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Autore: cin75    22/04/2016    8 recensioni
Questa storia è il seguito della storia "Mi dispiace!".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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“No…no…no…ti prego. Ti prego, Sammy. Resisti. Respira!! …respira..dannazione ..respira!!” Dean era nel panico mentre incitava il fratello, ferito gravemente, che languiva tra le sue braccia.
Questa volta non era come quella terribile volta nella foresta quando Sam fu ferito dal quel bastardo di lupo mannaro. Questa volta Sam reagiva appena. Sam lo ascoltava appena. Sam appena respirava.
“De….Dean…” biascicò facendo ricorso a quelle poche forze che gli erano rimaste e che il giovane voleva spendere nel modo migliore. Con la parola più importante. “Dean..”
“Per favore…per favore, fratellino….non…non farmi questo….no…nooo!!”
“Dean..” e poi quasi un labile sorriso.
E poi…
E poi più nulla.
Il respiro di Sam si fermò del tutto. I suoi occhi divennero spenti per poi chiudersi un ultima volta. Le sue labbra rimasero schiuse dopo aver pronunciato l’ultima volta il nome del fratello. E perfino quel leggero tepore che ancora lo riscaldava pareva già svanire inesorabilmente.
“Sammy?...Sammy?....no, no, no, …..Sammy!!!”
Dean rimase per infiniti minuti con il corpo  ormai senza vita di suo fratello tra le braccia. Di tanto in tanto , come per svegliare entrambi da quell’incubo, l’ennesimo spaventosamente reale, scuoteva ancora il fratello come per volerlo svegliare da quel sonno infame.
“Sammy…..” sussurrò ancora, sconvolto per come erano andate le cose.
 
Quel maledetto demone era spuntato dal nulla e come niente aveva infilato la mano nel ventre di Sam, spezzandogli il fiato e lasciandolo in fin di vita tra le sue mani. Dean era talmente stravolto e infuriato da quello che aveva visto , che non si era nemmeno reso conto di aver infilato il coltello di Ruby dritto al centro del torace del demone assassino e poi , un attimo dopo, si era ritrovato seduto a terra, appoggiato con la schiena al muro e Sam disteso su di lui. Stretto nel suo abbraccio incoraggiante.
Inutilmente!!
 
“SAAAAMMMM!!!!” gridò oltre ciò che anche la più pura disperazione poteva causare.
Dopo….silenzio!
 
Poi, fu come se il cacciatore avesse messo insieme tutti i pezzi di un piano di attacco studiato da tempo e mai messo in pratica.
Guardò il fratello morto tra le sue braccia. Fissò il pugnale di Ruby posato appena poco distante da loro. Con movimenti delicati, premurosi, spostò il corpo di Sam adagiandolo a terra e prese tra le mani il pugnale curdo.
 Si alzò in piedi e fece un respiro profondo. Si passò una mano sul viso per portare via la confusione e le lacrime. Strinse il manico dell’arma e la rigirò in modo da puntarsi la lama contro.
Guardò ancora Sam e poi il vuoto intorno a loro come se stesse cercando qualcun altro nella stanza.
“Scusa fratellino. So che se andrà bene mi odierai, ma non posso permettere che tu muoia. Non ce la faccio!!!” e poi fissando lo sguardo verso un punto indefinito gridò:
“So che mi sentirai e forse mi stai già sentendo. Perciò …vieni a prendermi!!” e senza esitare si piantò il pugnale in pieno stomaco.
Contrasse la mascella e serrò i denti, ma riuscì, forse anche grazie all’adrenalina e alla disperazione che sentiva, a non gridare quando la lama gli attraversò lo stomaco. Un singulto istintivo lo costrinse a sputare sangue.
“Fa’..fa’ presto…puttana. O sarà tardi e tu…rimarrai a mani vuote!” biascicò sofferente.
 
