Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Eleonora_Vasile    19/04/2016    1 recensioni
Nico Di Angelo è un ragazzino normale, che va in una scuola normale e frequenta amici poco normali. Un giorno Will Solace, un biondino addirittura più rompiscatole di Jason, avrà la fantastica idea di trasferirsi nella sua scuola e Nico, cercando di dimenticare Percy, dovrà imparare a sopportarlo...
Intanto la scuola è in fermento: sembra che miss Hera voglia riaprire i giochi scolastici e dividere con Ottaviano l'istituto nelle due vecchie fazioni: greci e romani. Gli amici di Nico hanno un piano, ma questo non sembra includere il ragazzino...
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nico sentì che era arrivata la sua ora. Soffriva in silenzio da molto tempo, ma solo in quel momento capì che gli erano rimasti solo pochi minuti prima della sua morte imminente. Proprio mentre stava per decidere se scavalcare il suo amico Jason, raggiungere la finestra e buttarsi di sotto, oppure provare a sbattere la testa contro il banco abbastanza forte da restarci secco, il paradisiaco suono della campanella fece finire il modulo di matematica e la sua voglia di suicidarsi. Ringraziò mentalmente il dio delle campanelle, chiunque fosse e insieme a Jason uscì per fare l’intervallo.

Appoggiò le spalle al muro, osservando i ragazzi e le ragazze del suo liceo, intenti nei loro stupidi impegni. Tra la folla Nico scorse gli occhi verde-mare di Percy Jackson, l’altro suo amico. Come sempre il suo battito accelerò di colpo, senza lasciargli il tempo di respirare o la possibilità di staccargli gli occhi di dosso. Inevitabilmente il suo sguardo scivolò lungo il braccio con la quale stringeva Annabeth, la sua fidanzata, provocandogli un tuffo al cuore che fino ad un attimo prima non voleva saperne di fermarsi. Immediatamente abbassò gli occhi, ben sapendo che la vista faceva molto più male. Il dolore al petto aumentò, impedendogli ancora di respirare, questa volta per paura di scoppiare in lacrime. Aprì la bocca in cerca d’aria e si sentì un po’ meglio, con la consapevolezza che avrebbe continuato ad avere quella reazione ogni volta che li avrebbe visti insieme. Ma prima che potesse infilarsi in classe, in solitudine, come amava fare quando aveva gente intorno, o meglio per evitare di avere Percy intorno, il ragazzo per cui aveva preso una cotta quando aveva undici anni gli sbarrò la strada.

-          Ehi, Nico! - lo salutò, cordiale, staccandosi da Annabeth, che gli sorrise a sua volta.

-          Ehi…- Nico non incrociò il suo sguardo.

-          Grazie. - disse Percy

Nico aggrottò la fronte. - Di cosa?

-          Per avermi aiutato a studiare per la verifica di matematica.

Nico giocherellò con i ciuffi che gli ricadevano davanti agli occhi. – Mi hai aiutato a recuperare il voto di geografia, la settimana scorsa. E mi hai rispiegato la lezione di greco, per l’ennesima volta. Era il minimo che potessi fare. - aveva un tono di voce duro, guardingo.

Percy avrebbe voluto capire come funzionava la sua testa, ma non ci era mai riuscito. Nico non era più il bambino, figlio di un collega di suo padre, con il quale aveva stretto amicizia alle medie, né il ragazzo solitario e arrabbiato dell’anno precedente, dopo la perdita di Bianca. Ma chi era?

-          Hai prestato a me e ad Annabeth gli appunti e i tuoi schemi…

-          Sì…bè, non prendere appunti durante la lezione della Dodds… può essere pericoloso. - commentò

Nico.

-          Amico, sto cercando di ringraziarti.

Lo sguardo di Nico corse verso Annabeth, che annuiva e gli sorrideva, e rise senza convinzione. – Sto cercando di dirti che non ce n’è bisogno. Ora puoi lasciarmi un po’ di spazio, eh?

-          Sì, sì, va bene. - Percy indietreggiò, mentre Nico cominciò a darsi mentalmente dello stupido. Si

Vedeva che c’era rimasto male, ma Nico sapeva che non era ancora pronto a riallacciare i rapporti con Percy. Certo, non gli dava più la colpa della morte della sorella, ma come poteva Percy immaginare che ci fosse dell’altro? Come poteva accorgersi che lui…? Non si poteva riavvicinare al ragazzo, o non gli sarebbe più passata. Una volta erano come fratelli, quando alle medie lui, Percy, Annabeth, Jason, sua sorella Bianca e tutti gli altri giocavano insieme. Ma non erano più bambini, e odiava ciò che provava per Percy. La cosa preoccupante era che questo, lentamente, lo stava portando ad odiare Percy stesso.

