Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Ninfea Blu    13/04/2016    1 recensioni
Aspettando l'albo n° 50 della Miuchi.
Storia 3° classificata al contest "Un forum pazzesco" indetto su forumfree Il grande sogno di Maya.
I personaggi di GNK leggono il forum e interagiscono con esso... e scoprono quello che non dovrebbero scoprire...
Dal 2° cap. "Iniziò a leggere qualche commento e fu sorpreso di scoprire che la donna era oggetto di critiche per la sua acconciatura un po’ demodé, bersaglio di sberleffi d’ogni sorta, odiata e detestata praticamente da tutte le utenti del sito, perché viziata, cattiva, bugiarda e infantile."
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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5 cap

5 – Il premio e le rose

 

 

 

 

Masumi Hayami aveva assistito alla prima di Lande dimenticate. Nel fatto in sé non c’era nulla di strano; quell’uomo semplicemente aveva fatto una promessa e l’aveva mantenuta.

Quello che per Maya era stato sorprendente era che quel giorno, mentre la città di Tokio veniva investita e paralizzata da un ciclone di proporzioni bibliche, che avrebbe scoraggiato perfino Noe, il cinico presidente della Daito avesse sfidato la natura stessa, bagnandosi fino all’osso come un pulcino, per venire a vedere lei recitare davanti una platea vuota, dove lui era stato l’unico spettatore.

Ed era rimasto fino alla fine.

 

Maya in passato, di quell’uomo aveva pensato molte cose - quasi tutte negative – ma mai avrebbe creduto che fosse pazzo.

E in fondo, non lo credeva neppure adesso.

 

 

Nei giorni seguenti si era chiesta mille volte perché avesse osato tanto. Quella sera lo aveva chiesto anche a lui, che non si era sbilanciato affatto, e le aveva dato solo una delle sue solite risposte provocatorie.

“Se la sua recitazione non mi soddisferà, mi alzerò e me ne andrò. Le sta bene, ragazzina?”

E di nuovo, come era già accaduto in passato, si era sentita galvanizzata da quella sfida. Era come se lui sapesse quali tasti andare a toccare con lei. Come se conoscesse i suoi punti deboli.

 

Alla fine dello spettacolo, aveva applaudito gli attori con convinzione, e aveva anche accettato l’invito di Kuronuma a festeggiare il debutto insieme con loro. Così, avevano avuto occasione di parlare, più civilmente di quanto non avessero mai fatto.

“La sua Jane è stata magnifica; complimenti ragazzina.”

“Se lo pensa davvero, sono contenta.” Aveva risposto sincera, arrossendo un poco.

“Sarà felice di sapere che quelle immagini sono state bloccate; almeno per un po’ non saranno più visibili, né scaricabili.”

Hijiri efficiente, aveva fatto il suo lavoro, bloccando anche altre parti del sito, soprattutto le sezioni con i riassunti degli ultimissimi volumi pubblicati.

“Mi fa piacere, e la ringrazio di nuovo. Per tutto. Anche per essere venuto questa sera. Devo ammettere che mi ha molto sorpreso…”

“In positivo, per una volta?” le aveva chiesto Masumi, sorridendo.

“Direi di sì.”

“Stia attenta, ragazzina. Forse, un giorno o l’altro, sarà costretta a ricredersi su di me.”

“Questo non credo succederà tanto presto…” era stata la battuta ironica di Maya, e Masumi non era riuscito a trattenere una risata energica. Maya voleva sempre avere l’ultima parola, soprattutto con lui, e questo lo divertiva sempre molto. Poi il discorso era stato spostato sul forum.

“Ha trovato altro materiale interessante su quel sito amatoriale?” le aveva chiesto accendendosi una sigaretta.

“Ecco, veramente non presto attenzione a tutto; gli argomenti d’alcune discussioni mi sembrano inverosimili, e alcuni giudizi poco obbiettivi.”

“Quali?” domandò lui dubbioso.

“Ad esempio, la considerazione che le utenti hanno per lei; ha un sacco d’ammiratrici su quel forum. Probabilmente perché non la conoscono davvero…” (nda. – eh, no, per noi Masumi non ha segreti)

Masumi aveva riso di nuovo, e Maya lo aveva guardato un po’ in cagnesco.

