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Autore: LonelyWolf88    16/04/2016    3 recensioni
"Some people see scars, and it is wounding they remember. To me they are proof of the fact that there is healing."
La vita in cui erano abituati a vivere era andata.Quanto delle persone che avevano sempre pensato di essere era stato spazzato via insieme a questa? La storia di due anime danneggiate che scoprono che per poter andare avanti avranno bisogno di guardare indietro e di affrontare quelle cose che una volta ti tenevano stretto. Ambientata durante il periodo della terza stagione.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: Movieverse, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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echi capitolo 40 Capitolo 40



''Sai, Merle, le persone che non imparano dal proprio passato sono condannate a ripeterlo'', disse Carol, costretta a sollevare il tono della sua voce per sovrastare il frastuono degli elementi naturali.

''Chi non si ferma mai non mette mai radici'', ribatté Merle a sua volta.

Carol gli rivolse uno sguardo confuso da sopra la sua spalla. ''Che cosa?''

''Pensavo che ci stessimo scambiando dei modi di dire'', aggiunse innocentemente.

Lei gli rivolse uno sguardo contrariato. ''Puoi fare il buffone quanto vuoi, Merle, ma so bene che non lo sei. Sto cercando di farti capire e tu lo sai''.

''Perché le donne pensano sempre di sapere a cosa sta pensando un uomo?''

''Perché la maggior parte degli uomini sono come un libro aperto'', lo punzecchiò lei, ''E il titolo del libro è : Il Bruco mai sazio ''

Merle scosse la testa e trattenne una risata mentre lottavano contro il pendio. Non poteva fare a meno di ammirare la sua tenacia. Era incredibile per Merle vedere quanti lati, completamente differenti tra di loro, poteva avere una donna che una volta lui aveva etichettato semplicemente come una vittima. Ed ancora più sorprendenti erano tutte le diverse emozioni che questa donna era riuscita a tirargli fuori. Carol lo aveva fatto impazzire, lo aveva reso triste, frustrato, lo aveva fatto riflettere. Lo aveva fatto mettere sulla difensiva e un sacco di altre cose. Lei non era niente di tutto quello che lui si era aspettato quando si erano incontrati per la seconda volta. Ogni minuto diventava sempre più facile capire perché suo fratello si comportava in modo così diverso con lei rispetto alle altre donne del passato. La relazione di Carol e Daryl lo mandava in confusione. Merle non sapeva come definirla. Certamente non si trattava solo di ottenere del piacere fisico l'uno dall'altro. Non stavano utilizzando il sesso per cercare di allontanare dalle loro menti l'inferno che li circondava ma non si trattava nemmeno di qualcosa di puramente platonico. Era stato facile rendere suo fratello solitamente di tempra molto pacata così geloso quando si trattava di Carol. Questo significava che Daryl sentiva una sorta di possesso nei confronti di Carol e dal modo in cui quella boccuccia impertinente lo stava trattando, era ovvio che anche lei sentiva lo stesso nei confronti di Daryl.

La cosa di cui Merle non riusciva a venire a capo era a che cosa contribuiva tutto questo.

Non erano degli amanti caldi e focosi come quel ragazzo cinese e la brunetta con il culo sodo. Però, non erano nemmeno come Rick e Carol. Quest'ultimo rapporto sembrava avere avere dei confini molto chiari di una semplice amicizia. Merle si chiese se anche Daryl e Carol sapevano fino a dove i confini della loro relazione si erano spinti, sempre se loro ne avessero uno qualsiasi. Quel pensiero era estraneo per Merle e pensava che fosse estraneo anche per suo fratello. Non era come se loro fossero cresciuti con l'esempio di un rapporto d'amore sano e rispettoso nella loro casa. Né lui né Daryl avevano mai avuto idea di che diavolo potesse essere una cosa del genere. A dire il vero, non era totalmente la verità. Il modo in cui Merle aveva beccato Daryl a guardarla quando pensava che nessuno potesse vederlo, smosse in lui un vecchio ricordo. Un ricordo che Merle si era imposto di dimenticare molto tempo fa. Era lo sguardo di un uomo completamente coinvolto in una donna. Il più casuale dei contatti aveva un significato potente e non detto di cui solo loro potevano conoscere il significato. Merle una volta aveva assistito ad una sorta di discussione tra un uomo e una donna in cui loro silenzi avevano detto tanto quanto le loro parole. In quel momento non si era reso conto che quello che stava guardando era una cosa così rara e preziosa, ma anche se l'avesse fatto, non avrebbe cambiato niente di tutto quello che era successo.

