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Autore: serClizia    04/04/2016    5 recensioni
Nata da tre prompt diversi, che si aggiravano tutti intorno all'impossibilità di Raphael di zittire Simon.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per un drabble event del gruppo We Are Out For Prompts.
ATTENZIONE: in realtà non è dei libri ma della serie, non trovo la categoria.


Simon parla.
Come fa sempre, certo.
Il problema è che sono a letto, e in certi momenti a Raphael piace una certa calma, una certa concentrazione. Soprattutto per la loro prima volta, e Raphael si sta davvero impegnando ad essere gentile, a fare piano.
E invece, Simon parla. Raphael nemmeno lo ascolta più, ormai. Vede la sua bocca aprirsi e riversare fuori i suoi scrosci incontrollati di parole, ma gli arriva solo il suono – quello non potrebbe allontanarlo mai, gli piace troppo la voce di Simon.
Ricolmo di frustrazione, si ferma.
Simon balbetta ancora per qualche secondo, prima di guardarlo, quegli occhioni grandi e spaventati.
“Che… che c’è?”, chiede, tentativo.
I canini gli sfiorano il labbro mentre sorride. Simon lo ricambia, esitante, deve aver intuito che è sulla soglia dell’isteria. Raphael sta seriamente pensando di alzarsi e andarsene, lasciandosi tutta questa cazzata di provare qualcosa per il novellino alle spalle.
Ma Simon è così… indifeso. Nuovo. Esaltante. Diverso. Eccitante. Se solo riuscisse a stare zitto…
“C’è qualcosa che non va, Simon?”, chiede, invece.
“No, certo che no, assolutamente no, non è mica come se stessi facendo… cose, con un uomo, cioè, voglio dire, con un vampiro, con… con te, con un masc…”
“Fa’ silenzio, Simon.”
Con uno schiocco di mandibola, obbedisce.
Raphael si sporge su di lui, le braccia tese ai lati dei capelli scompigliati di Simon.
Gli si avvicina all’orecchio, mordicchiandone la cartilagine con leggerezza. Aveva dato una sufficiente attenzione ai preliminari, ma non è di lubrificazione che Simon ha bisogno.
“Respira…”, gli sussurra.
Simon esala, il fiato tremolante.
Gli fa passare i canini sul collo, sulla gola che, se fossero vivi, palpiterebbe, gonfia di sangue.
“Concentrati…”, e scende, lasciandogli piccoli morsi leggeri sulla pelle, fino ai fianchi. “...sul suono della mia voce.”
Lecca velocemente quel punto proprio sopra l’anca. “Sui miei denti.” Qui li stringe di più, buca la pelle.
Simon inspira bruscamente, stringe le coperte tra le dita.
Raphael sorride. Il piccolo Simon è vampiro dentro e fuori, a quanto pare.
Torna su per premiarlo con un bacio che gli tenga impegnata quella linguaccia, i canini che premono forte tra le labbra, che ostacolano la lingua.
Quando si stacca, Simon lo rincorre un poco, prima di far ricadere pesantemente la testa sul cuscino.
“Ora… vuoi provare tu?”
Simon si illumina come un bambino, quegli occhioni così spalancati di felice sorpresa. Raphael annuisce e si lascia ribaltare sul letto a velocità vampirica.
Simon si avventa sul suo collo per cospargerlo degli stessi morsi che gli sono appena stati insegnati, goffo e vorace.
Raphael sorride compiaciuto di se stesso, facendo salire la mano tra i capelli di Simon: ha trovato il modo perfetto di zittirlo.
  
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