Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: Zappa    21/04/2016    3 recensioni
La vita avventurosa e un po' romantica del detective Skipper e della sua brillante squadra di polizia.
Raccolta.
[Humanized, AU]
I personaggi presenti non mi appartengono, se mi appartenessero, be', sarei molto felice, non c'è dubbio.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno è mai stato un ballerino provetto: sulla pista ci si scatena come più si è capaci, sentendo e inglobando il ritmo elettronico, che infuria come una tempesta tra le ossa, per buttarlo fuori tutto d'un fiato in mosse improvvisate o imitate da qualche grande star. Alle volte si vedono tipi fuori di testa, che canticchiano le note con voce stonata per poi proiettarsi sulla pista da ballo credendosi John Travolta, quando finiscono solo per travolgere gli altri ballerini mandandoli dritti all'ospedale.
Ma vi erano anche tipi eccezionali: Julien, ad esempio, che, per quanto fosse l'essere più petulante, fastidioso, infantile, egoista e sciocco di tutta New York City, aveva la danza che gli scorreva al posto del sangue.
Era guizzante, spigliato, un concentrato di energia che passeggiava sulle note con eleganza. Era uno spettacolo vederlo all'opera: quando si muoveva era in sintonia con la canzone, tanto che, sembrava un maestro d'orchestra che, con le sue spettacolari mosse, dirigeva l'armonia dei suoni.
Ma neanche Rico era tanto male.
Abituato ai ritmi pressanti e veloci del Heavy Metal, mai nessuno avrebbe pensato che un cultore dei Metallica come lui fosse stato a suo agio in una discoteca di musica elettronica, ma Rico era proprio così. Aitante, scatenato, ballava a ritmo delle casse, muovendosi maestro, sulla pista.
Era davvero bravo Rico, pensava la dolce Perky, dal suo bancone al bar, mentre lucidava qualche bicchiere e lo osservava muoversi troneggiante tra gli altri ballerini.
Sospirò, andando a posare un altro bicchiere alla fila degli altri.
I camerieri servivano cocktail e pietanze agli ospiti.
La musica pompava forte nelle casse mentre lei osservava con i suoi occhi celeste Rico, che impazzava radioso sulla pista, accompagnato da numerose ragazze che gli giravano attorno come attratte da una succulenta mela.
Perché, davvero, Rico era molto attraente, soprattutto per lei: quando era arrivata per la prima volta a servire al locale Madagascar's King, di cui Julien era titolare, e l'aveva visto in una delle tante serate di festa, ne era rimasta abbagliata.
Alto, prestante, capelli sparati con un taglio alla Moicana, occhi verde mare elettrici e sorriso accompagnato da una leggera cicatrice sulla guancia destra, faceva molto da "cattivo ragazzo" e di sicuro, il suo temperamento da "cavaliere oscuro", non l'aveva aiutata a toglierselo dalla testa.
Ma, in fin dei conti, pensò Perky, legandosi i capelli dorati in una leggera ed improvvisata coda di cavallo, lui non avrebbe mai posato gli occhi su una come lei.
Era timida, molto bella assai, ma sempre in ombra rispetto alle ragazze focose che lo circondavano ogni giorno.
Sbuffò amareggiata, tornando a lucidare bicchieri fino a quando si avvicinò al bancone una figura, andandosi a sedere in uno dei numerosi sgabelli al bar.
<< Ciao >>
Perky alzò gli occhi dall'ennesimo bicchiere per ritrovarsi, improvvisamente, catapultata in occhi verde mare.
Rimase qualche istante con la bocca aperta ad osservare Rico che, davanti a lei, la guardava, enigmatico, con un sorrisetto divertito sulla faccia.
Non le aveva mai rivolto la parola da quando lavorava lì, chiedendo di essere sempre servito dagli altri colleghi.
<< Ho detto "ciao" >>
Sorrise allora l'uomo, portandosi una patatina alla bocca e avvicinandosi maggiormente a lei che, da dietro il bancone, lo osservava ancora interdetta.
Confusa spostò lo sguardo dai suoi occhi a dietro l'uomo dove vide, con sorpresa, numerose ragazze che, braccia conserte e sguardo incattivito, la guardavano arrabbiate, come se avesse rubato loro un gustoso dolcetto. Sorrise, allora, gongolando interiormente, e tornò a guardare Rico che, nel frattempo, si era portato una sigaretta alle labbra prendendone ampi respiri.
<< Ciao >> rispose, allora, sorridendo timidamente all'uomo che sembrò sorridere alla sua retrosia.
<< Come ti chiami? >>
<< Perky >>
<< Rico >> le porse gentilmente la mano, per poi portarsi dolcemente la sua, affusolata, alle labbra e depositarne un evanescente bacio.
Sorrise imbarazzata, ritirando la mano e si schiarì la voce sotto il suo sguardo divertito.
<< Ti manca ancora molto da lavorare? Sarai stanca, immagino... >>
Cercò di non trovare malizia nella sua voce e rispose, cercando di darsi un contegno.
<< Tra circa una mezz'ora ho finito. Intanto, posso offrirti qualcosa? >>
Rico, che non le aveva mai staccato gli occhi di dosso, dopo averla osservata per bene, le rispose.
<< Vorrei te >>
Lo guardò confusa per un secondo.
Cosa intendeva, si ritrovò poi a chiedersi, ammirando i suoi occhi verdi mentre qualche ciuffo ribelle gli cadeva sulla fronte.
<< In che senso? >>
Lo vide ghignare, compiaciuto, per poi leccarsi le labbra coperte in parte dallo sfregio che aveva sul collo.
<< Hai capito bene in che senso. Ti aspetto questa sera quando hai finito, qui fuori. Abbiamo a bere qualcosa assieme, ti va? >>
Poi, un occhiolino, e lo vide alzarsi dalla sedia e dirigersi all'uscita, aspirando dalla sua sigaretta.
Le spalle larghe avvolte dalla camicia incorniciavano un colpo equilibrato, non troppo alto ma possente, mentre si riappropriava della giacca e la lasciava penzolare dalla spalla destra. Uscì dal locale per lasciarsi dietro una leggera scia di fumo.
Si accorse di essere rimasta fino a quel momento con il fiato sospeso e, quando riacquistò contatto con la realtà, si ritrovò osservata da almeno una ventina di ragazze che, borsetta alla mano, la guardavano in cagnesco, per poi dirigersi, furiose, anche loro all'uscita.
Sorrise, allora, radiosa.
Doveva sbrigarsi a finire di lavorare perché, poi, lui, il suo futuro, l'aspettava fuori dal locale.


   
 
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