Questa storia partecipa al contest Tra Favole, Miti e Leggende ~ Decostruiamo una storia!' indetto da _Schwarz sul forum di EFP.
Font:
Canzone: Highway
to Hell - AC/DC
Fiaba:
Alice nel Paese delle Meraviglie
Fandom:
Soul Eater
Demons of Wonderland
Hey
momma, look at me
I’m on my
way to the promised land.
Le luci fumose di New London
illuminavano a malapena l’asfalto umido di
Carrol’s Street, uno dei vicoli più affollati e
meno sorvegliati dalle squadre
di vigilanza di Wonderland, la parte inferiore della città,
così definita con
un ironico eufemismo. I riflessi dei cartelloni illuminati a gas,
cadendo giù
dai grattacieli che incombevano sulle teste delle due sorelle, creavano
sul
suolo tante piccole stelline bagnate.
Patty li osservava ipnotizzata,
infastidendosi quando lo stivale di
qualcuno pestava la strada e le rompeva la magia. Tendeva a diventare
violenta
quando si innervosiva, ma non era un gran problema in
realtà: la gente che
frequentava Carrol’s Street tendenzialmente era tutta
violenta, e avere accanto
una sorellina dal pugno di ferro e dal grilletto facile aiutava a
prevenire
parecchi problemi. Liz soffiò lentamente il fumo fra le
labbra, assaporando
l’aroma vagamente esotico che fuoriusciva dalla sua pipetta
di legno e
perdendosi per qualche lungo istante in quella nuvola appiccicosa che
le
annebbiava la vista. Era una notte tranquilla. Nessuno sembrava in
cerca di
problemi, e Liz Thompson sinceramente non aveva voglia di andare a
trovarne,
almeno finché durava la scorta di oppio rubato.
Era una bella vita quella delle
sorelle Thompson, o, come le chiamavano
i disgraziati dei bassifondi, i Demoni di Wonderland. Non era facile,
però, non
era mai stata facile: fin da quando erano ancora bambine avevano dovuto
imparare le dure leggi della strada, spesso e volentieri a loro spese.
Insomma,
erano sempre state due ragazzine molto attraenti: soprattutto Patty,
con quel
viso pienotto di bimba bionda e sorridente, e quel corpicino che pareva
uscito
da un dipinto della chiesa, se non fosse stato per il piccolo
particolare che
era privo di ali piumate. I clienti della loro mamma, quando erano
ancora
piccole, non avevano mancato di fare qualche pensierino anche su di
loro, ma
fino a quando c’era lei (…era la più
bella di tutta New London, e manteneva dei
prezzi concorrenziali) nessuno aveva mai avuto il coraggio di toccarle.
Peccato
però che la brava signora avesse avuto la pensata di
mollarle sole al mondo
quando la più grande non aveva ancora compiuto i tredici
anni, morendosene di
tisi in una delle case di cura gestite dalle monache vicino al porto,
fra le
malsane esalazioni delle alghe in via di decomposizione e i vapori
tossici
delle navi mercantili. Allora le cose avevano iniziato a diventare
difficili.
Presto le due ragazzine erano
diventate sinonimo di “pericolo”, perché
quando due bimbe si accorgono dell’effetto che fanno le loro
lunghe ciglia con
i signorotti benestanti e ben ripieni di denaro, di quelli che
frequentavano
assiduamente la loro cara mamma, imparano molto presto a usare anche le
pistole.
E, dopo un paio di volte che finisce male, imparano anche che un morto
in più o
in meno in una città grande come la loro fa molta poca
differenza.
“Guarda
Patty! Chi sta arrivando? A
me sembra proprio un piccolo coniglietto sperduto. Tu che
dici?”
La ragazzina bionda sollevò
il capo e si accorse che ormai era scesa la
notte, e la via in quel momento sembrava essersi momentaneamente
svuotata. Solo
una personcina vi barcollava in mezzo, spostando la testa di qui e di
là forse
in cerca di raccapezzarsi sulla direzione che aveva preso (e perso,
evidentemente): pareva un giovanotto di buona famiglia, con lucidi
capelli neri
e abiti stirati dello stesso colore, con un orologio da taschino in
mano che
sembrava catturare tutta la sua attenzione assieme al suo interesse per
i nomi
delle vie. Aveva l’idea di essere molto nervoso, quasi
nevrotico.
Liz aveva notato subito i bagliori
dorati che lanciava la catenina del
pesante congegno segna-tempo, e aveva pensato che, in fondo, qualcuno
quella
notte aveva davvero voglia di trovarsi in un bel problema al profumo di
polvere
da sparo e cipria scadente.
“…tu
che ne dici? È in ritardo? Si è perso e
farà tardi al suo the con pasticcini alla casa
della duchessa? Che ne dici, gliela diamo noi due, una
indicazione?”
Il sorriso di Patty si
allargò molto lentamente, mentre osservava il
rampollo, e la sua mano sollevò istintivamente la pesante
gonna di velluto,
strisciando sulla coscia dalla pelle bianchissima, fino a incontrare la
pistola
stretta nella giarrettiera.
“Oh,
sì! Coniglietto!”
Patty non era proprio la
più sana delle sorelline. Liz sapeva, però, che
dopo tutto quello che aveva passato la piccola Patty era già
fortunata così, a
vedere lo spacciatore come un grasso Brucaliffo e la mezzana del
bordello in
cui vivevano come la arrogante Regina di Cuori: un po’ era
anche colpa sua, che
le raccontava sempre un sacco di fiabe al posto di quella
realtà sporca in cui
si erano trovate a vivere. In ogni caso, tutte le loro vittime
impazzivano
sempre per lei, prima che Liz piantasse la sua pistola contro le loro
tonsille.
La maggiore si alzò e si
sistemò il corpetto rigido, infilandosi la
vecchia pipa che aveva appena svuotato fra il cuoio e la pelle nuda
sotto la
biancheria. Acconciò i lunghi capelli color mogano nella
crocchia, per darsi un
tono ed evitare che le finissero nei seducenti occhi truccati.
Quella notte si sarebbero divertite un
sacco, con quel coniglietto in
ritardo.
Nei sobborghi della fumosa New London,
lo scoppio di uno sparo fece
sollevare in volo centinaia di piccioni dagli alti tetti dei palazzi,
che frusciarono
tutti insieme parendo quasi colombe.
Che bella, la vita dei Demoni di
Wonderland, che le leggi se le
dettavano da sole, e le infrangevano comunque.
La loro era corsa sfrenata verso l’Inferno, che, dopotutto, doveva essere un posto parecchio divertente.
And
I'm going down, all the way down
I'm on the highway to
hell.