“Non vuole proprio attribuirmi nessun fascino, ragazzina? Non ho solo ammiratrici virtuali, sa? Io sono sempre circondato da belle donne…”

“Che uomo presuntuoso…” aveva risposto lei, un po’ altezzosamente, rifiutandosi di guardarlo. Ma un minuto dopo, mentre lui terminava la sigaretta, lo aveva osservato e si era accorta che aveva i capelli ancora bagnati.

Non seppe frenare l’impulso; sciolse il nodo del fazzoletto di scena che teneva al collo e si accostò a lui per asciugarlo. Era così alto che aveva dovuto alzarsi sulle punte dei piedi per arrivare alla sua testa.

L’espressione stupefatta di lui se la ricordava ancora.

In quell’attimo, per la prima volta da quando lo conosceva, le era sembrato un uomo disarmato, totalmente impreparato di fronte al suo gesto gentile, e perfino lei si era stupita.

L’aveva fermata con gentilezza.

“Grazie, ma basta così… penso sia sufficiente, ragazzina…”

Nella voce bassa e calda le era sembrato di cogliere un profondo turbamento. Poi era arrivato Sakurakoji a portarla via, e un minuto dopo Masumi Hayami era sparito, allontanandosi dal ridotto del teatro, mentre fuori il tifone ancora infuriava.

E lei si era sentita strana.

 

Maya, anche dopo, non smise di pensare a quella sera, continuando a chiedersi perché lui fosse venuto, quando neppure l’ammiratore si era fatto vedere.

 

 

Le repliche di Lande Dimenticate andavano alla grande; la gente faceva la fila fuori dal teatro per vedere lo spettacolo, e ogni sera era un successo che si rinnovava. C’era chi veniva a vedere la rappresentazione anche una seconda e terza volta, questo perché Kuronuma, per rendere tutto più dinamico, passava dalla commedia, al dramma dando alla storia sfumature diverse e sempre nuove. Non ci si poteva aspettare di meno da un regista geniale, che amava il teatro tanto quanto lo amava lei.

 

Una sera, le sue amiche della vecchia compagnia Tzukikage vennero a vederla. Aveva procurato lei i biglietti per loro.

Dopo lo spettacolo, verso la mezzanotte, rientrò a casa insieme a Rei, e sulla metropolitana, l’amica iniziò uno strano discorso non casuale.

“Bene, ho vinto la scommessa. Mi devi una pizza, Maya.”

Lì per lì, lei non afferrò il senso delle parole.

“Ti ricordi cosa ti dissi sul debutto di Lande dimenticate?” Proseguì Rei, notando l’espressione perplessa di Maya.

“Eh??”

“Ti dissi che Masumi Hayami, sarebbe venuto a vederti, anche se per farlo, avrebbe dovuto sfidare un tifone…”

“COSA?”

Non aveva più pensato al commento di Rei, né lo aveva mai preso sul serio. Ma adesso, la coincidenza era davvero impressionante.

“Rei, tu come lo sapevi? Il forum… è stato quello?”

“Sì, Maya. Allora, quando andiamo a mangiare questa pizza? Io proporrei un vero ristorante italiano, ne conosco uno ottimo.”

“Non posso prendere impegni finché le repliche non saranno finite.”

“Va bene, vorrà dire che rimanderemo. Anch’io ora sono piuttosto impegnata.” Concluse Rei.

Maya restò pensierosa per qualche minuto, come fosse alla ricerca delle parole giuste da dire, poi parlò di nuovo.

“Tu credi davvero che quel forum potrebbe parlare d’eventi reali? Magari è solo un caso che lui sia venuto…”

“O forse no, chi può saperlo? In ogni modo, non credo che il presidente della Daito fosse lì per caso, in una serata come quella. I riassunti sono precisi; in uno degli albi viene descritto il fatto esattamente come è accaduto.”

Il treno si stava avvicinando alla loro fermata e le ragazze si alzarono dai loro posti, senza smettere di parlare. A quell’ora tarda, la metro era quasi vuota e gli ultimi passeggeri abbandonavano in fretta le stazioni semideserte, illuminate dai neon.

“Rei, secondo te, perché quell’uomo interessato solo agli affari è venuto a vedermi? Non dovrebbe detestarmi?”

