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Autore: Kristal98    03/04/2016    0 recensioni
Tutto quello che Akemi ricorda della sua infanzia è una casa in fiamme in una notte di cielo stellato. Cresce insieme allo zio in una casa in montagna, lontana da tutto e tutti, ignorando le sue origini e il futuro che l'aspetta: non sa che un pericolo che la insegue fin dalla sua nascita sta tornando a minacciare la sua spensierata vita. Dopo la decisione dello zio, si ritrova sola in un mondo tutto nuovo per lei. Dubbi, gioie, paure, amore e tante domande affliggeranno la mente della protagonista. Se la saprà cavare? Lo scopriremo presto...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabusa Aido, Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Era arrivata la primavera. Il sole aveva ormai preso il posto alle nuvole di pioggia , la foresta era tornata viva e rigogliosa e finalmente gli animali erano usciti dalle loro tane.
 Gli uccelli cinguettavano volando in giro e gli scoiattoli saltavano da un ramo all'altro. In questa tranquillità risuonavano i passi lenti di un uomo accompagnato da un enorme cane bianco.
Seguirono il sentiero già segnato per poi inoltrarsi nella fitta foresta. Chiunque si sarebbe perso lì in mezzo , ma in fondo quella era casa sua. Era quasi arrivato quando ad un tratto si fermò,così come il cane, senza voltarsi nè muovere un dito. 
Non c'era nessuno, eppure l'uomo avvertiva qualcosa di insolito. Il cane tese le orecchie in allerta. Nel silenzio si percepivano solo le foglie degli alberi scossi dal vanto.
Fu allora che il cane cominciò ad abbaiare e qualcosa si mosse. L'uomo si voltò si scatto e una figura agile e slanciata lo assalì dall'alto. Tutto si svolse in pochi secondi. L'uomo alzò il volto e con un movimento forte e veloce del braccio trattenne la ragazza che gli era appena volato addosso e la caricò sulle spalle, ignorando i suoi tentativi di liberarsi. Mostrava in volto una certa età, ma aveva ancora abbastanza forza per fermare sua nipote.
-Quante volte te lo devo dire di non saltare giù in questo modo?! Potresti farti male e ferirti,Akemi!- Rimproverò la ragazza in tono serio. La ragazza sbuffò.
-Dai zio, volevo solo prenderti di sorpresa! Ti stavo aspettando da più di mezz'ora là su!- disse Akemi sorridendo.
-Ti ci vorranno anni prima di riuscirci!- disse l'uomo liberando la ragazza. Insieme cominciarono a dirigersi verso casa, poco lontana da lì.

La loro casa era piccola e semplice, circondata dagli alberi nel cuore della foresta. 
-Ehi zio Rob, ti ricordi che giorno è oggi?- Disse allegra Akemi, guardandolo con occhi brillanti.
-Tranquilla, dopo che me l'hai ricordato per più di tre mesi, non me lo scorderei mai.- Disse lo zio sospirando. Da una tasca della sua giacca tirò fuori un pacchettino rosso con un fiocco storto, lo guardò e poi si girò verso la ragazza.
- Buon sedicesimo compleanno, Akemi!- disse goffamente porgendole il regalo. Lei tutta eccitata e saltellando di gioia prese il regalo, abbracciò lo zio e iniziò a scartarlo. Il regalo scivolò fuori dal pacchetto e cadde tra le sue mani. Akemi rimase senza parole.
-....era di tua madre, glielo regalò tuo nonno quando aveva la tua età...- lo sguardo dello zio si fece nostalgico. Akemi guardò meravigliata la delicata e fine collana che teneva in mano: una sottile catenina d'argento con un piccolo e semplice ciondolo che racchiudeva una pietra rossa.
Gli occhi verdi smeraldi di Akemi si fecero lucidi. - Era della mamma?! - pensò la ragazza. 
Quella era la prima volta che suo zio la nominava in una conversazione. Cercava sempre di evitare certi argomenti, come la sua nascita o il motivo per cui vivevano lontano da tutto e tutti. Non si ricordava niente di sua madre, nè di suo padre, nè della sua infanzia, tranne una casa in fiamme nel cuore della notte, ma non era sicura del fatto che fosse un ricordo o un incubo. 
Tutto quello che sapeva l'aveva imparato dai libri, l'unico contatto con il mondo al di là della foresta. Tante volte aveva fantasticato sul mondo, su com'erano gli altri ragazzi, sui loro vestiti, su com'erano fatte le città e soprattutto su com'erano i suoi genitori e tante volte lo aveva chiesto allo zio Rob ,ma ogni volta taceva o cambiava discorso, rimanendo pensieroso per ore.
Fino ad allora non sapeva niente su sua madre e adesso aveva una cosa che era appartenuta a lei. Akemi guardò dubbiosa lo zio negli occhi, senza sapere cosa domandarli per prima.
-Sei uguale a tua madre...- borbottò fra sè e sè guardando la nipote... -Lo so che fino ad ora ti ho tenuta sempre all'oscuro delle tue origini, ma ormai credo che tu sai abbastanza grande per capire...- disse sedendosi su una sedia e guardando pensieroso verso il basso.
-Tu non sei come le altre ragazze della tua età... e c'è un motivo se ti ho sempre tenuta lontana qui....tu...- stava finendo la frase che da fuori della casa l'abbaiare di Egon, il cane, li colse di sorpresa. Egon non abbaiava mai la sera. Akemi si spaventò e corse verso la porta ma venne fermata dallo zio -Tu non ti muovere da qui! Resta in casa! Hai Capito?- il suo tono di voce era talmente serio ed autoritario che Akemi si pietrificò e non disse niente.
L'uomo prese il suo fucile e la sua borsa e uscì di casa sbattendo la porta. Akemi rimase sola in casa, terrorizzata e in lacrime. Cosa doveva fare? Era la prima volta che vedeva lo zio così serio e correre fuori di casa con le armi. Chi c'era là fuori? Da cosa si stavano nascondendo? pensò Akemi.
Uno sparo!  Akemi impallidì e tenne fissi gli occhi sulla porta. Egon continuava ad abbaiare.
Un'altro sparo!   Akemi si nascose in un angolo della casa, tenendo in mano arco e freccie, continuando a tremare.
Non si sentiva più niente. Quel silenzio preoccupava la ragazza ancora di più.  -Cosa faccio adesso? Aspetto... o vado a vedere cos'è successo?...
Dei passi in lontanza si dirigevano verso la casa. Erano passi pesanti e scostanti. Uno dopo l'altro si avvicinavano.
Akemi, ancora pallida e tremante, era pronta a scoccare una freccia verso chiunque fosse intenzionato a varcare quella porta.
Ora era lì dietro la porta. la maniglia si girò e Akemi prese la mira. 