Merle fece una smorfia mentre continuava ad arrancare. Questo genere di sentimenti nei confronti di un'altra persona potevano portare soltanto all'angoscia e al dolore. La realtà era che vedere Daryl guardare Carol in quel modo aveva fatto temere Merle per il suo fratellino e anche per se stesso. Quello sguardo era lo specchio di un altro sguardo di un lontano passato e terrorizzò Merle perché dopo quel momento niente al mondo era stato più lo stesso. Nemmeno per Daryl, anche se lui al periodo ancora non ne sapeva niente. Per lui, avere un legame del genere non poteva portare a niente di buono. Era condannato ad avere una tragica fine. Merle lo aveva visto di persona con i suoi stessi occhi. Grugnì tra un respiro e l'altro, irritato con se stesso per aver rivangato quei ricordi indesiderati del suo passato. Prese a concentrarsi sulla loro destinazione. Erano quasi arrivati in cima alla salita per cui avevano lottato così tanto e il rombo della corrente d'acqua che infuriava era quasi assordante. Una volta arrivati in cima a Merle non sarebbe servito più di in un istante per riuscire ad orientarsi per poi puntare verso la giusta direzione. Poi, una volta giunti alla loro destinazione tutto quello che dovevano fare era aspettare.

Merle sapeva che Daryl lo avrebbe trovato. Il suo fratellino sapeva come muoversi nel bosco. Daryl era un cacciatore ancora più bravo di lui, ma Merle sarebbe morto piuttosto che ammetterlo a voce alta. Nonostante questo, riconosceva l'abilità di suo fratello e sapeva che prima o poi li avrebbe trovati. Guardò di nuovo verso Carol, la sua maglietta fradicia era completamente incollata alla sua schiena tonica e mostrava chiaramente i contorni della biancheria che indossava sotto. Sembrava che il destino fosse stato scritto esattamente in questo modo, solo per loro tre. Presto, tutta quella confusione avrebbe avuto fine e tutti quanti avrebbero scoperto le loro carte. Un movimento catturato con la coda dell'occhio costrinse Merle ad impugnare la pistola. Reagì senza pensare, sparando al vagante che stava per andare addosso a loro.

L'intero corpo di Carol sobbalzò per la sorpresa al colpo. Quando vide lo zombie cadere a terra si girò a fissarlo. ''Merle!'', esclamò in segno di disapprovazione. ''Non era il caso di sparare per uno solo. In questo modo ci porterai un branco addosso''

''Non cercare di insegnare a tua nonna come si succhiano le uova'', le ribatté lui per niente dispiaciuto. Carol aveva ragione, naturalmente, ma Merle sapeva che ormai erano quasi arrivati alla loro meta, quindi non si preoccupò eccessivamente.

''Oh non credo che tu abbia bisogno che qualcuno ti insegni come succhiar-.. Ahhhhh!!'', cercò di replicare Carol in tono provocatorio quando di colpo il terreno pregno d'acqua cedette sotto i suoi piedi e la fece barcollare giù lungo la collina per buona misura, facendole perdere l'equilibrio e cascare a terra.

Merle ridacchiò alla comicità di quella scena. ''Così impari a prenderti gioco di me, signorina''.

''Owww'', gemette Carol in mezzo al fango, avendo difficoltà a tirarsi di nuovo su da sola con le mani legate dietro la schiena.

Merle coprì rapidamente la distanza che li separava e la afferrò per un braccio, cercando di aiutarla a rialzarsi da terra. Nella fretta Merle non pensò al fatto che Carol aveva ancora entrambe le mani legate. ''Sei propria una piccola capretta di montagna'', la prese in giro. Carol cacciò un urlo quando accidentalmente Merle con la sua presa le dislocò la spalla mentre cercava di rimetterla in posizione verticale. Lui osservò con orrore il modo in cui la sua spalla sporgeva ad un angolo innaturale. ''Oh merda'', mormorò e si prodigò per farla tornare al proprio posto.

''Non mi toccare!!'' urlò Carol, era evidentemente fuori di sé dal dolore. ''NON MI TOCCARE!''. Cercò di allontanarsi da lui, ma finì con il scivolare di nuovo, questa volta atterrando sulla schiena, provocandosi un altro grido di dolore lancinante.

