.”
“Gran cazzata, basta usare il cervello per capire una donna.”
Lui sbuffa di nuovo.
“E allora illuminami, perché io non ci capisco nulla!”
“Mi piaci, Hiro.”
Lui sgrana gli occhi.
“Davvero? Pensavo mi considerasti un ragazzino e basta.”
“Ok, non sono ricambiata, andiamocene.”
“Lasciami parlare, GoGo, accidenti.”
E quando fa così somiglia così tanto a Tadashi che non si può dirgli no.
“Parla.”
“Mi piaci, ma visto che sei una vera tosta, figa, una che non ha bisogno di nessuno, pensavo di non servirti nemmeno io. In fondo sono solo un ragazzino con un caratterino un po’ difficile e pensavo che volessi qualcuno più intelligente o calmo come Tadashi.”
“Non ti ricordo tutte le tue invenzioni perché le conosci meglio di me, io ho bisogno di uno che mi sia complice nelle mie follie, che le capisca e dica che sono fighe.”
“E lo sono.”
“È per questo che mi piaci.”
“E tu piaci a me.”
Io sorrido.
“Siamo in un punto panoramico, da soli e ci simo confessati che ci piacciamo, sai cosa si fa in questi casi?”
“Credo di saperlo.”
Si avvicina a me e mi bacia piano, ma io sono sempre la solita impetuosa e il bacio si approfondisce.
Le stelle ci guardano benigne mentre ci baciamo come i ragazzini inesperti che siamo.
È una bella serata.
È stato un bell’appuntamento che solo Hiro avrebbe potuto organizzare.
Ho già detto che lo amo?
No, perché lo amo e tanto.

   
 
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