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Autore: ___Page    16/04/2016    5 recensioni
Se solo la gente la smettesse di dirmi quanto è “figo” e quanto, ommioddio!, sono fortunata o quanto, ommioddio!, vorrebbero essere al mio posto. Se avessi un jewell per ogni volta che l’ho sentito, ora non avrei bisogno di lavorare.
Sospiro di nuovo.
No, non c’è niente di figo a essere la dog-sitter dei cani di Sting Eucliffe. E Mirianna dovrebbe smettere di raccontarlo a chiunque solo perché lei impazzisce letteralmente per lui e le sue canzoni.
*Fanfiction partecipante allo StingYu Day indetto dal forum FairyPiece - fanfiction&images*
*Fanfiction partecipante all'Ultimate Song-fic Challenge indetta dal forum FairyPiece - fanfiction&images*
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lluvia, Meredy, Rogue Cheney, Sting Eucliffe, Yukino Aguria
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scrollo le spalle, prendendo un profondo respiro, prima di entrare nel grande, lussuoso condominio. Mi sono svegliata nervosa oggi, spaventosamente nervosa e devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per poterlo affrontare.
Avanzo sicura nell’atrio, testa alta e passi decisi. Ho smesso di sentirmi a disagio per le mie gonnelline da pochi jewell e dalle mie scarpe senza tacco. In fondo non sono qui per dimostrare niente a nessuno ma per fare il mio lavoro.
-Ehi Yukino!-
-Ciao Elfman!-
Sorrido al portiere del condominio che mi adora dal primo giorno per la mia impressionante somiglianza con sua sorella minore.
-Vai così!- mi incita, vedendomi sempre più sicura di me di settimana in settimana -Quella è una camminata da vero uomo!- esclama e io mi limito a sollevare una mano, ormai abituata al suo modo di fare espansivo, avviandomi all’ascensore.
Aspetto che le porte si aprano con un trillo e ignoro l’occhiata dall’alto in basso che mi lancia la donna impellicciata che ne esce prima che io possa salire. Mi allungo per premere il bottone e sfrego le ginocchia tra loro, a disagio.
Chiudo gli occhi, cercando di prepararmi psicologicamente.
E, intanto, mi presento.
Sono Yukino Aguria, ho venticinque anni e voglio diventare comportamentista canina.
Convivo con due mie amiche, Cana e Lucy.
Io e Lucy siamo amiche dalla prima liceo, praticamente inseparabili, tanto che a volte ci scambiano per sorelle. Lei è un’aspirante scrittrice, Cana dipinge e io faccio la volontaria al centro riabilitativo di Ishgar per imparare il mestiere sul campo.
Ergo, siamo povere in canna.
Okay, okay, così è un po’ esagerato ma di sicuro non navighiamo nell’oro, ecco.
E così, finita l’università mi sono cercata un impiego come dog-sitter. Mi piace come lavoro. Adoro i cani, adoro stare all’aria aperta e, soprattutto, guadagno bene.
Sì, perché, è bene precisarlo, non faccio la dog-sitter di cani qualunque ma dei migliori esemplari di razza che Crocus, il quartiere più in della città, possa offrire. Mi occupo degli animali da compagnia dei ricconi, in altre parole.
E sapete quanto si guadagna ad occuparsi dei cani di queste persone?!
Tanto. Si guadagna davvero molto bene.
E questo mi riporta al perché sono qui, nonostante la sola idea di vederlo mi provochi l’orticaria.
Lo trovo paradossale perché, in realtà, Rufus e Orga sono due dei miei preferiti. Al di là di essere un bellissimo esemplare di setter irlandese e uno splendido molosso, sono bravi, ubbidienti, coccoloni.
Ma il problema, d’altra parte, non sono certo loro ma il padrone.
Se solo la gente la smettesse di dirmi quanto è “figo” e quanto, ommioddio!, sono fortunata o quanto, ommioddio!, vorrebbero essere al mio posto. Se avessi un jewell per ogni volta che l’ho sentito, ora non avrei bisogno di lavorare.
Sospiro di nuovo.
No, non c’è niente di figo a essere la dog-sitter dei cani di Sting Eucliffe. E Mirianna dovrebbe smettere di raccontarlo a chiunque solo perché lei impazzisce letteralmente per lui e le sue canzoni.
Quando ha saputo che aveva anche un gatto ha decretato che, sue testuali parole, è l’uomo della sua vita e il suo futuro marito anche se Sting ancora non lo sa.
Inutile dire, perché si è già capito, che io non sono una sua fan sfegatata e non rientra nell’elenco dei papabili uomini della mia vita. Anzi, lo uso come termine di paragone per avere ben presente tutto ciò che non voglio in un uomo.