“Dean Winchester!!” fece la voce della figura apparsa improvvisamente dinnanzi a lui.
“Tu?”, sibilò Dean sorpreso della velocità di quella presenza. Cavolo!, ci teneva proprio a  mieterlo.  “Non sono ancora morto, stronza!”
“Ohw!! Credimi, da quello che vedo, lo sarai presto. Molto presto.”, ghignò soddisfatta. “Sai?! Non ci potevo credere quando l'allarme rosso ha iniziato a suonare: due Winchester in un colpo solo!” , lo schernì la presenza. “Il sogno di ogni mietitore!”
 
“Allora continua a sognare!” fece la voce di Amara che si palesò poco distante dai due. “Hai già Sam. Dean è mio!” dichiarò con decisione.

La mietitrice guardò quell’entità oscura con sostenuto timore. “Tu non puoi comandare su questo. Nemmeno Dio lo faceva, nemmeno Morte. E non lo farai nemmeno tu!” provò a rammendarle senza sembrare troppo autoritaria. Era pur sempre
“Ok! Quando avrete finito di mostrare le unghie….”,  si intromise un Dean sempre più debole. Ma quella sua sofferente strafottenza sparì quando Amara lo squadrò da capo a piedi.
“Perché?!” domandò con un tono quasi ingenuo Amara, fissando il cacciatore che da tempo le sfuggiva.
Dean non rispose ma almeno per il momento si limitò a spostare lo sguardo sul corpo esanime del fratello. Amara seguì il suo sguardo e poi tornò a guardare il cacciatore ferito e sempre più in fin di vita, ma che comunque si ostinava a restare in piedi.
“Che cosa vuoi Dean?!” chiese con indifferenza, l’Oscurità.
Dean, facendo ricorso a tutta la forza che sperava di avere ancora, cercò di drizzarsi e di fare breccia nell’orgoglio di Amara. Quindi azzardò.“Non mi interessa quello che dice questa stronza, so che tu puoi riportarlo indietro ovunque lei lo abbia portato.”
“E’ così!” convenne serafica Amara.
“Fallo!” non esitò a chiedere il cacciatore.
“Perché?!” domandò ancora la donna oscura.
“Perché se lo farai, io…” deglutì, guardò Sam, il suo sangue che sporcava il pavimento e seppe che era la cosa giusta da fare. “…io mi arrenderò a te. Verrò con te!”

Billie , la mietitrice, allarmata da un simile patto, avanzò appena verso i due che parlavano. “Tu non puoi farlo. Non puoi renderla ancora più forte di quanto già lo sia!” disse avvertendo il cacciatore dell’errore che stava per fare, e agitandosi vedendo che sia l’uomo che la donna lo ignoravano del tutto.

“Perché?!” domandò ancora Amara ma sempre rivolta al cacciatore.
“Perché Sam deve vivere…ancora. Lui ….lui non deve….” ma ormai il dolore stava diventando troppo forte e lui, a causa della perdita di sangue, era sempre più debole e dovette cedere. Cadde in ginocchio , gemendo.
“Quindi se io riporto Sam indietro dal Vuoto, tu mi…apparterrai?!” sembrò volersi accertare l’Oscurità.
“Sì!” asserì
“Ricorda che un patto è un patto, Dean!”lo provocò.
“So…benissimo …che cosa …è…un patto!” quasi biascicò. Ne aveva fatti di accordi per il bene di Sam. Questo , pensò cercando di giustificarsi, non sarebbe stato che un altro fatto in nome del bene del fratello.
Amara avanzò appena verso Dean e verso Sam. Guardò il cacciatore ferito. Guardò quello morto e quasi con compassione si accorse dell’espressione di dolore che vedeva sul volto di entrambi. Quei due fratelli. Così simili perfino nel mostrare dolore.
Stese una mano verso il minore dei Winchester e socchiuse appena gli occhi.