“Vuol dire che non lo hai ancora capito da sola, Maya?” (Ma sai, Rei, quante volte ce lo siamo chieste anche noi?)

“Sul forum viaggiano teorie strane; non penserai anche tu che Masumi Hayami sia…”

“Non importa quello che penso io, Maya. Un giorno scoprirai come stanno le cose, e tutti quei disegni romantici o quelli passionali, e i commenti che hai trovato sul forum acquisteranno un senso anche per te.”

“Alcuni sono tutto tranne che romantici. Che vergogna… Allora, li hai visti anche tu quegli incredibili disegni, Rei?” domandò Maya titubante.

“Sì, Maya, li ho visti. Perdona la mia curiosità malsana… - Rei si lasciò scappare un risolino. – Sai, quelle strisce dove consumate la vostra prima volta sono proprio da infarto; non mi ero mai accorta che il signor Hayami fosse così sexy.  Visto che a te non piace, magari potrei farci un pensierino …”

“SMETTILA REI! Ti sfugge che è già fidanzato?!” Strillò Maya un po’ troppo energicamente, tanto che se ne accorse anche lei.

“Hei, hei… per essere indifferente al fascino di quell’uomo, ti scaldi un po’ troppo…”

“MA NO, COSA DICI!! – Protestò Maya con fervore. - Come potrebbe accadere una cosa simile, tra me e quell’uomo che ha una decina d’anni più di me? È assurdo. Ha una fidanzata bellissima e molto ricca, che interesse vuoi che abbia per un tipo insignificante come me?”

“Non lo so Maya, forse siete destinati. E tu non sei insignificante, dovresti smettere di pensarlo. Se soltanto la sensei Miuchi si decidesse a concludere la storia, lo sapremmo. Al momento, pare impegnata in mille altri progetti… uffa, quella donna dovrebbe portare a termine quello che ha iniziato quarant’anni fa, prima di lanciarsi in altre iniziative… è veramente snervante! Le fans di GnK hanno una pazienza infinita.” (nda. Parole sante!)

 

Arrivate a destinazione, le ragazze lasciarono in fretta la stazione della metro. Il loro appartamento distava cinque minuti d’orologio dalla fermata. Maya, di solito loquace, restò in silenzio per un tempo abbastanza lungo. Solo quando furono davanti all’abitazione, tradusse a parole il pensiero che l’agitava in quel momento.

“Io e Masumi Hayami… destinati?”

La voce rivelava la più assoluta incredulità.

Quello era un concetto che per ora, non trovava spazio nella sua mente; la confusione che aveva in testa le rendeva impossibile immaginare uno sviluppo di quel genere.

 

 

*******

 

 

Si arrivò alla fine delle repliche.

Lo spettacolo di Kuronuma ottenne un così vasto successo di pubblico e di critica, da fare concorrenza persino allo spettacolo di punta della Daito, Isadora, e questo valse l’annessione al Concorso per il Festival delle Arti. Maya era sempre più vicina alla possibilità di vincere quel premio che avrebbe aperto le porte al suo sogno, finché un brutto giorno la signora Tzukikage si sentì male, e l’ennesimo attacco di cuore le fu quasi fatale. Mentre la sua sensei combatteva tra la vita e la morte in ospedale, Maya temette davvero di perdere ogni possibilità di interpretare la Dea Scarlatta. Anche Masumi ebbe paura, per sé, perché aveva bisogno di Chigusa Tzukikage per i diritti di rappresentazione del capolavoro scomparso, e per la sua ragazzina, che vedeva scivolar via la sua ambizione più grande, quel motivo che l’aveva fatta arriva fin lì, a dispetto di mille difficoltà.

Grazie agli dei, la sensei rivelò di nuovo la sua tempra coriacea, e dopo il rischioso intervento chirurgico si riprese, a dispetto dei medici che la davano già per spacciata.

Maya e Masumi dopo lunghe veglie in ospedale, appresero la notizia con grande sollievo.

“Lei ha una fortuna sfacciata, ragazzina. E io sono felice per lei. Ora non le resta che vincere il premio al Festival delle Arti. Io farò il tifo per la sua ragazza lupo.”

Maya restò profondamente turbata dalla sincerità che sentì in quelle parole; eppure, una parte del suo cuore si ostinava a restare diffidente nei confronti di quell’uomo, per lei troppo ambiguo.

