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Autore: mymanga    02/04/2016    7 recensioni
Crescere comporta responsabilità.
Tra ricordi passati e speranze future, Pan ormai giovane donna, capisce che è giunto il momento di prendere decisioni veramente importanti, fondamentali per il proseguimento della sua vita.
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Dal 1° capitolo:
Se la fortuna decide di sorriderti, capisci che l'immenso amore che provi per il tuo compagno... così forte e resistente perché costruito sulle solide fondamenta di rispetto fiducia e collaborazione, ecco quell'amore non è UN punto d'arrivo, ma IL punto di partenza per nuovi progetti, nuove priorità...
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Trunks | Coppie: Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Albero della Vita
2° CAPITOLO




Qualche anno prima…
 
Era una mattina di fine estate e la piccola Son si era svegliata di buon umore, carica e determinata: aveva programmato quella giornata nei minimi particolari.
La scuola non era ancora cominciata e si era ripromessa di sfruttare al meglio i suoi ultimi spicchi di vacanza, a cominciare da quello stesso giorno in cui sarebbe andata a recuperare Bra per il piacevolissimo incarico che aveva deliberatamente deciso di svolgere. Al solo pensiero un’espressione entusiasta le illuminò il volto, seguita da un sorriso alquanto divertito… un po’ di sano sport non avrebbe fatto male a nessuno.

Salutò i genitori con un bacio sulla guancia, avvisandoli che sarebbe andata dall'amica e che sarebbe tornata alla sera. Uscì di casa per andare in quella adiacente dei nonni, la sua intenzione era quella di volare in compagna dello zio con destinazione Casa Brief.

Era un po’ in anticipo, così decise di ritagliarsi qualche minuto sedendosi su una roccia lì vicino. 
Aveva piovuto di notte e ora una fresca e frizzante brezza mattutina poteva scorrere liberamente nei polmoni, regalando ad ogni respiro una piacevole sensazione di vitalità e purezza. 

Da una parte poteva  osservare l'ampia radura verdeggiante dove sorgevano le loro abitazioni, costeggiata ai lati e sul retro dai folti boschi dei monti Paoz; con un po’ di silenzio e concentrazione si potevano percepire tutti i piccoli animali della selva, già perfettamente operativi nelle loro faccende quotidiane, come i pettirossi cinguettanti, gli scoiattoli intenti a rincorrersi fra i rami degli alberi, il veloce scatto di una lepre e in lontananza persino una volpe occupata a dare le prime lezioni di caccia ai suoi cuccioli.

Sorrise, poi si voltò: dalla parte opposta si apriva un panorama mozzafiato, così incantevole che tutte le volte in cui vi posava lo sguardo, il suo giovane cuore sussultava. La vista poteva spaziare senza limiti dalle vallate circostanti fino alla pianura e, in giornate incredibilmente limpide come quella, in lontananza si poteva ammirare addirittura il mare blu fondersi con il cielo azzurro. Riuscire a vedere quell'immenso specchio di acqua salata dalla cima dei monti, donava un infinito senso di libertà e indipendenza.
Il suo istinto la spronava a spiccare il volo a perdifiato, ma  si concesse un attimo per ammirare la lucentezza dei colori di quella mattina.

Non c’era neanche una nuvola, così libero da qualsiasi impedimento, il sole poteva riscaldare la giornata con il tepore dei suoi raggi ed esaltare tutte le tonalità della natura, rese ancora più brillanti dallo scintillio di tante piccole goccioline di pioggia, intrappolate qua e là, che ne riflettevano la luce.
Era decisamente una meravigliosa mattina di inizio settembre e Pan si stava pienamente godendo la tranquillità e la pace che quei luoghi incantati sapevano emanare, luoghi che amava profondamente e che prendevano il nome di CASA.

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Già una splendida mattina di inizio settembre, ma nello specifico era un venerdì e lo zio a differenza della nipotina, non era affatto spumeggiante e radioso all'idea di affrontare quella fastidiosa giornata lavorativa, anzi il solo pensiero lo rendeva decisamente imbronciato e indispettito! 
Doveva sì trovarsi con Trunks, ma poi le loro mete finali sarebbero state gli uffici della Capsule Corporation, dove lavorava già da diversi anni, con ottimi risultati a dire il vero, ma quella mattina lo aspettavano alcuni clienti davvero pignoli. A peggiorare il tutto era il fatto che non erano neanche suoi, ma quella situazione antipatica gliel’aveva rifilata lo stesso glicine, dichiaratosi estremamente impegnato e bisognoso del suo aiuto. Il genio era pure riuscito a fissare questo appuntamento, che sembrava anche essere importante, di certo immensamente seccante, proprio l'ultimo giorno di quella dannata settimana lavorativa già tosta di suo.

