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Autore: Sylvie91    08/04/2016    3 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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-Che ne è di Bilbo?- chiede Ori, guardando uno strano rossore che si va formare sulla roccia, intorno alla porta di Erebor ancora aperta.
-Diamogli altro tempo..- risponde Thorin girando le spalle, come se non avesse sentito quel boato venire dalle profondità di Erebor.
-Tempo per fare cosa? Per essere ucciso.- afferma Balin avvicinandosi al suo allievo con uno sguardo indagatore e allo stesso tempo deciso.
-Tu hai paura.- ribatte Thorin incontrando lo sguardo azzurro del vecchio nano, che non demorde.
-Si, ho paura… ho paura per te: una malattia grava su quel tesoro, una malattia che portò tuo nonno alla pazzia.- risponde l’anziano nano.
-Io non sono come mio nonno.- continua il moro girandosi nuovamente e dando le spalle all’entrata di Erebor.
-Non sei te stesso. Il Thorin che conosco non esiterebbe ad entrare…- cerca di convincerlo Balin, rimanendo fermo al proprio posto; mentre gli altri guardano alternativamente la discussione e il contorno della porta che sembra prendere fuoco.
-Non metterò a rischio questa impresa per la vita di uno scassinatore.- ringhia Thorin, cercando di intimidire Balin.
-Bilbo, il suo nome è Bilbo.- corregge l’anziano nano sfidando apertamente il suo Re.
-Thorin.- interviene la voce bassa di Dwalin cercando di smuoverlo e attirando su di sé il suo sguardo –Ho promesso di seguirti; ma noi dobbiamo la vita e la libertà a quel piccoletto, non possiamo lasciarlo solo davanti ad un drago. Io entrerò la dentro, che tu lo voglia o no! Ti ricordo che è stato lui a salvarti da Azog.-
Si gira verso l’amico con i suoi occhi di ghiaccio e inflessibili, i capelli gli incorniciano il volto stravolto e quasi confuso; Dwalin sguaina l’ascia davanti a lui e s’inchina –Dimostra che sei il mio Re.-
Thorin fissa un attimo Dwalin, inginocchiato e con gli occhi socchiusi, prima di sguainare anche lui la spada ed entrare dentro; i nani lo seguono tranne il guerriero pelato, il quale aspetta che suo fratello si avvicini prima di alzarsi e abbracciarlo.
Si dicono qualcosa sottovoce e poi entrano seguendo gli altri e lasciandomi un attimo sola, un po’ titubante e un po’ commossa per quel che ho visto; probabilmente se non ci fosse stato Dwalin a colpire i punti giusti Thorin non si sarebbe mosso, ciò nonostante sia lui che Balin sono pronti nuovamente a seguirlo.
Guardo un attimo verso l’esterno della montagna, prima di fare un profondo respiro ed entrare, per raggiungere il prima possibile gli altri.
Sentiamo una voce fonda che parla in lontananza, sarà sicuramente il drago; i corridoi sono stretti e siamo costretti a correre uno dietro all’altro, per fortuna che il soffitto è abbastanza alto tanto che non sono obbligata a correre con la schiena piegata.
Il mio cuore è un tamburo, lo sento talmente forte che spero che nessun altro possa sentirlo, mi asciugo le mani sulla stoffa della camicia passando la spada da una mano all’altra, respiro piano per rilassare i muscoli e liberare la mente; sto morendo dalla paura.
Un altro terremoto causato dal drago mi  prende di sorpresa, tanto che cado a terra col sedere; fortunatamente Oin mi ritira su offrendomi in aiuto la sua mano e coprendomi le spalle nel resto della corsa.
Thorin ci ha staccato andando in avanscoperta conoscendo, meglio di tutti, i corridoi e gli anfratti, tanto che per poter seguirlo dobbiamo azzardare la strada  seguendo i pochi rumori che  si sentono.
