Serie TV > The 100
Ricorda la storia  |      
Autore: Rebecca_96    09/04/2016    4 recensioni
One shot. Clarke e Lexa sono due sconosciute che, casualmente, si ritrovano sedute vicine al cinema durante un film dell’orrore. Si tratta di un'altra traduzione. Fatemi sapere che ne pensate e buona lettura.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Horrors & Hand Holding

One shot. Clarke e Lexa sono due sconosciute che, casualmente, si ritrovano sedute vicine al cinema durante un film dell’orrore.

Clarke stava tirando su la lampo del suo giacchetto di pelle blu, quando la porta dell’ingresso si spalancò improvvisamente.

“Hey, principessa, sei pronta?” chiese Bellamy entrando nel suo appartamento.

Clarke sbuffò sentendo il nomignolo e si diresse in salotto. Da lì vide Ottavia che rovistava in cucina mentre Raven e Bellamy erano appoggiati al bancone.

“Non avevo comprato un po’ di snacks, patatine e qualche bevanda più o meno una settimana fa? Ricordo di averli comprati!” Ottavia chiuse il cassetto e aprì uno sportello poco più in alto. “Probabilmente dovremmo comprarli quando arriviamo. Sappiate che non è il mio turno.”

“Come ti pare, pagherò io. Stavolta voglio anche i popcorn.” Rispose Clarke infilandosi gli stivali. “Ok, sono pronta, vogliamo andare? Ormai sono mesi che muoio dalla voglia di vedere Evil Alien Attack 2!”

Tutti e tre alzarono gli occhi al cielo. Era vero che dopo l’uscita del primo film Clarke non aveva fatto altro che parlarne in continuazione, ma da quando era uscito il trailer del sequel era stato semplicemente impossibile convivere con lei. Ad un certo punto, Ottavia aveva minacciato di legarla ad un albero se non ci avesse dato un taglio. Quando si erano trasferite in quell’appartamento insieme, qualche anno prima, avevano subito legato anche grazie alla loro comune passione per gli horror. E una volta che il loro gruppo di amici si era allargato, andare al cinema a vedere un bell’horror degno di questo nome era diventato una sorta di rito, per tutti loro.

“Monty e Jasper mi hanno appena scritto, sono già partiti quindi non dobbiamo preoccuparci dei posti.” Raven alzò lo sguardo dal suo cellulare.

Uscirono tutti dall’appartamento mentre Ottavia li superava correndo verso la macchina, “il posto davanti è mio!”.

Il cinema era affollatissimo ed era stata davvero una fortuna che Jasper fosse riuscito a tenere vuota almeno metà della sua fila. L’altra metà era stata riempita da alcune persone che sembravano avere più o meno la loro stessa età, e Clarke giurò che il ragazzo seduto alla fine della fila fosse lo stesso che aveva visto sgattaiolare fuori dalla stanza di Ottavia qualche settimana prima. Lanciò un’occhiata veloce alla ragazza con i capelli scuri seduta accanto a lui; sembrava molto carina e portava un eyeliner molto spesso da quello che Clarke riusciva a vedere, considerando che le luci si stavano già abbassando. Aveva la mascella serrata e il pugno stretto sul bracciolo del sedile, cosa che suscitò la curiosità di Clarke fino a quando quest’ultima non fu distratta da Ottavia, che le aveva dato una leggera spinta per incitarla ad avanzare e a sedersi, guarda caso, proprio accanto alla ragazza con l’eyeliner. Clarke era davvero entusiasta di poter finalmente vedere il film più atteso dell’anno, così si lasciò cadere sul sedile e non riuscì a trattenersi dal fare un leggero sorriso alla ragazza accanto a lei, la quale a malapena la degnò di uno sguardo, per poi tornare a fissare lo schermo gigante.

Proprio qualche secondo prima che le luci si spegnessero del tutto, erano arrivati Raven e Bellamy con le braccia piene di snacks, patatine, nachos, cocacola, caramelle. Un’enorme scatola di popcorn passò da Raven fino ad arrivare a Clarke, che non aspettò l’inizio del film per cominciare a divorarli subito, ghignando perché questa volta Bellamy si era ricordato il burro extra. Le luci si spensero e Clarke notò, con la coda dell’occhio, che la ragazza accanto a lei sembrava aver assunto una posizione ancora più rigida.

