Come
puoi essere Sole
e dire di amarmi?
Hachiko,
ho bussato alla porta di una stanza vuota. Mi ha risposto una luna
incompleta, affacciata alla tua finestra.
Quella luna ero io.
If
you haven't changed your mind
I wish for you to be by my side
tonight
"Non
importa che uomo io ami, il mio eroe rimarrai solo tu, Nana."
sono state queste le ultime parole che sono riuscita a leggere, prima
che la mia vista si annebbiasse completamente. Poi ho lasciato cadere
a terra quella dannata lettera, ormai stropicciata. La stanza vuota
riecheggiava dei miei singhiozzi, facendomi in qualche modo sentire
meno sola. È stupido, lo so, ma con gli occhi chiusi
riuscivo ad
avere l'impressione che quei singhiozzi ti appartenessero. Era come
se tu fossi lì, a piangere al mio fianco. Probabilmente era
solo
quello il motivo per cui mi ostinavo a stringere sempre più
le mie
palpebre.
Non avevo il coraggio di tornare alla brutale realtà, a
quella stupida lettera.
Come hai potuto?
Mi sentivo così
arrabbiata... e così sola.
L'intero appartamento 707 piangeva con
me, ma ad occhi aperti mi rendevo conto che lì dentro c'ero
solo ed
esclusivamente io.
Tu non eri con me, a mischiare le tue lacrime
alle mie, a far risuonare i miei singhiozzi.
«Nana.» la voce di
Ren ha spezzato quell'incantesimo.
In quell'appartamento vuoto,
tormentato dal mio dolore, solo Ren aveva osato raggiungermi. Lo
faceva sempre e io non ero mai riuscita a perdonarglielo.
«Che
fai qui buttata a terra?» mi ha chiesto con tono quasi
denigratorio.
Io l'unica cosa che sono riuscita a rispondergli è
stato un altro singhiozzo. Ma la mia voce, non potendo più
rimbalzare solitaria su quelle pareti per colpa di quella presenza
estranea, non tornava alle mie orecchie.
Anche piangere era
diventato inutile.
Ren si è chinato a raccogliere la lettera che
giaceva ai miei piedi.
Non potevo vederlo, ma ero sicura che la
stesse leggendo. Era sempre così, prepotente nel suo
entrarmi
dentro, non lasciandomi scampo, obbligandomi a renderlo partecipe di
ciò che ero.
E io, per qualche strana forma di masochismo, non
riuscivo mai a fare niente per impedirglielo.
Come quel giorno,
quando anche lui mi ha lasciata sola in una stanza vuota e fredda,
ad ascoltare i miei singhiozzi.
Che stupida, in un momento come
quello io tornavo a pensare a Ren.
Sarebbe stato diverso se lui
non fosse mai partito? Se lui fosse rimasto nella nostra vecchia
casa, nel nostro paese natale?
Era così bello quando non
c'eravamo che noi, insieme su quel palco.
Era così bello quando
mi sentivo veramente completa, insieme a Ren, insieme alla musica,
senza dover più scegliere tra l'uno o l'altra.
Chissà come
sarebbero state le cose, a casa nostra.
Sai, Hachi, in questo
periodo dell'anno tutta la città profuma di salsedine, non
rimane
neanche l'ombra della neve che spesso ci costringe ad avvolgerci in
ingombranti cappotti. Il caldo di Giugno mi permette di indossare
quel top scuro, con logo Sex Pistols, che tanto amo. Il top che avevo
comprato in quel negozio in fondo alla strada, con quei pochi
spiccioli che eravamo riusciti a raccimolare con l'ultimo concerto.
Ricordo di averlo visto in vetrina, addosso a un manichino a cui non
stava per niente bene.
Ricordo di aver di nuovo pensato a Ren.
La
birra fresca, la sera nei locali, è più piacevole
da bere durante
questi primi caldi.
Spesso io e Ren la bevevamo seduti sulla riva
del mare, sotto a una luna che, benché fosse piena solo una
volta al
mese, era sempre completa. Proprio come me.
La nostra città
natale, a Giugno, sorride.
Chissà come sarebbe stato restare lì,
a sorridere insieme a lei, specchiandomi nelle acque del mare proprio
come quella luna.
«Non la trovi triste?» aveva detto una sera
Ren, steso su un masso con gli occhi puntati all'infinito cielo sopra
di noi. Quel cielo che, a guardarlo fisso, dava le vertigini. Ma noi
restavamo sempre saldamente aggrappati l'uno all'altra e questo
rendeva quell'adrenalinica sensazione solo un altro giro di
giostra.
«La storia della Luna e del Sole, intendo.»
«Perché,
hanno una storia?» avevo chiesto io.
«Il Sole arde d'amore e per
amore decide ogni notte di morire, per permettere alla sua amata Luna
di poter respirare.»
