Essenza

 

Voglio catturare la tua essenza.
Mi siedo al tavolo, la penna in mano,
il foglio di carta
bianco.
Voglio penetrare il tuo scudo,
trovare la vita
che pulsa in te;
sfiorare il tuo animo
con la punta delle dita,
leggera,
sentire il tuo sangue
scorrere
sotto i miei palmi aperti.
Bere quel liquido scarlatto
dalla fontana
che pompa forza istante dopo istante,
ciclo inarrestabile senza fine.
Voglio percepire il tuo stupore,
la tua sorpresa,
la tua gioia e il tuo dolore,
le tue emozioni nascoste,
i tuoi segreti
profondi;
scivolare nei tuoi occhi
scuri,
avvolgere il tuo spirito
con il calore del mio corpo,
stringerti forte
e non farti fuggire
più.

 

Una goccia d'inchiostro cade sul foglio,
ancora bianco;
oscilla un poco sulla punta,
lucente,
poi cade.
Vorrei catturare la tua essenza;
ma non posso.
Ripongo la penna al suo posto,
sospiro.
Il foglio bianco mi guarda,
silenzioso,
con quell'unica macchia nera,
sbiadita,
come un occhio che rimprovera
la mia ambizione
sciocca.
Allontano il mio corpo,
- forse - fuggo,
e il foglio resta lì,
a ricordarmi
che non posso coglierti,
conoscerti,
non posso vederti
forse
non potrò mai.

 

Vorrei catturare la tua essenza
nascosta;
ma
sei troppo distante.

 

Per ora...