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Autore: RanmaSaotome    06/04/2009    3 recensioni
Gli era stato insegnato solo a combattere, non sapeva fare nient'altro. La guerra era tutto ciò che conosceva, la guerra che gli portò via tutto. La vendetta è tutto ciò che cerca. Un sogno e un ricordo che ritorna a tormentarlo, un incontro con una persona, quella persona cambierà tutto questo?
Genere: Azione, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Genma Saotome, Ranma Saotome, Soun Tendo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio moltissimo maryku, laurastella, Laila e fmi89 per aver commentato il precedente capitolo.
Chiedo scusa per il ritardo nella pubblicazione del quinto ma aspettavo che il beta reader che avevo contattato mi rispondesse, ma a quanto pare o non gli interessava e se ne è dimenticato, infine mi sono deciso a rileggerlo e a pubblicarlo.
In ultimo, sto passando a un nuovo gestore telefonico quindi potrei rimanere senza internet per un pò, il prossimo capitolo verrà inserito appena ristabilita completamente la connessione.
BUONA LETTURA!!


2°Giorno

La mattina seguente, Akane e Omura si alzarono e trovarono Ranma ad aspettarli inpaziente di ripartire, avevano perso già troppo tempo, che andava recuperato. Però prima di riprendere il viaggio passarono a salutare quel vecchio negoziante che li aveva invitati a rimanere, dopo essersi scambiati dei cordiali saluti uscirono dal negozio e presero a camminare verso la loro meta. Mentre camminavano si voltarono per un attimo a osservare ciò che rimaneva di quel posto, lì Akane aveva visto dal vivo la sua prima battaglia, Ranma aveva provato sulla sua pelle, ancora una volta, la guerra perdendo un amico. Omura capì che dovevano sbrigarsi, capì che ogni giorno che passava erano sempre più in pericolo e quello che era successo il giorno prima ne era la dimostrazione. Dopo si voltarono di nuovo e ripresero a camminare, lasciando quel posto di cui ora rimaneva solo case distrutte, campi bruciati, cadaveri e tanta tristezza. Il villaggio che avevano lasciato non era molto lontano dal confine con Yamagata, continuando a camminare senza fermarsi avrebbero potuto raggiungere la prossima prefettura per il primo pomeriggio, a scanso di interruzioni ovviamente, ma durante il cammino due persone ebbero ancora la possibilità di parlare.

"Ecco fatto, abbiamo perso un giorno di cammino" disse il ragazzo quasi seccato da fatto, in risposta ottenne un' arrabbiatura di Akane.

"E ti preoccupi di questo?! E il tuo amico, non vai a liberarlo!?" non riusciva a credere che quel tipo che aveva di fronte pensasse più al fatto di aver perso un giorno di cammino che a quello di aver perso un compagno, un amico col quale aveva vissuto per tanto tempo.

"Il mio compito ora è riportarti al palazzo, poi penserò anche a lui" *Probabilmente sarà già morto, Fukushima non è tipo che fà prigionieri. Ti metterò in conto anche questo contaci* la sua voce apparve ferma e fredda, ma i suoi pensieri non lo erano altrettanto.

"Potrebbe essere troppo tardi!" replicò ancora un Akane piuttosto alterata da quel suo comportamento, da quel ragazzo che voleva apparire a tutti i costi ostinato e insensibile.

"Questo lo vedremo poi." da parte sua invece Ranma continuò a essere freddo e distaccato, sembrava non aver intezione di andare a salvare il suo amico, nonostante i pensieri della notte precedente.

"Come fai ad essere così insensibile, lui ha rischiato la vita in quella battaglia insieme a te, ora è tuo dovere aiutarlo!" stavolta non era solo "alterata", era arrabbiata sul serio e stava gridando di santa ragione a quel ragazzo che gli camminava accanto.

"Senti, se io avessi voluto che lui mi seguisse in quella battaglia, gliel'avrei chiesto io stesso, come ti ho già detto è stata una sua decisione, conosceva anche lui i rischi." disse fermandosi un secondo guardando Akane, che cercò di convincerlo con una frase che pensava facesse effetto.

