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Autore: Reshop Heda    12/04/2016    2 recensioni
Frequecy!Clexa ispirata ad un immagine che ho visto in giro.
Post S3 di the 100 mista alla 2x01 di FTWD, dove Alicia non ha trovato Jack dall'altro capo della radio.
Clarke cerca persone sopravvissute dell'Arca e Alicia cerca sopravvissuti e un modo per pensare a cose normali.
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mourning Lexa'
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DUE RETTE PARALLELE

DUE RETTE PARALLELE

 

-What hurts the most
Was being so close
And having so much to say
And watching you walk away-
What hurts the most- Rascal Flatts

 

Erano passate due settimane dalla sconfitta di A.L.I.E. e dalla distruzione della City of Light. Due settimane dall’ultimo sacrificio di Lexa per salvarle la vita, per salvare la sua gente.
Tutto ad Arkadia era tornato come prima di tutta questa orribile storia, la gente cercava altri sopravvissuti dell’Arca e Clarke aveva deciso di dar loro una mano, cercando un modo di non pensare a quello che aveva perso, quindi si era presa la responsabilità di stare in ascolto della radio, insieme a Raven.
Era il turno di Clarke e  si sintonizzò su diversi canali, dicendo sempre lo stesso messaggio: “Qualcuno riesce a sentirci?”. Quando arrivò al canale 307 sentì un rumore diverso dalle solite interferenze prima di udire un sospiro.
-C’è qualcuno?- chiese ancora.
Questa volta sentì chiaramente che qualcuno stava trattenendo il respiro. Udì anche le onde del mare quindi dovevano essere nelle sue vicinanze.
-Non c’è motivo per non parlare, non in questo momento.- continuò cercando di addolcire la voce.
-Sono qui.- disse in un sussurro.
Clarke rimase impietrita guardando Raven al suo fianco, avvicinatasi a lei quando notò che c’era qualcuno dall’altra parte della radio, che ricambiava il suo sguardo sconvolto.
Era la voce di Lexa e Clarke l’avrebbe riconosciuta in mezzo a mille. Cercò di riprendere il controllo delle sue emozioni, prima di rispondere di nuovo.
-Con chi sto parlando, quindi?-
-Alicia. Alicia Clark.- disse insicura la ragazza dall’altro lato. Il suo tono di voce era così diverso eppure così uguale che faceva male.
-Clark- non fece in tempo a finire di pronunciare il suo nome che la ragazza la interruppe.
-Sì, Alicia Clark.-
Clarke sorrise prima di iniziare a ridere sommessamente.
-Il mio nome, mi chiamo Clarke Griffin.-
Senti ridacchiare anche Alicia dall’altra parte ed il suo sorriso si allargò: si era sempre immaginata così la risata di Lexa.
Raven guardò l’amica preoccupata prima di uscire dalla stanza, lasciandola da sola con la sconosciuta.
-Allora Alicia, da che Stazione chiami? Sento il rumore del mare quindi devi essere nel settore 3.3, in che zona precisamente?-
La ragazza smise di parlare. Aveva detto qualcosa di male?
-Non vengo da nessuna stazione, cos’è il settore 3.3? Senti il mare perché sono su una barca.- il suo tono era interrogativo.
-Non vieni dall’Arca? È la prima volta che sento un Terrestre con un cognome. Come fai ad avere una radio? Non capisco…-
La mente di Clarke era piena di domande. I Terrestri non avevano tecnologie avanzate e essersi procurati una radio da qualche parte e saperla usare era qualcosa che non facevano.
-Arca? Terrestre? Perché tu cosa sei aliena? Sicura di stare bene?- disse ridendo Alicia.
Per quanto è strana questa cosa non penso stia mentendo. La sua prima lingua non sembra il linguaggio Terrestre e non ha memoria dell’Arca.”
-Clarke? Sei ancora lì?- chiese Alicia con tono preoccupato.
-Sì sì, scusa- rispose riprendendosi –allora, da dove vieni?- continuò passandosi una mano tra i capelli.
-Los Angeles, e tu?-
-…Washington DC.- improvvisò Clarke ricordandosi di qualche lezione di geografia storica.
-C’è qualcuno vivo lì? Avete cibo e acqua?.-
