Anime & Manga > Soul Eater
Ricorda la storia  |      
Autore: Ilarya Kiki    08/04/2016    2 recensioni
Il cielo di New London è buio e fumoso, e i suoi sobborghi sono popolati dalla malavita. Tra questa gentaglia, bazzicano anche le sorelle Thompson.
“…tu che ne dici? È in ritardo? Si è perso e farà tardi al suo the con pasticcini alla casa della duchessa? Che ne dici, gliela diamo noi due, una indicazione?”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia partecipa al contest Tra Favole, Miti e Leggende ~ Decostruiamo una storia!' indetto da _Schwarz sul forum di EFP.

Font:

Canzone: Highway to Hell - AC/DC
Fiaba: Alice nel Paese delle Meraviglie
Fandom: Soul Eater

Demons of Wonderland

 

 

Hey momma, look at me
I’m on my way to the promised land.

Le luci fumose di New London illuminavano a malapena l’asfalto umido di Carrol’s Street, uno dei vicoli più affollati e meno sorvegliati dalle squadre di vigilanza di Wonderland, la parte inferiore della città, così definita con un ironico eufemismo. I riflessi dei cartelloni illuminati a gas, cadendo giù dai grattacieli che incombevano sulle teste delle due sorelle, creavano sul suolo tante piccole stelline bagnate.

Patty li osservava ipnotizzata, infastidendosi quando lo stivale di qualcuno pestava la strada e le rompeva la magia. Tendeva a diventare violenta quando si innervosiva, ma non era un gran problema in realtà: la gente che frequentava Carrol’s Street tendenzialmente era tutta violenta, e avere accanto una sorellina dal pugno di ferro e dal grilletto facile aiutava a prevenire parecchi problemi. Liz soffiò lentamente il fumo fra le labbra, assaporando l’aroma vagamente esotico che fuoriusciva dalla sua pipetta di legno e perdendosi per qualche lungo istante in quella nuvola appiccicosa che le annebbiava la vista. Era una notte tranquilla. Nessuno sembrava in cerca di problemi, e Liz Thompson sinceramente non aveva voglia di andare a trovarne, almeno finché durava la scorta di oppio rubato.

 

Era una bella vita quella delle sorelle Thompson, o, come le chiamavano i disgraziati dei bassifondi, i Demoni di Wonderland. Non era facile, però, non era mai stata facile: fin da quando erano ancora bambine avevano dovuto imparare le dure leggi della strada, spesso e volentieri a loro spese. Insomma, erano sempre state due ragazzine molto attraenti: soprattutto Patty, con quel viso pienotto di bimba bionda e sorridente, e quel corpicino che pareva uscito da un dipinto della chiesa, se non fosse stato per il piccolo particolare che era privo di ali piumate. I clienti della loro mamma, quando erano ancora piccole, non avevano mancato di fare qualche pensierino anche su di loro, ma fino a quando c’era lei (…era la più bella di tutta New London, e manteneva dei prezzi concorrenziali) nessuno aveva mai avuto il coraggio di toccarle. Peccato però che la brava signora avesse avuto la pensata di mollarle sole al mondo quando la più grande non aveva ancora compiuto i tredici anni, morendosene di tisi in una delle case di cura gestite dalle monache vicino al porto, fra le malsane esalazioni delle alghe in via di decomposizione e i vapori tossici delle navi mercantili. Allora le cose avevano iniziato a diventare difficili.

Presto le due ragazzine erano diventate sinonimo di “pericolo”, perché quando due bimbe si accorgono dell’effetto che fanno le loro lunghe ciglia con i signorotti benestanti e ben ripieni di denaro, di quelli che frequentavano assiduamente la loro cara mamma, imparano molto presto a usare anche le pistole. E, dopo un paio di volte che finisce male, imparano anche che un morto in più o in meno in una città grande come la loro fa molta poca differenza.

 

“Guarda Patty! Chi sta arrivando? A me sembra proprio un piccolo coniglietto sperduto. Tu che dici?”

La ragazzina bionda sollevò il capo e si accorse che ormai era scesa la notte, e la via in quel momento sembrava essersi momentaneamente svuotata. Solo una personcina vi barcollava in mezzo, spostando la testa di qui e di là forse in cerca di raccapezzarsi sulla direzione che aveva preso (e perso, evidentemente): pareva un giovanotto di buona famiglia, con lucidi capelli neri e abiti stirati dello stesso colore, con un orologio da taschino in mano che sembrava catturare tutta la sua attenzione assieme al suo interesse per i nomi delle vie. Aveva l’idea di essere molto nervoso, quasi nevrotico.

Liz aveva notato subito i bagliori dorati che lanciava la catenina del pesante congegno segna-tempo, e aveva pensato che, in fondo, qualcuno quella notte aveva davvero voglia di trovarsi in un bel problema al profumo di polvere da sparo e cipria scadente.

“…tu che ne dici? È in ritardo? Si è perso e farà tardi al suo the con pasticcini alla casa della duchessa? Che ne dici, gliela diamo noi due, una indicazione?”

Il sorriso di Patty si allargò molto lentamente, mentre osservava il rampollo, e la sua mano sollevò istintivamente la pesante gonna di velluto, strisciando sulla coscia dalla pelle bianchissima, fino a incontrare la pistola stretta nella giarrettiera.

“Oh, sì! Coniglietto!”

Patty non era proprio la più sana delle sorelline. Liz sapeva, però, che dopo tutto quello che aveva passato la piccola Patty era già fortunata così, a vedere lo spacciatore come un grasso Brucaliffo e la mezzana del bordello in cui vivevano come la arrogante Regina di Cuori: un po’ era anche colpa sua, che le raccontava sempre un sacco di fiabe al posto di quella realtà sporca in cui si erano trovate a vivere. In ogni caso, tutte le loro vittime impazzivano sempre per lei, prima che Liz piantasse la sua pistola contro le loro tonsille.

La maggiore si alzò e si sistemò il corpetto rigido, infilandosi la vecchia pipa che aveva appena svuotato fra il cuoio e la pelle nuda sotto la biancheria. Acconciò i lunghi capelli color mogano nella crocchia, per darsi un tono ed evitare che le finissero nei seducenti occhi truccati.

Quella notte si sarebbero divertite un sacco, con quel coniglietto in ritardo.

 

Nei sobborghi della fumosa New London, lo scoppio di uno sparo fece sollevare in volo centinaia di piccioni dagli alti tetti dei palazzi, che frusciarono tutti insieme parendo quasi colombe.

Che bella, la vita dei Demoni di Wonderland, che le leggi se le dettavano da sole, e le infrangevano comunque.

La loro era corsa sfrenata verso l’Inferno, che, dopotutto, doveva essere un posto parecchio divertente.

 

 

And I'm going down, all the way down
I'm on the highway to hell.

Image and video hosting by TinyPic

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: Ilarya Kiki