"E così lo lasci morire?"

"Tutti dobbiamo morire." freddo come al solito, poi riprendendo a camminare tagliando il discorso.

"Se volete seguirmi io vado avanti, non possiamo permetterci il lusso di fermarci." sembrava che le parole di Akane non lo avessero nemmeno sfiorato.

*Stupido insensibile e scontroso* pensò arrabbiata riprendendo anch'essa a camminare per quella stradina sterrata che li avrebbe condotti, passando per altre cittadine, alla loro meta.

Nel frattempo a Kasumoto le cose andavano peggio, era stato legato con le braccia dietro la schiena dal nemico e con gli occhi bendati riuscì solo a capire di aver sceso delle scale e aver camminato a lungo sottoterra considerando che non aveva avvertito il vento o il calore del sole, arrivati a destinazione lo sbendarono e Kasumoto ebbe modo di dare un' occhiata al posto in cui si trovava che per lo più assomigliava a una cantina o a un seminterrato di chissà quale abitazione. Quel posto era quasi completamente vuoto apparte tre barili posti vicino a una porta in legno che doveva portare al corridoio che aveva appena superato, una sedia al centro alla quale era stato legato per essere interrogato e una lampadina proprio sopra di lui che illuminava, in maniera minima, quella stanza, nella quale si trovavano anche due individui in piedi agli angoli della stanza.
Ma cosa più importante era l'uomo che aveva di fronte che cominciò a parlare nel momento in cui Kasumoto posò lo sguardo su di lui.

"Dunque ragazzo, ti rifaccio la domanda, so dove sono diretti la principessa e gli altri, ma io voglio che tu mi dica la strada esatta che seguiranno." più che una domanda era una richiesta, detta mentre quell'uomo fissava negli occhi l'interrogato, poi cominciando a girare nervosamente intorno alla sedia, era un tipo di statura un pò più alto di Ranma e più anziano, capelli lunghi sul nero, occhi sbarrati quasi da pazzo, con iridi marroni, ma quello che si notava di più era una cicatrice sulla guancia destra, per il resto il corpo era coperto da un mantello nero, doveva essere un tipo che amava la teatralità, Kasumoto lo riconobbe quasi subito, troppe volte Ranma gli aveva parlato di quell'uomo.

"Fottiti" benchè fosse saldamente legato ad una sedia, inerme, non aveva intenzione di dare alcun tipo di informazione a quell'uomo, anche se ciò gli dovesse costare la vita.

"Non so se sei orgoglioso o semplicemente stupido, nessuno verrà a liberarti, siamo solo io e te. Allora, dimmi Ranma che strada sta facendo, voglio saperlo!" a giudicare dal tono che aveva usato non doveva essere un tipo molto paziente, inoltre smise di girare intorno alla sedia, tornando a fissare Kasumoto direttamente negli occhi, dai quali ora traspariva la rabbia.

"Non c'è bisogno che tu lo cerchi, ti troverà lui e non avrà pietà quando ti troverà." non sperava che Ranma tornasse a salvarlo, lo conosceva troppo bene, ma voleva intimorire il più possibile quell'uomo che aveva davanti, in quei casi a volte tentare di incutere terrore in chi ti sta davanti è l'unica strategia che rimane da usare.

In risposta alle sue parole Fukushima abbassò un attimo la testa sorridendo lievemente, per poi tornare a fissare l'interrogato con lo stesso sguardo di pochi attimi prima.

"Ti trovi in un semplice sotterraneo che usiamo come punto d'appoggio, ma ti informo che solo al piano di sopra ci sono circa una cinquantina di uomini addestrati da me in persona, nemmeno Ranma potrebbe farcela a intrufolarsi qui dentro e a uscirne vivo, per quanto forte possa essere. E anche se uscisse dal sotterraneo, ipotizzando con te vivo, si ritroverebbe quasi subito circondato dagli uomini che pattugliano il villaggio." con quelle parole Fukushima voleva abbattere ogni speranza di Kasumoto e convincerlo a parlare, ma allo stesso tempo aveva anche dato importanti informazioni a Kasumoto, il quale rimase fedele alla sua strategia di tentare di spaventare Fukushima.