“Lei parla sul serio? O lo dice solo per blandirmi?”

“Sono molto serio, ragazzina.”

“Lo sa, vero, che se otterrò quel ruolo, non le cederò mai i diritti? E può starne certo, non lavorerò per la Daito Art Production!”

“Vedremo, ragazzina. Vedremo…” rispose, senza guardarla. Era di spalle e si stava già allontanando. C’era altro che avrebbe voluto dirle, ma avrebbe atteso un momento più propizio.

 

 

Finalmente arrivò anche la serata di gala che chiudeva il Festival. Maya l’aveva attesa col cuore trepidante. Aveva pregato tanto, ed era giunto il momento di sapere se le sue preghiere erano state ascoltate. Al ricevimento festivaliero c’erano proprio tutti; attori, registi, personalità dello spettacolo, della televisione e del teatro. C’erano le sue amiche, che la sostenevano e facevano il tifo per lei.

Rei era la più tranquilla di tutte, come se per lei l’esito fosse scontato. Vincerai tu, Maya, goditi la serata e sta’ tranquilla, le aveva detto con assoluta convinzione.

E lei lo aveva fatto.

Aveva ballato addirittura con Sakurakoji, solo perché lui aveva insistito.

 

Mentre era al centro della pista, in mezzo ad altre coppie che ballavano, colse di sfuggita uno sguardo strano di Masumi Hayami. Dopo lo perse di vista, assorbito anche lui dalla serata e dalle persone che reclamavano le attenzioni del presidente della Daito, che in queste occasioni non mancava di fare pubbliche relazioni a vantaggio della sua azienda.

Lo ritrovò qualche minuto dopo, vicino al tavolo degli aperitivi. Lei si era avvicinata per prendere da bere, e lui le aveva parlato.

“Se questa sera vincerà quel premio, voglio che conceda anche a me un ballo, ragazzina. Penso di meritarlo…”

Maya obbiettò immediatamente.

“Io non sono molto brava a danzare. Potrei pestarle i piedi.”

“Correrò il rischio; con il suo partner è stata bravissima, l’ho vista.”

“Perché non balla con un’altra? Sono presenti tante belle signore, questa sera, sono certa che nessuna di loro rifiuterebbe un suo invito. – Maya, col suo bicchiere in mano, si guardò intorno. – Scusi, perché non balla con la sua fidanzata?

Masumi alzò un calice verso di lei.

“Shori non c’è questa sera. È vero, tante donne presenti ballerebbero volentieri con me, (nda – e farebbero pure altro!) ma io voglio ballare con la futura Dea Scarlatta. Lo prenda come uno scambio equo: io ho fatto togliere i disegni dalla rete, e lei mi concede un ballo per ringraziarmi.”

“Lei è proprio portato per gli affari, fa tutto in funzione di qualcosa.”

Masumi sorrise.

“Mi conosce troppo bene. Allora, accetta?”

“Se proprio devo…”

Masumi rise di nuovo.

“Lei non si smentisce mai. Ora la lascio alla sua serata, ma si ricordi che il prossimo ballo è il mio.”

 

A metà serata le luci si abbassarono. Era arrivato il momento della premiazione. Sul fondo della sala, quasi di fianco all’orchestra, era stato allestito un palco dove presero posto i giudici del concorso. La gente smise di ballare e tornò a sedersi ai tavoli assegnati.

Maya era al tavolo con Rei e le sue amiche, Sakurakoji e Kuronuma. Ogni tanto lanciava lo sguardo verso la sua rivale, invidiandone la calma, il portamento che la faceva apparire a suo agio in ogni situazione, mentre lei aveva lo stomaco in subbuglio e le mani gelate per la tensione. Sperava soltanto che in caso di sconfitta, fosse abbastanza forte da non piangere e congratularsi con Hayumi, bellissima in un abito rosso lungo fino ai piedi che le fasciava il corpo e le lasciava nude le spalle. Maya invece indossava un abito blu acceso semplice ma elegante, e un coprispalle di raso cangiante lo completava.

