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Autore: ArwenDurin    18/04/2016    3 recensioni
Pensieri di John alla 3X01 quando rivede Sherlock e non riesce a dormire..
"Lui, credendo di aver perso Sherlock, aveva perso il suo colore.
John aveva continuato a camminare spento quasi assente come di un anonimo grigio, risucchiato nel suo dolore oramai diventato apatia.. e adesso che aveva ripristinato un po' la sua vita, Sherlock spuntava così? Pareva si prendesse gioco di lui"
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Tirò un ennesimo sospiro, girandosi nel letto e si ritrovò a pancia in su e ad occhi aperti nel semi buio della camera. La fioca luce della luna entrava dalle serrande mezze aperte, facendo sì che la camera da letto non fosse completamente al buio, e che John vedesse il muro del soffitto.
" non riesco a dormire, fantastico "ma d'altronde che cosa si aspettava? Davvero credeva che con quello che era successo quella notte sarebbe riuscito a dormire normalmente? Dopo lo sconvolgimento, il dolore, la rabbia, l'incredulità di vedersi nuovamente Sherlock davanti? Vivo e vegeto, col suo pallido viso intatto, non coperto di sangue, e i suoi occhi vivi e limpidi, non pozze chiare e opache. Sherlock era vivo ed aveva avuto la faccia tosta di presentarsi lì in quel ristorante con quel ridicolo accento francese, fingendosi persino un cameriere.
Ci aveva scherzato il bastardo, certo.. tanto per lui era questo solo uno stupido gioco. Difatti non era lui ad aver passato le notti in bianco, in lacrime, tormentato dal sangue, dal marciapiede, dalle parole amare di Sherlock al telefono, e dal quel salto dal tetto del Bart's. Lui non si era svegliato nel cuore della notte urlando il nome dell'unica persona che per John Watson contasse davvero. E  non aveva passato le giornate con quel peso al cuore, affondando sempre più giù, come un masso nelle profondità marine; nel dolore e nei sensi di colpa per non aver fatto abbastanza, e nella rabbia di non averlo potuto fermare. Il sentirsi inutile e pian piano vuoto, schiacciato, aggrinzito e marrone come una foglia che aveva compiuto il suo giro depositandosi ad altre; unanime ed uguale a tutte loro, come nelle prime giornate d'autunno, perdendo il suo colore verde acceso.
Lui, credendo di aver perso Sherlock, aveva perso il suo colore.
John aveva continuato a camminare spento quasi assente come di un anonimo grigio, risucchiato nel suo dolore oramai diventato apatia e camminare in quel mondo come un'ombra, un ricordo di ciò che era, andare avanti mentre il suo sguardo non si soffermava su nulla. Poiché per lui, era tutto troppo avvolto dalla nebbia e piatto come egli si sentiva, finché non era giunta Mary. La guardò, girata di schiena dormire serenamente; lei l'aveva aiutato e l'aveva salvato, facendogli vedere che poteva ancora essere una persona, che poteva ancora avere un colore, o almeno un riflesso dello stesso. Perché nonostante fosse arrabbiato con se stesso per questo, con Mary era come se una parte del vero John fosse scomparsa.
Dovette ammettere che il suo essere non aveva ripreso colore come pensava, ma solo una sfumatura di quello che era.. ma almeno si sentiva di nuovo qualcuno.
E adesso che aveva ripristinato un po' la sua vita, Sherlock spuntava così? Pareva si prendesse gioco di lui, visto che a Molly e a dei senzatetto aveva detto il suo piano; loro sapevano che Sherlock non si sarebbe suicidato. Ma John? No! Lui cos'altro era se non il suo amico più vero, colui che gli era stato accanto sempre e comunque?
Erano inseparabili loro due, complementari. Ma Sherlock non aveva ritenuto opportuno avvisarlo perché citandolo "lui aveva la bocca larga, qualcosa avrebbe detto" certo, come no.
John sbuffò serrando la mascella, lo odiava, oh sì! L'aveva preso a pugni facendo sì gli sanguinasse pure il naso, e nonostante poi era stato lui stesso ad offrirgli il fazzoletto per fermare l'emorragia,  John  sarebbe andato avanti.. perché il dolore era troppo! Perché quell'inumano essere l'aveva escluso e abbandonato, fregandosene di come avrebbe potuto reagire John: lui era il buon dottore, sempre paziente e calmo..ma non questa volta!
Dio se era arrabbiato!
E John sapeva che se Mary e i camerieri non l'avessero bloccato l'avrebbe preso a pugni così tanto che non si sarebbe fermato, per tutto il dolore e il macigno all'essere che gli aveva procurato. Poiché Sherlock era il suo mondo e gli aveva fatto vedere poteva ancora valere qualcosa e non sentirsi più un fallito inutile, e poi era svanito come polvere al vento. Ed era rimasto l'oblio del dolore, il grigio insignificante del tutto.