Il film era iniziato da appena 20 minuti e Clarke riusciva a percepire la tensione che scaturiva dalla ragazza con l’eyeliner. Continuava ad agitarsi sul sedile e Clarke era quasi sicura che se avesse continuato ad allungarsi così con la schiena, avrebbe potuto farsi davvero male.

“Tutto bene?” sussurrò Clarke.

La ragazza a malapena la guardò. “Benissimo”.

Il tono della sua voce era molto fermo e garbato. Clarke avrebbe quasi potuto crederle.

Ma ormai sapeva riconoscere i segnali. Poco prima che lui si trasferisse, Clarke aveva passato interi pomeriggi a far guardare al suo ragazzo, Wells, tutti i suoi film horror preferiti, terrorizzandolo a morte. Quando non le chiedeva di vedere qualcos’altro, se ne restava lì, seduto, praticamente tremando. Clarke si sentiva quasi in colpa. Quasi.

Sullo schermo, uno dei personaggi principali vagava lungo un corridoio buio con una mazza da baseball. La musica era sempre più alta e contribuiva ad aumentare la tensione. Clarke sogghignò perché l’aspettativa era un qualcosa di piacevole e niente poteva battere quella sensazione. Non appena una specie di mostro-alieno saltò fuori dal corridoio, una mano alla sua sinistra afferrò quella di Clarke facendo sobbalzare quest’ultima. Si voltò verso la ragazza aspettando che dicesse qualcosa o che allontanasse la mano, ma questa continuò semplicemente a fissare lo schermo come se niente fosse, come se la sua mano non stesse effettivamente stringendo quella di Clarke come se la sua vita dipendesse da questo. Un urlo catturò di nuovo la sua attenzione verso lo schermo, dove lo stesso personaggio di prima stava per essere mangiato da una specie di alieno gigante. Era una scena molto sanguinosa e distrasse Clarke dalla mano che la stringeva.

Ad un certo punto la mano della ragazza si mosse leggermente e Clarke realizzò che la sua era probabilmente unta a causa del burro nei popcorn, ma non era del tutto sicura del perché questo la innervosisse molto più del fatto che le dita di una completa sconosciuta fossero intrecciate alle sue. Forse perché c’erano cose peggiori, si rispose, dell’essere seduti accanto a una ragazza carina che ti teneva la mano.

Iniziò a diventare molto difficile concentrarsi su ciò che accadeva nel film, perché di tanto in tanto la ragazza aveva preso a strofinare il pollice nella mano di Clarke, soprattutto quando arrivava una scena particolarmente spaventosa. A volte, Clarke ricambiava la stretta per confortarla. Se fosse stato possibile flirtare con i gesti della mano, allora quello che stavano facendo poteva benissimo essere considerato flirtare. Raccogliendo tutto il suo coraggio, Clarke lanciò un’occhiata alla ragazza, ma non soprese mai quest’ultima a fare la stesso. In ogni caso sembrava essersi notevolmente più rilassata, il che fece sorridere Clarke in maniera soddisfatta. Una parte di lei iniziò a chiedersi il motivo per cui quella ragazza era lì, quando era evidente che quel genere di film non le piacevano.

Lo schermo si illuminò leggermente e Clarke riuscì a vedere meglio i suoi occhi, colorati di un blu intenso che si avvicinava quasi al verde, ma distolse quasi subito lo sguardo per non rischiare di essere scoperta.

Era rimasta solo una persona ancora viva nel film, e l’ultimo alieno le stava dando la caccia, per cui Clarke era abbastanza sicura che il film sarebbe finito presto. Ma non sapeva se sentirsi sollevata oppure no. Che sarebbe accaduto una volta terminato il film? La ragazza accanto a lei si sarebbe alzata e sarebbe semplicemente andata via come se nulla fosse? Qualcuno avrebbe dovuto inventare dei manuali su come comportarsi in situazioni come questa.

