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Autore: Daughter_Of_The_Moon    20/04/2016    2 recensioni
Dal testo:
È una giornata di ottobre e sembra già dicembre, con il vento che si infila ovunque e il sole che ha deciso di salutarli in anticipo. Si stringe ancora un po' nel suo cappotto leggero, maledicendosi per non aver scelto di indossare qualcosa di più pesante. Tempo qualche giorno, si dice, e il caldo li investirà nuovamente.
"Allora?" sbotta improvvisamente, facendo sussultare due ragazze lì accanto. Non se ne preoccupa, preferendo accelerare il passo per mettersi davanti ai due e fermarli.
"Che c'è? Non avevi detto che Maryse si sarebbe arrabbiata se avessimo tardato?"
"Non ha importanza, stregone -dice infine- però sono davvero interessato ai vostri problemi di coppia. Non ditemi che vi state per lasciare, vi prego" alza le mani per enfatizzare il concetto, "l'ultima volta siamo dovuti andare all'Inferno per farvi rimettere insieme."
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Buona lettura
Daughter_
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Algnus` ~ The Old Woman'
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PROPOSAL PERNIKAHAN

(litigiosa)






Jace è indeciso tra il dare di matto o l'andarsene e chissene frega se ha bisogno di quello stregone da strapazzo. Sono dieci minuti che aspetta davanti al cancello, battendo nervosamente i piedi sull'asfalto nero appena rifatto-lo sa solo perché fino alla settimana prima aveva visto i lavori in corso, ed è colpa del suo parabatai se ne è a conoscenza-, e ha avuto un incontro non propriamente piacevole con la signora più anziana e fastidiosa che abbia mai visto-una stregaccia, a suo dire, con un vestito verde vomito e un pappagallo impagliato sul cappello, il tutto accompagnato da un bastone da passeggio e una voce gracchiante da brividi. Ha suonato al campanello ben tre volte e, se non fosse per la protezione magica imposta dallo stregone che abitava in quell'appartamento, avrebbe già sfondato la porta con una runa (ci ha provato, a dir la verità, circa tre minuti fa, ma i risultati non sono stati proprio, ehm, buoni, ed ora, oltre che irritato, i suoi amati capelli sono anche leggermente bruciacchiati).

Sta per suonare un'altra volta, quando la porta si apre e dalla casa escono i due ritardatari.

<< Era ora. Dovevo allarmare tutti gli Shadowhunters e minacciarvi di morte un altro po', prima di vedervi scendere quelle scale? >> borbotta sarcastico Jace, venendo ignorato da Magnus e-per l'Angelo, cosa stava succedendo?-Alec.

<< Vogliamo fermarci in un bar a bere cioccolata calda o avete intenzione di muovervi? Sto congelando, e Maryse sarà piuttosto arrabbiata del ritardo >> continua a dire. Il silenzio è l'unico che si degna di rispondergli. Alec si limita ad alzare le spalle, tornando a tormentarsi il polsino lacero del suo maglione nero, che probabilmente si ricorda la loro cerimonia parabatai. Magnus rimane nella sua religiosa indifferenza, lanciando qualche occhiata di sottocchio al moro, che finge di ignorarlo. La tensione nell'aria è palpabile, e Jace si chiede cosa avrà mai fatto di male per finire in una situazione del genere. Forse l'aver criticato la cucina di Isabelle, sconsigliandole di partecipare ai provini per Masterchef-gliene aveva parlato Clary. Fatto sta che lui non vuole far parte di un litigio tra quei due, ma, ancor meno, vuole vedere il suo fratello nella disastrosa situazione di qualche tempo fa, quando la coppia aveva attraversato un momento di crisi. Da allora erano passati un paio di anni, ma era stato impossibile rimuovere dalla mente di Jace il volto emaciato e distrutto di Alec. Rilascia un sospiro, che si condensa in nuvolette gelide. È una giornata di ottobre e sembra già dicembre, con il vento che si infila ovunque e il sole che ha deciso di salutarli in anticipo. Si stringe ancora un po' nel suo cappotto leggero, maledicendosi per non aver scelto di indossare qualcosa di più pesante. Tempo qualche giorno, si dice, e il caldo li investirà nuovamente.

<< Allora? >> sbotta improvvisamente, facendo sussultare due ragazze lì accanto. Non se ne preoccupa, preferendo accelerare il passo per mettersi davanti ai due e fermarli.

<< Che c'è? Non avevi detto che Maryse si sarebbe arrabbiata se avessimo tardato? >> dice Magnus stizzito, schioccando la lingua sul palato. Jace alza gli occhi al cielo, non muovendosi di un passo. Tanto in ritardo lo sono già, un minuto in più, uno in meno, che differenza avrebbe fatto?

<< Non ha importanza, stregone -dice infine- però sono davvero interessato ai vostri problemi di coppia. Non ditemi che vi state per lasciare, vi prego >> alza le mani per enfatizzare il concetto, << l'ultima volta siamo dovuti andare all'Inferno per farvi rimettere insieme. >>

Magnus lo squadra come se non lo avesse mai visto prima, esitando un momento in più sui suoi capelli-meravigliosi capelli-bruciacchiati. Non ghigna e lo prende in giro, però, e Jace è tentato di inaugurare quello come il giorno delle stranezze.

Alza le spalle.

<< Non ci stiamo per lasciare >> dice Alec, e il biondo può finalmente tirare un mezzo sospiro di sollievo-mezzo, perché non si è ancora risolto il problema, di cui lui ne è all'oscuro, tra l'altro.

<< Allora cos'avete? Sembrate aver discusso, e solitamente non mi importerebbe ma ho bisogno di voi due perfettamente concentrati, ed ora non lo siete per niente >> chiede esasperato, spostando lo sguardo dal volto di Alec a quello di Magnus, che sembra cambiare in modo fin troppo repentino.