Goten giurò a sé stesso che si sarebbe vendicato nel peggiore dei modi, doveva solo aspettare di avere l'idea giusta.

I suoi cupi pensieri vennero bruscamente interrotti dalla porta di casa che si spalancò prepotentemente, lasciando il passaggio ad un'allegra Pan che si precipitò a salutare affettuosamente i nonni con un caloroso abbraccio.

La ragazza poi notò con disappunto che il giovane non aveva ancora finito la colazione.
“Ma come? Non sei ancora pronto? È meglio che ti dai una mossa o faremo tardi entrambi, non vai al lavoro oggi?” disse aspra la moretta allo zio.
Un deciso attacco di rabbia invase il Son, già alterato di suo, e dopo aver grugnito qualcosa di incomprensibile, con gli occhi al cielo dalla frustrazione di doversi trattenere, le rispose per le rime:
“Primo, non sono assolutamente lento come te… a prepararmi ci metto un attimo;
secondo, chissà che grandi impegni potrai mai avere alle otto di mattina, piccola mocciosa; 
terzo e più importante, scusa IO chi sono ? Voglio un saluto più che decente!”
Al primo e secondo punto l’aura di Pan si era pericolosamente incrementata, il terzo non se lo aspettava proprio e, a malincuore, dovette ammettere a sé stessa che un briciolo di ragione, lo zio, poteva anche avercela.

Intervenne Chichi a stroncare sul nascere la discussione tra figlio e nipote e con tono fermo e deciso, ma per nulla scomposto, intimò ad entrambi di sotterrare l'ascia di guerra, immediatamente: 
“Ehi! Cominciamo subito? Buoni voi due! Razza di testoni, sempre dietro a litigare! Peggio di due bambini dell'asilo, ormai siete grandi entrambi! GOTEN, non chiamarla piccola mocciosa, lo sai che non mi piace! PAN saluta tuo zio come si deve e non lo istigare! Sono stata abbastanza chiara?” un respiro profondo e:
“Non. Ho. Intenzione. Di. Ripeterlo!” sguardo e tono glaciali, le parole ben scandite, una ad una, pronunciate lentamente in modo da imprimersi per bene nelle menti dei due contendenti. 
Non erano ammesse repliche.

Goku avrebbe tanto voluto scoppiare a ridere in faccia a tutti e tre, ma sapeva che sarebbe stata una mossa fatale, temeva la reazione della moglie ovviamente, quindi s’impose di rimanere in religioso silenzio, riuscendoci, ma con enorme difficoltà.

“QUINDI? “ domandò la donna, il tono cominciava a farsi più pesante e i due giovani litiganti lo percepiscono immediatamente. Optarono per un forzato armistizio: d’altronde non ubbidire all'istante, equivaleva dire avere la certezza di finire in guai molto più seri.

“Scusa Pan” Goten mentì spudoratamente calpestando il suo orgoglio, ma la questione andava chiusa al più presto o si sarebbe fatto tardi per davvero. 
“Buongiorno zietto, dormito bene?” rispose la bella corvina avvicinandosi al ragazzo, le sue parole chiaramente canzonatorie, ma non ancora pienamente soddisfatta, rincarò la dose con un bacio traditore sulla guancia e la mano posata sulla sua testa ad arruffargli tutti i capelli.
“Guarda, piccola peste, che non sono un cane! Questa me la paghi!” sussurrò minaccioso alla nipotina, che di rimando, non perse tempo a sfoderare un sorrisetto di sfida.
Così il moro decise di ricambiare il discutibile gesto d'affetto ricevuto, bloccandole il viso fra le sue forti mani e stampandole sulla fronte un rumoroso, e fin troppo cinematografico, bacio a schiocco.

Era ufficiale, si sarebbe vendicato anche di lei, di lei e di Trunks, era solo questione di tempo… e di una buona idea.

Corse in camera sua ed effettivamente riuscì a prepararsi in pochi minuti, sotto la finta indifferenza della ragazza, che da una parte era sollevata poiché sarebbero partiti da lì a poco, ma dall’altra riconoscere che lo zio aveva mantenuto la sua parola era piuttosto fastidioso.

Partirono assieme volando veloci in direzione Brief. Per un tempo indefinito i due neanche si guardarono: ognuno doveva infatti sostenere la propria inutile causa, solo per una questione di stupido orgoglio Sayan o Son, che dir si voglia, perché in fin dei conti, per loro questa era solo una sottile differenza di nome, non di fatto.

Ma si sa, il dna dei Son non è programmato per tenere rancore a lungo, specie per dei motivi così futili.
Più passava il tempo e più entrambi si ritrovarono a chiedersi per cosa esattamente stessero recitando, oltre al proprio “onore”. Anzi si resero conto che i rispettivi maldestri gesti d'affetto famigliare ricevuti e scambiati non erano poi tanto male. Incrociarono lo sguardo, notte nella notte, e dopo un profondo sospiro da parte di entrambi equivalente ad un bonario “vai a quel paese”, scoppiano a ridere di gusto.
Si erano riappacificati per davvero.
 
