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Autore: M4RT1    03/04/2016    1 recensioni
Tenry | Flashfic | Raccolta
Dieci momenti di Teddy e Henry. Dieci curiosità che l'uno conosce dell'altra.
Henry avrebbe dato qualsiasi cosa per poter assistere a uno dei suoi stessi interventi. Per uscire dal suo corpo addormentato e sedersi in galleria a guardare sua moglie urlare ordini con la foga che metteva in certi litigi, oppure muoversi avanti e indietro per tutta la sala fino a essere mandata via, magari da Cristina Yang.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Burton, Teddy Altman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione, Ottava stagione
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Ten things I know about you

#9 - A entrambi piacerebbe avere dei figli

Fluff | Introspettivo | 760 words




Voleva solo distrarsi. Era stata una giornata no per entrambi, così arrivata a casa Teddy aveva solo voglia di sentire la risata del marito che la aspettava sul divano e di controbattere alle sue battutine idiote. Invece, per qualche strana associazione di idee, si erano ritrovato immersi in un silenzio gelido.

Henry aveva lo sguardo basso, fisso sul tappeto, pensieroso. L'aveva spostato quando la conversazione aveva cominciato a degenerare e non era più riuscito ad alzarlo, come se il pensiero di guardarla negli occhi lo mettesse a disagio. Teddy, d'altra parte, sentiva il cuore batterle forte e aveva l'impressione che qualcosa si fosse rotto. 

"Henry" mormorò dopo un po'. Allungò la mano fino a toccare la sua, ma lui la ritrasse.

"Non lo vorresti" disse solo. 

Teddy sospirò, provando di nuovo a stringergli la mano. Il marito aveva i muscoli irrigiditi dalla tensione, ma questa volta accettò che le dita di lei vi si chiudessero attorno. Erano calde e lisce.

"Chi ti ha detto che non lo vorrei?" domandò la donna per la terza volta. 

Henry sospirò con forzata calma.

"Lo so e basta" rispose. 

Non era la prima volta che litigavano. L'avevano già fatto per la scuola di medicina, due volte, e poi c'era stata la questione del cucciolo di cane e i turni al lavoro e un mucchio di altre stupidaggini in cui, a turno, avevano avuto ragione e torto senza che la loro vita cambiasse per quello. Questa volta era diverso, però.

"Non puoi saperlo."

Erano entrambi sul punto di rottura. Come sul ciglio di un burrone, un solo passo falso li avrebbe fatti precipitare entrambi. Così si muovevano cauti, attenti. 

Solo che Henry sapeva di aver ragione. Lo sapeva dall'inizio, da quando avevano cominciato quella stupida convrsaione sui nomi e poi erano passati ai figli e il primo pensiero che gli era venuto in mente era stato che Teddy non era così stupida, non avrebbe voluto figli da lui - figli con il cinquanta percento di possibilità di essere malati. E lui era assolutamente d'accordo. Per quanto l'idea di avere dei bambini, un giorno, gli fosse sempre piaciuta; per quanto sarebbe stato fantastico portare suo figlio alle partite di baseball della loro squadra preferita, e poi andare alle sue, di partite, e magari essere il coach della loro squadra; per quanto il solo pensiero che un giorno avrebbe dovuto fare un discorsetto da padre al primo ragazzo di sua figlia lo divertisse. Per quanto avere una famiglia gli avesse sempre fatto gola, era sempre stato consapevole che non avrebbe mai potuto averne una sua.

"Non sei abbastanza forte."

E adesso aveva fatto quel passo. Aveva lasciato che Teddy cadesse nel precipizio, glielo leggeva negli occhi.

"Chi te l'ha detto?" Rimangialo subito.

"Tu non hai visto i miei genitori. Non li hai mai visti, quando dovevano aspettarmi dopo un intervento." Sto cercando di proteggerti. 

"Ho visto te." Passo metà della mia vita ad aspettare che tu esca dalle sale operatorie.

"Non è la stessa cosa. Non è come stare male. E' veder stare male una persona che ami e che dovresti proteggere." Non sarei abbastanza forte nemmeno io. 

"Io ti amo."

"Anche io." Finiamola qui, per favore.

"Sarebbe bello, avere dei figli."

Henry si alzò di scatto. Si voltò verso Teddy, per la prima volta, e la guardò negli occhi. Sembrava allucinato, sembrava arrabbiato, ma in definitiva sapevano entrambi che era solo tanto deluso dal fatto che sua moglie, che tra l'altro era un medico, non riuscisse ad accettare la situazione. Il che in un certo senso era come non accettare lui.

"Sarebbe bello" ripeté lei. Era come un disco rotto.

Henry scosse la testa. "Sarebbe bellissimo" confermò. "Davvero, io amerei avere dei figli. Con te" aggiunse, precipitoso. "E' solo che non possiamo. Non ti piacerebbe, Teddy" spiegò con calma. Era tornato a sedersi e le stringevaa forte le mani. "Riesci a malapena a sopportare il fatto che io passi un terzo della mia vita in ospedale, pensa come sarebbe con i tuoi figli. E pensa a loro. Che vita farebbero?"

Teddy annuì piano. "Ma non è sicuro che loro avrebbero la tua-" si interruppe.

"No" confermò Henry. "Ma potrebbero. Ed è una possibilità alta, o sbaglio?"

La donna si asciugò stizzita una lacrima che premeva per uscirle. La odiava, odiava quella malattia che minacciava di portarle via il marito e che le aveva già portato via la possiilità di avere una famiglia. Ma più di tutto odiava litigare  con Henry, che invece era lì vivo e avrebbe dovuto godersi il tempo in cui era a casa al posto che all'ospedale. Così poggiò la testa contro la spalla del marito.

"Fa schifo" disse solo, chiudendo gli occhi. Lui la strinse.

"Lo so."



  
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