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Autore: guiky80    20/04/2016    7 recensioni
Quella sera ho guardato le stelle e ho detto quella frase: ‘L’eternità esiste?’
Un attimo di silenzio, poi solo risate soffocate degli idioti al mio fianco, tutti tranne uno, che con voce convinta e ferma mi ha detto:
‘Certo che esiste! Noi siamo parte dell’eternità, noi siamo eternità!’
Un ricordo che assale il 'colpevole' mentre fissa il mare... un ricordo lontano che fa sorridere, ma fa male, perché forse quella persona te la sei giocata per sempre...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da piccoli eravamo inseparabili, amici, compagni di squadra, compagni di scuola, sempre insieme. Non siamo andati sempre d’accordo, ma questo è normale. All’inizio non mi piacevi, non ti ritenevo all’altezza di sostituire il mio Capitano, ma poi tu hai sfidato tutti: cento tiri, per dimostrare di essere all’altezza della Nankatsu.

Diavolo! Ce l’hai fatta davvero!

Tu lo sai che ancora non capisco come cazzo hai fatto? Ancora non lo so, ma a volte mi ritrovo a ripensare a quel giorno. Al giorno che ai miei occhi sei diventato Morisaki, il portiere della Nankatsu.

Quel giorno ero piccolo, eravamo ragazzini alle prese con il primo campionato come squadra, Genzo fuori, Tsubasa nuovo Capitano, un disastro annunciato, così la pensavo, ma poi tu hai vinto la sfida e noi il campionato.

Da vincenti siamo tornati a casa, poi a scuola e tu sei diventato Yuzo per me, il mio amico Yuzo.

Siamo cresciuti, altri campionati, altre classi, altra gente intorno a noi, ma noi siamo sempre stati una costante, noi non ci siamo mai persi.

Quella sera eravamo insieme, al parco, avevamo sedici anni, la presunzione di sapere tutto e la consapevolezza di non sapere un cazzo, ma andava bene così.

Insime a noi i soliti fidati: Hajime, Teppei e Shingo, sempre e solo noi. Tutti sdraiati sull’erba, accanto ai nostri piedi quelle birre vuote, gradassi fino in fondo: ‘Noi l’alcool lo reggiamo!’ come no…

Quante erano? Una o due a testa?

E via a sparar fesserie, perché noi l’alcool non lo reggevamo per niente, nessuno di noi, nemmeno Shingo e la sua stazza!

Quella sera ho guardato le stelle e ho detto quella frase: ‘L’eternità esiste?’

Un attimo di silenzio, poi solo risate soffocate degli idioti al mio fianco, tutti tranne uno, che con voce convinta e ferma mi ha detto:

Certo che esiste! Noi siamo parte dell’eternità, noi siamo eternità!’

Ho alzato appena la testa e i tuoi occhi nocciola erano puntati al cielo, spalancati e convinti, quella sera hai convinto anche me.

L’eternità esiste, noi siamo parte dell’eternità, noi: io e te!

 

Ora sono grande, molto più di allora. Sono seduto su questo ‘cazzoso’ gradino e guardo il molo di Shimizu-ku, sono appena uscito da casa tua, forse dire scappato è più corretto. La tua accusa mi ha fatto male, tanto.

Mi hai guardato con occhi cattivi, non li avevi mai avuti così con me, non li avevo mai visti rivolti a me, ma stasera sì, forse me li merito, anzi… togliamo il forse…

Hai sputato quella frase secca, precisa, dolorosamente vera:

Sei un bastardo! Io non lo meritavo!’

Già tu non lo meritavi, forse io sì, ma questo non te l’ho detto perché tu non sei capace di tradire, tu non l’avresti mai fatto.

Io sì, sono un coglione nato, e quella sera di birre ne avevo bevute ben più di due per finire a baciare quel cretino sui divanetti di quella anonima discoteca.

Te l’avrei detto lo sai? So che non mi credi, so che pensi che io non avrei fiatato, avrei messo tutto nel dimenticatoio, ma non è così. Non riesco a guardare i tuoi occhi, a vedere il tuo sorriso e mentire, non ce la faccio proprio. Quindi te l’avrei detto e per questo ero qui stasera, per questo ero venuto, per chiedere perdono.

Un perdono che evidentemente non merito.

Ma tu hai aperto la porta, mi hai fatto entrare e poi mi hai sbattuto in mano il computer e quella pagina di notizie di dubbio gusto, ancora non so perché le leggi, ma c’era quella foto, bastarda, incriminante, io e quel tizio, sai che nemmeno ricordo il suo nome? Ma ci stavamo baciando.

Ovviamente la tua mente è andata molto oltre, mi hai visto a letto con lui, a tradirti del tutto, in ogni modo, ma non è vero, io da quel divanetto mi sono alzato da solo, da solo ho lasciato quel locale, da solo sono tornato a casa e lì sono rimasto ogni sera, fino a questa, fino a quando il rimorso ha vinto su tutto il resto e sono venuto qui per te, solo per te, o forse per scaricare la coscienza non lo so ancora, ma sono qui.

Tu però hai fatto quello che dovevi, mi hai sputato in faccia le tue accuse, a cui non ho risposto. Dimmi tu se non sono un coglione! Non ti ho risposto, me ne sono andato quasi correndo. Ero pronto a tutto, ma non a un’accusa da parte tua, ero pronto a supplicarti a implorare il tuo perdono, Però non credevo che tu sapessi già, scemo io, figurati se certe notizie non fanno gola alla stampa, noi siamo famosi, io spesso e volentieri lo dimentico.