Nico si voltò per entrare in classe, trovandosi a faccia a faccia con Jason, Frank e Leo.

-          Dov’eri finito? - sibilò tra i denti Nico a Jason, facendo un cenno con la testa in direzione della faccia

sofferente di Percy. Il ragazzo mimò con le labbra “Leo” e alzò gli occhi al cielo. Infatti il ragazzo proprio in quel momento si schiarì la voce e chiese gentilmente ad Annabeth di lasciarli dato che doveva trattare un argomento “da uomini”. Annabeth lanciò loro uno sguardo carico di pena e compassione e raggiunse Piper, Hazel e Reyna.

-          Mi sono innamorato di una ragazza. - annunciò, raggiante.

-          Intendi dire come Chione? - chiese Nico, alzando un sopracciglio.

-          E Reyna? - aggiunse Frank.

-          E mia sorella? - aggiunse Jason.

-          E Hazel? - aggiunse Perciò.

-          Co-oosa? VALDEZ!!!- urlarono all’unisono Frank e Nico.

-          Calma, ragazzi. - Leo mise le mani davanti al petto, con nonchalance, lanciando però un’occhiataccia

a Percy, del genere “Dopo-Ti-Uccido-Lentamente”, alla quale il ragazzo rispose con una linguaccia.

-          E chi sarebbe la sfortunata che dovrà subirti? – lo provocò Nico.

-          Calypso. - disse Leo, dopo una pausa d’effetto. Percy si zittì.

-          La ragazzina che frequenta il tuo club della classe di Percy? Quella con cui litighi in continuazione? - domando Frank.

-          Quella con cui ti sei preso a pugni il primo giorno di scuola? - aggiunse Nico.

-          Quella che si era presa una cotta per te? - aggiunse Jason, rivolto a Percy.

-          SHHHHHH! - aggiunse Percy, rivolto a Jason.

-          Co-oosa? JACKSON!!!- urlò Leo.

-          Calma, è stato in prima e le è passata da un pezzo. - Leo ricominciò a guardare male Percy che lanciò un’occhiataccia a Jason.

-          E cosa pensi di fare? Chiederle scusa per averle rotto il naso nella rissa in cui ti ha battuto, tra l’altro? -

Nico fece una smorfia, sarcastico. Perché le Parche non volevano lasciarlo entrare in classe e pensare di avere degli amici normali?

-          Primo: non ero svenuto per la botta che mi ha dato in testa, stavo meditando con gli occhi chiusi come contrattaccare. Secondo: ve lo sto dicendo proprio perché ho bisogno del vostro aiuto. E terzo: mio caro Nico, vogliamo parlare della tua condizione sentimentale? Non ci hai mai presentato una ragazza, ma avrai sicuramente una cotta per qualche ragazza…- finì Leo, ammiccante.

-          Ehi, è vero… Nico, ti piace qualcuno? - domandò Percy.

Nico sentì uno strano rumore provenire alle sue spalle, come se a Jason fosse andata di traverso la saliva e avesse cominciato a tossire in preda alle convulsioni. Si voltò verso di lui, ma prima di riuscire a guardarlo in faccia registrò due occhi color del cielo osservarlo in mezzo alla folla. Si fermò, ricercò quello sguardo sconosciuto, invano. Si chiese se fosse stata la sua immaginazione. Poi si voltò di nuovo verso Leo e il suo sorriso ammiccante.

-          Beh… io…

La campanella risuonò nel corridoio, facendo tirare un sospiro di sollievo a Nico. Avrebbe chiesto a Rachel di fare una statua a quella campanella e l’avrebbe esposta da qualche parte prima della fine del liceo. Rientrò nella sua classe con i suoi amici, tranne Percy, Annabeth, Reyna e Rachel, che erano più grandi di un anno. La Dodds li scrutava con i suoi occhi maligni, o che almeno Nico considerava maligni.

-          Mi sono dimenticata di presentarvi un ragazzo che, per i prossimi anni, sarà in classe con voi. Si è appena trasferito qui da New York e non so se tutti si sono accorti della sua presenza.

-          Piacere. - disse il ragazzo biondo e abbronzato accanto a lei. - Mi chiamo Will Solace. - aggiunse,

Posando i familiari occhi color del cielo nell’unico posto vuoto della classe, quello accanto a Nico.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Mi scuso tantissimo, non so cosa mi sia preso. Forse l’attesa per “The Trials Of Apollo” mi sta facendo impazzire o non so cosa, ma sappiate che mi sono divertita tantissimo a cominciare questa fanfiction. Spero si sia intuito che il discorso tra Percy e Nico sia un adattamento di quello alla fine de “La Casa di Ade”. In quanto alla parte di Leo, mi sono divertita da morire a scriverla e mi auguro sia altrettanto divertente leggerla.

Saluti da Sherlocklupinirene

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Eleonora_Vasile