Rimango tra Dwalin e Oin cercando di muoverci ascoltando i rumori attorno a noi, poi un suono metallico all’improvviso in fondo ad un corridoio attira la nostra attenzione; e subito dopo ci ritroviamo a correre in quell’anfratto da cui sembra provenire il rumore.
Alla fine del tunnel scelto vediamo Thorin e Bilbo, quindi velocizziamo la corsa, raggiungendoli e trovandoci proprio davanti al drago;  è un mostro gigantesco le ali nere sono ripiegate su di lui non riuscendo ad aprirle completamente, il corpo è allungato e teso verso di  noi, un ruggito e il suo addome diventa rosso rubino.
-Brucerete!- urla il mostro.
Ed ecco il calore che si diffonde nella stanza intorno a noi, seguo la compagnia buttandomi dalla scalinata per andar a finire in mezzo ad un mare di oro, mi guardo attorno per vedere se c’è qualcosa di utile e su un lato vedo uno scudo d’argento, corro a prenderlo prima che un'altra fiamma mi sfiori per poi nascondermi con gli altri all’interno di una stanza.
Thorin è ultimo con me, la fiammata ci raggiunge all’entrata e metto lo scudo a nostra protezione, fortunatamente la presa dello scudo è ricoperta di una pelle nera altrimenti potevo dire addio alla mano.
-Andiamo!- ci ordina Thorin subito dopo essere entrati e lo seguiamo, siamo davanti una specie di ponte aperto; non vi è alcuna protezione e non si può saltare in caso di necessità, altrimenti finiamo spiaccicati –Dobbiamo andare nella parte ovest, magari c’è una via di uscita.- sussurra Thorin.
-No, è troppo in alto.- interviene Balin.
-E’ la nostra unica possibilità. Dobbiamo tentare.- ribatte il moro cominciando a fare strada.
Camminiamo silenziosamente lungo il ponte cercando di non fare rumore quando il tintinnio di una moneta ci preoccupa, ci giriamo verso Bilbo ma non è lui che perde monete.
 Alziamo lo sguardo e c’è il drago sopra di noi e la sua corazza perde continuamente dei preziosi.
Le sue zampe sono terrificanti, vedo le squame vermiglie e i suoi lunghi artigli neri, che si piegano sulle architravi per fare da presa; Thorin ci indica di continuare con la mano, appena il corpo del drago ci oltrepassa.
Riusciamo a passare inosservati, arriviamo ad un altro corridoio dove riprendiamo la corsa –Stati uniti.- ci intima Thorin continuando a correre senza tregua, finchè non giungiamo ad un’altra stanza piena di cadaveri imbalsamati dalle ragnatele.
Sono di sasso, è uno spettacolo orribile.
Cerco di trattenere un conato di vomito che sento salire in gola e per fortuna ci riesco, non voglio sporcare questo luogo di morte, per rispetto dei defunti; guardo Thorin ed è basito come il resto dei nani, spero solo che tra questi corpi non ci siano loro conoscenti o parenti.
-E’ così allora non c’è via d’uscita.- afferma Dwalin scoraggiato, guardando atterrito i suoi simili.
-Gli ultimi della nostra famiglia, saranno venuti qui sperando l’impossibile.- sussurra Thorin, con gli occhi sgranati.
Ci sono bambini, donne e uomini ai nostri piedi, la morte ha catturato tutti tra le sue scheletriche braccia e con la sua falce, strappando loro la speranza, chiudendo quella che era l’unica porta d’uscita con una frana.
-Potremo provare a raggiungere le miniere… potremo durare un altro giorno.- afferma Balin scosso e sconfortato.
-Io non voglio arrendermi.- intervengo, sentendo le lacrime prepotenti spingere per uscire; ma che subito scaccio passando il braccio sopra gli occhi.
-Cosa vorresti fare?- si volta Dwalin guardandomi in maniera sarcastica.
-Ci deve essere un modo. La storia non è finita.- affermo guardando Thorin, l’unico che può capire il significato delle mie parole.
