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Autore: eolide98    06/04/2016    1 recensioni
Ci sono persone che si incontrano per caso, sinfonie che non si conoscono fino a quando qualcuno non ti dice di ascoltarle, pensieri che rimangono celati fino a quando qualcuno non li svela.
Ci sono momenti in cui tutto sembra girare attorno al fallimento. E in quei momenti ci si affoga pian piano. E a volte si aspetta soltanto che qualcuno ci salvi, ci tenga lontano dal vortice che ci sta inghiottendo.
Alla fine bisogna seguire la musica.
Perchè ti porta fuori, ti strappa alle cattiverie del mondo.
La musica è luce.
Ed ogni scrittore che si rispetti non può farne a meno per fare ciò che deve al meglio.
Alle volte musica e parole si intrecciano.
E nasce una splendida storia d'amore...
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Percy Jackson, Reyna, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Cafè Pennac

 

 

I caffè di Parigi sono un posto fantastico dove far colazione.

La gente entra ed esce con tranquillità, quasi non avesse nulla da fare. Si prende il tempo che gli serve, anche se è in ritardo, anche se è piena di cose da fare fino al collo trova il tempo per una tazza di latte caldo o per un tè amarognolo.

C'è vita e movimento nei caffè della metropoli.

E' il posto ideale per scrivere: i rumori, l'aria che profuma di buono, il parlottare leggero della gente, tutto contribuisce a rendere l'atmosfera gradevole, giusta.

 

Nico se ne stava seduto su una sedia malferma. Il Cafè Pennac era aperto da un'oretta circa. Il sole filtrava leggero attraverso la persiana e la stufa elettrica brontolava rumorosamente alle sue spalle. Aveva ordinato un caffè amaro, come al solito, e si preparava a gustarsi tranquillamente la giornata. Il pc gli ronzava davanti, la pagina bianca che quasi lo osservava, in attesa di non si sa cosa. Buttò la testa all'indietro ed i capelli neri caddero morbidi sulle sue spalle. Erano troppo lunghi, Percy glielo ripeteva in continuazione, ma lui davvero non voleva tagliarli. Gli davano un'aria vissuta, stravagante. E poi gli piaceva il modo in cui l'amico glieli accarezzava, quando guardavano un film assieme.

 

Il caffè, amaro, arrivò dopo pochi istanti. A portarlo una ragazza alta e slanciata, che indossava una maglietta bianca con sopra il marchio del Cafè. Si chiamava Reyna ed aveva pressappoco l'età di Nico. I due avevano iniziato ad intrecciar discorsi qualche mese prima. Una sera, quando tutti erano andati via dal locale, lasciandolo semideserto, Reyna aveva trattenuto Nico, chiedendogli di farle leggere qualcosa di suo. E Nico, con la sua tipica semplicità, le aveva risposto che no, non le avrebbe fatto leggere nulla di suo. Non gli piaceva che le persone esaminassero il suo lavoro ( cosa che, in effetti, è parecchio strana, per uno scrittore). Reyna aveva sorriso e gli aveva offerto dello Scotch; da quel momento i due erano buoni amici.

-Ecco a lei, signore!- scherzò la ragazza, poggiando il piattino della tazza sul tavolo di legno davanti a Nico. Una gocciolina si versò vicino alla tastiera ed il ragazzo lanciò un'occhiata rassegnata all'amica.

-Che scrivi di bello?- Reyna si appoggiò al tavolo con tutto il suo peso, facendolo vacillare leggermente.

-Ma non hai nulla di fare? Non ci sono dei clienti da servire o, che so, dei piatti da lavare?- il ragazzo lo disse con aria cinica, per mandarla via. Non che ce l'avesse sul serio con Reyna, ma la giornata non era partita bene e non gli andava che qualcuno gli ronzasse attorno.

-Siamo nervosi?- Nico avrebbe voluto risponderle che sì, era dannatamente nervoso, teso, in ansia. Ma non lo fece. Piuttosto ruotò leggermente il collo, concentrandosi sulla pagina bianca davanti ai suoi occhi.

-Niente che ti riguardi- sussurrò velenoso il ragazzo.

-Problemi con Percy?- aveva centrato nel segno, inutile nasconderlo. Nico abbassò lo sguardo e si lasciò scivolare sullo schienale della sedia, finendo con la testa all'altezza del tavolo.

-Già...-

 

Quella mattina Percy e Nico si erano svegliati incredibilmente tardi. Come tutti i venerdì erano rimasti assieme tutta la notte per guardare serie TV ma, Percy, aveva finito per addormentarsi sul divano verso le due, mentre Nico aveva resistito fino alle cinque, prima di appoggiarsi malauguratamente alla sua spalla e di finir dolcemente catapultato nel mondo dei sogni.

La mattina dopo Percy aveva trovato qualcosa che non avrebbe dovuto.

Nico aveva nascosto un po' di roba nel cassetto delle posate, proprio sotto le tovagliette. E Percy, scoperto che Nico faceva ancora uso di stupefacenti, aveva iniziato a dargli addosso.

