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Autore: alby4ever    06/04/2009    4 recensioni
Alberto e Alessandro. due anime diverse. due ragazzi diversi. ma con una sola cosa in comune: il loro amore. una storia intrisa di sentimenti, rabbia, gioia, tristezza e con il tutto che gira intorno ad una domanda: che succede Quando l'amore gioca con il destino?
Genere: Triste, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Alla fine sono qui-


Quel giorno pioveva a dirotto e le foglie degli alberi oscillavano al vento che soffiava da nord.
La luce del sole filtrava appena dalla cappa di nuvole sottostante regalando un perenne stato di semiluce.
Una punto, nera come l’anima di chi la guidava, parcheggiò davanti al cancello semiaperto. La portiera si aprì e la prima cosa che si notò furono i suoi occhi: spenti come un cielo senza stelle, bui come una notte senza luna, senza luce come il vuoto. Scese dall’auto e le sue scarpe affondarono nel terreno.
Il cancello cigolò mentre varcava la soglia. Attorno a se non c’erano altro che le tracce di persone che avevano terminato il loro ciclo di esistenza e che riposavano nelle loro prigioni di marmo.
Avanzò lungo il viale deserto. La melodia delle gocce che cadevano sul suo corpo lo rilassava permettendogli di continuare ad avanzare. L’acqua percorreva il filo della sua pelle disegnando il contorno del suo viso dai lineamenti perfetti e, piano piano, s’intrufolava nella maglia blu scuro e scendeva lungo la curva della sua schiena.
Nella sua testa si accavallavano migliaia di pensieri e sensazioni. Il destino aveva vinto, questo era innegabile, però l’amore aveva lasciato la sua traccia nella sua vita priva di vita, priva di emozioni.
Notò con i suoi occhi che si stava avvicinando sempre più alla sua meta. Il suo cuore mancò un battito per la sensazione di trovarsi alla fine lì. Per un anno era scappato, allontanandosi più che poteva dal suo errore, dal suo sbaglio.
Ma alla fine era lì. Si incamminò lungo il vialetto recentemente costruito e aprì la porta di vetro dell’unica cripta che si trovava alla fine di esso. Scese i tre gradini di pietra e arrivò alla parete di marmo che conteneva il suo corpo ormai senza vita.
-Ciao. Come vedi, alla fine sono qui-
Il suo sguardo si posò sulla foto. I loro occhi si incrociarono come lo era stato tempo prima. Inserì il suo fiore preferito nell’apposito spazio e si sedette davanti alla foto.
Dai suoi occhi senza vita scesero lentamente lacrime. Lacrime amare come il suo stato interiore. Se solo non fosse scappato, forse le cose sarebbero andate diversamente e sarebbe stato ancora vivo. Ma lui era così, solo dopo aver compiuto i suoi errori ne capiva la gravità e le conseguenze che avrebbero portato.
Le sue lacrime calde percorsero il filo del suo viso fino ad arrivare al mento. Una lacrima, una sola si staccò e cadde sulla collana che portava al collo. Automaticamente strinse il ciondolo con le sue mani. Una grossa ‘A’ d’argento, scritta in carattere gotico, risplendeva alla poca luce che filtrava dall’esterno.
Ogni volta che stringeva quel ciondolo riusciva a ricordarsi quando era in vita. Ricordava i suoi sorrisi, le sue lacrime, le sue risate, le sue urla. Ricordava la sua allegria e la sua voglia di vivere. Ricordava il suo ottimismo e la sua dannata voglia di cercare un lato positivo in tutto.
Chiuse gli occhi e, mentre continuava a piovere, cadde tra i frammenti di ricordi…
   
 
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