"Tu non sai con chi hai a che fare, Ranma si è allenato giorno e notte in attesa del momento in cui te la farà pagare per quello che hai fatto. Non sottovalutarlo, è più potente di quanto immagini." disse guardando dritto negli occhi l'uomo che aveva di fronte.

"Sta tranquillo che non mi impressioni con le tue parole, per quanto Ranma possa allenarsi io rimango sempre un gradino sopra di lui e sai perchè? Te lo dico io, perchè tra me e lui c'è una differenza incredibile, io ho qualcosa che lui non ha o per meglio dire, io NON ho qualcosa che invece lui ha e che lo rende debole." erano parole dette a bassa voce, quasi sussurrate, mentre guardava fisso negli occhi Kasumoto, che da parte sua non capì bene cosa stessero a significare le parole di Fukushima, il quale se ne accorse vedendo l'espressione interrogativa che si era formata sul volto dell'interrogato.

"Non hai capito? Eppure è abbastanza semplice. IO, NON HO PIETA' PER NESSUNO. Cosa che al contrario ha Ranma e che lo condiziona nelle sue azioni, lui non ucciderebbe mai per il semplice gusto di farlo, se ha ucciso in battaglia è per semplice sopravvivenza. A differenza di me, che ad esempio ora non esiterei un solo minuto a ucciderti se non mi servissero le informazioni che ti ho chiesto." mentre pronunciava tali parole era assolutamente freddo e fissava ancora negli occhi Kasumoto.

"Forse hai ragione, la pietà condiziona le azioni dei guerrieri, ma sono proprio queste le fattezze che distinguono un essere umano da un mostro. E io invece sono sicuro di un' altra cosa, sono assolutamente certo che quando vi incontrerete, lui non avrà alcuna pietà PER TE." sembrava una gara a chi si fosse dimostrato più freddo e caparbio dei due, ma in ogni caso le parole di Kasumoto suscitarono un qualche genere di effetto in Fukushima.

"Ora sono stanco di questa conversazione. PARLA O MUORI! Scegli!" una frase urlata, che imponeva due tipi di scelta, alla quale Kasumoto ripose con un silenzio totale, anche se sapeva a cosa avrebbe portato questa sua scelta. Da parte sua invece Fukushima era visibilmente arrabbiato tanto che racchiuse la mani a pugno le quali cominciarono a tremare.

"PORTATELO VIA!!! Ora mi hai stancato, se non vuoi parlare allora non mi servi, domani, al tramonto, tramonterà anche la tua vita. Dovresti essere contento, ti do un pò di tempo per pensarci su." detto questo Fukushima si voltò aprì la porta dietro di se e la richiuse sbattendola, mentre due dei suoi uomini si erano avvicinati a Kasumoto che era ancora legato a quella sedia.

Tornando a Ranma.

Nello stesso momento il resto della compagnia continuava a camminare, con in testa Ranma e Akane e dietro di loro Omura che teneva d'occhio il ragazzo. Mentre camminavano per il sentiero che li avrebbe condotti a palazzo Akane continuava a insistere su Ranma per convincerlo ad andare ad aiutare il suo amico.

"Allora sei proprio deciso a non andare ad aiutarlo?" non poteva accettare che lasciasse in balia del nemico il suo amico.

"Ma quanto sei insistente,comunque si, sono sempre deciso verso la mia strada." cominciava a essere seccato dall'insistenza di quella ragazza dai capelli corvini che aveva affianco.

"E io torno a dirti che è tuo dovere aiutarlo!" si era di nuovo arrabbiata, ma Ranma non aveva intenzione di continuare ancora quella conversazione e quindi allungò il passo allontanandosi un pò da Akane.

"Non pensare di farla franca, la conversazione non finisce qui!" dopo di ciò allungò anche lei il passo per raggiungerlo, mentre Omura dietro di loro si chiedeva quando quel viaggio finirà.

Ad un certo punto Ranma si fermò all'improvviso e Akane andò a sbattere addosso a lui.