" magari anche lui ha sofferto, magari anche lui ha avuto i suoi macigni " questo gli sussurrava la sua coscienza che aveva ancora a cuore quel detective ma non gliene importava! Sherlock era un'egoista bastardo che aveva pensato solo a compiere una missione non pensando ad altro, e pensando che delle scuse sarebbero bastate.
" come se ciò bastasse " pensò stringendo i pugni. Lo odiava, lo odiava immensamente! Avrebbe voluto avvicinarsi a quel visetto arrogante e urlarglielo in faccia << Ti odio! Per tutto quello che mi hai fatto, per quello che hai fatto alle persone che ti volevano bene. Io non ti voglio rivedere più >> questo avrebbe voluto urlare prima che il suo cuore scoppiasse in fiamme, ma non era riuscito, oh no. Perché infondo a quelle battutine e a quei sorrisini di Sherlock, John aveva letto l'ansia negli occhi del consulente investigativo, un'ansia nemmeno tanto celata in quegli occhi limpidi. E poi vi era qualcos'altro l'aveva fermato:
che non era questo voleva dirgli prima che il suo cuore scoppiasse, non era odio.
E John lo sapeva benissimo.
" perché tu non lo odi, non potresti mai " gli sussurrò di nuovo la sua coscienza. E John Watson girandosi per un istante verso sua moglie, fu costretto a tirare un'altro sospiro ed a chiudere poi gli occhi un secondo, per placarsi, calmarsi.
Perché Sherlock Holmes era vivo, era di nuovo a Londra a Baker street e nonostante la rabbia cocente, il dolore, John sentì del sollievo avvolgerlo perché il miracolo si era realizzato: lui era tornato.
Quando credeva che la cenere dei ricordi l'avrebbe seppellito, Sherlock era tornato e l'aveva spazzata via, e ora dopo aver rivisto Sherlock sapeva di avere  sentito di nuovo quel colore.
Lì forte, un sussulto nel suo petto, sfogato in rabbia certo, ma c'era come prima: fatto di adrenalina, pulsazioni forti, discussioni ma che terminavano in risate, e corse per le strade di Londra.. quel colore di vita.
E ora con Sherlock poteva far sì fosse di nuovo acceso nel suo essere, palpitante, come adesso lo era il suo cuore. Batteva forte risuonando nel silenzio notturno, per tutte le emozioni di quella sera, e faceva sì che i suoi occhi blu fossero impiantati nel soffitto.
Insonni ma sollevati, confusi ma accesi, di una luce fulminante che John non capì, non al momento almeno, ma che godette, e che placò un po' l'ira che lo divorava.
Perché Sherlock Holmes era di nuovo lì, era di nuovo con lui in qualche modo, e perché nel profondo del suo essere John Watson sapeva che lo avrebbe perdonato. Poiché nonostante la voragine che aveva aperto sotto i suoi piedi, Sherlock era anche quello che l'aveva richiusa, e solo vederlo lì vivo aveva avuto questo potere.
E perché quell'idiota di un consulente investigativo era l'uomo più intelligente e migliore che avesse mai conosciuto, e teneva a lui più della ragione, più delle ripicche.
Quello che c'era tra loro due non era sotto controllo,non lo era mai stato e mai avrebbe potuto eesserlo: poichè era oltre e andava al di fuori di loro.
Ma al momento era troppo arrabbiato per pensarci, troppo confuso, e non aveva nulla da dire se non con i suoi pensieri.
E John sospirando ancora pensò che non sarebbe mai riuscito a fare a meno di Sherlock Holmes. 


Angolo autrice: 
Ciao a tutti :) desideravo anche io dare un contributo a questo pezzo, per quanto chiedo scusa a Sherlock per alcune paroline non proprio gentili che ho usato :P ma d'altronde dovevo rendere credibile John :P (anzi prego di averlo fatto bene) con lui non ho avuto subito un'empatia diretta, lo confesso, ma poi con l'andare delle puntate e rivedendo gli episodi sì :P quindi fare questo pezzo dal punto di vista di John è stato un po' impegnativo :P però mi spiaceva troppo per il suo dolore e volevo "sfogarlo" così dando mondo che il personaggio se ne liberasse oltre a me che mi fa male vedere i miei patati soffrire 
Dalla foto che trovate nasce il tutto, poiché da quando ho visto quella scena ho pensato di farci qualcosa ma poco fa è nata l'idea concreta, così ecco qui :)
Fatemi sapere che ne pensate magari con un piccolo commento, comunque grazie anche a chi leggerà soltanto ^_^
p.s= ci sono dei riferimenti Johnlock per chi riesce a coglierli :P celati ma ci sono, poi ognuno può vederlo come vuole :)




 
   
 
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