-Stai farneticando, non dovevi venir con noi.- continua Dwalin, ferendomi con le sue parole e in questo modo facendo venir fuori il mio orgoglio per il momento nascosto dalla paura.
-Guarda la tua gente, vuoi unirti a loro?- chiedo guardando prima il guerriero pelato e poi tutti gli altri.
-No, io non morirò in questo modo. Arrancando per respirare.- afferma Thorin –Andremo alle fucine.-
-Lui ci vedrà, certo come la morte!- esclama Dwalin.
-No, se ci dividiamo.- ribatte con calma Thorin.
-Thorin non ce la faremo mai…- nega Balin.
-Qualcuno di noi potrebbe, conduciamolo alle fucine… uccideremo il drago, se la cosa finirà tra le fiamme allora bruceremo tutti assieme.- ribatte il principe sempre più deciso di conquistare la sua patria, probabilmente il vedere la sua gente l’ha scosso nel profondo.
E da parte mia un’idea piuttosto folle sta prendendo piede, idea che sicuramente mi porterà ad una veloce quanto, spero, indolore morte.
- Credo che potrei distrarre la bestia, per darvi il tempo necessario alla fuga.- intervengo facendomi avanti verso Thorin.
-Sei pazza, distrarla? Non se ne parla.- mi risponde lui, zittendomi con una mano.
-Thorin, io vengo da un altro mondo, magari non riconosce il mio odore come con Bilbo.- affermo per poi girarmi verso il resto della compagnia e notare il loro sguardo piuttosto stralunato alle mie parole –Oh dannazione! Finita sta cosa vi spiegherò tutto! Bilbo, devo palarti in privato.-
Mi sposto un po’ fuori dalla stanza in modo che i nani non mi sentano assieme allo hobbit, fino a quando non siamo a portata di orecchio –Bilbo, ho bisogno del tuo segreto.-
-Del mio a-anello?- balbetta lui stringendo con una mano il suo taschino all’altezza del cuore.
-Sì.- conferma decisa, dato che quella cosetta mi può garantire un minimo di salvezza.
-E’ mio, solo mio...- cantilena Bilbo, con gli occhi leggermente vuoti e girandomi quasi a darmi le spalle.
-Bilbo, te lo ridarò appena finito distrarlo, ti do la mia parola.- giuro, appoggiandogli una mano sulla spalla e sentendolo rilassarsi al tocco.
-Io… io…-
-Bilbo, mi potresti salvar la vita con questo favore.- gli tendo la mano aspettando che l’anello cada su essa e guardo fissa lo hobbit, che, titubante, mette una mano nel suo taschino e prende il gioiello, lo guarda e poi lo appoggia con fatica sul mio palmo –Grazie, prometto che lo riavrai presto. – chiudo il pugno sull’oggetto –Andiamo dagli altri.-
Ci dirigiamo verso gli altri nani che stanno confabulando tra loro –Ragazzi, sono pronta io esco.-
-Anaïs, sei sicura?-
-No, Thorin. Ma voglio provarci.- ammetto sentendo che il mio tentativo di mantenere la voce ferma è andato a vuoto –Da qui dove sono le fucine? Per poi raggiungervi…-
-Segui il corridoio e gira sempre a sinistra.- mi risponde Balin guardandomi con aria visibilmente preoccupata.
-Vado, quando mi sentite parlare con il drago muovetevi.-
Lascio i miei compagni, non so neanche perché lo faccio, è una follia questa, una stupida follia, ma qualcosa dentro di me mi spinge ad osare, forse il vedere tutti quei corpi mi ha dato il coraggio necessario e poi ho come il presentimento che tutto andrà bene, per il momento.
Credo che sia solo la voglia di finire questa storia, per ritornare il più velocemente possibile a Esgaroth, voglio rivedere il prima possibile Fili; che tra parentesi se mi vedesse, sarebbe a tentare di uccidermi come minimo.