''Smettila di agitarti, donna!'', la minacciò lui, cercando di raggiungere la spalla di Carol nonostante i suoi sforzi nel calciarlo lontano da lei. ''Sto cercando di aiutarti!''. Merle non biasimò Carol per il comportamento che stava avendo. Si era slogato una spalla in più di un'occasione e ogni volta il dolore lo aveva fatto soffrire come una merda. Merle lottò contro una Carol singhiozzante, cercando di rimettere la spalla nella sua posizione naturale per rimediare a quello che aveva causato. Si mise a cavalcioni su di lei, sedendosi sopra il suo stomaco per cercare di fermare la sua agitazione. Le afferrò la spalla e il braccio allo stesso tempo.

''Levati di dosso, figlio di puttana!'', urlò Carol, provava troppo dolore per poter pensare sensatamente e poi Merle le tirò con forza il braccio rimettendo la spalla al suo posto. Carol fece in tempo a farsi sfuggire un ultimo grido strozzato e poi perse i sensi a causa del dolore.






Rick e Carl cercarono entrambi di tenere a bada la tensione concentrandosi per sentire se seguiva qualcos'altro immediatamente dopo quel primo colpo. Non avevano avuto altra scelta che quella di tornare indietro alla grotta e aspettare che il tempo si calmasse. Rick pensava che se si fossero presi una piccola pausa dalla pioggia, allora forse dopo avrebbero potuto provare a capire dove era andato a finire Daryl. Era una flebile speranza, ma per quanto potesse contare, si era aggrappato altre volte a speranze ancora più sottili e alcune di quelle si era rivelate vere.

''Papà..'' disse Carl, la sua espressione colma di preoccupazione.

L'espressione di Rick era piena di dolore. ''Lo so'', disse piano, ''Ma non riesco nemmeno a capire da quale direzione è arrivato quello sparo in mezzo a questa tempesta. Mi dispiace, Carl, non possiamo fare niente per Carol e Daryl in questo momento. Tutto quello che possiamo fare è aspettare''.

La faccia di Carl si irrigidì. ''Odio aspettare''.

''Si, beh'', sospirò Rick, ''A volte nella vita si tratta solo di fare delle cose che non avresti mai voluto fare''. Fece una smorfia. ''Speravo che avresti imparato questa lezione molto più in là''. Era una cosa strana, ma Rick spesso rimpiangeva l'infanzia perduta di Carl, quella che suo figlio non avrebbe mai più potuto riavere indietro. Rick sapeva quello che Carl si stava perdendo, la spensierata esistenza della giovinezza e la leggerezza dell'adolescenza mentre Carl invece non lo sapeva affatto. Questo era confortante in un certo senso, pensò Rick, per quanto potesse suonare egoista. Tirò su le ginocchia e ci appoggiò sopra le mani mentre si sedevano, entrambi con la schiena contro il muro, seduti vicini per condividere un po di quel calore corporeo. Almeno, questo era quello che Rick aveva detto a Carl quando gli aveva suggerito di sedersi al suo fianco, ma la verità era che voleva soltanto sentire la presenza di suo figlio vicino a lui e rassicurare se stesso di averlo davvero riavuto indietro. Le persone che amavi in questi giorni scivolavano via tra de dita troppo facilmente e Rick voleva prendersi un momento per assaporare, per loro almeno, questo ultimo colpo di scena che si era concluso felicemente, per loro almeno. Rick non era così sicuro di come stessero andando le cose là fuori per gli altri tre ancora alle prese con questo pasticcio.

''Mi dispiace, papà''.

Rick voltò la testa per guardare sorpreso il volto contrito di Carl. ''Per cosa?''

La testa del ragazzo era rivolta verso il basso mentre mormorava la risposta contro il suo petto. ''Io.. ero solito arrabbiarmi con te, per le scelte che hai preso'', confessò tristemente. ''Pensavo che la cosa giusta da fare fosse ovvia e che tu sembravi non riuscire mai a capirlo. Sceglievi sempre di andartene per prenderti cura delle altre persone piuttosto che stare con me e con la mamma''.