<< Cosa abbiamo? Vuoi davvero saperlo? Allora perché non lo chiedi al tuo parabatai, eh?! >> esclama, e ora non sono più soltanto le due ragazze di prima a guardarli storto.

Gli occhi di Alec lampeggiarono furiosi. Jace ne è quasi spaventato. Erano rare le volte in cui il suo migliore amico si arrabbiava, e non andava mai a finire bene.

<< A me? A me?! Certo, perché ora è colpa mia. È sempre colpa mia, non è vero, Magnus? >> quasi urla il ragazzo, e Jace è tentato di nascondersi tra la folla e fingere di non conoscere il “ragazzo che urla dagli occhi azzurri” e il “tizio vestito peggio di Lady Gaga”. Resta lì solo perché è un buon amico e, sotto sotto, è anche colpa sua se mezza città li sta fissando ora. Molto sotto.

<< Certo, sarebbe colpa mia se ti ho puramente detto la verità?! Che ora sei troppo giovane per- >> Magnus il giorno dopo si sarebbe ritrovato con un gran mal di schiena, di sicuro, pensa Jace, perché in quel momento Alec lo ha sbattuto sul muro più vicino-in un film da quattro soldi quella sarebbe stata l'inizio di una bella pomiciata, ma loro non sono in un film e Jace sta tentando di capirci qualcosa.

<< Troppo giovane per cosa, Magnus? Per capire? Per sapere con chi voglio passare il resto della mia vita? Eh, Magnus?! >>

Silenzio. Tra la folla-ormai numerosa-ogni sussurrio si è acquietato, e Jace è finalmente riuscito a comprendere quell'assurda situazione. Si volta verso la gente ed urla un “lo spettacolo è finito!”, che non viene neanche ascoltato.

<< Impiccioni >> ringhia fra i denti, prima di ricevere una borsata in testa da una signora. La stessa che lo ha guardato male e picchiato con il bastone una mezz'oretta fa-il tempo scorre molto velocemente e, se quella non fosse stata una questione importante, avrebbe trascinato i suoi compagni via da lì, dritti all'Istituto. Riporta la sua attenzione sui due, che hanno smesso di urlare. Gli occhi di Alec brillano ancora, ma i pugni si sono decisamente allentati. Magnus guarda il ragazzo con muta sorpresa, la bocca un poco aperta. Si affretta a richiuderla.

<< Ma >> Magnus deglutisce e Jace si sente quasi in pena per quello stregone. Quasi. << lo sai che non è possibile... >> la voce si spezza quando una mano di Alec comincia ad accarezzare una guancia di Magnus in gesti lenti e calmi. Il biondino in quel momento non vorrebbe trovarsi lì, per niente. Ha la sensazione di star vedendo qualcosa di talmente raro e prezioso che dovrebbe essere mantenuto segreto, qualcosa che il mondo quasi non merita di vedere. Si dà uno schiaffo immaginario, chiedendosi da quando è diventato filosofico.

Vede Alec scuotere la testa.

<< Non mi importa. Sono stanco di fare sempre ciò che dicono gli altri, di avere paura. È con te che voglio vivere, anche se forse non sarò altro che un puntino minuscolo tra tanti altri, che tu prima o poi dimenticherai. So che tu vuoi che sia tutto perfetto, ma a me basta poco. Mi basti tu. >> si ferma, sorridendo appena. Sta volta Jace non può far altro che prendere parte anche lui al coro di versi stupiti, anche se lui è un po' più discreto. Sorride, incrociando lo sguardo che il suo parabatai gli rivolge, rendendosi forse per la prima volta conto di trovarsi davanti ad altre persone, in mezzo ad una strada affollata dove ormai gli unici rumori che si sentono sono quelli della città, delle macchine e del vento, che giungono però ovattati, come se qualcuno avrebbe voluto isolare quel momento dal caos della vita. E allora Jace annuisce, dicendo con lo sguardo al suo migliore amico che si, lui resterà sempre con lui, qualsiasi cosa accada.

Alec torna a guardare Magnus negli occhi. Si lecca le labbra ormai secche e Jace non lo invidia per niente-o forse un pochino.

<< Quindi, mi vuoi sposare? >>

Il coro di “Ohh!” della folla e il bacio dello stregone sono risposte più che valide. La gente pian piano si disperde, mentre Alec e Magnus rimangono fermi lì, abbracciati. Jace li guarda un ultima volta, poi decide che è meglio andare da solo all'Istituto ad avvertire che, per questa volta, se la sarebbero dovuta cavare da soli, senza un cacciatore e un Nascosto eccentrico. E che, per un po' di tempo, tutti i vari demoni, psicopatici in cerca di potere e Nascosti feriti nell'orgoglio sarebbero dovuti passare in secondo piano. C'erano cose più importanti, ora. Il divertimento e l'adrenalina, a dopo.




Angolo di quella pazza della scrittrice:

Ho scritto questa ff tempo fa, e ora posso finalmente pubblicarla. Non so, ma mi sento piuttosto soddisfatta. Preciso una cosa: scrissi questa roba molto prima del racconto uscito Born To Endless Night. Avrei potuto cambiarla, o addirittura non pubblicarla, ma mi ci sono affezionata e non avrebbe avuto senso lasciarla a marcire nel computer. Spero che a voi piaccia come è piaciuto a me scriverla! Lasciate anche un piccolo commentino, così magari farò un continuo.

Spero non ci siano errori.

Il titolo significa “Proposta di matrimonio” in Indonesiano.

Ci si sente presto!

Daughter_

   
 
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