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Autore: Agata W    17/04/2016    2 recensioni
Jenny è morta e Gibbs è in viaggio verso la scena del crimine.
Piccola scena che, a mio parere, è mancata nel telefilm.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Non fate niente, sto arrivando” disse Gibbs secco e sbrigativo riattaccando subito dopo.

Non voleva sentire un minuto di più la voce di Tony, era colpa sua se lei era morta, era solo colpa sua, non era stato capace di proteggerla, pensò consapevole che fosse solo una scusa.

Lei era morta.

Appena l'aveva saputo era rimasto lucido e distaccato, ora invece la notizia stava diventando una consapevolezza, un pensiero che si stava facendo strada nella sua mente e nelle sue viscere come un uragano, distruggendo ogni cosa e facendo crollare tutte le sue certezze.

Lei non c'era più.

Non l'avrebbe mai più sentita parlare, non l'avrebbe mai sentita più pronunciare il suo nome, non avrebbe mai più sentito il suo sguardo su di sé, non avrebbe più potuto essere geloso degli uomini con cui la vedeva, non avrebbe più...sentì una violenta fitta allo stomaco, il dolore stava diventando fisico, la vista gli si sfuocò, sbattè invano le palpebre nel tentativo di vedere meglio la strada ma quella iniziò ad ondeggiare a destra e a sinistra sempre più velocememente. Decise che sarebbe stato meglio accostare e con freneticità quasi malata scese dall'auto bisognoso d'aria.

Il dolore persisteva e le immagini di lei, di quello che erano stati loro un tempo gli scorrevano davanti vorticosamente senza dargli tregua. Non poteva essere tutto finito, non poteva essere svanita così di botto la sua ultima possibilità di riaverla... di riaverla come la sua donna; come lo era stata a Parigi.

Fece gli ultimi passi barcollando prima di accasciarsi distrutto dai ricordi e dai rimpianti sulla riva di un ruscello che correva non lontano dalla strada.

Chuse gli occhi nella speranza di rilassare la mente e di ritrovare la lucidità, ma il volto enigmatico e meraviglioso di Jenny gli si materializzò nitidamente davanti come se lei fosse stata veramente lì.

Ebbe un altro tuffo al cuore, si sforzò di riaprire gli occhi...per un attimo desiderò dimenticare tutto, dimenticare lei, dimenticare loro, per poter smettere di soffrire, ma ciò lo fece arrabbiare ancora di più con sé stesso. Lei non meritava di essere dimenticata, le meritava di essere amata, amata e amata, cosa che lui non era riuscito a fare perchè troppo concentrato a rifugiarsi continuamente nel proprio orgoglio e a rinfacciarle ogni minimo errore, mentre lei meritava solo amore, e lui, idiota, non glielo aveva dato.

La rabbia gli servì, era un sentimento che conosceva fin troppo bene e riuscì a utilizzarla per ritrovare, per quanto fosse possibile, la lucidità e per placare il dolore.

Immerse una mano nell'acqua fredda e se la passò lentamente sulla faccia, come a far scivolare via la sofferenza, poi, dopo alcuni minuti di immobile apaticità, con lo sguardo perso nel vuoto si alzò e si diresse verso la macchina; ebbe un ultimo sussulto che ricacciò con violenza indietro in quel mare di disperazione che teneva schiacciato dentro di sé e che se avesse lasciato uscire l'avrebbe sicuramente ucciso. Riprese il viaggio, evitò di pensare e si concentrò solamente sul rombo cupo e sommesso del motore.

  
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