Metto apposto lo scudo su una mano ed impugno forte la spada nell’altra, l’anello è in tasca; non pensavo  fosse così pesante
Sono sopra un ponte simile a quello attraversato prima e lo percorro, sotto di me c’è un piccolo cumulo d’oro ma sufficiente per la mia idea, il mio cuore dà il ritmo ai miei passi, oltre a questo non sento nient’altro.
Davanti a me rocce non lavorate diverse rispetto all’altra stanza, ispide e nere, all’improvviso una zampa si appoggia a queste ed una voce rimbomba –Fuggite! Fuggite! Mettetevi in salvo!-
Rimango ferma sul ponte e attendo che si avvicini –Smaug!- urlo sentendo la mia voce forte, contrariamente al mio corpo che trema.
-Chi sei tu? Non riconosco il tuo odore.- si avvicina il drago con gli occhi che sono una fessura nera.
-Sono un umana.- rispondo titubante, cercando di farmi forza stringendo la spada.
-Ho i miei dubbi.- sibila il drago, alzando il collo, facendo si che lo veda nella sua magnificenza.
-In che senso?- domando confusa, imponendo di non fare movimenti bruschi.
-Riconoscerei il tuo odore, ne ho mangiati non pochi di umani. Li trovo troppo magri.- continua soffiando il suo alito caldo sul mio volto.
-Sono umana, ma non sono della Terra di Mezzo.- affermo sincera.
-Da dove vieni?- domanda curioso avvicinandosi un po’ col volto.
-Da un posto in cui i draghi sono tutti morti o frutto della fantasia.- gli sorrido maliziosa, per poi sentire la sua fragorosa risata -Ti piace scherzare col fuoco ragazzina, ho capito cosa sei!-
Ho una mezza idea di come vuole finire la frase, quindi veloce mi butto giù dal ponte mettendo lo scudo sotto il mio sedere e atterrando così sul cumulo, scendendo su di esso come se fosse con uno slittino aggirandolo tra  le sue zampe e sento  il suo urlo selvaggio –Sei morta!-
Scendo velocemente sfruttando l’inerzia creata dalla discesa, il drago è dietro di me ed uso il riflesso della spada per vedere se e quando vuole colpire con il suo alito di fuoco… eccolo infatti, sposto il peso a destra in modo quindi di girare a sinistra con una curva stretta.
I preziosi ai miei piedi sono notevolmente ridotti, ne prendo un po’ e ne metto in tasca, mi saranno utili più tardi, abbandono il mio scudo e rifodero la spada… nascondendomi in una sporgenza della roccia.
Recupero l’anello e senza esitazione lo infilo al dito, poco prima che il drago entri nella stanza; è strano come veda il mondo con addosso l’oggetto: i colori sono rovinati e i movimenti del drago sembrano rallentati, a parte il fatto che sento una strana pressione alla testa nata subito dopo averlo indossato. Non ci devo fare caso.
-So che sei qui, sento l’odore tuo e dell’oro che porti… come il tuo amico Cavalca Barili.-
La pressione si fa più forte con il drago davanti a me, che mi guarda con il suo occhio ferino, prendo un paio di monete dalla tasca e le lancio lontano da me; il drago si distrae senza muovere la testa e girando solo gli occhi in direzione del rumore, prendo un pugnale dalla cinta e glielo lancio sull’occhio più vicino a me.
La corazza sarà fatta del metallo più resistente, ma gli occhi per mia fortuna no.
Un urlo spaventoso rimbomba nella stanza e credo nella intera Erebor, il drago si tiene l’occhio leso con le zampe ed io ne approfitto per scappare via.
-Appena ti prendo ragazzina, ti farò morire tra i miei artigli lentamente e dolorosamente.-
Corro con l’anello ancora addosso e cercando le fornaci, sperando che i nani siano stati in grado di attivarle; il drago mi segue sentendo l’odore mio e dell’oro nascosto nelle mie tasche, che talvolta faccio cadere a distanza comunque di sicurezza.