Sullo schermo iniziarono a scorrere i titoli di coda, e quasi subito la mano della sconosciuta scivolò via e la ragazza si alzò e uscì dalla fila senza voltarsi. Clarke la vide strofinarsi le mani sui jeans e decise di fare lo stesso rimanendo ancora seduta.

“Non vieni?” Raven le diede una gomitata facendola tornare bruscamente alla realtà.

“Sì, scusa.” Rispose Clarke alzandosi e ignorando lo sguardo interrogativo che Raven le aveva appena lanciato.

Tutti stavano uscendo e la ragazza con l’eyeliner si perse nella folla. Clarke non riusciva a capire il perché, ma sentì il battito aumentare e provò una strana sensazione di disappunto.

“Seriamente, che ti succede? Il finale non è stato così orribile, scommetto che ci sarà una terza parte!” Raven le diede un leggero pugno sulla spalla e sorrise. Iniziò a parlarle delle scene che più le erano piaciute quando entrambe urtarono contro Ottavia che si era fermata all’improvviso nel corridoio.

“Oh Cristo. No, no, no.”

“Che diavolo c’è?” Raven la spinse avanti.

“Lincoln e i suoi amici sono qui.” Ottavia fece un passo indietro e Raven alzò gli occhi al cielo. Clarke spostò lo sguardo nella direzione in cui stava guardando Ottavia, e vide  il ragazzo dall’aspetto familiare che prima aveva riconosciuto, stare in piedi di fronte al chiosco delle bibite. Dietro di lui, la ragazza che era stata seduta accanto a lei e che durante tutto il film le aveva stretto la mano, chiacchierava con un’altra ragazza dai capelli corti.

“Ti accompagno se vuoi andare a parlarci.” Clarke si diede mentalmente della stupida. Come previsto Ottavia sorrise, le afferrò il braccio e iniziò a trascinarla verso quel gruppo.

“Ok, tu andrai a parlare con Lexa e Indra mentre io parlerò con lui. Va bene?” chiese Ottavia.

Raven sbuffò. “Come vi pare, io e i ragazzi vi aspettiamo in macchina.”

“Quale delle due è Indra?” chiese Clarke. Finalmente avrebbe potuto scoprire il nome di quella strana ragazza.

“Quella con i capelli corti. Sii gentile con lei, è la mia tutor ed è stata lei a presentarmi Lincoln, quindi vorrei davvero farle una buona impressione.”

Questo significava che la ragazza che le aveva tenuto la mano era Lexa.

Dopo pochi passi Clarke si ritrovò accanto al gruppo e proprio di fronte a Lexa, che non appena si accorse della sua presenza la guardò con un’espressione indecifrabile. Nessuno le rivolse parola. Improvvisamente, tutto il coraggio che Clarke aveva raccolto quando aveva deciso di avvicinarsi al gruppo scomparve, e rivolse uno sguardo preoccupato ad Ottavia che, in quel momento, era troppo presa da Lincoln per fare caso al suo imbarazzo. Quando si girò di nuovo verso Lexa, quest’ultima aveva ripreso a parlare con Indra. La luce era migliore lì e Clarke si permise di osservarla meglio. Notò che i suoi capelli scuri erano sistemati in un’acconciatura piena di trecce che Clarke non sarebbe mai stata in grado di fare ai suoi stessi capelli. Notò che non si muoveva molto mentre parlava ma annuiva leggermente a qualunque cosa le stessero dicendo.

Improvvisamente le venne un’idea che la fece sentire di nuovo coraggiosa o, non ne era sicura, una completa idiota. Affondò le mani nelle tasche in cerca del biglietto del cinema e afferrò una penna dal bancone del chiosco. Rifletté per qualche secondo prima di iniziare a scrivere.

Quando Ottavia salutò Lincoln, Clarke la spinse verso l’uscita prima di passare il bigliettino a Lexa. Quest’ultima le rivolse uno sguardo interrogativo prima di guardare in basso e leggere quello che Clarke aveva scritto nello spazio vuoto.

In caso avessi di nuovo bisogno di stringermi la mano. Scrivimi/chiamami.”

Clarke riuscì appena a cogliere l’accenno di un sorriso sul volto di Lexa, prima di  uscire dal cinema con Ottavia.

Più tardi, quella sera, il suo telefono squillò.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Rebecca_96