Ad un certo punto Goten si fermò e guardò l'orologio al polso: era tardi ma non voleva lasciare la nipotina da sola, non che temesse chissà cosa per lei, anzi, ma il gesto di per sé non lo tollerata, a maggior ragione con un membro della sua famiglia:
“Senti Pan, è tardi veramente, io...” iniziò il moro
“ Mi spiace…” lo interruppe la ragazza, sguardo e voce bassi, era sinceramente dispiaciuta, lui doveva andare al lavoro, lei invece… come minimo Bra era ancora a letto, non erano certo due impegni da paragonare 
“… di averti fatto perdere tempo… non ti preoccupare vai pure!”
Goten sorrise dolcemente, quella piccola peste sapeva essere così tenera:
“Veramente io pensavo ad un piano alternativo…” detto questo una intensa luce dorata costrinse la più giovane a voltare lo sguardo altrove: il giovane si era trasformato in super saiyan e la stava invitando a fidarsi di lui porgendole la mano...
“Dai bambolina, vieni! Aggrappati alle mie spalle e tieniti forte! Non strozzarmi, però, devo arrivare in ufficio presentabile! Faremo in un baleno, vedrai!” l'ultima frase pronunciata con tono dolce.
Pan accettò l'invito volentieri, prese la sua mano e fece esattamente quello che lo zio le aveva spiegato:
“Grazie” accompagnato da un piccolo bacio sincero sulla guancia del ragazzo dai capelli d'oro.
“Ruffiana… Attaccati bene che partiamo, sia mai che ti perda per strada!” fu la risposta divertita.
La corvina rispose con una delle sue migliori linguacce.
Senza ombra di dubbio erano come cane e gatto, ma li univa un profondo legame affettivo, praticamente fraterno.

Ripartirono e la giovane dovette constatare, per l’ennesima volta, che il livello di un super saiyan era completamente fuori dalla sua portata... e stava semplicemente volando!
Figuriamoci durante un combattimento vero o addirittura a stadi più alti.
Decise che era molto meglio godersi il viaggio a mente libera, così cacciò lontano questi pensieri malinconici.

Il Son volò ad una velocità stratosferica, l'aria movimentata era così tagliente e forte che Pan dovette arrendersi, accettando di tenere gli occhi chiusi e nascondendo il viso fra le sue stesse braccia e le spalle dello zio. La salda presa del ragazzo che la teneva stretta a lui, però, le infondeva sicurezza e protezione.

Arrivarono a destinazione nel giro di pochi minuti ed in perfetto orario.
Goten atterrò nel giardino di casa Brief in modo preciso ed elegante, ma la sua visuale fu bruscamente interrotta dai lunghi e setosi capelli corvini della nipote che gli si erano rovesciati completamente addosso a causa dell’impatto comunque deciso con il terreno. 

---

Ad aspettarli sulla soglia di casa, avendone percepito le aure da notevole distanza, c'era il giovane presidente con un'espressione fin troppo divertita sul volto. La scena davanti ai suoi occhi era davvero ridicola.
Si trovò a pensare che il suo migliore amico, con tutti quei capelli a coprirgli totalmente il viso, fin quasi al collo, sembrava un buffo personaggio losco di qualche strampalato film horror, mentre Pan, che nel frattempo si era almeno raddrizzata con la schiena restituendo la vista allo zio, con la sua chioma spettinata assomigliava molto ad uno spaventapasseri.
 
Smettendo di ridacchiare continuò ad osservarla: era adorabile anche con i capelli arruffati ed i lineamenti del giovane viso incurvati in una smorfia di scherzoso disappunto; le guance e le labbra si erano poi leggermente arrossate per il viaggio movimentato. 
Capì che più che ad uno spaventapasseri, la giovane sembrava una piccola, affascinante strega.

Già “strega”, sospirò serio: nomignolo perfetto!
Pan era sicuramente il rompicapo più complicato della sua vita.
Da sempre, ma soprattutto ora che era cresciuta, diventando una splendida ragazza in così pochi anni.
Ne era ormai certo, il suo cuore era caduto vittima sotto l'effetto di un potente incantesimo lanciato, senza neanche rendersene conto, dalla bella saiyan.

