“E’ tempo
Di cogliere il salice”
Dice Barbara muta al mio orecchio;
Bevi, Emilia, con me questo calice –
Rugiada antica quanto il mondo è vecchio
Imperla gentile al sospiro dell’alba
I virgulti fragili, del cielo sparso specchio.
Prima che le mattutine brezze
Agili
Sfilino le rugiadose gocce da quei rami
Più belle dei diamanti – o solenni occhi lontani
Per voi s’intreccerà una funebre ghirlanda.
Esaudiamo, Emilia, della morta la preghiera
Ché il salice non ne avrà a soffrire;
Ché forse noi stesse nella fosca sera
Più non potremo farlo in avvenire.