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Autore: Atena_Laufeyson    04/04/2016    4 recensioni
"Ed eccolo lì, in ginocchio a terra, con il volto nascosto tra le mani per soffocare i singhiozzi in modo da non farsi sentire
Non voleva perderlo, non riusciva a sopportarlo. Lo amava, lo amava più di qualunque cosa. E Sherlock non lo sapeva..."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Sherlock!” Urlò John nel bel mezzo della notte, come ormai succedeva da mesi.
Corse nella stanza del detective e si inginocchiò accanto al letto ad aspettare che si calmasse

Un altro dolore lancinante al petto, che lo svegliava la notte facendolo urlare

“E’ tutto ok John” Sussurrò lui senza fiato asciugandosi il sudore dalla fronte

“No non è ok” Ribattè il biondo prendendogli una mano in un gesto quasi involontario “Devi andare da un medico”

“Ce l’ho davanti”

John alzò gli occhi al cielo, esasperato “Senza attrezzature non posso essere di alcun aiuto Sherlock”

“E allora non andrò a farmi mettere la mani addosso da uno sconosciuto” Affermò il detective deciso respirando profondamente

Il biondo lo fissò con un mezzo sorriso. Perché pure quando stava male doveva essere così maledettamente insopportabile?
Sherlock fece una leggera pressione per liberare la mano dalla presa di John, che non aveva ancora accennato a lasciargliela

Scusami” Sussurrò il biondo tristemente “Ora cerca di dormire. Domani cercherò qualcuno disposto a farmi avere un minimo di attrezzatura medica e ti visito ok?

Sherlock annuì per poi sdraiarsi e coprirsi fino al collo, voltando le spalle a John.

John allora uscì dalla stanza. Chiuse la porta alla sue spalle e poi crollò in ginocchio piangendo

Sapeva cosa aveva Sherlock.

Sperava che domani la visita potesse dargli  torto, ma conosceva quei sintomi, non voleva farsi false speranze.
Ed eccolo lì, in ginocchio a terra, con il volto nascosto tra le mani per soffocare i singhiozzi in modo da non farsi sentire
Non voleva perderlo, non riusciva a sopportarlo. Lo amava, lo amava più di qualunque cosa. E Sherlock non lo sapeva.

Non sapeva che quando aveva quei dolori lancinanti poi John passava la notte piangendo per poi crollare addormentato tra le lacrime in un sonno pieno di incubi.
Incubi che si stavano facendo sempre più frequenti. Sognava giorni, vite, attimi senza Sherlock; e questo gli spezzava il cuore in mille pezzi

Con la poca forza che riuscì a trovare John si alzò in piedi asciugandosi le lacrime e si diresse nella sua stanza.
Il mattino dopo come promesso si procurò dell’attrezzatura medica per visitare Sherlock

Se ho qualcosa di grave dimmelo e basta ok?” Disse il detective prima dell’inizio della visita

Senza mai alzare lo sguardo John annuì, poi inizio a visitare
A ogni genere di visita che faceva la sua diagnosi si faceva sempre più concreta. Fino a quando non ebbe più dubbi.
Nonostante se lo aspettasse fu come ricevere una coltellata in pieno petto. Stava male da far schifo. Per tenersi in piedi dovette appoggiarsi a un mobile vicino a lui

“John?” Chiese Sherlock guardandolo con occhi sgranati “John parla...

Hai una grave malattia al cuore” Iniziò il biondo con voce tremante “Devi trovare qualcuno di compatibile per un trapianto”

Sherlock assorbì le informazioni respirando lentamente. Sapeva del suo gruppo sanguigno molto particolare e difficile da trovare e lo sapeva anche John

E se non lo trovassi?” Chiese il detective

John a quel punto non ce la fece più e scoppiò in lacrime gettandosi tra le braccia di Sherlock, che rimase fermo immobile, come se si fosse congelato

“Mi dispiace, so che non dovrei” Singhiozzò John con il volto affondato nell’incavo della spalla di Sherlock

“Nessuno mi aveva mai abbracciato così” Disse Sherlock più a sé stesso che al biondo

Quell’abbraccio gli stava facendo riaffiorare emozioni che non pensava avrebbe mai più provato. Eppure eccole lì, di nuovo a martellargli il cervello.
Quasi senza accorgersene si ritrovò a ricambiare l’abbraccio, stringendo John a se così forte che ad un certo punto quest’ultimo dovette staccarsi per riprendere a respirare
Si asciugò le lacrime per poi guardare Sherlock, che lo fissava, triste

“Mi dispiacerà lasciart...”