"MA CHE DIAVOLO FAI!? Perchè ti sei fermato così all'improvviso!?"

"Shhh, silenzio." disse a bassa voce, poi si abbassò appoggiandosi a una gamba per osservare, nel sentiero sotto di loro, un gruppo di soldati di Fukushima che stavano procedendo nella loro stessa direzione.

"Dannazione, questo complica un pò le cose" osservando il battaglione di soldati che stava camminando poco sotto di loro "non possiamo affrontarli, sono troppi anche per me."

"Pensi che vadano ad attaccare il palazzo?" chiese Akane, che nel frattempo aveva seguito Ranma accucciandosi come lui.

"Non lo so. Senti Omura, quella strada ha altri sbocchi o porta direttamente a palazzo?" rivolgendosi a Omura che si trovava dietro di loro nella stessa posizione di Ranma e Akane.

"Queste sono due strade parallele, il percorso qui sotto veniva utilizzato solo dai carri merci, fanno entrambe la stessa strada e si ricongiungono al prossimo villaggio." tutti parlavano sottovoce, non dovevano far notare la loro presenza al battaglione del quale rimaneva solo la retroguardia che passasse.

*Siamo fortunati come al solito, maledizione.* "A questo punto non possiamo fare altro che cambiare strada e raggiungere il palazzo passando per la prefettura di Fukushima."

"Sei impazzito, la prefettura di Fukushima è territorio occupato dal nemico, tanto vale allora affrontare quel battaglione" Omura aveva ragione, d' altronde intraprendere la strada proposta da Ranma significata gettarsi nelle fauci del lupo, cosa che lo terrorizzava alquanto, non tanto per lui, ma più che altro per le sorti della principessa.

"Senti so benissimo cosa significa passare per quella strada, ma rimane il fatto che se riuscissimo a farci notare il meno possibile potremmo farcela ad attraversare senza problemi la prefettura e a quel punto ci ritroveremo direttamente in quella di Miyagi, in territorio 'amico'. Se invece rimaniamo sulla nostra strada c'è il rischio di scontrarci con l'esercito nemico al congiungimento delle due strade o di essere coinvolti nel loro prossimo attacco." ancora una volta Ranma aveva espresso l' ipotesi più probabile, anche se era la più infelice.

"Non ne sono assolutamente convinto, passare per territorio nemico con la principessa è pura follia." rispose Omura, mettendosi poi a pensare ad altre possibili alternative.

"Non ne sei convinto? Quell'esercito attaccherà prima o poi un villaggio o direttamente il palazzo e sta sicuro che finiremo coinvolti anche noi se proseguiamo per questa strada, finora tutte le ipotesi che ho dato si sono avverate e ogni mia decisione si è rivelata esatta, perchè dovrei sbagliare proprio ora?!" non era arrabbiato perchè Omura aveva ancora dei sospetti, in fondo sapeva che era difficile per la gente avere fiducia in lui, era alterato dal fatto che piuttosto che dargli ragione voleva intraprendere una strada che li avrebbe portati ad uno scontro con quel battaglione, il quale intanto era passato completamente.

"Senti Omura, infondo ha ragione, finora non ha mai sbagliato nessuna previsione, perchè dovrebbe sbagliare proprio adesso?" Akane sembrava intenzionata a seguire l'idea di Ranma, condizionata dal fatto che finora quest'ultimo li ha sempre o quasi sempre portati sulla strada giusta.

"E va bene, se la principessa ha fiducia in te e vuole seguirti la seguirò anch'io. Ma sta attento, se succede qualcosa ti riterrò responsabile." *E speriamo che vada tutto bene.* non ne era del tutto convinto ancora, ma lui aveva il compito di proteggere la principessa e l'avrebbe dovuta seguire in qualsiasi posto essa andasse.

"Bene, muoviamoci." disse Ranma, per poi alzarsi deciso a riprendere il cammino per la strada da lui indicata.

"Approposito, hai pensato dove passare la notte?" Omura aveva ragione, omai era molto tardi e partire adesso significava mettersi in viaggio senza riposo.