Per carità, conosco le sue canzoni, alcune sono molto belle davvero e lui canta bene e non posso negare che sia magnetico e intrigante quando è sul palco ma la verità è che si comporta come se fosse sul palco sempre, perennemente!
Sempre convinto che gli basti un sorriso per farti cadere ai suoi piedi, sempre convinto di avere detto la cosa più intelligente o brillante o divertente, sempre così arrogante!
E azzecca il mio nome una volta su cinque.
Nell’ultimo mese ha avuto un tour e sono stata graziata, non ho dovuto vederlo quando venivo a prendere Rufus e Orga per il giro del pomeriggio, visto che per quello della sera ci ha pensato sua sorella, Minerva.
Ecco, con Minerva sì che mi trovo bene.
Comunque fino a ieri era ancora via per il tour ma Rogue mi aveva detto che tornava stamattina quindi, quando l’ascensore si apre, mi preparo a doverci fare un minimo di conversazione. Estraggo la mia copia delle chiavi, chiudo gli occhi per raccogliere tutta la mia tolleranza, infilo nella toppa, giro.
Rufus e Orga mi corrono incontro scodinzolando ma io li accarezzo distrattamente, senza dedicargli tutte le attenzioni che meritano, stranita dalla scena che mi si presenta davanti.
-Ciao Yukino- mi saluta Minerva dalla cucina a vista, il tono sconsolato.
È addossata al bancone, una mano a sostenere la guancia e l’altra occupata a fare i grattini a Lector, che non dovrebbe stare sul bancone della cucina ma, essendo un gatto, fa quello che vuole. I suoi occhi si spostano su di me solo una frazione di secondo prima di tornare verso la porta del bagno, davanti alla quale Rogue è fermo, intento a bussare a intervalli regolari, sospirando.
-Sting! Andiamo apri! Esci da lì! Sting!-
Accigliata mi rimetto in piedi e avanzo nell’appartamento, Rufus e Orga alle calcagna.
-È successo qualcosa?!- domandò piano a Minerva, conscia che Rogue sembra sull’orlo di un crollo nervoso.
Non mi stupirei se di punto in bianco recuperasse uno sgabello e cercasse di buttare giù la porta. Essendo il suo agente e trascorrendo un sacco di tempo con lui, la sua pazienza e il suo equilibrio mentale saranno costantemente messi a dura prova.
-Sono rovinato!!! La mia vita è finita!!!-
Sobbalzo quando sento l’urlo disperato di Sting da dietro l’uscio chiuso e comincio a preoccuparmi seriamente. Sta male davvero a quanto pare.
-Si beh, se non te ne fossi accorto siamo rovinati in due!!!- sbraita Rogue, perdendo il controllo e allontanandosi poi bruscamente dalla porta del bagno, camminando verso di noi, mentre si riavvia i capelli.
 Sposto gli occhi sgranati da lui a Minerva un paio di volte, il cuore che va a mille.
-Ti ricordi l’accordo per quel duetto con Juvia Loxar?- mi domanda Rogue senza nemmeno salutarmi ma non sto a fare la fiscale visto che sembra esserci una tragedia in corso.
Annuisco subito. Mi ricordo bene che me ne aveva parlato, parliamo parecchio io e Rogue, ci troviamo bene. Era esaltato dalla cosa, mi ha detto che sarebbe stata una gran svolta per la carriera già ben avviata di Sting.
-Beh Seilah lo ha lasciato e lui ora non riesce più a mettere insieme due note, niente di niente, figuriamoci un’intera canzone- continua, passandosi una mano sul volto, depresso e distrutto.
-Seilah lo ha lasciato?! Ma… quando?!- domando, confusa.
-Settimana scorsa, dopo lo spettacolo ad Arakitasha-
-E se conosco bene mio fratello, avrà passato l’intera settimana a dire che la sua vita non ha più senso- aggiunge Minerva monocorde.
Abbasso gli occhi, senza sapere cosa dire.
-Mi spiace…- mormoro sincera, anche se non so se sono più dispiaciuta per Sting che sta male o per Rogue che ha dovuto gestirlo in queste condizioni per un’intera settimana.
-Tra due settimane c’è il primo incontro con Juvia e dovevamo avere già almeno un abbozzo della base ma sembra avere disimparato tutto, non è riuscito a comporre niente di decente in una settimana e ora che siamo tornati sta pure peggio di prima- sospira Rogue -L’accordo rischia di saltare così. Non so se si riprenderà in tempo. A sentire lui, non si riprenderà mai- aggiunge atono e io mi mordo il labbro per non fare commenti che non sta a me fare.
