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Autore: Lello2000    11/04/2016    3 recensioni
Una pizzeria. Un bambino. Due humantronics. L'inizio di una grande amicizia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un bambino di circa nove anni sta camminando per strada. È abbastanza sviluppato per la sua età, ma il suo aspetto è rovinato dalle lacrime che sgorgano copiose dai suoi occhi. Aveva di nuovo pianto a scuola, e per un motivo scemo per giunta: troppi compiti. Il bambino rabbrividisce al solo  pensiero di cosa gli diranno i suoi genitori una volta arrivato a casa. Ne aveva sentite di tutte i colori, ma ormai c’era abituato. Dopo la predica non gli avrebbero rivolto la parola per qualche giorno, poi la cosa si sarebbe risolta da sé. Il bambino cerca di darsi un contegno: spera almeno di riuscire ad ingannare i suoi genitori, così tutti saranno felici. Si sente così inutile e fuori posto, anche perché viene preso in giro costantemente da tutti i compagni di classe. Cos’ha lui che gli altri non hanno? Perché è così?si chiede mentre accelera il passo. Oggi è uscito prima da scuola, ma ha fretta di tornare a casa, perché spera di non trovare nessuno, così potrà calmarsi.
 
Girando lo sguardo dall’altra parte della strada il bambino nota che stanno costruendo un nuovo ristorante. Si tratta di una pizzeria dotata di animatronics. Al bambino non sono mai piaciuti gli animatronics, ma decide comunque di dare un’occhiata. Spinge la pesante porta a vetri ed entra. L’interno è completamente costruito, persino i robot si trovano sul palco. Il bambino nota che sono un orso e un coniglio. O meglio, una coniglia pensa notando la chitarrista del duetto. Ha il petto leggermente in rilievo, per capirlo meglio. Il bambino rimane fermo per qualche minuto, poi decide di andarsene. Ma ad un certo punto gli animatronics iniziano ad emettere suoni fastidiosi e a compiere gesti a scatti. Poi sembrano stabilizzarsi, però alla fine si schiodano dalle loro posizioni e scendono dal palco.
 
Il bambino trattiene il respiro mentre i due automi si muovono indisturbati per il locale. Per fortuna si dirigono rapidamente nelle altre stanze. Quando il bambino li perde di vista decide di filarsela. Ma proprio quando sta per aprire la porta un uomo gli sbarra la strada “Ehi, piccolo che ci fai quei?” il bambino boccheggia per l’imbarazzo, ma l’uomo continua a sorridergli “Hai visto gli automi vero? Ti piacciono?” il bambino non sa cosa rispondere ma l’uomo continua “Vieni allora te li faccio conoscere” dice prendendolo per mano. Il bambino lo segue e ritorna nella sala da pranzo “Spring-Bonnie! Fredbear! Venite qua!” l’orso e il coniglio fanno capolino da due stanze. L’uomo spinge gentilmente il bambino verso di loro “Va pure, tranquillo. Solo potresti andartene da qui prima delle 13? A quell’ora tornano gli operai e non vorrei ti trovassero qui, potresti passare dei guai. Comunque io sono Mattia, il capocantiere” dice prima di uscire.
 
I due automi si avvicinano al bimbo. Quest’ultimo focalizza la sua attenzione sulla coniglietta. Sembra avere pochi anni più di lui “C-c-c-ciao! B-b-b-benvenuto a-a-a-al Fredbear’s Family Diner! I-i-io s-s-s-sono Fredbear e-e-e l-lei è Spring-Bonnie!” l’orso lo saluta calorosamente, ma il bambino ha occhi solo per il coniglio. “C-ciao” dice salutandola timidamente. La ragazza continua a sorridergli come l’orso e un istante dopo si trasforma davanti ai suoi occhi. Ora ha l’aspetto di una ragazza di circa dodici anni, con i capelli biondi e le orecchie da coniglio “Fredbear, smettila di fingere. È solo un bambino” “Ok” risponde l’orso trasformandosi a sua volta. Adesso è un ragazzo di circa dodici anni con il papillon e le orecchie da orso ed anche un cappellino nero. “Tu come ti chiami?” chiede l’orso con il suo sorriso candido “A-a-antonio L-lella” risponde il bambino con voce tremante “Bene, Antonio. Che vorresti fare ora?” chiede la ragazza coniglio. Il bambino non sa cosa rispondere, ma fortunatamente si salva in angolo “Cosa? Aspetta stai piangendo?” chiede la coniglia scandalizzata: gli occhi del bambino infatti non si sono asciugati del tutto e sono ancora rossi “Che ti hanno fatto? Ti hanno picchiato? Ti hanno maltrattato? Dimmi chi è stato che…” “Non è stato nessuno” risponde il bambino tutto d’un fiato “Ho pianto perché i compiti erano troppi” dice pentendosi delle sue parole mentre le dice. La ragazza coniglio torna calma poi torna a sorridere “Tutto qui? Andiamo fa vedere” la ragazza gli prende lo zaino e glielo apre, poi prende il quaderno di matematica e gli risolve gli esercizi in un batter d’occhio “Spring-Bonnie, noi non dovremmo….” “zitto e fammi finire” commenta seccamente la ragazza senza alzare lo sguardo.
 
Quando finisce riconsegna il quaderno al bambino e dice “Se non sai le cose basta chiederle” “Grazie” risponde il bambino arrossendo. Poi dà un’occhiata all’orologio: le 12.55. “Ora devo andare” risponde rimettendo tutto a posto “Torna presto a trovarci” risponde la ragazza-coniglio mentre il bambino esce dall’entrata principale.
 
Il sole splende in cielo, e il bambino alza gli occhi al cielo sorridente. Finalmente ha trovato due amici, anche se più grandi, che gli vogliono bene. Il bambino continua a sorridere per tutto il viaggio di ritorno a casa.
 
 
Angolo dell’autore
Ahh, l’infanzia. Che ricordi (si accorge che è finita la storia) cos? Di già? Vabbè, spero che la storia vi sia piaciuta. Sarà il preludio di una nuova serie, ma per ora non vi dico niente. Comunque sappiate che in parte metterò delle mie situazioni di vita passata e presente. Per il resto vi invito a recensire e ciao!
   
 
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