Ad un certo punto sento la voce di Balin, in fondo al salone, che esclama –Per di qua!-  
Seguo la voce e lo raggiungo, notando che con lui ci sono anche Thorin e Bilbo; tuttavia sono ancora invisibile e Thorin è poco più avanti.
-Vai con Balin!- gli ordina il nano ed anche seguo il suo ordine trovo rifugio in un cunicolo ove si trova anche Balin, poco prima dell’arrivo di una fiammata.
-Vi ho trovati…- affermo togliendomi l’anello e spaventando Balin, prendendolo un poco di sorpresa.
-Bambina mia… sei qui.- sussurra un poco rassicurato nel vedermi.
-Sì, l’ho ferito ad un occhio… perlomeno ha la visuale ridotta, solo che ora è un pelo incattivito; Bilbo che bello vederti.- affermo avvicinandomi a lui per infilargli di nascosto l’anello nel taschino.
-Dai, dobbiamo andare per di qua.-
Corro seguendo Balin e indico a Bilbo il taschino che guarda con aria sollevata, entro poco riusciamo a raggiungere le fornaci dove sono riuniti anche il rimanente della compagnia.
-Questo piano non funzionerà: le fornaci sono fredde come il marmo.- afferma Dwalin.
-Ha ragione, non abbiamo un fuoco abbastanza forte per accenderle.- conferma il fratello visibilmente preoccupato.
-No. Ce l’abbiamo.- dice Thorin -Non pensavo fosse così facile metterti nel sacco!- urla rivolto al drago e subito una zampa esce dalla profondità –Sei diventato lento e grasso, nel tuo rimbambimento. Lumacone.-
Il drago ci guarda e purtroppo la ferita sembra non avergli fatto alcun danno, l’occhio sembra comunque buono anche se graffiato.
-Al riparo.- ci ordina Thorin ed io mi piazzo dietro a una colonna di pietra  che sorregge l’intera fornace, aspettando la fiamma di Smaug, che per via della sua forza riaccende immediatamente  la fornace.
-Bombur, metti in funzione i soffietti.- ordina Thorin, mentre il drago cerca di sfondare la grata di ferro che gli blocca l’entrata.
-Bilbo, Anaïs lassù al mio segnale tirate quella leva!- facciamo entrambi un cenno di assenso e ci muoviamo di corsa arrampicandoci su una costruzione ricavata dalla pietra viva, dove c’è una grande leva; impossibile per entrambi tirarla da soli.
Il ferro delle sbarre comincia a piegarsi alla forza del drago e il rumore del cancello che sbatte per terra è rimbomba nella fornace, facendomi tremare, dall’alto della mia posizione vedo Balin muoversi con Ori verso una stanza nascosta, non ho la minima di idea di che cosa vogliano fare.
Il drago è entrato all’interno della fornace e si muove tra quelli che sono i grandi forni e si posiziona proprio innanzi a me e Bilbo, ma poi svolge lo sguardo verso Thorin che  ci da il segnale; saltiamo per raggiungere la leva e riusciamo ad abbassarla, subito dopo si apre un condotto d’acqua il cui getto potente colpisce in pieno il drago e fa morire la sua fiamma.
L’acqua a contatto con la bestia fa nascere quello che è un forte vapore, una corrente calda che a momenti ci sposta, questa fa muovere gli ingranaggi della fornace e si muovono anche quelli che sono dei vagoni sospesi nel vuoto.
Il drago si avvicina di nuovo a me e Bilbo, i nani cercano inutilmente di bloccarlo con delle bombe artigianali che non scalfiscono minimante la sua avanzata, fortunatamente Gloin taglia i vagoni sospesi e carichi di oro addosso alla bestia.