Clarke sorrise, pensando che il mondo in cui viveva era davvero strano.
-A sufficienza.-
Passarono qualche minuto in silenzio prima che Alicia salutasse perché i suoi la cercavano.
Clarke si alzò ed uscì dalla stanza cercando Raven e quando la trovò le espose i suoi dubbi. Raven la guardò come se avesse davanti una persona drogata.
-Mi vuoi far credere che hai parlato con qualcuno che viene da un altro mondo Clarke? Ti prego abbiamo già tanti problemi di pazzia in questo campo, non ti ci mettere anche tu. Lexa è morta, quella non è lei e sicuramente sarà successo qualcosa all’atterraggio.- sospirò la meccanica, tornando a sistemare altre radio, che sarebbero andate ai vari clan terrestri.
-Ma…-
-Niente ma, Clarke. Ragiona. Non è possibile una cosa del genere e lo sai anche tu.-
Annuì piano prima di uscire dalla stanza di Raven e tornare nella stanza della radio, stringendo la stoffa rossa che aveva intorno al collo.
Quando entrò sentì la voce di Alicia che la chiamava, quindi si precipitò alla scrivania, prendendo in mano il microfono.
-Sono qui. Scusa mi ero assentata un attimo. Andato bene il pranzo?-
-Se escludiamo il fatto che mio fratellastro si è voluto fare una nuotata in mare, che mio fratello si è buttato per salvarlo e che stavano entrambi finendo uccisi dagli zombie, direi che sì è andato bene.- disse sospirando, emettendo un verso che assomigliava ad una risata.
Zombie quindi… che mondo allegro” pensò Clarke.
-Posso farti una domanda Clarke?- chiese incerta poi Alicia, che continuò quando sentì la risposta affermativa dell’altra –la tua voce sembra triste. Hai perso per caso qualcuno?-
Clarke si pietrificò, non sapendo che fare. Non aveva detto a nessuno quello che era successo, tutti lo erano venuti a sapere tramite i Terrestri. Magari esprimersi con qualcuno le sarebbe stato d’aiuto. Anche se quel qualcuno aveva la sua stessa voce.
-Sì.- ingoiò il groppo che aveva in gola.- La persona che amavo è morta tra le mie braccia e non ho potuto fare nulla per  aiutarla.- Una lacrima solitaria riuscì a sfuggire al controllo di Clarke.
-Oh… Anche io ho perso una persona speciale. Il suo nome era Matt.- disse tristemente Alicia
I lost someone special to me too. Her name was Costia.
-Era tutto finito prima che io sapessi che fosse cominciato. Era tutto finito.- continuò, la sua voce sempre più bassa. –Ed ora stiamo soltanto sopravvivendo.-
You were right Clarke, life is about more than just surviving.
-Forse la vita dovrebbe essere più della sola sopravvivenza. Non ci meritiamo di meglio?- sospirò Clarke ricordando quel giorno nella tenda del Comandante.
-Forse sì.- sussurrò in risposta Alicia, prima di emettere un gemito. La radio iniziò a fare nuovamente uno strano rumore, lo stesso di quando avevano iniziato a conversare qualche ora prima.
-Tutto bene Alicia?- la ragazza all’altro lato della radio non rispose. Clarke la chiamò diverse volte, con voce sempre più preoccupata.
-Clarke?.- la voce non aveva più il timbro di Alicia, ma quello di Lexa. Ora lo sentiva chiaramente.
-Lexa?- disse tremando, con le lacrime agli occhi.
Poi non sentì più nulla, se non il rumore farsi più acuto prima di finire in un silenzio di tomba.

Clarke cercò di mettersi in contatto con il canale 307 molte volte nel corso delle settimane che seguirono, ma non ci furono altre risposte.
Magari il destino di Clarke e Lexa era proprio quello, conoscersi in qualche modo senza potersi mai veramente incontrare, perché se un loro incontro accadesse sarebbe troppo grande per l’universo.
Erano due rette parallele che non si sarebbero mai sfiorate.

 

-I’ll give you everything i have
I’ll teach you everything I know
I promise, I’ll do better.
I will always hold you close
But I will learn to let you go.
I promise, I’ll do better-
Light-Sleeping at least

   
 
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