Non dirlo nemmeno!” Lo interruppe John picchiando un pugno contro il tavolino poco vicino “Troveremo un donatore a costo di girare ogni fottuto ospedale!”

Da questa frase passarono tre mesi.

Tre mesi senza aver trovato nessuno.

Intanto i dolori si facevano sempre più frequenti, sempre più dolorosi

Non sei obbligato a venire qui tutte le volte” Disse una notte Sherlock, dopo l’ennesimo dolore

Non lo faccio perché mi sento obbligato” rispose John guardandolo negli occhi, riuscendo quasi a vderl brillare nella semi oscurità della stanza

Quegli occhi che lo fregavano ogni volta, nel quale si perdeva sempre. Non poteva nemmeno immaginare l’idea di non vederli più

Era ancora fermo a fissarlo quando Sherlock si sporse per stampargli un bacio sulle labbra
Un bacio per ringraziarlo per quello che stava facendo per lui, un bacio disperato per il poco tempo che ormai gli rimaneva
Ormai era da idioti continuare a negarlo. Amava John, come John amava lui.

Due pezzi di puzzle destinati a completarsi

Sherlock fece per allontanarsi dal biondo, ma questo lo afferrò da dietro la testa e lo spinse di nuovo verso di se per baciarlo di nuovo

Questa volta un bacio più approfondito
Sherlock sentì il volto di John bagnato di lacrime mentre lo baciava. Riusciva quasi a sentire il suo dolore

“Ti amo Sherlock” Sussurrò quando si staccò per riprendere fiato

Il detective in risposta gli stampò un ultimo dolce bacio “Rimani qui con me” Sussurrò accarezzandogli il volto
John allora si sdraiò accanto a Sherlock circondandolo con le braccia e cullandolo dolcemente fino a quando si addormentò.

Da quel sonno Sherlock Holmes non si svegliò mai

Se ne era andato, cullato dalle braccia del suo John. Portato via da una malattia bastarda

I funerali furono chiusi solo a parenti e ai pochi amici

Ora il 221b a Baker street era così vuoto e silenzioso senza il suono del violino che John non riusciva nemmeno e starci
Ogni notte dormiva nel letto di Sherlock, con il cuscino che ancora aveva il suo profumo; e se lo immaginava accanto a lui a parlare dei suoi casi risolti, di nuovi casi della polizia e degli argomenti che scriveva nel suo blog.
Passava in quella stanza sempre più tempo, perdendosi a guardarla in ogni dettaglio

Due settimane dopo la morte di Sherlock, John trovò nella sua stanza la cocaina di cui il detective faceva uso frequentemente

John quasi non se ne rese nemmeno conto della dose enorme che si iniettò in vena

Il dolore era troppo da sopportare. Senza Sherlock non era più lui
Era come se gli avessero portato via un pezzo di cuore. Non poteva più vivere

Quando cadde sul letto scosso da tremori per via dell’overdose sentì il suo dolore sparire sempre più

E ancora di più

Di più...

Fino a quando chiuse gli occhi, ponendo fine a tutto

In quel momento gli parve quasi di sentire il suono di un violino avvicinarsi 

“Sto arrivando Sherlock, sto arrivando”...


Angolo dell'autrice: Buongiorno ricci! :3 Eccomi qui con questa nuove one shot angst. Spero che dopo questa mi vorrete bene lo stesso >_< Non so neanche io perchè l'ho scritta. Ma mi girava in mente da troppo tempo per non metterla su "carta". Spero tanto vi sia piaciuta nonostante l'angst :3 Alla prossima!

 
   
 
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