Sospiro e guardo il mare, il tuo mare, quello di cui mi parli sempre, quello in cui ti tuffi, quello in cui ti rilassi e mi sento di troppo… come se fossi un infiltrato in chissà qualche posto sacro che è solo tuo.

Mi alzo, devo andarmene, devo tornare a Yokohama, anzi prima dovrei tornare da te, ma non ne ho il coraggio: Dio come mi odio così!

Mi passo le mani tra i capelli e li tiro indietro, scuoto la testa e decido che devo farlo, devo venire da te, subito: adesso!

Salgo in auto e parto veloce.

Tu sei lì, seduto come lo ero io, sul gradino di casa tua, i gomiti sulle ginocchia, le mani strette a pugno che sorreggono la fronte, non vedo il tuo viso, ma la posizione non mi piace.

Non mi piace vederti così giù, non piace sapere che il responsabile sono io.

Alzi il viso al rumore della portiera dell’auto che si chiude, mi guardi, mi fissi, i tuoi occhi nocciola hanno pianto, odio tutto questo, odio me stesso per averlo permesso e odio te e la tua curiosità di leggere certe cazzate, anche se so che è irrazionale incolpare te, ma viene spontaneo.

Arrivo davanti a te e mi inginocchio, siamo alla stessa altezza ci fissiamo, ma nessuno parla.

Tu spezzi il momento con un sospiro, le mani arrivano davanti alla bocca sempre a pugno, socchiudi gli occhi e parli:

“L’eternità esiste?”

Un attimo di silenzio, che quasi non ho il coraggio di spezzare. Annuisco e prendo fiato, come se dovessi fare chissà quale lungo discorso, invece sono solo poche parole, le tue:

“Certo che esiste! Noi siamo parte dell’eternità, noi siamo eternità!”

La mia voce non è ferma e risoluta come lo era la tua quella sera, trema quasi, ma sono convinto di quello che ho detto.

Scuoti la testa: “Non è vero e lo sai anche tu, andava bene all’epoca perché eravamo ragazzini scemi, ora siamo grandi, Mamoru, dovresti capire quando certe cazzate passano di moda.”

Incasso il colpo basso che mi hai rifilato e alzo la testa, stavolta non ho paura, nessuna, di guardare i tuoi occhi, guardarli veramente, come forse non faccio da troppo tempo.

“L’eternità non esiste, ma noi sì e tu sei l’unica persona che riesce a fermare il tempo. Quando sei con me, quando mi baci, quando mi ami, il tempo si ferma, perché tu mi uccidi e mi riporti in vita ogni volta. Ogni volta più forte di prima, perché tu sei la mia eternità.”

I tuoi occhi si stringono, la bocca si serra, i pugni ricadono, da questa posizione mi giunge la tua voce:

“Sei uno stronzo!”

“Vero!”

“Meriteresti il mio odio!”

“Vero!”

“Meriteresti di essere ripagato con la stessa moneta!”

“Vero!”

“Merito di meglio!”

“Vero!”

“Merito una persona che mi rispetti!”

“Vero!”

“Merito molto più di questo!”

“Vero!”

“Eppure ti amo troppo… per lasciarti andare… non ce la faccio… sento il tuo amore e mi detesto perché non riesco a respirare se tu manchi.”

“Vero…”

La mia fronte coincide con la tua, i tuoi occhi trovano i miei, le mie labbra trovano le tue, le nostre lingue danzano complici, ma forse meno convinte, come se si stessero studiando.

Sospiro: “Mi dispiace Yuzo davvero…”

“Non riuscirò a dimenticare Mamoru… basterà molto meno ora per farmi incazzare davvero ricordalo.”

“Non serve ricordarlo, io non voglio farti soffrire, non voglio restare senza la mia eternità…”

Sorridi.

Finalmente sorridi, è come se esplodesse un fuoco d’artificio ogni volta più bello, ogni volta più grande: sei davvero la mia eternità, sei davvero tutto per me, non so cosa ho fatto per meritarti, ma lo rifarei ora e sempre, perché mentre tu fermi il tempo, io ti terrò stretto per l’eternità.

 

 

 

Angolino dell'autrice: una sera di 'cazzeggio' totale... secoli che non ne avevo una così. Accendo il pc e fisso il monitor, niente, mente vuota, tabula rasa. Allora giri su youtube, musica, video, vecchi anime e manga, niente su CT, poi un discorso sull'eternità... le parole del video sfumano mentre tu fissi la parete e dentro la testa Mamoru inizia a raccontare del suo tradimento... così è nata questa shottina... che questa volta, molto egoisticamente, dedico a me, semplicemente perché mi va!

La mia Beta Sanae77, che ringrazio per la velocità con cui ha betato, ha riportato un paio di commentini innocenti dei suoi...

 

Mi hai guardato con occhi cattivi, non li avevi mai avuti così con me, non li avevo mai visti rivolti a me, ma stasera sì, forse me li merito, anzi… togliamo il forse… (si infatti togliamolo perché sei proprio un idiota certe volte cristodundio)

 

Alzi il viso al rumore della portiera dell’auto che si chiude, mi guardi, mi fissi, i tuoi occhi nocciola hanno pianto, odio tutto questo, odio me stesso per averlo permesso e odio te e la tua curiosità di leggere certe cazzate, anche se so che è irrazionale incolpare te, ma viene spontaneo. (guarda ti odio anch'io Mamo per aver fatto piangere Yuzo sappilo... e ricorda che ognuna di noi ha una Lucille disponibile)

 

 

   
 
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