"Credo che questa notte dovremo passarla all' addiaccio." detto ciò Ranma cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa con cui accendere un fuoco, con un pò di fortuna trovò abbastanza materiale per far nascere un bel fuocherello. Una volta accesso si sdraiarono in prossimità di esso sperando che li avrebbe tenuti caldi per un pò data la scarsità di legname con cui alimentarlo, dopo un pò tutti si addormentarono accompagnati dal leggero tepore del fuocherello che avevano acceso. Ma come la sera precedente Ranma si svegliò e in mancanza di posti isolati in cui rintanarsi per pensare in pace decise di rimanere dove si trovava.

*Questo viaggio sta diventando più lungo e tortuoso di quanto previsto, domani dovremo attraversare un luogo nemico e dovremo stare molto attenti, non ci sarà posto per gli errori stavolta. Ci è andata già fin troppo bene in quel villaggio.* Poi osservando il cielo stellato di quella sera, i suoi pensieri mutarono in tutt'altra direzione. *Chissà, forse mio padre aveva ragione, forse davvero i nostri avi ci proteggono da lassù, vegliano su di noi, ci aprono la strada e ci indicano la direzione giusta da seguire, chi lo sa.* come ogni volta, quella di Ranma era un' altra notte di pensieri e forse lo era anche di qualcun altro.

"Non riesci a dormire?" anche Akane era sveglia quella notte, che fosse semplicemente una coincidenza o un segno del destino nessuno poteva saperlo, ma ormai erano lì, perchè non scambiare qualche parola.

"E' come ogni altra notte, mi sveglio e addio sonno. Piuttosto, tu cosa ci fai sveglia?" problemi di sonno anche lei era difficile che ne avesse.

"Ogni tanto mi capita di svegliarmi la notte, come tutti immagino." voltandosi verso Ranma, mentre il fuocherello che inizialmente li riscaldava si era spento da chissà quanto.

"...." Ranma avrebbe voluto dirgli che non è una cosa del tutto normale, ma poi si rese conto che forse in realtà lo era, ma giusto qualche volta. Quindi rimase in silenzio osservando le stelle.

"Fissi spesso le stelle?" se ne era accorta e infatti questa domanda gliela fece con un sorrisetto.

"Qualche volta, forse sono l'unica cosa positiva della notte." da parte sua Ranma rimaneva fisso a guardare il cielo senza dare sfogo ad alcuna espressione sul suo volto.

"Sai, c'è gente che crede che i nostri antenati possano guardarci da lassù, che in qualche modo ci guidano." voltandosi anch'essa ad osservare le stelle.

"E tu ci credi?" gli chiese poi Ranma guardandola, la quale aveva lo sguardo fisso rivolto verso il cielo, catturato da quel cielo stellato così raro.

"Non lo so. Forse ognuna di quelle sono veramente persone che non ci sono più, ma che continuano a stare vicine ai loro cari. O forse sono semplicemente corpi celesti che brillano di luce propria illuminando la notte." e mentre guardava il cielo gli tornò in mente una domanda che avrebbe voluto fargli da tempo, ma che non aveva mai avuto l'occasione di porgli.

"Perchè ci aiuti? Perchè fai tutto questo per noi?"

"Ho i miei buoni motivi e poi la casa di mio padre è andata distrutta, non c'era ragione che rimanessi lì." *Speriamo che ci caschi.* quella domanda mandò in crisi Ranma, se Akane si fosse accorta dei veri motivi che lo avevano spinto a intraprendere quel viaggio ciò avrebbe fatto saltare tutti i suoi piani.

"Quali buoni motivi?" insistette Akane che ancora non si spiegava il perchè quel ragazzo all'apparenza così freddo e solitario li stesse aiutando.

"Te l'ho detto, la casa di mio padre è crollata ormai, non c'era motivo che rimanessi in quella foresta." Ranma voleva prendere tempo, ma sapeva che quello che aveva detto non aveva ancora convinto Akane, doveva inventarsi qualcosa e al più presto anche. "E poi, devo dire che ci sono alcune persone che vorrei rincontrare."

"Chi?" domandò curiosa Akane smettendo di guardare il cielo e spostando lo sguardo su Ranma.

