Sin da quando era bambina, Max Caulfield amava starsene sdraiata pigramente sull’erba del proprio giardino, osservando le nuvole che cambiavano forma e dimensione. Era un appuntamento quotidiano, interrotto solamente in quei pochi giorni in cui il tempo era avverso. La cosa che più le piaceva, era la sensazione di immenso data dal lasciarsi avvolgere da tutto quel colore. Quelle sfumature infatti, partendo da quelle più chiare della mattina fino a giungere a quelle più scure della sera, erano per lei la dimostrazione di quanto il mondo fosse vario e di quanto valesse la pena esplorarlo. Sicuramente il blu era stato la culla della sua passione per la fotografia, tuttavia sembrava essere una costante in ogni più piccolo ricordo. I giorni migliori infatti, era certa di averli trascorsi in spiaggia, dove la linea dell’orizzonte unisce quei due universi opposti che sono il mare e il cielo. A volte pensava che ci fosse un legame simile anche tra lei e Chloe, la sua migliore amica. Di primo impatto infatti, era naturale pensare che non esistessero due persone più diverse tra loro e questo, era in parte vero. La razionalità di Max si era da sempre scontrata con il lato ribelle di Chloe, ma nonostante ciò si volevano bene, e tanto bastava per tenerle unite. Quando Max si dovette trasferire a Los Angeles però, quel filo che sembrava essere indistruttibile si era sciolto come un laccio di scarpe malandato. La noia della routine aveva preso il sopravvento e la realtà che circondava la ragazza appariva terribilmente grigia. L’arrivo della lettera di ammissione all’accademia Blackwell aveva rappresentato la possibilità di un nuovo inizio, una seconda possibilità. Tornare dove tutto aveva avuto inizio non poteva altro che farle bene sia come persona che, soprattutto, come artista. Sebbene da una parte fosse spaventata, la voglia di “tornare alle origini” la esaltava non poco. Di sicuro non si aspettava di diventare l‘equivalente di una padrona del tempo, ma nell’istante in cui riconobbe la sua vecchia amica, Max non si stupì di vederla con i capelli tinti di blu elettrico. Né tantomeno, di aver fotografato una delicatissima farfalla blu la mattina stessa. Qualcuno avrebbe potuto chiamarle “strane coincidenze”, ma a Max piaceva chiamarlo destino. Il blu rappresentava tutto ciò per cui lei avrebbe lottato: la sua passione per l’obiettivo e, soprattutto, Chloe. La stessa ragazza che le aveva insegnato ad andare sullo skateboard, che le aveva stretto la mano nei momenti difficili, che la chiamava MadMax e che, più di ogni altra cosa, la faceva sentire a casa anche in mezzo ad una tempesta.

Angolo dell'autrice: Salve! Se siete arrivati fino a qui significa che questa ""cosa"" vi ha un minimo interessato e quindi grazie! Premetto che è la prima os che pubblico in generale e mi scuso per eventuali errori di svista. Se volete lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensate (o semplicemente sclerare su quanto siano belle le Pricefield e LIS in generale) ne sarei felicissima. Alla prossima!