Buon compleanno, Peter!

 


Bip. Bip. Bip.
“Mh...”
Bip. Bip. Bip.
“No...”
Bip. Bip. Bip.
“Basta!” Mi alzai a sedere e tirai una botta alla sveglia che tacque all’istante.
Mi ributtai indietro e chiusi di nuovo gli occhi, sperando di riprendere sonno.
Stavo sognano di nuovo lui, le sue braccia intorno al mio corpo, i suoi baci audaci sul collo...
 
Aprii gli occhi di scatto e mi tirai nuovamente a sedere.
“Oh merda!”
Mi alzai e corsi in bagno a farmi la doccia, poi mi vestii alla svelta.
“Emily?” Mia madre si affacciò dalla cucina, sorridendomi.
“Buongiorno, mamma. Scusa non ho tempo. Devo andare, ciao!” La liquidai così, poi presi le chiavi della macchina e uscii.
 
Quaranta minuti.
Avevo perso quaranta minuti imbottigliata nel traffico.
Perché c’era traffico di domenica mattina?
“Dannazione, andiamo!”
Suonai il clacson unendomi al coro di quelli delle altre macchine finché qualcosa si smosse e si ricominciò a camminare.
 
Appena entrai nel supermercato mi squillò il cellulare. Il nome di Peter apparve sullo schermo.
‘Che faccio?’ Mi chiesi, mordendomi il labbro inferiore. Infine decisi di ignorare la chiamata e misi il silenzioso.
“Scusa, tesoro.” Dissi fra me e me, rigettandolo nella borsa.
Ero una pessima bugiarda, se ne sarebbe accorto anche se eravamo al telefono.
 
Quando tornai a casa era già ora di pranzo.
Entrai in cucina, affamata, ma trovai solo un biglietto di mia madre che mi avvertiva di non aspettarla sveglia per via delle emergenze in ospedale.
“Ecco cos’era tutto quel traffico.” Commentai, posando il foglietto e infornando il pranzo che mi aveva lasciato da scaldare.
Esultai interiormente quando realizzai che avevo casa libera.
Allora presi il cellulare per chiamare Peter e mi accorsi di avere sette sue chiamate perse e quattro messaggi.
Lo richiamai al volo, nervosa. Lo avevo fatto preoccupare a morte, ne ero certa.
“Emily, ma dove diavolo sei stata?! Hai idea di quanto fossi preoccupato?” Gridò di fatto la voce di lui e dovetti staccare il telefono dall’orecchio.
“S-scusa, Peter... Ehm...” All’improvviso non seppi più cosa dire.
“Hey, tutto bene? Vuoi che venga lì?"
“No!” Esclamai, con troppa enfasi.
Ci fu un breve silenzio.
“Scusa, Peter, ma ho un po’ da fare... ci vediamo più tardi, okay? Vieni da me verso le...” Controllai l’orologio “...verso le nove.” Attaccai prima che ebbe modo di obiettare.
Sospirai, poi mi tirai su le maniche e mi misi al lavoro.
 
Il destino fu buono con me e la torta per il compleanno del mio Peter venne divinamente.
La decorai con panna, fragole e gocce di cioccolato fondente, poi ci scrissi sopra con la glassa.
Soddisfatta, la misi in frigo e poi corsi in camera a vestirmi
Indossai un vestitino leggero, scollato a V sul seno.
Grazie al cielo era estate, così non dovetti mettermi le calze.
 
Mi cimentai nel gonfiare palloncini finché non ebbi più il fiato.
Sghignazzai tra me e me, immaginandomi la faccia di Peter.
Montai i festoni, decorando il salone, infine preparai il tavolo con cibo e bevande.
 
Tirai fuori dalla borsa il libro che gli avevo comprato per regalo e lo incartai.
Chissà se gli sarebbe piaciuto...
Lo poggiai sulla scrivania e poi mi guardai allo specchio.
Era tutto perfetto!
 
Guardai l’orologio: le otto e mezza.
Mezz’ora ancora e lo avrei rivisto.
Il mio cuore si mise a battere forte... ogni volta che incontravo il suo sguardo era come se fosse la prima volta.
Il sorriso scomparve dalle mie labbra quando realizzai di aver dimenticato le candeline.
Fortuna voleva che vi era un supermarket proprio a due isolati da casa mia.
Avrei fatto in tempo.
 
Senza cambiarmi uscii di corsa e a passo svelto mi diressi verso il negozio.
Le trovai quasi subito e dopo aver pagato tornai verso casa.
Mi accorsi di aver lasciato il cellulare in salotto quando lo cercai per vedere l’ora.
Dovevo essere in tempo, comunque.
D’un tratto, venni afferrata da due braccia forti che mi stritolarono.
Gemetti di dolore, ma la mia bocca venne tappata dalla grossa mano di quell’individuo.
“Ma che bella signorina...” L’alito gli puzzava di alcool.
Tentai di liberarmi, dimenandomi fra le sue braccia, ma non vi riuscii.
“Hey, lasciala subito!” Un ringhio, due occhi rossi brillarono nella notte...
Peter saltò addosso al mio aggressore, spaventandolo così tanto che mi lasciò immediatamente e se la diede a gambe levate, gridando.
“Emily, stai bene?” La sua voce apprensiva mi scaldò il cuore che accelerò il battito.
“Sì, credo di sì.” Risposi, sorridendogli. “Grazie.” Lo abbracciai di slancio, affondando il viso nel suo petto.
 
“Che facevi qui fuori da sola?”
“Uhm...” Lo guardai negli occhi “Avevo dimenticato di comprare una cosa.” Poteva anche ascoltare il suo battito, infondo stava dicendo la verità. “Andiamo a casa, adesso.” Gli dissi poi, prendendolo per mano.
 
Infilai la chiave nella toppa e aprii la porta, lo condussi in salotto e poi accesi la luce.
Lo vidi sgranare gli occhi e poi guardarmi sorpreso.
“Buon compleanno, amore mio.” Sussurrai, baciandolo subito dopo.



























-Angolino autrice-

Buona sera gentee!!
Io sono LilyOok_ e vi do il ben venuto in questa raccolta mia e di _Azazel_ !!
Sono arrivata alla 3*15 e WOW.... anche se il tipo con le mosche dentro mi fa senso e mi impressiona...

Ad ogni modo, il mio amore spassionato va a Derek, assolutamente a lui!!
Peter lo lascio ad _Azazel_ xD
Ergo, Emily non è il mio personaggio.

Ad ogni modo, vi avverto fin da ora che non ci saranno aggiornamenti settimanali, mensili, annuali, secolari, millenari... *blablabla* Noi aggiorneremo quando ne avremo voglia e quando avremo ispirazione ^^
Spero che riusciremo ad alternare Peter e Derek in modo da non farvi leggere sempre dello stesso personaggio ^^

Bene, detto ciò, ora vi saluto *temporaneamente* !!
Spero che apprezzete il nostro lavoro e che ci seguirete in queste piccole avventure!! ^^

Buonanotte, cari amici,
LilyOok_