Le parole di Carl toccarono Rick talmente in profondità che fu sorpreso del fatto che da quelle ferite non stesse sgorgando fuori sangue ma non poteva smentire quello che il suo ragazzo appena detto. Quante notti aveva passato in bianco, a pensare alle scelte che li avevano condotti tutti dove erano adesso, a quelle cose che erano andate a finire così male?

Carl continuò a parlare. ''Ma dopo oggi, quando ho dovuto scegliere se stare con Carol o se scappare per chiamare aiuto, ho capito come ci si sente a non sapere che cosa fare. Qualsiasi scelta avessi preso, c'erano così tante cose che sarebbero potute andare male. Semplicemente io non sapevo quale fosse la cosa giusta da fare''. Il suo viso si abbassò ancora di più. ''Non so ancora se ho preso la scelta giusta''.

''Lo hai fatto'', disse Rick con dolcezza.

Carl scosse le spalle frustrato. ''No, non se non vedremo mai più Carol e Daryl'', disse con voce tremante. ''Forse se fossi rimasto e avessi preso Merle alla sprovvista tutto questo sarebbe già finito''.

''Oppure tu e Carol potreste essere morti'', disse Rick in modo gravemente. ''Non lasciare che i 'se' entrino dentro la tua testa, Carl. Fidati di me, non ci guadagneresti niente di buono''.

''Non riesco a farne a meno'', confessò tristemente.

''Carl, non riesco nemmeno a tenere il conto di tutte le volte che ho desiderato che le risposte fossero o nere o bianche in quest'ultimo anno'', disse Rick con saggezza. ''Che esistesse solo una strada che ci potesse portare sempre a risolvere tutto nel modo in cui avrei voluto''. Rick guardò le mani che riposavano sulle ginocchia. ''Ma sai, forse sbagliavo a pensarla in questo modo'', disse piano.

Carl gli rivolse uno sguardo confuso. ''Che cosa intendi?''

''Quello che voglio dire è che, quando le cose più importanti si basano su una decisione, allora è giusto che questa decisione sia difficile, è in questo modo che capisci quanto è importante per te. Forse ero solo un egoista a volere che tutto quanto fosse semplice per me perché questo avrebbe significato che niente di tutto quello che veniva messo in gioco era importante''. Rick rivolse uno sguardo cupo a Carl. ''Tu e la mamma, e adesso Judith, siete le cose più preziose per me. Deve essere difficile sapere come fare per prendermi cura di voi perché ho tutto da perdere quando si tratta di voi. Lo stesso vale per il gruppo. Ho nominato me stesso come leader, adesso devo farmi carico di questo peso e se tutte le risposte fossero facili, forse significherebbe solo che non starei dando il giusto peso e rispetto che meritano''. Fece una smorfia. ''Tutto questo ha senso per te?''

''Credo di si'', disse Carl lentamente. ''Da grandi poteri derivano grandi responsabilità''. Disse con un sorrisino. ''E' una citazione da Spider man''.

Rick diede una secca risata. ''Beh, quel ragazzo non è male. Se non fosse per il fatto di indossare la calzamaglia in pubblico''.

Carl sorrise debolmente e il silenzio cadde nuovamente tra loro fino a quando lui non parlò di nuovo. ''Pensi che Daryl ucciderà Merle?''

Rick fissò un punto sul muro di fronte a loro. ''Non lo so, Carl. Proprio non lo so''.

''Vorresti che lo facesse?''

