L’ESPERTO IN MATERIA

Soul si lasciò cadere sulla panchina di fianco al campo da basket. Aveva appena visto svanire l’occasione di una bella partitella con i suoi amici – e con Maka, che occasionalmente era riuscito a trascinare con sé – dopo il fortunoso, si fa per dire, arrivo di Spirit Albarn, che con sole dieci parole (Com’è sexy la mia Maka mentre gioca a basket!) era riuscito a scatenare l’ira della figlia, che eccezionalmente – a detta di Black*Star - aveva raggiunto livelli divini.
Così, dopo aver piantato un potentissimo Maka-Chop sulla testa del padre, quell’acida senzatette era scappata a casa, e gli altri dopo di lei avevano fatto lo stesso. Soul sapeva benissimo che Maka aveva usato quella come scusa, che non aveva la minima intenzione di giocare a basket con loro quel giorno; si stava giusto alzando per seguirla, quando quel cafone, porco, pervertito maniaco di Spirit si accasciò gemendo di fianco a lui.
Ora, Soul Eater Evans era un ragazzo figo, e fermarsi a consolare il maniaco padre della ragazza che ti piace è un’azione per niente cool. Ma quell’uomo gli suscitava una tale pena che non poté far altro che rilassarsi contro lo schienale della panchina, pensando a cosa dire.
Per i primi cinque minuti restò in silenzio. Spirit continuava a piagnucolare e Soul si chiese seriamente come facessero tutte quelle donne ad essere attratte da lui. Stava cominciando a capire il ribrezzo che Maka provava per il padre. E questo lo fece sorridere.
“Devi amare davvero Maka.”
Spirit alzò la testa alle parole dell’albino. E questo cosa voleva?
“Certo. La amo più di qualsiasi cosa esista a questo mondo!”
Soul ghignò. “Ma appena ti avvicini l’unica cosa che sei in grado di fare è farti odiare.”
Spirit sbatté la testa contro le ginocchia, proprio nel punto dove aveva ricevuto il Maka-Chop dalla figlia.
“Mi costa ammetterlo, razza di delinquente, ma credo che tu abbia proprio ragione.”
Soul sospirò e incrociò le braccia dietro al collo per poi sogghignare.
“Beh, Spirit maiale Albarn, direi che siamo proprio sulla stessa barca.”
L’uomo alzò la testa di scatto e lo fissò incredulo. Quel ragazzaccio gli stava forse dicendo… che era innamorato di sua figlia? Della sua piccola Maka?!
“MA TI SEMBRA INTELLIGENTE DIRMI QUESTE COSE?! SONO SUO PADRE!”
Soul però aveva gli occhi chiusi e continuava a mantenere la posizione rilassata di poco prima.
Allora Spirit decise di riflettere su quello che il ragazzo gli aveva appena detto.
Secchiona. Acida. Bambina. Tappetta. Senzatette. Tutti i nomignoli che quell’essere schifoso dava a sua figlia. Ma perché?
“Sei innamorato di lei ma l’unica cosa che sei in grado di fare è farti odiare…”
“Touché, vecchio porco.”
A quel punto Spirit scoppiò a ridere, e il ragazzo lo seguì a ruota. Soul non aveva mai pensato che sarebbe riuscito ad avere quella conversazione con quel pervertito. Evidentemente si sbagliava. Decise di andare a fondo con la questione, per vedere fin dove sarebbero arrivati.
“Beh, io ti consiglio di smettere di elogiare Maka in modo svenevole. La irrita. Lei vorrebbe che tu la rispettassi per la persona che è, diversamente da come hai fatto con sua madre.”
Spirit accusò il colpo, ma decise che per salvare la faccia poteva almeno sfruttare le sue conoscenze da esperto in materia e rimbeccare il ragazzo.
“Tu invece hai intenzione di sbavare dietro a mia figlia senza far niente in eterno? Che razza di uomo saresti, spiegami?”
Soul non riuscì a capire se Spirit gli stesse suggerendo di spingere Maka verso la camera da letto, ma nel dubbio decise di tacere, per il momento, per non rischiare di essere ucciso.
“Ah, quindi tu, il vero uomo, vorresti dirmi cosa fare?”
Spirit tossicchiò e si mise composto.
“Certo! Innanzitutto, dovresti dichiararti. Mi costa ammetterlo, bastardo di una falce, ma mia figlia ha un evidente debole per te.”
Soul cominciò a sorridere in modo strano.
“Dici che dovrei farle capire in modo palese i miei sentimenti?”
Spirit annuì con convinzione, per poi ammiccare, con uno sguardo che diceva ‘sono o no l’esperto in materia?’.
A quel punto Soul non riuscì a trattenere un ghigno.
“Quindi, ora che ho la tua benedizione, posso portarmi a letto tua figlia?”


Maka stava chiudendo il libro che aveva appena finito di leggere, quando sentì la porta sbattere. Si diresse in cucina.
“Sono a casa” ansimò Soul, che sembrava intenzionato a dire qualcos’altro, ma fu interrotto – in parte anche dagli ansimi – da una voce che gridava sotto la loro finestra.
Maka si avvicinò e aprì i vetri, per vedere sotto di sé il padre che sbraitava come un ossesso.
“LURIDO BASTARDO! Osa mettere le tue sporche manacce su mia figlia e giuro che te le taglio! Scendi se hai il coraggio! Ti farò vedere l’Ira di una vera Death Schyte!”
Maka si voltò verso Soul con uno sguardo confuso, mentre il ragazzo le si avvicinava con il suo solito ghigno stampato sul volto.
"Non chiedermi nulla. Io non ho fatto niente. E' stato lui a insistere per darmi dei consigli da esperto in materia!"






Angolo dell'Autrice:
Ebbene sì, sono già tornata con un'altra piccola one-shot senza pretese. Avevo quest'idea malsana di Soul che parlava con Spirit già da un po' di tempo, e boh ho deciso di provare a metterla nero su bianco.
E' stato un po' complicato perchè i due insieme sono abbastanza comici, e io ho sempre paura di non riuscire a rendere quest'intesa e di scadere in qualcosa di ridicolo e penoso. Perciò, fatemi sapere cosa ne pensate!
La vostra Elizabeth_2206