Però, davvero, a parte che mi sembra un po’ troppo drammatico ma io, francamente, fossi al suo posto, sarei solo contento di essermi liberato di Seilah Teller. È viziata, insopportabile, convinta di essere superiore a chiunque e… non sta a me giudicare queste cose, meglio se sto zitta, davvero.
Il rumore della porta del bagno e tutti e tre ci voltiamo in tempo per vedere Sting uscirne.
Santo cielo, ma è distrutto!
Tirato, pallido, gli occhi rossi.
Quasi quasi mi fa tenerezza.
Solleva lo sguardo su di noi e mi scruta qualche istante, come se non capisse chi sono.
-Oh, ciao Makino- mugugna e io sento tutta la mia empatia dissolversi.
Ho detto “quasi” vero?! Beh, lo confermo.
Si trascina verso la poltrona, strascicando i piedi, e ci si lascia cadere pesantemente, prendendosi poi la testa tra le mani.
Mi mordo di nuovo il labbro inferiore, torturandomi le dita tra loro.
Non importa se mi irrita il novanta percento delle volte che lo vedo, non importa se sbaglia sempre il mio nome e non importa cosa io penso di Seilah.
Sta male, male davvero, e vedere le persone stare così male mi spezza il cuore. Anche se parliamo di Sting Eucliffe.
Rifletto febbrile a come posso aiutare Minerva e Rogue ad affrontare la cosa ma devo anche portare fuori i cani. Poi un pensiero mi colpisce.
Sfilo rapida il mio zainetto e lo apro, estraendo una scatola di latta, piena di float cookies. Li ho preparati stamattina e dovevo portarli a mia sorella più tardi ma sono certa che quando le spiegherò l’emergenza mi dirà che ho fatto bene.
Tendo la scatola a Minerva e lei mi guarda stranita.
-Sono solo biscotti- spiego, stringendomi nelle spalle, in imbarazzo per non poter fare niente di meglio -Magari possono aiutare-
Minerva mi osserva ancora qualche istante prima di sorridermi e annuire e prendere la scatola dalle mie mani. Sorrido in risposta e lancio un’ultima occhiata a Sting che ora guarda nel vuoto, fisso davanti a sé.
-Io devo portare fuori Rufus e Orga- avviso, spostandomi a prendere i guinzagli, tra i balzi di giubilo dei due cani.
-Ci vediamo Yukino- mi saluta Rogue, la voce intrisa di sconforto.
-Grazie dei biscotti- aggiunge Minerva e io mi limito a ricambiare con un cenno della mano, trasmettendo loro con gli occhi tutta la mia vicinanza, prima di uscire dall’appartamento, diretta al parco.
 
§
 
Mugugno infastidita dal suono vibrante che proviene dal mio comodino.
Cosa cavolo è?!
Mi sfrego l’occhio con un mano prima di aprirlo cauta e ci metto qualche secondo a capire che l’oggetto che si muove sulla superficie liscia e piatta, accendendosi a intermittenza e provocando appunto quel suono vibrante, altro non è che il mio cellulare.
Non proprio del tutto sveglia e tantomeno lucida, allungo una mano per afferrarlo e rispondo senza nemmeno guardare chi è.
-Pronto?- mormoro roca.
-Yukino! Finalmente hai risposto!-
Mi acciglio, non certa di avere identificato correttamente la voce dall’altro capo.
-Rogue?!- domandò.
-Sì! Sono io! È la quinta volta che ti chiamo!-
Mi passo una mano sul volto e mi giro a guardare l’ora sulla sveglia.
Sono così addormentata che non riesco nemmeno a restare sconvolta.
-Rogue, sono le tre del mattino- gli faccio notare.
-Lo so-
-Non ti è venuto il dubbio che non avessi risposto perché stavo dormendo?!-
-No! Perché, stavi dormendo?!-
-Sì-
-Oh. Beh… mi spiace! Comunque senti, ho davvero bisogno di parlarti! Quei biscotti che ci hai lasciato oggi hanno fatto un miracolo! Sting ha addirittura sorriso a un certo punto!-
-Oh!- mi illumino appena -Davvero?! Mi fa piacere! Posso prepararne degli altri se…-
-Ascolta, è tutto il giorno che ci penso e mi è venuta un’idea che…-
Ributto la testa sul cuscino, cercando di seguire la sua spiegazione a raffica, con parecchia difficoltà lo ammetto. Ho troppo sonno e registro una parola su tre, la sola cosa che so è che a un certo punto mi sta praticamente implorando e io voglio tornare a dormire.