Prendo Bilbo per mano e lo tiro via da questo bordello, vedo la roccia cominciare a creparsi sotto i nostri piedi, scappiamo  tenendoci per mano e usando come scivolo una trave ormai caduta; il cammino del drago viene fortunatamente bloccato dalle varie costruzioni che non fanno altro che crollare accartocciandosi contro di lui.
Io e Bilbo senza mollarci ci troviamo ora davanti ad un enorme sala piena di grandi stendardi e le cui ali sono separate da grandi volte, è monumentale e se potessi mi godrei il posto così bello nella sua particolarità.
Entriamo nel salone principale, ma subito ci segue anche il drago che rompe l’architrave del salone per  entrare nella galleria, facendo cadere gli stendardi sopra a me e allo Hobbit.
-Voi due credete di ingannarmi Cavalca Barili e tu impudente ragazzina? Siete venuti da Pontelagolungo: questo è uno squallido complotto ordito da questi luridi nani e quei miserabili uomini del lago; quei piagnucolosi codardi, con i loro lunghi archi e le frecce nere. Forse è il momento che faccia loro una visita.-
Esco fuori dal nascondiglio con Bilbo, io sguaino la spada mentre lo Hobbit comincia a parlare –Non è colpa loro! Fermo non puoi andare a Pontelagolungo!-
-Oh tu tieni a loro non è vero?- chiede il drago a Bilbo.
-Sono innocenti…- intervengo sopraffatta, preoccupata dell’incolumità degli altri nani ancora fermi alla cittadina sul lago.
- Anche tu tieni a loro. Bene allora potete guardarli morire.- ride il drago.
Il drago ci gira le spalle ed un senso di sconforto mi coglie, come posso fermarlo? A Pontelagolungo c’è Fili e non solo: anche Kili, Bofur ed Oin; poi sento la voce di Thorin –Qui!- urla e attrae l’attenzione del drago innanzi a una grande statua di pietra –Inutile stupido verme!-
-TU?- si avvicina il drago sempre più al nano, che continua a sfidarlo con lo sguardo.
-Adesso mi riprendo ciò che tu hai rubato!-
-Tu non ti riprenderai niente da me! Nano, io ho annientato i tuoi guerrieri tempo fa, io ho instillato il terrore nel cuore degli uomini, io sono il Re sotto la Montagna! –afferma ergendosi dinnanzi al nano.
-Questo non è il tuo regno; è il territorio dei nani, l’oro dei nani e noi avremo la nostra vendetta! . gabilkhigirmuzm!- urla Thorin e a queste parole la roccia cede, grazie all’azione coordinata dei nani che hanno tolto i fermi e mi accorgo solo ora che la pietra era solo un involucro di una statua completamente dorata, bellissima e imponente con un nano in mano un ascia
Suppongo che sia l’effige del nonno di Thorin, è da lasciare a bocca aperta e anche il drago sembra ammaliato da tanta ricchezza, tanto che si avvicina ancor di più alla statua.
Ma poco dopo piccole esplosioni percuotono il corpo della statua ed essa si fonde su se stessa andando ad inondare e coprire in drago che viene travolto dal tsunami dorato, lo vediamo stendersi ai nostri piedi ed avvolto dal metallo che tanto ama e che spero sarà la sua tomba.
Ma ho cantato vittoria troppo presto, il drago si erge  nuovamente coperto di una pellicola dorata, ed urla con la sua voce bassa e terribile –Vendetta! Vendetta! Ve la faccio vedere, io, la vendetta!- esclama Smaug che si muove velocemente verso l’ingresso di Erebor ed io lo seguo di corsa, non andrai a Pontelagolungo potessi morire piuttosto.
Distrugge con la sua massa l’ingresso e si erge in volo rilasciando attorno a se la polvere dorata che lo imbastiva, per poi allontanarsi mirando alla cittadina sulle palafitte, corro fuori e vedo solo la sua figura in volo.
Mi accascio in ginocchio davanti all’entrate del regno dei nani, piangente con la spada a terra e l’unica cosa che riesco a dire è urlare -Fili!-
   
 
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