Io sono un mostro, io non ho sentimenti. Gioco con la vita delle persone, le faccio impazzire e le uccido.
Io sono BEN. Non un umano, non un ragazzino capace di di provare sentimenti.
Non un qualcosa di vivo.
Annegato.
E lo ricordo ancora.
Ogni volta, ogni giorno.
Ben è annegato.
Un incidente, un incidente!
Non è vero.
Ma ormai che importa?
Io non sono più QUEL Ben.
Nessuno mi picchia più.
Nessuno mi prende in giro.
Nessuno gioca con me.
Io gioco.
A me non importa del passato.
Il passato non esiste più, c'è solo il presente.
Ma continuo a ricordare.

Le mani che mi tengono per i capelli.
L'acqua che si muove, io che mi dimeno.
Le bolle d'aria che salgono verso l'alto.
E l'acqua.
L'acqua che mi entra nella bocca, nel naso.
L'acqua assassina, complice di mio padre.
E lui mi tiene giù.
Lo sento ridere.
Troppo debole.
Non posso combattere, non ce la faccio.
E allora smetto di lottare, con l'acqua che mi separa dalla vita.
Inizio a sentire freddo.
Tanto freddo.
Fa male trattenere il respiro...
E vedo la luce che sembra diventare più lontana, e sento le voci.
Ben... mi chiamano.
Mi dicono di scendere, di farmi cullare dall'acqua fredda, che sta per diventare la mia tomba.
Come mi sento... è difficile da spiegare.
Non sono triste, come se sentissi dentro di me che da ora in poi sarà tutto diverso.
Mio padre mi ha ucciso.
Eppure un leggero sorriso mi compare sulle labbra, mentre le ultime bolle argentate del mio respiro escono fuori dalla mia bocca.
Mi viene da pensare ad una frase del mio videogioco preferito, ed è il mio ultimo pensiero, prima di cambiare per sempre.
"Hai incontrato un terribile destino, non è vero?"

Non importa. Non importa più nulla.
Ben è annegato.
Quel Ben è morto.
Non rivoglio la mia vita, ora è tutto perfetto.
Tutto perfetto... io ho il controllo.
Io.
Soltanto io.
Nessuno gioca più con me. Nessuno.
Sono io che gioco con gli altri.





Giochiamo?