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Autore: NinaD    06/04/2016    2 recensioni
Dal Testo:
"Soul era uscito con l'ennesima sciacquetta presentata da quella testa bacata di Black Star e Maka, nonostante non avesse mai esternato alcun sentimento, si stava decomponendo lentamente e dolorosamente." Ma forse in quella giornata piovosa Maka riuscirà finalmente a dire, o meglio, a dimostrare a Soul cosa prova per lui?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Maka teneva gli occhi sulla fitta rete di parole di quel libro che teneva spasmodicamente fra le mani da quelle che ormai parevano ore, nonostante non stesse leggendo più una lettera. Soul era uscito con l'ennesima sciacquetta presentata da quella testa bacata di Black Star e Maka, nonostante non avesse mai esternato alcun sentimento, si stava decomponendo lentamente e dolorosamente. Ma non l'avrebbe mai ammesso, per questo si era dimostrata occupata e disinvolta mentre Soul girava per casa preparandosi per l'appuntamento, con quello stupido libro davanti alla faccia buttava occhiate furtive al coinquilino. Trattenne anche quell'irritazione nel sentire il suo profumo per casa, profumo che aveva indossato per lei e adesso che era uscito Maka era rimasta come congelata in quella posizione sul divano e con il libro in mano. Dei flebili ticchettii sulla finestra fecero alzare lo sguardo smeraldo di Maka, stava piovendo, un sorriso malefico le comparve sul volto “che dispiacere che l'appuntamento di Soul sia finito cosi tragicamente” pensò sarcastica e maligna pensando alla pioggia improvvisa che doveva aver colpito i due. Ma quel ghigno durò appena qualche secondo quando dei flash si fecero spazio nella sua mente:
“Soul che gentilmente si leva il cappotto dandolo a lei, lei che sorride e lui che arrossisce grattandosi la testa, loro che si riparano dalla pioggia sotto un portico e le mani di Soul che si sfregano sulle braccia di lei per tenerla al caldo, i visi che timidamente si avvicinano fino a sfiorarsi in un bacio tenero”
Maka cacciò quei pensieri sadici con una scrollata di capo dannazione pensò digrignando i denti, il libro scaraventato in malo modo contro la parete.
“Che stupida, Soul non è nemmeno tipo da arrossire” si disse cercando di smentire quei pensieri che le stavano consumando il cuore e il cervello. Camminava solitaria per la casa come un'anima in pena, la pioggia fuori si era fatta più pesante e fitta così come i mille pensieri di Maka.
Perchè doveva essere sempre così? Lei e quel irrefrenabile istinto di ascoltare il cervello invece che il cuore. Aveva impiegato anni per capire i suoi sentimenti per quella testa calda di Soul, non faceva che ripetersi che erano amici, solo amici, poi si convinse che erano molto più, erano maestra e arma, avrebbero dato la vita l'uno per l'altra e se lo erano dimostrato a vicenda più di una volta. Gli anni passavano e adesso che erano cresciuti Maka non si spiegava perchè ogni notte prima di dormire e ogni mattina appena sveglia il primo pensiero era per il suo coinquilino. Non riusciva proprio a capire perchè quando stava male non voleva altri che Soul a prendersi cura di lei e non poteva proprio sopportare quella strana rabbia che le saliva tutte le volte che lo vedeva ammiccare ad un'altra ragazza. Dovette intervenire Tzubaki, più grande e più saggia, a dirle che quello era semplicemente amore, ma Maka, ostinata e cocciuta come sempre, aveva negato con impeto.
E adesso? Perchè stava così male? Perchè le sembrava di non poter respirare? Si guardò intorno in quella casa vuota sentendosi persa. No, non poteva aver fatto lo stesso errore di sua madre, innamorarsi della sua arma che idiozia si passò una mano sul volto mosso da un'espressione mesta e pietosa. Soul avrebbe fatto esattamente come suo padre, così come facevano tutti gli uomini del resto, la loro relazione sarebbe stata fantastica per un po' finché Soul non avrebbe perso interesse e avrebbe cominciato a tradirla serialmente.
La porta d'ingresso si spalancò rivelando un Soul umidiccio e gocciolante
-tempaccio eh?- si sforzò di dire Maka mettendo in pausa quei frenetici pensieri
-non dirlo a me- sbuffò scocciato Soul entrando in casa
-corri a cambiarti, non voglio che mi goccioli per tutta casa- lo rimbeccò subito Maka
-Maka non rompere- rispose lui dirigendosi nella sua stanza, si stava andando subito a cambiare come aveva chiesto lei, Maka sorrise teneramente senza nemmeno accorgersene.
Tornato lui ogni pensiero cattivo sembrava essere meno importante e la casa sembrava di nuovo casa.