Rick si passò una mano tra i capelli distrattamente, trovando che quella era una domanda difficile alla quale rispondere. Si era già trovato nella stessa posizione in cui si trovava Daryl adesso. Rick ci era passato con Shane, qualcuno che amavi così profondamente che ti obbligava a fare qualcosa che tu non avresti mai voluto fare. Quella volta Rick aveva lasciato che Shane lo portasse in quel bosco, sapendo pienamente che le sue intenzioni erano quelle di ucciderlo, si era aggrappato alla piccola speranza che Shane rinsavisse. Rick capì di essere arrabbiato con l'uomo che aveva considerato come un fratello per così tanti anni quando realizzò che Shane dimostrò di non aver cambiato idea sull'idea di farlo fuori. La verità però, era che quel confronto si trascinava avanti da lungo tempo. Non c'era stato nessun modo di poter tornare indietro e Shane, nel suo tipico stile, aveva già capito e accettato tutto questo molto prima di quanto lo avesse fatto lui al tempo. Questo era sempre stato il dono e la maledizione di Shane, vedere le cose in bianco e in nero, mentre Rick combatteva per riuscire a comprendere le diverse sfumature di grigio che stavano nel mezzo. Il problema con gli uomini come Shane e Merle, però, era che avevano sempre combattuto per capire il mondo che li circondava. Anche se loro vivevano come se tutto fosse bianco e nero, la semplice e dura realtà era che le cose non stavano davvero così e il fatto che loro fingessero che fossero in quel modo alla fine li avrebbe sempre condotti al trauma e alla perdita. Shane aveva cercato di rendere le cose semplici per Lori. Se non ci fosse stato Rick, allora lei sarebbe stata libera di amarlo di nuovo e avrebbe potuto avere lei e Carl tutti per se.  Per Shane, nella sua crescente follia e determinazione a senso unico, era stato semplice. Tuttavia, Rick sapeva che le cose non sarebbero mai andate come immaginava lui se fosse stato Shane quello ad allontanarsi sulle sue gambe lontano da quel campo e non lui. Per lui era ovvio che Merle fosse nello stesso stato d'animo quando si trattava di Daryl e non riusciva proprio a capire come si potesse tornare indietro da tutto questo. Si era spinto troppo lontano e se Daryl non avesse ucciso Merle, allora la minaccia che avrebbe portato quell'uomo al loro gruppo sarebbe stata troppo grande per poterci passare sopra.

''Papà?''

Carl stava ancora aspettando la sua risposta e Rick fece una smorfia. ''Merle è pericoloso. In un modo o nell'altro deve essere fermato''.

Carl annuì lentamente. ''Lo so''. Anche lui fece una smorfia. ''Mi dispiace così tanto per Daryl''.

Rick mise un braccio intorno alle spalle di Carl. ''Lo so'', disse con la stessa tristezza, sentendo già il peso di quello che Daryl avrebbe dovuto affrontare. ''Lo so''.






Il colpo risuonò talmente vicino che Daryl si ritrasse d'istinto. Si era fermato bruscamente ma riacquistò la lucidità quasi subito e riprese immediatamente la sua corsa. Non c'era modo di sapere se quello sparo appartenesse o meno a Merle, ma Daryl istintivamente si preparò al peggio. E poi il peggio accadde. Il rumore delle urla di Carol riempì l'aria. Il sangue gli si gelò nelle vene mentre sentì chiaramente le sue urla di disperazione quasi come se si trovasse di fronte a lui.

''Non toccarmi... non mi toccare.. togliti di dosso, figlio di puttana!''

Daryl non sapeva se stava sentendo le urla di Carol che cercava di scrollarsi di dosso uno di quei vaganti oppure Merle. Diavolo, non sapeva nemmeno quale delle due cose fosse la peggiore. Tutto quello che sapeva era che Carol aveva bisogno di lui e questo era tutto quello che riusciva a pensare mentre si lanciava furiosamente giù per quella improvvisa discesa. Sollevò lo sguardo e si ritrovò davanti a Merle, che stava in piedi sopra il corpo senza vita di Carol. La pioggia non era abbastanza forte da lavare via il sangue che le macchiava la fronte mentre giaceva a terra, immobile. Per la prima volta nella sua vita, Daryl perse completamente e assolutamente il suo prezioso autocontrollo. Innumerevoli e disparate emozioni lo attraversarono in una volta sola mentre capì di essere arrivato troppo tardi e di averla già persa. Una rabbia bruciante che non aveva mai provato prima d'ora esplose dentro di lui mentre iniziò a correre verso suo fratello. Afferrò un Merle inconsapevole dal retro della sua maglietta e lo scagliò lontano da Carol.

Merle colpì duramente il terreno ma lottò per rimettersi in piedi altrettanto rapidamente. ''Ma che diavolo?!'', ringhiò sorpreso. Merle si era appena rialzato quando Daryl si gettò nuovamente su di lui, inchiodandolo a terra.

''Che cosa hai fatto?!'', gli urlò in faccia mentre troneggiava a cavalcioni sopra di lui. ''Che cosa hai fatto?!!''. Daryl non diede nemmeno la possibilità di rispondere all'uomo più anziano mentre iniziava a colpirlo duramente in pieno volto. Il dolore del suo pugno fu quasi un sollievo rispetto al dolore che attualmente stava facendo a pezzi tutto il suo corpo. Merle tirò un pugnò contro il volto di Daryl e nello stesso tempo cercò di liberarsi, mandandolo a rotolare in mezzo al fango.