“Non…non puoi farlo. Non puoi ignorare ciò che….” Provò ad intervenire la mietitrice ma Amara la guardò severamente e mosse una mano verso di lei. Un attimo dopo la traghettatrice  era svanita. “Parli troppo!” fece sarcastica al vuoto che prima era occupato da Billie.

Poi tornò a concentrarsi su Sam, sotto lo sguardo attento e speranzoso di Dean.
In quello stesso momento, piombò nella stanza anche Castiel, che prima che tutto accadesse, era stato avvisato dai due cacciatori sul posto in cui avevano seguito i demoni che avevano portato a tutta quella situazione.
“Ma cosa….” fece vedendo Dean in ginocchio , sanguinante e Amara troppo vicino a Sam, che percepì distintamente essere senza vita. “Sam…” sussurrò e fece per avvicinarsi ma Amara lo fermò solo con lo sguardo. Allora decise di raggiungere Dean, ma un ennesima occhiata dell’Oscurità lo fece demordere.
Non sapeva cosa stava succedendo e non poteva rischiare di mettere a rischio almeno Dean. Anche se si odiò per aver pensato che Sam ormai non aveva più bisogno del suo aiuto.
Amara stette per alcuni momenti con la mano distesa verso il corpo di Sam e ad un certo punto Dean stralunò gli occhi quando vide quelli di Sam aprirsi di nuovo , anche se lentamente.

“Cas….Cas ….aiutalo!” disse Dean con la voce che era ormai appena udibile. Sentiva, sapeva, di essere davvero al limite.
L’angelo corse verso il giovane e dopo essersi accertato che stesse bene, lo aiutò a rimettersi in piedi. Sam era ancora visibilmente confuso e solo dopo che si riprese definitivamente, si rese conto di chi e cosa aveva attorno.
Vide il fratello in ginocchio. Il sangue che gli colava dalla pancia e il volto decisamente sfinito, ma inspiegabilmente sereno. Il coltello insanguinato accanto a lui.
“Dean….” gridò, cercando di raggiungerlo, ma Castiel fu abile a trattenerlo e indicandogli l’altra figura che era di nuovo distante da loro.
“Amara!” sussurrò il giovane. Poi guardò il fratello. Qualcosa scattò nella mente del più giovane.
“Che hai fatto? Dean, che hai fatto?!”
“L’ennesima stronzata, fratellino! Ma tranquillo….credo proprio che questa….sarà l’ultima!” riuscì a scherzare Dean, che gemette subito dopo e tossì sangue.
“Sei pronto, Dean?” si intromise la donna.
“Pronto? Pronto per cosa?!” domandò allarmato Sam.
“Dean che le hai promesso?” intervenne anche Castiel, che continuava a tenere Sam.
“L’inevitabile!” fu la risposta assurda da parte del maggiore. “Andiamo! Sappiamo tutti e tre… che non potevo vincere contro di questo…” fece indicando l’Oscurità. “Ma se devo perdere questa partita, voglio almeno fare il punto della gloria. E salvarti la vita… Sammy, è il punto più bello che potessi mettere a segno!”, fece compiaciuto. “Tutto il resto non conta!”
Sam era sconvolto. Se non fossero stati in quella situazione assurda, avrebbe preso a pugni Dean, per quello che aveva appena detto. “Cosa? Cosa??” esclamò furioso.

