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Autore: Silvy Rainbowstorm    19/04/2016    3 recensioni
Il giocattolaio dal falso volto ha ricevuto nel suo atélier una nuova ospite. La ragazza, estasiata sia dalle meravigliose creazioni di Jason che da lui stesso, non sa quali scoperte l'attenderanno in quel finto paradiso...
Genere: Drammatico, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason the Toy Maker, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Tosca a stento riuscì a credere che la situazione in cui si trovava fosse reale. Precipitò nel buco ruzzolando e volteggiando con il respiro che le si mozzò in gola. Nel buco che si era aperto nel pavimento della sua camera: un luogo di malsane meraviglie.
 Buio fu tutto quello che riuscì a vedere dopo la caduta in quel vortice di colori troppo accesi e musica da circo, sprofondando in un senso di solitudine e cupa disperazione.
Spalancò gli stanchi occhi nocciola alla ricerca di un misero raggio di luce, camminando carponi attraverso quello che sembrava essere un corridoio umido e freddo. Tastò il muro e aprì con impazienza una porta. La luce la fece trasalire. (Io sto impazzendo, io sto impazzendo!)
La accolse amorevolmente un giovane uomo dal fisico slanciato, lanciandole un'occhiata affettuosa dagli occhi ambrati e penetranti. Si spostò una ciocca di capelli rossi dal viso e si presentò : " Buongiorno Tosca, ti stavo aspettando. Il mio nome è Jason il Giocattolaio". La ragazza spaesata esordì : " Salve, grazie mille per l'ospitalità, ma... avrei una domanda: come conosci il mio nome? "  Il giocattolaio la fissò allibito : " Sono il tuo migliore amico " Poi aggiunse con una risatina nervosa : " L'unico di cui hai bisogno, piccola mia ". 
Quel giorno Jason le mostrò il suo laboratorio dove creava le bambole più belle e realistiche che Tosca avesse mai visto. Quanto ammirava le creazioni del ragazzo e quanto amava le sue abili mani di giocattolaio e il suo viso che sembrava essere il ritratto della perfezione! Da lui le bellissime creature di cera e stoffa sembravano fiorire. 
Il mattino successivo, Tosca si svegliò in una stanza dell ' atélier del suo amico per la pelle con una strana sensazione : qualcosa non andava. Non trovava Jason da nessuna parte. Tentando di terminare la sua ricerca, la ragazza dai capelli corti si accostò ad una porticina di legno che non aveva mai notato e bussò.
Non ricevendo alcuna risposta entrò cautamente, facendosi strada in un buio labirinto di indumenti avvolti in pellicole di plastica.
Ciò che vide la fece cadere per terra, sulle ginocchia : una povera ragazza, incatenata ad un letto di tortura, giaceva esausta con le braccia brutalmente mozzate. Tosca sapeva che quell'immagine l'avrebbe segnata per tutta la vita, ma quello che udì fu davvero troppo: il giocattolaio mormorava rabbioso : " Christie, dovevamo essere amici per sempre, giusto? Sei un'ingrata : ho costruito magnifiche bambole per te e..." Il rosso singhiozzò mentre la sua rabbia si frantumò in pianto: "Non ti è mai interessato! Mi toccherà definitivamente aggiustarti". 
Tosca impallidì e tentò di fare retrofront senza farsi notare. " SQUIT! " Liquorice, il ratto di Jason, strillò infastidito : la ragazza l'aveva involontariamente calpestato e non poté fare altro che fuggire disperatamente con i vestiti fradici di sudore.
Il cuore le pulsava forte in gola mentre correva disperatamente, quando una porta blu apparì di fronte a lei. Non riuscendo a rallentare, la sua corsa terminò attraverso la porta per precipitare con un tonfo sordo sul pavimento di piastrelle.
(Sono il tuo migliore amico, l'unico di cui hai bisogno, piccola mia.)
Fu svegliata da lancinanti dolori alle gambe : erano strappi seguiti da intenso bruciore che l'avevano fatta tremare convulsamente. A malincuore aprì gli occhi e vide le sue gambe, le sue gambe muscolose ridotte a masse contorte e scorticate.
Jason era accanto a lei mentre trafficava con uno strano barattolo. Quando si voltò, i suoi occhi surreali erano accesi da un bagliore verde e stringeva in mano delle pinze. " Tosca, piccola mia, non si fugge via da qui, non si fugge via." Con tono ancora più cantilenante aggiunse:"Adesso diventerai una delle mie creature, la mia bellissima bambolina, ma non posso lasciare i tuoi occhi." Infilò lentamente le pinze nelle orbite di Tosca e tirò piano i viscidi bulbi oculari che vennero via come burro sciolto. La vittima soffocò il suo dolore con un gemito sommesso mentre le orbite livide sanguinavano e il dolciastro liquido le colava sulle labbra. Non aveva paura di morire, ma non sapeva che non sarebbe mai morta.
Nelle orbite della ragazza il giocattolaio conficcò degli occhi di vetro grigi e la immerse in un bagno caldo di cera. Quello fu più che un trauma. 
Ancora la sventurata Tosca vive con il giocattolaio, ma accanto alle altre bambole. La voce del rosso stranamente la conforta in quel turbinio di amore e odio che ribollono nel cuore della ragazza, sotto la cera.
Alle urla tormentose  delle vittime, udibili dal laboratorio, non si è abituata, nonostante si diventi insensibili, quasi come oggetti inanimati.
Questa è la vita di una bambola di cera, cieca e abbandonata, relitto di un essere umano.
(Tu sei tu, tu sei Tosca, ma a chi interessa la tua esistenza? Adesso sei soltanto un giocattolo senza nome e dignità.)
   
 
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