Ma come potevano andare d’accordo ragione e sentimento?
Certo, crescendo, la notevole differenza d’età fra di loro si era fisicamente attenuata, e di molto, ma numeri alla mano rimaneva dannatamente troppo giovane per lui.
Eppure era altrettanto vero che solo con lei stava bene, in pace con sé stesso e con il mondo intero. 
Sarà per via delle loro origini comuni, per i loro caratteri, i loro interessi, le innumerevoli avventure vissute assieme, la maturità di Pan nonostante i suoi 18 anni compiuti da pochi mesi… sarà questo o sarà quello… sarà che era semplicemente così, punto e basta! 
Il risultato non cambiava, il legame che li univa era forte e fin troppo evidente. 
D'altronde come si poteva spiegare il fatto che appena lei appariva davanti ai suoi occhi, tutto il resto passava in secondo piano? Diamine, non era più un ragazzino, era un giovane uomo, ma pur sempre adulto. 
Non poteva permettere che il suo cervello gli tirasse questi scherzi, frutto di quella situazione indefinita: era vittima delle sue stesse curiosità e indecisioni. 
Pan era obbiettivamente pericolosa per la sua salute mentale, allo stesso tempo veleno ed antidoto; anzi peggio, per lui era una CALAMITA: nel bene e nel male ne veniva attratto!
Dopotutto gli stessi pensieri che aveva formulato fino a quel momento ne erano una prova schiacciante…
Sbuffò tra sé, di una cosa era sicuro, nonostante la ragione avesse valutato questa ipotesi, non aveva la minima intenzione di allontanarla dalla sua vita, così giusto per complicarsi ancora un po’ le cose, probabilmente con l’età stava diventando masochista.
Ma ora aveva ospiti, doveva riprendersi dai suoi pensieri autolesionistici.

I due Son si ricomposero, per così dire, ma a differenza di Goten che tutto sommato era presentabile, Pan lo era molto meno, aveva provato a sistemarsi i lunghi capelli in una coda, ma il risultato si rivelò di dubbia riuscita: le ciocche avevano deciso di andare ognuna per i fatti suoi, con notevole rammarico della mora che a tal proposito aveva mandato più di qualche accidente ai suoi stessi geni.

“Buongiorno, fatto buon viaggio?” salutò ironicamente Trunks in direzione della ragazza, trattenendo a stento una risatina.
Le guance della corvina avvamparono all’istante, sia per la consapevolezza che il proprio aspetto fosse tutt’altro che in perfetto ordine, sia per la distraente presenza dello stesso Brief. 
Non era mai stato così semplice mostrarsi forte ed indipendente quando aveva a che fare con lui, ma negli ultimi tempi le riusciva più difficile del solito.
Per sua fortuna il caratterino battagliero e pepato che si ritrovava, in quel preciso momento non la tradì, così strinse le labbra, assottigliò lo sguardo e gli rispose indispettita: 
“Mi prendi in giro? Lo so a cosa stai pensando, con questi capelli sembrerò uno spaventapasseri… Non. Dire. Una. Parola!” regalargli così, su un piatto d'argento, un motivo per prendersi gioco di lei, non era certo la sua massima aspirazione. 
“No dai, uno spaventapasseri, no… piuttosto una piccola strega” replicò sorridendo, chiedendosi perché non gli fosse venuta in mente una qualsiasi altra parola diversa da strega… se le cercava per davvero!
Pan accusò il colpo, ma da abile canaglia quale era, rispose dove sapeva far male:
“Vuoi davvero parlare di capelli? Lo sai bene che a me basta un pettine per… tornare a posto” un ghigno furbetto sul viso, un colpo bassissimo questo, chiaro riferimento all'originale colore che Madre Natura gli aveva gentilmente donato.
“Ah, ah, ah … simpatica scimmietta, davvero simpatica” il lilla non sembrava aver gradito troppo.

Intervenne Goten ad interrompere i due: piuttosto alterato, un po’ per il fatto di essersi sentito escluso per la seconda volta nel giro di mezz’ora scarsa, ma ancora di più nel vedere l’amico ancora in tuta.
Seccato esclamò:
“OH, guarda che ci sono anch’io, non sono invisibile! Buongiorno anche a te, TRUNKS! Ma soprattutto: perché non sei ancora pronto?” il tono era veramente al limite del ringhio. 
“Goten! Ehm… Sì hai ragione, scusami… ora entriamo in casa” salutò il Brief, punzecchiare Pan era uno dei suoi sport preferiti, ma decise di lasciar perdere, doveva dare una “piccola” spiegazione al Son.



Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Capitolo più sbarazzino questo, vero? Tranquilli torneremo di sicuro sotto la nostra quercia…
Mi sembrava giusto riprendere alcuni momenti del passato per sottolineare l’evoluzione dei protagonisti, singolarmente e nel loro rapporto di coppia… e poi volevo dare spazio anche ad altri personaggi! 
Spero sia stata una lettura piacevole e vi ringrazio tanto per averle dedicato la vostra attenzione.
Alla prossima… CIAO  

PS: Quando ho scritto la battuta sul colore dei capelli di Trunks ho pensato a te… NALA! Divertiti a pensare se ce li ha lunghi o corti…. Grazie come sempre!!
 
   
 
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