Merle si mise in piedi e deviò un altro dei suoi pugni. ''Bene, finalmente sei arrivato, fratellino'', sogghignò. ''Come mai ci hai messo così tanto?''

L'atteggiamento disinvolto di Merle unito alla consapevolezza della figura inerme di Carol che giaceva al suolo in mezzo al fango fu troppo per Daryl. Era pericoloso perdere il controllo di fronte a un lottatore con l'esperienza di Merle, ma Daryl andava oltre la ragione. Si lanciò contro Merle e sferrò un soddisfacente pugno sulla faccia dell'uomo. La testa di Merle schizzò all'indietro ma si riprese con una velocità sorprendente e ricambiò il pugno. Daryl sentì il labbro spaccarsi ma registrò a malapena il dolore mentre si scagliava con un pugno dopo l'altro contro suo fratello. I due uomini combattevano senza eleganza, lanciando pugni, calci e afferrandosi per la testa. Merle aveva appena colpito Daryl con un calcio sullo stomaco non appena lui diede segno di aver perso l'equilibrio quando Daryl tirò fuori il suo coltello. Si rimise in piedi, con il coltello teso davanti a sé e davanti a Merle. Gli occhi dell'uomo più anziano si socchiusero minacciosamente e continuava a muoversi troppo velocemente per Daryl, alla fine Merle usò il coltello fissato alla sua protesi per disarmare Daryl definitivamente. Il coltello scivolò lontano da loro due, in mezzo al fango.

''Non puntarmi un arma contro a meno che tu non abbia intenzione di usarla davvero, ragazzo'', ringhiò Merle. ''Così finirai per farti male''.

Daryl non riuscì a immaginare di poter provare un dolore più grande di quello che stava provando in quel momento. Non poté fare a mano di fissare Carol. Non si era mossa di un millimetro da quando lui li aveva trovati e Daryl si ritrovò faccia a faccia con quell'orribile verità. Guardò nuovamente verso suo fratello. ''Perché l'hai uccisa?'', disse senza riuscire a soffocare l'angoscia, la voce che si ruppe a causa di quelle parole che stavano riducendo la sua anima in pezzi. ''Perché, Merle, perché proprio Carol?''. Le sue stesse parole rinnovarono nuovamente la rabbia all'interno del suo corpo e si lanciò di nuovo contro Merle, volendo infliggere quello stesso dolore che stava provando alla persona che l'aveva provocato per primo.

Merle riuscì a scansarlo spostandosi da un lato, spingendolo Daryl a terra e facendo schizzare l'acqua fangosa ovunque. ''Calma i bollenti spiriti, fratellino''. Gli ordinò Merle. ''Io non ho ucciso proprio nessuno''.

Daryl sapeva che Merle stava mentendo. Aveva sentito le urla di Carol, aveva sentito la sua voce gridargli di lasciarla in pace. Dal profondo della sua gola arrivò un suono gutturale, era stanco di ascoltare le sue bugie e le sue mezze verità. Si erano ammassati dentro di lui, il peso di tutti quegli anni di soffocamento gli diedero la forza di lottare con le unghie e con i denti per liberarsi, finalmente. Afferrò la sua balestra e la puntò contro il petto di Merle, la furia incisa in ogni singolo lineamento del suo viso.

Merlo lo guardò incredulo. ''Mi stai prendendo per il culo, ragazzo?'', sbottò.

La mascella di Daryl si indurì. ''Hai ucciso Carol'', sputò fuori con ferocia. Quelle parole spezzarono, se possibile, ancora di più il suo cuore e fu costretto a trattenere le lacrime amare alla realizzazione di quella perdita. Merle iniziò a diventare una figura sfocata di fronte a lui a causa di quelle lacrime che rifiutavano di essere versate, ma Daryl non spostò la sua balestra di un millimetro.

''Carol non è morta'', disse Merle con enfasi. ''Ha solamente perso i sensi, tutto qui''.

Daryl osò scoccare un rapido sguardo verso il corpo ancora immobile di Carol. Spostò il peso da un piede all'altro un po a disagio, cercando di scorgere attraverso la pioggia un qualsiasi movimento proveniente dal petto di Carol.