-Okay Rogue, va bene, come vuoi- mugugno quando smette di parlare.
-Davvero?! Oh grazie, sei fantastica!- esclama, un po’ troppo entusiasta per essere lui -Allora buonanotte! E grazie ancora!- mi saluta prima di chiudere e io mi limito a fare “ciao ciao” con la mano anche se chiaramente non può vedermi prima di rimettere il cellulare a posto e richiudere gli occhi.
Che però rispalanco subito, appena il mio cervello processa quello che ho appena fatto.
Le parole di Rogue mi arrivano in ritardo e finalmente capisco il filo logico del suo discorso e… oh mio… non… non posso avere accettato! Non posso averlo fatto!
E invece l’ho fatto eccome e, in panico, pesto la mano sull’interruttore della mia lampada tirandomi su.
-Lucy!! Cana!!- le chiamo, fuori di me.
Altre due luci si accendono nella stanza e le mie due coinquiline si tirano su dai loro letti per guardarmi.
-Che succede?!-
-C’è un incendio?! I pompieri carini sono miei!- si affretta a mettere in chiaro Cana e io mi concedo un attimo per guardarla con disapprovazione.
Poi torno in me, mi ricordo cos’ho appena fatto ed è panico di nuovo.
-Ho appena accettato di vivere con Sting Eucliffe finché non si riprenderà dalla sua rottura con Seilah!-
Lucy sgrana gli occhi e spalanca la bocca, incredula.
-Tu cosa?!?! Ma tu odi Sting!!!-
-Lo so!!!- esclamo, fuori di me -Ma Rogue mi ha chiamato ed era così sconsolato oggi e al telefono così speranzoso e io così addormentata e…- le guardo persa, senza sapere cosa dire.
Cana sogghigna, alzando un sopracciglio.
-Chissà come si aspetta che lo aiuti a superare la rottura con Seilah- insinua, con tono malizioso e la mia faccia prende fuoco.
-Cana!!!- la rimprovera subito Lucy, sempre leale.
-Che c’è?! Sting è sexy! Se Yukino non vuole ci vado io a vivere con lui!- si stringe nelle spalle, sorridendo di nuovo come poco fa.
Lucy sospira e io la guardo implorante, come se potesse darmi lei la soluzione a questo casino.
-Lucy- la chiamo, quasi disperata.
-Yuki, senti, io e Cana in due con l’affitto ce la facciamo, al limite chiederò a mio padre un piccolo prestito ma il punto è, te la senti davvero di fare questa cosa?!-
Trattengo il fiato per un attimo, senza sapere esattamente cosa rispondere.
-Avessi visto quanto stava male Lucy…-
-E scommetto che muori dalla voglia di tirarlo su, eh, Yuki?! Tirarlo su, in tutti i sensi!-
-Cana!!!- la ammoniamo tutte e due questa volta.
Sospiro, prendendomi il capo tra le mani. Ecco qual è il mio problema, io sono troppo buona.
Non è solo per Sting, è anche per Rogue che mi ha dato l’aria di non sapere davvero più che pesci pigliare.
In fondo, quanto ci vorrà mai a recuperare da una delusione d’amore provocata da una storia che non era vera neppure la metà di quelle che si vedono nei film?!
Perché lo so che ho detto che non sono affari miei ma mi rifiuto di credere che quello tra Sting e Seilah fosse vero amore, dopo averli visti interagire. Anche se forse Sting non lo sa che non era vero amore e questo spiegherebbe perché ci sta tanto male.
Comunque non credo ci vorrà poi molto ad aprirgli gli occhi e farlo tornare in sé.
Una settimana?! Due al massimo?!
Lo posso fare. E poi per un po’ sarò già nel quartiere dove tanto devo recarmi tutti i giorni.
Non è una cosa così pessima, vista da questa prospettiva.
-Io… credo di poterlo fare- affermo, risollevando il capo, più sicura di me.
Mi giro verso Lucy che mi sorride incoraggiante e annuisce.
Annuisco anche io e poi sento le guance arrossarsi.
-Scusate se vi ho svegliate a quest’ora…- comincio ma Lucy mi ferma con un gesto della mano.
-Non importa! L’importante è che sei tranquilla-
-Lo sono-
-Bene. Allora rimettiamoci a dormire okay?!-
Ci sdraiamo nel letto e spegniamo le luci e, molto più serena, mi accomodo per risprofondare nel mondo dei sogni.
-Ehi Yuki!- mi chiama Cana, nel buio della stanza.
-Dimmi-
-Ricordati di comprare i preservativi-
-Cana!!!-
 
 
 
 
  
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