E poi vedendo quasi una sorta di rassegnazione sul volto del fratello, la rabbia che provava si tramutò in panico. Quella che il più novellino tra gli psichiatri avrebbe chiamato “panico da separazione”. 
“No, no, no….Tu conti, Dean. Tu hai sempre contato. Per me…per me ….non c’è altro che conti al mondo. Ti prego…no!!” e riuscì finalmente a divincolarsi dalla presa di Castiel, anche perché, perfino l’angelo era sconvolto dal patto stipulato dall’amico cacciatore e anche lui voleva fermarlo.
Ma non appena i due accennarono ad avvicinarsi a Dean, Amara li bloccò letteralmente sul posto.
“No…no…” ruggì furente Sam, non riuscendosi a muovere. “Lascialo andare!” sembrò poi supplicare il giovane.
“Non puoi…Amara. Non puoi. Lui ha un destino ben diverso. A questi ragazzi è stato concesso il Paradiso!” cercò di convincerla, evitando di proposito di dirle che Dio stesso, tramite l’angelo Joshua, aveva fatto loro quella promessa celeste.
Ma Amara lo spiazzò. “Mio fratello non può fare promesse che non può più mantenere! Il loro destino è cambiato. Quello del mondo intero lo è!! ” fece sprezzante e poi tornò a fissare il cacciatore in ginocchio. “Dean?!” fece aspettando la resa incondizionata del cacciatore.

Dean guardò un ultima volta  Castiel, l’angelo che era ormai un fratello. “Guardagli le spalle, Cas. Mi fido solo di te!”
Poi guardò Sam. Il suo cuore si spezzò nel vedere lo sforzò che faceva il minore a cercare di contrastare la forza con cui Amara lo teneva bloccato. Avrebbe voluto abbracciarlo un ultima volta, ma sapeva che se fosse stato possibile,  Sam non si sarebbe mai fatto da parte. “Sammy…tutto il resto non conta!”
“No…no….Dean!!” sussurrò , terrorizzato da quelle parole. “Ti prego, no!” e questa volta si rivolse ad Amara, anche se vide sul volto della donna una totale assenza di attenzione alla sua supplica disperata, poiché era completamente concentrata su Dean.
“Addio, Sammy!” sussurrò Dean e poi chiudendo gli occhi: “Mi arrendo!”
“Nooooo!!!!” gridò Sam e con lui anche Castiel.
 
Un attimo dopo, il corpo di Dean scattò come se fosse stato colpito da una forza improvvisa alle spalle. Il cacciatore si inarcò verso il vuoto che aveva davanti issandosi sulle ginocchia. La testa spinta all’indietro, le braccia che scattarono verso l’esterno,  la schiena che si inarcò e si tese come una molla pronta a scattare e senza nemmeno gemere , un secondo dopo, crollò sul pavimento, cadendo sulla schiena.
Amara scomparve e in quel momento esatto la forza che teneva bloccati Castiel e Sam scomparve con lei. I due corsero immediatamente accanto al corpo del cacciatore inerme.
“Deeaannn!!” lo chiamò esasperato Sam, mentre Cas gli metteva le mani sul torace e sulla testa, credendo che il suo tocco angelico potesse guarire l’amico da qualsiasi cosa Amara gli avesse appena fatto. “Castiel…Castiel…fa’ qualcosa. Per favore…fa’ qualcosa!!!”
Castiel strabuzzò gli occhi e poi guardò stupito Sam. “Non è morto. Lui….lui…respira…non è non è morto!” fece l’angelo. “Non lo ha ucciso!!” rivelò stupefatto e forse sollevato.
“Cosa? Cosa??? allora che aspetti? Salvalo…Salvalo!!” ripetè come un tono che aveva in sé disperazione e decisione insieme.
Castiel consolidò la sua presa contro il petto e contro la testa di Dean, ma lo sguardo che prima indicava speranza divenne velocemente smarrimento.
“Non c’è!” sussurrò appena, spaesato.
“Non c’è? Non c’è…cosa?...Castiel che stai dicendo???” domandò confuso, il giovane cacciatore.
“Non c’è!” ripetè ancora anche con una punta di rabbia.
“Castieeell!” lo richiamò Sam.
“La sua anima….i suoi pensieri….i suoi ricordi,  le emozioni, le sensazioni…Non c’è più niente!” fece elencando la parte più mistica di Dean, come se avesse appena recitato una semplice lista.
“Cosa?” e questo fu un flebile sussurro sfuggito dalla bocca del giovane che si ritrovò  a fissare basito e disperato quello che , a detta di Castiel, era , oramai, solo un corpo vuoto che andava avanti per inerzia. “Come è possibile?!” domandò sopraffatto da quella rivelazione.
Castiel rimase con le mani imposta sul corpo dell’amico, pensando a ciò che stava accadendo e cercando una risposta alla domanda di Sam. “La morte lo avrebbe inevitabilmente consegnato a Billie. Amara invece lo voleva per lei e prendersi ciò che fa di Dean…Dean, era l’unico modo per averlo con lei.”
Era stato più che chiaro. Poche parole per spiegare che la più pura essenza di Dean era imprigionata nell’oscurità di Amara, mentre il suo corpo era imprigionato in una vita non vita.
“Che ti ha fatto! Che ti ha fatto!?” sussurrò Sam, abbracciando il corpo esanime del fratello.
“Odio doverlo dire, ma credo che la domanda giusta sia “Cosa gli sta facendo?”…”
 
