Fanfic su attori > Chris Evans
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Autore: lallipumbaa    22/04/2016    0 recensioni
Mi schiarii la gola, giusto per ricordare ai giganti davanti a me che esistevo pure io e di tenere i commenti maschilisti a quando si sarebbero rivisti. L’uomo si girò sorridente colpendomi in pieno coi suoi occhi azzurri. “Ciao! Piacere, Christopher!” disse tendendomi la mano.
Tentai di recuperare un po’ di attività cerebrale e di mettere insieme delle parole per fare una frase di senso compiuto. Tom mi salvò in corner.
“Scusami, mi sono dimenticato di presentarvi. Chris, lei è Lilia. Lilia, lui è Chris!”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornò in salotto indossando i suoi pantaloncini e la sua maglietta. Di Hulk. Che le stava tre volte. Non appena la vide inclinò la testa “Ma sai che non ti sta affatto male? Poi non porti il reggiseno, quindi anche meglio…” commentò con un tono che la fece avvampare. Incrociò le braccia come a coprirle e si sedette sul divano ben distante da lui. “Allora, che film guardiamo?”
“Dipende… romantico, avventuroso, fantascienza, comico, deprimente-” “Ehm… Perché non “Non è un’altra stupida commedia americana”?” gli chiese sghignazzando facendolo esclamare “NO!  Un altro film, grazie!” “Allora… L’amore non va in vacanza? Notting Hill? Ralph Spaccatutto? Secret Window? La Sirenetta? Hai la Sirenetta?” Chris rideva “No, purtroppo non ce l’ho!” “Allora non possiamo andare d’accordo! Il dittatore? Midnight in Paris?” “Questo ce l’ho! Guardiamo quello?” “Per me va benissimo!” gli rispose saltellando verso la colonna andando a prendere il DVD.
“Lilia, se saltelli ancora il film non lo vediamo.” Le disse con tono scherzoso, ma con voce profonda.
Si girò “Non tentarmi, Evans.” rispose a tono, sempre incrociando le braccia.
Si alzò, avvicinandosi a lei molto pericolosamente. Non che si sentisse in pericolo, ma non bisogna mai fidarsi degli ormoni impazziti di una donna con 18 mesi di astinenza alle spalle.
Si abbassò un attimo afferrandola per le cosce e prendendola in braccio “Ora come la mettiamo?” “Non provocarmi Chris…” “E perché non dovrei?” “Perché hai tra le braccia una donna in astinenza da 18 mesi e stai mettendo a dura prova il suo autocontrollo.”
La sua voce come la sua sicurezza cominciava a vacillare.
“E allora perché non cedi?” “Perché ti conosco appena.” “Ottima motivazione, ma perché allora sento il tuo cuore accelerare il battito e il tuo respiro che diventa più corto?”
Mentre parlava tornava verso il divano sedendoci sopra. Spostò le mani sui suoi fianchi e la guardò attentamente. “Sei bellissima.”
“Smettila…” gli disse abbassando lo sguardo “Lo sei, davvero.”
Aspettò pochi secondi che sembrarono infiniti, poi lo baciò, circondandogli il collo con le braccia. Sentì che se non l’avesse fatto l’avrebbe rimpianto per tutta la vita.
Chris rispose al bacio, stringendola a sé. Non l’avrebbe lasciata andare nemmeno per tutto l’oro del mondo. Si rialzò, prendendola in braccio, stringendola per le cosce, portandola fino in camera sua.