Ogni volta che il presentatore annunciava un vincitore in una delle categorie, Maya avvertiva un tuffo al cuore, e uno spasimo violento le fermava il respiro; si rallegrò quando Lande Dimenticate fu premiato per la migliore regia, e per il migliore attore maschile protagonista, ma fu una gioia indescrivibile mista a un pizzico d’incredulità sentire l’annuncio che la decretava come vincitrice del prestigioso Premio delle Arti.

Un singolo istante che avrebbe ricordato a lungo. Tutto il resto corse via velocemente: la premiazione, le parole d’elogio dei giurati e del presidente del concorso, le congratulazioni dei colleghi, i flash dei fotografi.

Maya cercò di gustarsi il momento, per quanto fosse grande l’emozione.

Passata l’ondata dei primi entusiasmi, Masumi Hayami venne a riscuotere pegno.

“Perfetto. È arrivato il momento del nostro ballo, ragazzina.”

Maya non provò neppure a protestare, rassegnata a cedere al compromesso che lui le aveva imposto con astuzia.

Masumi le prese la mano e l’accompagnò con galanteria a bordo pista.  L’orchestra suonava una melodia coinvolgente, dal ritmo non troppo lento, ma neppure sincopato. Il signor Hayami era davvero bravo a ballare e Maya, che non era certa delle sue capacità di ballerina, si accorse di riuscire a seguire il suo cavaliere con gran facilità. Decise quindi di affidarsi a lui, nella speranza di non apparire troppo goffa.

“Le mie congratulazioni, ragazzina. – Esordì Masumi, mentre la guidava nei passi. - Ora l’attende la sfida più importante e difficile, incarnare la bellezza ultraterrena di una divinità; dovrà fare del suo meglio. Mi aspetto molto dalla sua Dea.”

“Lo so che non sono bella come Hayumi, ma io creerò la mia Dea Scarlatta, vedrà.”

“Non ho nessun dubbio, in merito. Sono certo che mi stupirà.”

Sembrava sincero, e non aveva neppure quel tono canzonatorio che a volte usava con lei, mentre una strana luce gli scaldava lo sguardo. La musica proseguiva, e ad ogni nuovo giro di pista, Masumi la stringeva a sé, più di quanto fosse necessario; Maya per alcuni minuti restò in silenzio, sopraffatta da quella strana sensazione di piacere che avvertiva a contatto con lui. Ogni tanto, quell’uomo singolare le regalava uno di quei sorrisi affascinanti pieni di calore e insospettata dolcezza, che lei conosceva così bene; le piacevano, più di quanto volesse ammettere, e il pensiero la faceva arrossire per il disappunto. Poi la musica cessò per concedere all’orchestra e ai ballerini pochi minuti di pausa.

“Venga, ragazzina; mi permetta di offrirle da bere. Lo consideri parte del nostro accordo…” e senza darle tempo di ribattere, le circondò le spalle e la guidò verso un tavolo sul lato destro della sala. Prese una bottiglia, versò del vino bianco in due bicchieri e uno lo porse alla ragazza, che lo osservava stranita.

“Ora Maya, deve brindare con me al suo futuro successo.”

Maya avvertì il tintinnio del vetro, mentre sentiva i suoi occhi chiari, quasi trasparenti insistere su di lei, quasi volesse incatenarla con quello sguardo stranamente conturbante. Lui bevve un lungo sorso, ma quando parlò, Maya si accorse di qualcosa d’anomalo nella sua voce, un’inflessione carezzevole e sensuale.

“Volevo rassicurarla su un'altra faccenda: se temeva che la mia fidanzata vedesse quei disegni, beh, non deve preoccuparsi… Si ricorda, cosa le dissi tempo fa, quando venne nel mio ufficio ad esternare la sua richiesta?”

Maya restò di stucco. Causa la malattia della sua sensei, non aveva più pensato né al forum, né ai disegni. Anche in quel momento erano l’ultimo dei suoi pensieri.

“Veramente no…”

“Ho intenzione di rompere il mio fidanzamento, e lo farò molto presto…”

Maya diventò di brace.

“Santo cielo! Perché vuole rompere il suo fidanzamento? Non sarà a causa di quei disegni…”

“In un certo senso, sì… ma non come intende lei. Semplicemente non sono innamorato di Shiori, né lo sarò mai, e l’ho capito guardando quei disegni.”

Maya, mai si sarebbe aspettata parole simili. Il suo cuore accelerò i battiti, travolto da una calda emozione, che la indispettì.