Castiel e Sam portarono Dean nell’ospedale più vicino al bunker.
Castiel non era stato in grado di guarirlo spiegando a Sam che la sua magia angelica funzionava quando c’era la volontà, da parte di chi ne usufruiva, di guarire. Ma Dean in quel momento non era altro che un involucro e di conseguenza privo di ogni volontà o desiderio di guarigione.
A chi li accolse al pronto soccorso dissero semplicemente che Dean era stato aggredito. La scusa più plausibile.
 
Non riusciamo a capire il perché, ma anche se la ferità è abbastanza grave, ora è tutto sotto controllo e non riusciamo a spiegarci questo suo stato di coma. Abbiamo fatto controlli neurologi. Una risonanza. Ogni tipo di controllo. Niente. I suoi valori sono stabili ma la sua condizione clinica attuale è…inspiegabile. Non ci resta che aspettare. Lo terremo sotto controllo e continueremo a monitorarlo costantemente. Ci dispiace!
 
Questo fu quello che dissero i medici ore dopo aver visitato Dean e dopo averlo sistemato in una stanza.
 
 
Passò oltre un anno, quasi un anno e mezzo, da quel tragico e assurdo pomeriggio in cui Dean Winchester smise di essere.
In quel tempo che diventava sempre più lungo e insopportabile, Sam passava tutto il tempo che gli era possibile accanto al capezzale del fratello in coma. Il resto lo passava tra una caccia e l’altra, a cui Castiel quasi lo costringeva, ma più che altro per tirarlo fuori dall’ospedale o da qualche anfratto del bunker in cerca di un qualsiasi modo per salvare Dean da quella situazione assurda.
Quando l’angelo ci riusciva , ci riusciva solo dopo aver convinto il giovane cacciatore che non si sarebbe mai allontanato da Dean. Che non lo avrebbe mai lasciato solo e che al minimo cambiamento lo avrebbe avvisato.
 
Una sera , Castiel, sapeva che Sam era tornato da uno dei suoi lavoretti veloci, che erano le uniche cacce che ormai Sam faceva – semplici e veloci, al massimo un paio di giorni, non di più – e non trovandolo al bunker , sapeva dove andare.
Si recò all’ospedale di Lebanon e ormai ci passavano lì talmente tanto tempo che nemmeno la guardia all’entrata fece storie per farlo entrare prima dell’orario di visite.
Salì al terzo piano, dove si trovava la stanza di Dean e senza sorpresa, seduto accanto al letto, vi trovò il minore.
Sam aveva un giornale tra le mani e lo sfogliava di tanto in tanto , leggendo notizie che potevano o meno essere interessanti.  Tra una news e l’altra raccontava al fratello dormiente i risvolti dell’ultima caccia.
“Sai! Era da tempo che non me la vedevo con un semplice fantasma. Ti saresti divertito. È stato davvero un caso alla “andiamo, lo ammazziamo e torniamo a casa”. Quel bastardo non ha nemmeno fatto in tempo a capire che gli stavo facendo le ossa al barbecue quando si è dissolto nel nulla….o cavolo, Dean!!...” esclamò sorpreso, colpito da un qualche notizia che aveva attirato la sua attenzione. “Questa si che è una notizia che ti farà saltar fuori da questo letto… “Dopo Angus Young, anche Brian Johnson lascia gli AC/DC…..il solista sarà sostituito da Axl Roses, ex leader dei Gun’s..” !!!” lesse con entusiasmo e subito dopo si fermò e fissò lo sguardo al fratello.
Niente!
Forse, stupidamente, Sam, aveva davvero pensato che quella mera notizia su uno dei gruppi preferiti di Dean, potesse spingere il maggiore a svegliarsi.
Niente!
Ancora!!