Si vegliò la mattina dopo tra le coperte del suo letto, rilassato, calmo e con una sensazione di pace col mondo che lo pervadeva. Si girò verso la ragazza che dormiva tranquillamente trattenendosi dallo scoppiare a ridere: i capelli in disordine, abbracciata al cuscino con la bocca socchiusa. La guancia schiacciata sul cuscino faceva formare una strana forma alle sue labbra.
Le accarezzò delicatamente il profilo del naso, finendo sulle labbra, terminando al mento.
E pensare che quella piccola furia l’aveva tenuto sveglio fino alle due del mattino, quando poi era sceso per mandar via la marea di gente che affollava il piano inferiore era tornato in camera trovandola addormentata tra le lenzuola abbracciata ad un cuscino.
Si alzò senza fare rumore, recuperò un paio di boxer puliti nel cassetto e scese fischiettando ignorando il macello che gli avevano lasciato in casa. L’impresa di pulizie sarebbe arrivata nel pomeriggio e la fattura non l’avrebbe pagata sicuramente lui.
Recuperò un vassoio, cucinò le uova strapazzate, fece il caffè, prese del succo d’arancia, due tazze e salì le scale, attento a non rovesciare nulla.
Entrando il camera la trovò presa a stiracchiarsi “Buongiorno!” le disse facendola bloccare “Eh? Ah! Buongiorno!” “Ho portato la colazione in camera!” “Ma fai così con tutte o devo considerarmi una fortunata?” gli chiese sorridendogli mentre si sistemava il lenzuolo sul seno “Mmmh… diciamo che dovresti considerarti una fortunata perché le uova mi sono uscite divinamente!” rispose stampandosi in viso un sorriso da schiaffi. Le diede un bacio sulla fronte e le poggiò il vassoio di fianco “Buon appetito, Lilia!”.
Durante la colazione parlarono di tutto, trovando il feeling che il giorno prima in spiaggia era scoccato fra di loro. Non poteva farci nulla, sentirla parlare era un piacere. Quando si trattava di un argomento che le stava a cuore le scappava un adorabile accento scozzese.
La vide spalancare gli occhi. “Miseriaccia.” Scattò in piedi e corse fuori dalla stanza. “Miseriaccia?” le chiese Chris ridacchiando “Non sentivo più questa parola da anni!”
“Smettila di prendermi in giro! Dove diavolo è il cellulare… senti, hai un carica batteria dell’iphone in casa? Il mio si è scaricato!”
“Vai tranquilla, ci pensa Chris!”.
La vide aspettare con ansia che il cellulare si accendesse e lo sbloccò in tempo zero.
“Ma come mai sei così agitata?”
“Tom!! Non sapeva che sarei rimasta da te, sarà preoccupatissimo!!”
“Giusto. Mi stavo dimenticando di lui.” “Ecco!”
Sullo schermo dello smartphone comparvero notifiche di chiamate, messaggi, su whatsapp aveva 45 notifiche. 20 erano di Tom.
“Lilia, quando hai finito di rotolarti nelle coperte con Capitan America, chiamami!” disse la voce di Tom dalla cassa del cellulare facendola arrossire di botto. “È un idiota. Senti… se ti chiedessi di portarmi in albergo? Ti scoccerebbe? Sicuramente mi beccherò un terzo grado. Tom quando ci si mette è un rompiballe.”
“Certo, nessun problema!” la rassicurò scompigliandole i capelli.

Quando la lasciò davanti all’albergo lei si girò, guardandolo negli occhi “Senti… è vero, è una battutaccia da film, ma normalmente non sono così intraprendente con gli uomini. È stato strano. E non vorrei che tu pensassi che sia una facile.”
“Lilia, sei una donna adulta e puoi fare quello che vuoi… certo, io ieri ci ho pure giocato su eh!” le confessò grattandosi il collo, ricevendo come risposta una pernacchia.
“Senti, mi piacerebbe poterti conoscere meglio.”
“Meglio di così?” gli rispose facendolo ridere di gusto
“Allora!! Hai capito che intendo, no?”
“Sì… ho capito.”
“Ti pare una cattiva idea?”
“Assolutamente no…”

***

Salii fino alla stanza felice come una Pasqua. Avevo le farfalle nello stomaco e il cuore leggero.
Davanti alla porta di camera mia mi aspettava la mia coscienza in maglietta e jeans, con le gambe accavallate e le braccia incrociate.
“Non guardarmi con quella faccia.” Esordii puntandogli contro il dito
“E con quale faccia ti starei guardando?” mi chiese sorridendo sornione ancora di più.
“Esattamente con quella lì!” risposi aprendo la porta con la chiave elettronica. Mi seguì in camera, sapevo perfettamente che l’avrebbe fatto.
“Allora? Dove ti ha portato Evans?” mi chiese curioso sedendosi sul letto mentre trafficavo con i vestiti nella valigia. Dovevo farmi una doccia: nei capelli avevo ancora il sale del giorno prima.
“Al mare.” Risposi tranquillamente. Meno facevo trapelare meglio era.
“E poi?” “Mi ha fatto provare i taco di pesce!” “Non farmi fare battute…” “Malizioso. A cena siamo andati al thailandese!” “Buono! E poi? Il dolce? Ne aveva uno al fresco in casa sua?”
“SMETTILA!!” esclamai chiudendogli la porta del bagno in faccia. Aprii l’acqua della doccia e sapevo perfettamente che alla mia uscita l’avrei trovato lì ad aspettarmi.
Come spiegarsela la giornata di ieri? Ok, tutti quei mesi senza conoscere biblicamente qualcuno erano stati veramente duri, e non appena avevo visto Chris in costume da bagno tutti i miei bei propositi erano allegramente andati a farsi benedire. Sì sì, li avevo proprio visti allontanarsi saltellando mano per mano verso il mondo incantato di Oz.
E poi quello che mi aveva detto prima che entrassi in hotel… sì, avevamo cominciato tutto al contrario, ma cominciare a frequentare Chris Evans sembrava una cosa talmente surreale che una risata cominciò a formarsi dal nulla.
Sotto il getto dell’acqua della doccia mi misi le mani in faccia per coprire la visione al mondo esterno.
Stavo ridendo.
Ridendo di punto in bianco senza sapere perché. E un piacevole senso di liberazione mi avvolse il cuore facendomi sorridere e arrossare le guance. Sospirai. Era tutto vero.


******** Angolino del disagio
Buongiorno a tutti/e! u_u
Bene, i due storditi hanno complicato tutto. Altrimenti sarebbe tutto troppo facile.
Il prossimo sarà l'ultimo di questa piccola storiella su Chris Evans. Spero vi piaccia e saluto tutti i lettori silenziosi che hanno la pazienza di leggere i miei deliri.
Un bacione, Lalli :3
 

   
 
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