''Lei non è morta'', ripeté Merle nuovamente mentre se ne stava lì con le braccia abbandonate lungo i fianchi, a guardare Daryl da vicino. ''Te lo prometto''.

L'attenzione di Daryl tornò a focalizzarsi su Merle. ''E le promesse significano tanto per te, non è vero, Merle?'', chiese con amarezza.

Carol scelse proprio quel momento per lasciarsi sfuggire un leggero gemito e per muoversi leggermente. Il sollievo sgorgò immediatamente nel corpo di Daryl e minacciò di spedirlo dritto sulle sue ginocchia.

''Vedi'', disse Merle trionfante. ''Te lo avevo detto. Lei sta bene''.

''Lei non sta bene!'', scattò Daryl. ''Hai cercato di farle del male!''.  Non riusciva ancora a credere al fatto che Merle fosse stato capace di fare tutto questo ma poi, Daryl non riusciva a capire nemmeno il perché. Merle non aveva fatto altro che distruggere tutto quello a cui Daryl si era affezionato per anni ma questa volta aveva stupidamente sperato che le cose sarebbero andate in modo diverso. La dura realtà colpì Daryl in faccia ora. Le cose non sarebbero mai potute andare diversamente quando si trattava di Merle. Daryl strinse la presa sulla sua balestra e la puntò direttamente alla testa di Merle.

''E' così che stanno le cose, fratellino?'', chiese Merle con rabbia. ''Non ho più alcuna utilità per te adesso? Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo il modo in cui mi sono preso cura di te come nostro padre non ha mai fatto''.

''Tu ti sei comportato peggio di nostro padre!'' urlò Daryl. ''Hai sempre detto che tutto quello che facevi lo facevi perché mi amavi. Almeno quel vecchio figlio di puttana è stato onesto nel dirmi che mi odiava. Tu..tu hai fatto tutte queste cose perché ti stavi prendendo cura di me? Per essere un buon fratello maggiore? E dovrei anche ringraziarti per tutto questo?!''

''Dovresti farlo!'', ruggì Merle. ''Ti ho fatto diventare un uomo''. Rivolse a Daryl uno sguardo sprezzante. ''Beh, ci ho provato, almeno. Tutto quello che riesco a vedere quando ti guardo è la puttana di Rick''

''Quando tutto quello che volevi in realtà era che io fossi la tua di puttana'', gli gettò indietro Daryl amaramente. ''Sono in grado di prendermi cura di me stesso da solo adesso, Merle. Ed è questo che tu non riesci ad accettare. Hai distrutto tutto quello che hai toccato'', ringhiò, cercando di soffocare le sue emozioni. ''Ma non ti permetterò di farlo ancora''.

Gli occhi di Merle si strinsero. ''Hai deciso di abbandonarmi, fratello? Non hai più bisogno della mia merda nella tua vita. Avermi all'interno della tua vita tutto ad un tratto è diventato sconveniente?''

Un muscolo si contrasse nella mascella di Daryl mentre Merle cercava di buttargli addosso la responsabilità. Questa era la sua specialità, scaricare le sue responsabilità su di lui ma Daryl aveva finito di fargliela passare franca. I due uomini si stagliavano faccia a faccia in cima al pendio, il fiume tumultuoso che schiumava sotto di loro. A Daryl sembrava rispecchiare in qualche modo quella stessa forza della natura selvaggia mentre lui e Merle si fronteggiavano riguardo questa relazione altrettanto priva di ogni controllo.

Qualcosa sembrò scattare dentro Merle quando Daryl non rispose alla sua domanda. Fece un passo in avanti, il volto acceso dalla rabbia e spinse la fronte contro la punta della freccia della balestra di Daryl. ''Vuoi farla finita?'', si infuriò. ''E allora fallo!''.