L'orologio a parete segnava le sette, quella sera toccava a Maka cucinare ma non ne aveva affatto voglia. Prese il telefono digitando il numero della pizzeria preferita di Soul che si stava ancora cambiando. Non gli chiese com'era andato l'appuntamento, non ne aveva la minima intenzione, si teneva in piedi pensando che l'espressione scocciata di Soul appena entrato in casa non fosse a causa del tempo ma a causa della scarsa compagnia. Con il telefono fra le mani Maka ritornò a pensare per un secondo se Soul fosse davvero capace di tradirla “è un uomo, è nella sua indole” si disse, ma quel sorriso non scompariva dal suo volto. Perchè Maka sapeva la realtà, conosceva Soul e sopratutto conosceva il suo cuore meglio di chiunque altro. Poteva anche essere uno spaccone e una testa calda ma non vi erano dubbi nel fatto che non l'avrebbe mai ferita o tradita. La bionda si alzò presa da uno strano coraggio “e se lui non mi volesse?” Pensò fermandosi a metà corridoio, scacciò quel pensiero dandosi uno schiaffetto sulla guancia “coraggio Maka coraggio” si ripeteva come un mantra entrando di prepotenza nella stanza di Soul.
Lo trovò girato di spalle con lo sguardo perso nel cassettone dei calzini, portava i pantaloni della tuta, il petto nudo e i capelli ancora umidicci.
Si voltò di scatto rivelando la lunga cicatrice sul torace, quella cicatrice che faceva ancora venire gli occhi lucidi a Maka,  e che adesso avrebbe tanto voluto baciare mostrandogli fisicamente la gratitudine che non riusciva ad esprimere a parole e sussurrargli all'orecchio quanto lei non fosse degna di avere un uomo come lui nella sua vita.
-Maka..?- chiese il ragazzo perplesso ma lei non disse niente e per la prima volta ascoltò il suo cuore che adesso minacciava di scoppiarle dal petto.
Con passo deciso annullò la distanza fra loro fiondandosi sulle labbra invitanti di Soul realizzando che erano anni che avrebbe voluto farlo. Soul restò pietrificato per quello che parve un battito di ciglia, poi si lasciò confondere dall'odore di Maka e dalle sue labbra affamate che premevano sulle sue dimostrando un affetto da sempre celato da entrambi. Senza pensarci un secondo Soul alzò le mani liberando i capelli biondi di Maka dalla morsa di quei codini che portava sempre e, infilando le mani in quei soffici fili d'oro, sprofondò nella sua bocca con più impeto. Quello che era partito come un bacio timido e tentennante stava diventando una disperata lotta di lingue e saliva, come se dopo anni sott'acqua avessero scoperto l'ossigeno l'uno nella bocca dell'altra. Soul si allontanò appena facendo mugolare di delusione Maka, i nasi che si sfioravano appena e le labbra bagnate della saliva di lei.
-Maka- soffiò piano, con un tono dolce e intimo, come se dalle labbra gli fosse scappato il più privato dei segreti, Maka alzò lo sguardo avvicinandosi di nuovo alle labbra di lui, era difficile farne a meno una volta assaggiate. Quel contatto sta volta fu del tutto tenero e disarmante, la mano grande di Soul sfiorò la guancia di Maka scendendo ad accarezzarle il collo cingendole poi la vita stringendosela di più addosso. Maka si trovò ad stringere convulsamente le braccia muscolose di Soul quando le sue labbra cominciarono a lasciarle teneri baci bagnati sul collo concentrandosi su quella porzione di pelle appena sotto il lobo -Soul- lo invocò con voce arrochita Maka come un dio, era così maledettamente bravo.
Era impossibile trovare le parole per quelle sensazioni che le laceravano il petto, fu la prima volta nella vita di Maka dove il cervello sembrò semplicemente andare in pausa. Sentiva che sarebbe potuta rimanere tra quelle braccia e su quelle labbra per sempre, completamente ubriaca di tutto ciò che era Soul, nemmeno nei suoi più selvaggi e segreti pensieri aveva potuto immaginare tali sensazioni. Tutto sembrava finalmente avere un senso, si sentiva finalmente completa, e ora più che mai Maka si sentiva sua e solo sua così come sapeva che Soul apparteneva a lei da cima a fondo, anima e corpo. 

Maka posò il telefono sul bancone della cucina con espressione mesta
-ho ordinato la pizza- disse vedendo uscire Soul da camera sua con degli abiti asciutti
-da Gonzo?- chiese Soul mettendosi la sua solita fascetta fra i capelli bianchi
-e dove se no?- rispose lei sorridendo appena, Soul le accarezzò la testolina bionda lasciandola poi da sola in cucina.
Maka trattenne a stento quelle lacrime che minacciavano di scenderle dai grandi occhi verdi. Doveva smetterla di fantasticare così, non faceva che farsi del male. Loro non potevano stare insieme, c'erano troppe cose in ballo e se fosse andato tutto male, se Soul avesse davvero perso interesse in lei tradendola con altre ragazze Maka avrebbe perso per sempre il suo Soul, l'unico uomo al mondo per cui avrebbe dato la vita e non poteva permetterlo. Non solo perchè sapeva che non ce l'avrebbe fatta senza lui ma sopratutto perchè sapeva che non ce l'avrebbe fatta con lui, non l'avrebbe mai perdonato, il suo orgoglio non glielo avrebbe permesso .
Un'anima forte risiede in un corpo forte e in una mente forte, e se lei avesse davvero detto a Soul ciò che sentiva non sarebbe stata forte, avrebbe soltanto aperto quel vaso di pandora pieno di insicurezze e debolezze e mai avrebbe voluto lasciare quel carico emotivo sulle spalle del suo Soul che non avrebbe mai guardato con malizia una ragazza frigida e dal petto piatto come lei. Con passo lento entrò in salotto soffermandosi sulla figura rilassata del ragazzo stravaccato sul divano -tutto bene?- chiese lui preoccupato, perchè Soul conosceva Maka e avrebbe colto la tristezza nei suoi occhi anche a chilometri di distanza -tutto bene- rispose piano lei scomparendo dietro la porta di camera sua, buttando giù quel groppo amaro e lasciando finalmente che quelle stupide lacrime uscissero dagli occhi rigandole le guance.

  
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