"Beh, ad esempio, c'era un vecchietto arzillo allora, che contribuì in quei pochi anni al mio allenamento insieme a mio padre. Poi c'era anche un medico molto simpatico che molte volte mi ha curato le ferite che mi facevo allenandomi. Si c'è un pò di gente che potrei reincontrare." non sapeva più cosa inventare, a questo punto poteva solo sperare che Akane avesse creduto alla sua spiegazione, in questo frangente lo aiutò molto il suo essere freddo e distaccato, in questo modo non si poteva capire dalle espressione del suo volto se stesse mentendo o no.

"Hai parlato di un vecchietto, ma erano dieci anni fa, non credi che possa essere morto?"

Sembrava che Ranma fosse riuscito a sviare il discorso verso un' altra direzione.

"Mmmm, non credo, era talmente pieno di energie che penso sia ancora vivo. Era peggio della dinamite." Quelle parole fecero sorridere Akane, al contrario di Ranma che invece rimase freddo come al solito.

"Hai mai reincontrato qualcuno dopo." Si fermò un attimo a parlare Akane, pensando se fosse il caso ritirare in ballo l'argomento, ma poi si decise a continuare. "Dopo la battaglia di Sekighara?"

"No, nessuno. Mi allontanai il più possibile da tutti quelli che conoscevo dirigendomi verso la casa che costruì mio padre. La casa nella foresta. Ero piccolo ma sapevo già cavarmela quindi non incontrai grossi problemi e alla fine mi abituai alla vita da 'lupo solitario', anche se non ero completamente solo, insieme a me c'era anche Kasumoto." Poi si fermò un attimo dando uno sguardo al cielo e uno ad Akane, la quale sembrava molto assonnata. "Beh, a questo punto direi che dovresti metterti a dormire, domani sarà una giornata dura e se la sera saremo ancora in territorio nemico non ci sarà occasione di riposarsi."

Akane da parte sua però scosse la testa in cenno di disapprovamento "Mi sentirei in colpa a lasciarti sveglio da solo tutta la notte in compagnia solo dei tuoi pensieri."

"E' come ogni altra notte, non ha quasi niente di diverso dalle altre, non ha senso rimanere svegli in due, io non riuscirei a dormire comunque neanche volendo e tu sei stanca e non ha senso che rimani sveglia. Forza, dormi."

"Va bene, forse hai ragione, buonanotte Ranma." dopo di ciò si girò di lato e chiuse gli occhi lasciando spazio al sonno.

" 'Notte." gli rispose Ranma per poi riprendere il suo posto sdraiato a pancia in su con le mani congiunte dietro la testa, tornando a guardare le stelle.
*Ragazzi che notte, ho rischiato di vedere i miei piani sfumare, anche se almeno ho parlato con qualcuno.* Poi si fermò un attimo. *Da quando ho bisogno di parlare con qualcuno? Bah. Comunque sia una buona parte della notte se ne è andata e questa già è una cosa positiva, comunque bisogna ammetterlo, Akane è diversa da tutte le persone che ho avuto occasione di incontrare, sembra più tranquilla e più 'innocente', ma forte e testarda allo stesso tempo, forse anche troppo.
E poi, parlare con me? E perchè? Probabilmente lo fa per condizione morale e quando arriveremo al palazzo si dimenticherà presto di questo periodo. Bah, poco importa, per stanotte, buonanotte Akane e per la prima volta dopo tanto tempo.
Grazie.*

Dopo quest'ultimo pensiero di nuovo gli stessi ricordi di ogni notte prendevano posto nella mente di Ranma, ricordi di vecchi amici, vecchie persone che aveva conosciuto, di vecchie battaglie, mentre di nuovo una piccola stella, più luminosa delle altre, che aveva accompagnato le sue notti fin dall'arrivo di Akane e compagni, faceva lui compagnia, illuminando i suoi pensieri e quella notte, che aveva visto la prima vera conversazione tra Ranma e Akane. E forse anche il cambiamento e la nascita di qualcosa, ma questo ancora nessuno può dirlo con certezza.
  
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