Non aveva ragione di sentirsi così… felice? Felice perché Masumi Hayami, non voleva più sposarsi con una bellissima donna, ricca e altolocata? No, si disse… Forse era solo euforica per la serata, per il premio vinto, per il vino… E come si sarebbe sentita se avesse conosciuto i pensieri di lui?

 

Penso sempre a te, ragazzina. Come faccio a sposarmi con un’altra, se penso sempre a te? Stasera sei raggiante, come una rosa nell’attimo in cui sboccia… e con quel vestito, sei stupenda… e io non so cosa darei per togliertelo…

 

Maya per darsi un contegno, sorseggiò ancora il suo bicchiere di vino bianco. Poi rispose, quasi indignata.

“Secondo lei, questa cosa dovrebbe riguardarmi? Perché lo dice a me?”

“Così non dovrà sentirsi in imbarazzo, se le capitasse di pensare a me in situazioni… troppo intime…”

Assalita dal più totale imbarazzo, la giovane non ebbe il tempo di adirarsi, ribattere per le rime o fare altro. Un cameriere che recava un enorme mazzo di rose purpuree, reclamava la sua attenzione.

“Mi scusi signorina Kitajima, sono arrivati questi fiori per lei.”

“Oh, è lui!!” Esclamò con entusiasmo, dimentica per un momento della presenza di Masumi Hayami davanti a lei, che restava ad osservarla.

“Oh… Il suo ammiratore non si dimentica mai di lei…” sussurrò Masumi quasi fra sé.

“No, mai…” Rispose Maya, guardando con affetto le magnifiche rose.

 

Avrebbe dovuto allontanarsi, ma una strana sensazione lo trattenne, come un richiamo, e decise di non farlo.

Dopo anni, era la prima volta che poteva vederla ricevere le sue rose, come se fosse lui in persona a porgergliele, ed era un piacere di cui non voleva privarsi. Col bordo del bicchiere alle labbra, spiò l’ondata emozionale passare sul suo volto meravigliato, gli occhi spalancati, luccicanti per la felicità, come se Maya avesse ricevuto il dono più prezioso del mondo, e non avesse atteso altro tutta la sera. Era un momento impagabile, senza prezzo. Tutta quella devozione, quell’affetto inconsapevole tanto simile all’amore era per lui; Masumi sentì il cuore scoppiare di gioia, e faticò a nascondere l’impeto dell’emozione dietro uno sguardo imperturbabile.

Tremò, quando la vide prendere il biglietto che lui aveva scritto solo qualche minuto prima, aprirlo e leggerlo.

 

 

Allora, successe qualcosa d’inatteso.

L’espressione di Maya mutò all’improvviso; dapprima perplessa e dubbiosa, si trasformò in una maschera di sincero e profondo sgomento, mentre quelle magnifiche rose, che un attimo prima lei teneva tra le braccia, cadevano con un tonfo sordo ai suoi piedi.

Incrociò i suoi occhi spalancati che lo fissavano attoniti, e lui avvertì chiara la percezione d’essere nudo di fronte a lei.

 

Ti prego, non guardarmi così, ragazzina…

 

Per un momento ebbe davvero paura, ma quei fiori per terra gli facevano uno strano effetto. Maya restava silenziosa e immobile a fissarlo con l’espressione più incredibile che le avesse mai visto, una miscela di mille emozioni contrastanti che lo fece tremare e vacillare per qualche istante.

Quando si mosse, Maya ebbe un sussulto.

Si avvicinò a lei e si chinò ai suoi piedi per raccogliere le rose.

“Che succede? È così emozionata che lascia cadere le rose del suo ammiratore?” le disse con tutta la gentilezza che riuscì a trovare, ma si accorse di essere turbato oltre il limite.

Era un sogno che si avverava poterle offrire quelle rose di persona, e gli occhi lucidi di Maya erano spalancati su di lui, le labbra umide tremanti appena schiuse in un sospiro trattenuto in gola, mentre in quel gesto le loro mani si sfioravano, nascoste tra la carta e il viola dei petali, e lui impulsivo, afferrava e stringeva tra le dita quella piccola di lei.

 

Ne fu certo quando il terrore si trasformò in sollievo: lei sapeva.

 

 

Continua…

   
 
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