Daryl digrignò i denti e fissò Merle attraverso quella piccola distanza che ormai li separava. Cerco di convincere se stesso a premere il grilletto della sua balestra, a rilasciare quella freccia contro la quale Merle aveva premuto la fronte e farla finita. Daryl voleva solo che tutto questo finisse, voleva sapere che cosa si provava ad essere libero da quel fardello di un fottuto fratello come Merle. I suoi muscoli tremavano mentre stava combattendo una grossa e profonda guerra interiore. Tutto quello che Daryl doveva fare era aumentare leggermente la pressione di un dito e Merle sarebbe stato abbattuto come quel cane rabbioso che tutti quanti gli avevano sempre detto essere. I due fratelli si fissarono negli occhi, guardando nelle loro rispettive anime. Daryl poteva vedere la rabbia e la sfida negli occhi di Merle ma dietro tutto questo c'era il più flebile guizzo di qualcosa di diverso. Il dolore e la tristezza che Daryl riuscì a intravedere in quel guizzo gli serrarono il petto. C'era suo fratello, dietro tutta quella spavalderia e dietro tutte quelle stronzate. Era quella scintilla di umanità contro cui Merle aveva combattuto per tutta la vita per riuscire ad ignorarla, ma era ancora lì presente. Quella scintilla era quel posto dove suo fratello ancora viveva e lui non poteva lasciarla andare. Le sue spalle si abbassarono mentre un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra e rilassò il dito che aveva tenuto premuto sul grilletto per tutto il tempo anche se continuò a mantenere la balestra puntata contro la testa di Merle. Suo fratello lo stava ancora fissando, ma realizzò lentamente il fatto che Daryl non aveva più intenzione di sparargli e si sentì lievemente sollevato. Merle non era un cane rabbioso, era suo fratello e c'era ancora una speranza che potesse diventare l'uomo che Daryl sapeva essere. Non poteva voltargli le spalle, anche se non aveva la minima idea di dove diavolo fossero giunti a questo punto. Tutto quello che sapeva era che non poteva uccidere suo fratello. I due uomini rimasero fermi in quello strano stato finché Merle non mormorò quella singola parola.

''Daryl..''

Daryl non avrebbe mai saputo che cosa il fratello avesse avuto intenzione di dirgli perché proprio in quel momento un pezzo di terreno franò sotto la spinta dell'acqua e Merle iniziò a scivolare. Di riflesso, afferrò il braccio di Daryl per cercare di tenersi in equilibrio mentre iniziava a scivolare in basso. Quel semplice movimento causò uno spasmo nella mano di Daryl e senza che nessuno dei due lo volesse, una freccia venne rilasciata dalla balestra. Gli occhi di Merle si spalancarono quando la freccia trapassò il lato più estremo della sua tempia destra da parte a parte, la potenza del rinculo si fece facilmente strada fra la carne e le ossa. Entrambi gli uomini rimasero a fissarsi con un'espressione di incredulità per quello che era appena accaduto.

''Merle'', gracchiò Daryl in difficoltà mentre una singola goccia di sangue scese a zig zag lungo il volto di suo fratello.

Merle dava l'impressione di una persona che stava ancora cercando di capire quello che era appena successo. Fece un passo all'indietro impressionato. Nel frattempo Daryl era rimasto fossilizzato sul posto, congelato in uno stato di shock assoluto. Suo fratello sbatté le palpebre un paio di volte poi fece un altro passo indietro e fu quello di troppo. Merle aveva barcollato all'indietro fuori dal bordo della collina andando dritto verso l'acqua spumeggiante che lo attendeva sotto.

''NO!'', gridò Daryl con orrore, facendo un affondo per cercare di afferrare il fratello. Si gettò a terra in preda al panico cercando di afferrare Merle. Le dita di Daryl trovarono un appiglio nella sua maglia e strinse quella stoffa tra le dita come se ne andasse della sua stessa vita. Merle era soltanto un peso morto che pendeva sopra il letto di quel fiume in piena, la presa che Daryl aveva su di lui era l'unica cosa che gli impediva di sprofondare ulteriormente. Daryl grugnì di dolore mentre i suoi muscoli si tendevano per cercare di sostenere il peso del corpo di Merle. Portò avanti l'altra mano e cercò di afferrargli un braccio, provando a trovare qualcosa di più solido al quale aggrapparsi, ma quel movimento non fece altro che farlo scivolare ancora più in avanti e più in basso su quel terreno reso instabile dalla pioggia. Improvvisamente Daryl si sentì cadere, avvicinandosi sempre di più alla furiosa ondata di acqua scura ma si rifiutò di lasciar andare Merle. Caddero in acqua insieme, quell'acqua gelida che fece bruciare le ferite di Daryl mentre lottava per tenersi stretto a Merle e tenere entrambe le loro teste fuori dall'acqua. Sentì Carol urlare il suo nome ma poi lui e Merle vennero sospinti via dalla corrente lungo il fiume mentre Daryl continuava a lottare per le loro vite . . .























   
 
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