I soliti discorsi, i soliti “non serve a nulla”, “ti stai solo facendo del male”.

E Nico gli aveva risposto che eran fatti suoi, quello che fumava o beveva o prendeva. E che di certo non spettava a lui decidere cosa dovesse o meno fare.

 

Le parole sono coltelli affilati, e Nico le sapeva usare fin troppo bene.

Percy si era sentito messo da parte, lo aveva ferito, forse senza volerlo, solo per toglierselo davanti.

Non era bravo a costruire rapporti.

Non gli piaceva aver gente attorno.

Preferiva di gran lunga starsene solo, chiudersi e ripiegarsi in sé stesso, evitando i problemi o semplicemente accettandoli, senza trovare una soluzione, senza lasciare entrare nessuno. Preferiva una dose ad un abbraccio ed un silenzio ad un discorso.

Era fatto così, ed il fatto che Percy ancora non ci avesse fatto il callo dopo tutto quel tempo lo faceva imbestialire.

 

-Bhe, facciamo che il caffè lo offre la casa. Io tra un'ora finisco il turno, andiamo a mangiare qualcosa così magari ti distrai un pochino!- Nico avrebbe voluto dire di no, ma la testa fece su e giù quasi senza che lui volesse. Reyna si allontanò velocemente, lasciandolo solo davanti al foglio bianco, con del caffè caldo tra le mani.

Quel giorno la sua testa non sembrava voler fare il suo lavoro. Le idee non venivano fuori, nonostante lui cercasse disperatamente di scrivere qualcosa. Nico si disse che, forse, ascoltando un po' di musica tutto sarebbe andato meglio, ma non fece nemmeno in tempo a mettersi le cuffie che la campanella del Cafè indicò l'ingresso in sala di un nuovo ospite.

 

Era vestito con un elegante cappotto di panno, che gli arrivava fino alle ginocchia. Lo portava sbottonato, in evidenza una sciarpa rossa che stonava ampiamente con il grigio della giacca. Scosse leggermente i capelli biondi e sorrise. Gli occhi azzurri si fecero più grandi e lucidi, profondi.

Si chiamava Will Solace.

Era un violinista che suonava nell'orchestra del teatro lì vicino. Tutte le mattine, sempre alle dieci e mezza, passava al Cafè a ritirare un cornetto alla marmellata. Portava con sé il violino, nella custodia. In genere prendeva solo il suo pacchetto e se ne tornava da dove era venuto.Ma quella mattina qualcosa era diverso.

Will afferrò il croissant e si diresse verso il tavolo di Nico, tenendo stretta la custodia e sedendosi comodamente di fronte al ragazzo, che era parecchio stranito, a dir la verità.

-Posso sedermi? Non mi va di stare da solo e tu... bhe, non sembri tanto male... ti vedo spesso qui.- Nico inghiottì un sussulto e tentò di non guardare il nuovo arrivato negli occhi.

-Perchè me lo chiedi, se ti sei già seduto, scusa?

-Adoro questo modo di vederla, raggio di sole- Nico diventò color porpora e si morse con forza il labbro inferiore.

-Mi hai appena chiamato raggio di Sole?

-Già.

-Fallo ancora e sei morto.- Nico formulò la frase in maniera semplice, lapidaria, mentre Will sorrideva ammiccando. Will tese la mano verso Nico, i loro sguardi si intrecciarono per un istante.

-Will Solace, piacere!- Nico afferrò la mano del ragazzo con la sua. Sentì i calli sulla pelle, il contatto gli provocò un leggero pizzicore.

-Nico Di Angelo.

 

N.D.A.

 

Si ritorna sempre dove si è stati bene.

Questo è un principio cardine della vita ( oltre che una frase abbastanza melensa).

Dopo mesi torno a scrivere alla grande, a tutta forza, tentando di recuperare, di riempire il silenzio di questi mesi. “Lo scrittore e il Violinista” nasce da una bugia che ho detto, da una cosa che ho raccontato, per gioco e che è diventata più grande di me.

Questa fic uscirà per dieci settimane sia su EFP ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=693957) che su Wattpad (https://www.wattpad.com/user/eolide98).

Questo primo capitolo è stato scritto ascoltando la splendida e poco conosciuta canzone dal titolo “Solo Nuvole” che vi allego (https://www.youtube.com/watch?v=cAFdb6Q1EII&list=LLcGYQW995f0Qk5tv2fBC_rg&index=15).

 

Spero sul serio che la storia vi piaccia.

Vi invito a lasciare un commento ( che fa taaaaanto piacere e mi spinge a continuare a scrivere) o mettere la storia tra le seguite/preferite. Se invece fate parte del popolo di Wattpad votate il capitolo !

Un abbraccio

 

E.f.

 

P.S.

Vi ricordo che Domenica ricominciano anche le pubblicazioni di SUPER. Per chi si fosse perso qualcosa o volesse dare un'occhiata alla storia qui i link :

 

 

   
 
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