Mi ero stesa di fianco a lui, guardando
anche io il viso pallido della dama innamorata.
«Com'è egoista.»
avevo risposto. «Se l'amasse davvero rinuncerebbe al suo
bagliore
per poterle restare vicina.»
E Ren aveva sorriso, abbracciandomi.
«Ma sarebbe come tutte le altre, non sarebbe più
tanto
speciale.»
Quella frase mi aveva fatto riflettere molto, allora.
Mi aveva stranamente riempito d'angoscia e mi ero ritrovata a pensare
che forse amore e dolore fossero due cose inscindibili l'uno
dall'altro. Perché non si poteva essere felici e basta?
«Tu sei
Sole, Ren?»
«No.» mi aveva stretta. «Io ho scelto di
essere
Stella.»
Aveva mentito.
Lui, dentro sè, era sempre stato
Sole. Non poteva accettare di essere una comunissima stella, nemmeno
per amore della sua Luna.
Lui aveva scelto di essere Sole ed aveva
occupato il suo posto nel cielo di mezzogiorno. Splendente, come solo
lui sapeva essere.
Ma mai più insieme alla sua Luna.
Chissà
come sarebbe stato, se le cose non fossero andate così.
Hachiko,
una volta mi dicesti che avresti voluto vedere la città dove
sono
nata, che avresti voluto vedere il mare.
Dimmi, Hachi... lo
desideri ancora?
«Nana, questa non è una lettera
d'addio.» La
voce di Ren aveva sulla mia pelle lo stesso effetto del sole di
Giugno, in quella città ora così lontana.
E io, che ero Luna,
soffocavo.
«È una lettera d'amore.»
Come può essere amore
un addio? Come può essere amore il non riuscire neanche a
guardarmi
negli occhi? Come può essere amore quella stanza,
così vuota?
Il
Sole che all'alba si erge nel cielo, che decide di prendersi il suo
posto su quel palcoscenico, allontanando la Luna, soffocandola, fino
al tramonto successivo, come può dire di amarla?
Come puoi aver
provato amore, Hachi?
Come puoi somigliare così tanto a
Ren?
«Ren... Voglio rivedere il mare.»
NDA
Allora,
sono circa *conta sulle dita* quasi 10 anni, credo, che ho visto Nana
la prima volta su MTV e che me ne sono innamorata.
Però, a quanto
pare, ci voleva un contest su EFP per convincermi a scrivere qualcosa
su di lei/loro/egli/essi/noi/voi/*error 404*.
Spero comunque di
averle reso giustizia, ho impostato tutto come fosse uno dei soliti
"pensieri fuori campo" che spesso fa e che ho sempre amato
alla follia.
Come potete aver capito, il momento è quello della
lettera di Hachi, quando lascia l'appartamento 707 per andare a
vivere con Takumi. Dio solo sa quanto ho pianto T__T Hachi doveva
stare con Nobu! *Team Nobu*
Fangirlate a parte....
La frase
inserita in corsivo all'inizio sono i primi due versi di Endless
Story (in inglese, perchè nell'originale in parte
è in
giapponese).
Come ho detto, poi, la storia è scritta per un
contest: "Un
contest per due Fandom", indetto da S.Elric_ dove appunto
chiedeva di scrivere qualcosa su Nana (o Lovely Complex, che
però
non conosco) scegliendo uno dei pacchetti.
Io ho scelto il
Pacchetto di Giugno e come tale ero obbligata a usare, appunto, il
mese di Giugno più almeno un prompt tra quelli forniti.
Inoltre,
a scelta, si potevano inserire due citazioni.
Le mie (che ho usate
entrambe) sono:
-“Raccontami
la storia di come il sole ha amato la luna così tanto da
morire ogni
notte per lasciarla respirare” (da qui tutto il filo
conduttore su
Luna-Sole)
-“Il cielo era così infinito che a guardarlo fisso
dava le vertigini.” - Haruki Murakami
Mi
pare d'aver detto tutto :)
Io vi mando un bacino *kiss *
Tanto
Love per Nana.
Ringrazio la giudiciA per avermi dato
quest'occasione di riprendere in mano questo magnifico Fandom.
Spero
di leggere qualche vostro commento...
E concludo dicendo che chi
volesse seguirmi con più accanimento stalkeriano,
può trovarmi
sulla mia pagina "Ray
Scrive" dove non solo ci saranno aggiornamento miei di ogni
tipo ma organizzo ogni settimana un giveaway dove svendo recensioni,
spammo storie altrui oppure provo a intrattenermi/vi con qualche
simpatico giochetto :D
Insomma, tante belle cose.
Mi
piacciatemi! Vi aspetto numerosi!
Un saluto.
Ray.