Akemi non provò altro che sollievo quando vide lo zio Rob varcare quella porta. Scoppiò in lacrime e corse verso di lui, ma rimase scioccata quando vide la gamba sinistra dello zio tutta sporca e sanguinate, così come la mano destra.
L'uomo si stese sul divano, accompagnato da Akemi ed Egon. Le parole dell'uomo erano sconnesse e troppo insensate per rispondere alle domande della ragazza. "Sangue", "livello", "vampiri", parole che per Akemi non avevano senso, da cui lo zio Rob l'aveva tenuta lontana per tutti quei anni.

Il giorno dopo l'uomo si svegliò di sovrassalto dopo un incubo. Aveva la gamba sinistra e la mano destra fasciata e Akemi dormiva profondamente accanto a lui. Pianse così tanto che le sue lacrime avevano lasciato un alone bianco sui suoi vestiti.
Finalmente gli ritornò in mente i fatti dell'altra sera e capì che non era un incubo, ma la triste realtà. Triste perchè durante lo scotro aveva capitò che ormai era vecchio ed era fortunato di poter essere ancora vivo e poterlo pensare. 
-Se ieri ce ne fossero stati due in più ora non sarei qui...- la prova era quella gamba gravemente ferita e la mano fasciata. -Un tempo avrei potuto affrontarne una centinaia... Non sono più in forma come una volta...- pensò nostalgico ai vecchi tempi e il ricordo lontano della sorella gli ritornò in mente.
- Mi dispiace sorella, non potrò proteggere Akemi fino alla fine...- guardò la nipote e le accarezzò il viso.

Il sole splendava alto in cielo quando Akemi si svegliò. Si allertò subito dopo che vide il divano davanti a lei vuoto. Corse fuori sperando di trovare lo zio in giardino ma non c'era,trovando solo Egon accucciato davanti alla porta. Andò subito in panico.
-Dove può essere? In quelle condizioni poi... - pensò Akemi e le venne un colpo quando una voce la sorprese alle spalle -Era ora che ti svegliassi!
-Oh mio dio! Mi hai fatto prendere un colpo! Che ti salta in mente di alzarti? Non devi sforzar... e quelli cosa sono?- Disse Akemi puntando un dito verso lo zio. 
-Ehm sono valigie...e sono tue.- disse lo zio sorridendo verso la ragazza.
-A cosa mi servono le valigie adesso?- disse Akemi senza capire e sempre più preocuppata per la gamba dello zio.
-Oh deciso di partire per un viaggio e tu non puoi venire con me, nè rimanere qui da sola e così ho deciso di portarti da un mio vecchio amico!
La ragazza rimase senza parole, convinta che il dolore e la perdita di sangue abbiano fatto impazzire lo zio, -Calmati zio, siediti e ne parleremo con calma.- disse in modo cauto.
-Tranquilla, sto benissimo! Le ferite rendono gli uomini veri uomini! - disse sorridendo. Guardò Akemi e capì che ormai non era più una bambina e si convinse sempre di più della sua decisione; Akemi invece si convinse della sua pazzia e cercò di farlo sedere.
-Devi riposarti! Zio! 
-Ci ho riflettuto a lungo e sono convinto che sia la decisione giusta...- la sua voce era calma e decisa, facendo a capire ad Akemi che stava facendo sul serio.  Non aveva mai pensato a lasciare lo zio e a cambiar casa.
-Ma dove devi adare? E in quelle condizioni poi? Perchè non posso venire con te?
-è meglio così, te l'assicuro... e poi così troverai le domande alle tue risposte...- disse guardandola dritta neglio occhi.
Per Akemi quelle parole furono come un'illuminazione ma l'idea di lasciare lo zio non le andava giù e si formarono le lacrime.
-Ma...ma poi tornerai giusto?
-Sicuro! Verrò a prenderti appena sarò tornato! Su, su, non ci metterò tanto!- disse asciugando le lacrime di Akemi
-E dove starò?
-Da un mio vecchio amico, so che ha fondato un collegio. Ci saranno un sacco di ragazzi della tua età. Ti troveria bene! - Akemi era divisa da due desideri contrepposti: da una parte voleva restare con lo zio nella casa dove era cresciuta mentre dall'altra voleva andare a scuola e trovare degli amici e scoprire il mondo.
-Chi è questo tuo amico?
-Eravamo colleghi un tempo e abbiamo svolte qualche lavoretto insieme... ti puoi fidare di lui!
-Come si chiama?
-Kaien Cross.
   
 
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