Castiel entrò nella stanza e lentamente arrivò alle spalle del giovane cacciatore.
“Sam?!” lo richiamò piano.
“Sai!? È strano!!” rispose Sam senza spostare lo sguardo dal fratello.
“Cosa , è strano?!”
“Io lo vedo, vedo che respira. So che in un certo senso è vivo. Ma contemporaneamente è come se sapessi che in realtà non lo è. Che dentro di lui non c’è niente di quello che apparteneva a Dean. Che quello che sto guardando, in un modo assurdo, è solo un corpo vuoto che è costretto ad andare avanti.” Spiegò amaramente il giovane cacciatore.
“Sam, vedrai che…”
“Cosa, Cas?......Cosa??!” fece esasperato Sam. Ma non perché fosse stanco di quella situazione, ma perchè lo struggeva vedere Dean in quella situazione e sapere che per quanto in quell’anno e più trascorso, non era riuscito ancora a trovare niente per riportarlo indietro. “Sto cercando ovunque. In ogni libro, ogni faldone, in ogni scatola dimenticata , in ogni stanza ancora chiusa a chiave del bunker. In ogni biblioteca che mi capita di trovare in giro. Niente. È come se tutto quello che riguarda l’Oscurità e come combatterla …fosse sparito quel dannato pomeriggio.”
“Sam, non possiamo arrenderci. Perché hai ragione. Lui non è morto ed è a questo che dobbiamo aggrapparci e ed a causa di questo che dobbiamo continuare a cercare!” lo spronò ad andare avanti , l’angelo, anche se pure lui disperava ormai di trovare un lieto fine a quella situazione.
“Ma cosa credi, che non lo stia facendo, Cas?...credi che mi voglia arrendere? Beh! perché se è questo, quello che credi, ti stai sbagliando di grosso!!” lo aggredì furioso e anche offeso.
“Sam…io non…”
“Io non mi voglio arrendere. Io non mi arrenderò mai. Ma quello che mi distrugge è non sapere quello che sta passando Dean, perché so…io so che lei gli sta facendo qualcosa di terribile, di orribile. Qualcosa che lo segnerà per sempre , come e più dell’Inferno stesso!” fece Sam, con tono affannato e gli occhi che brillavano di rabbia  e preoccupazione per il fratello assente.
“Lo so, Sam. Lo so. Ed è per questo che dobbiamo continuare a cercare ancora e ovunque. Per portargli via Dean! Ma….” e poi si fermò sentendosi in colpa e forse in imbarazzo per quello che voleva dire.
“Ma , cosa?!”
“Ma tu sei distrutto, sfinito. Hai l’aria di uno che non dorme da almeno un paio di giorni e che non mangia da altrettanto tempo. Hai bisogno di staccare , di farti una doccia e magari un paio di ore di sonno…” trovò il coraggio di dire.
“No. Voglio stare qui. Sono stato via per due giorni. Io devo…”
“Starò io con lui. Sai che è così. Ma per favore…ascoltami!! Non gli sarai di aiuto se crollerai sul prossimo libro che controllerai. Fa’ una pausa. Solo qualche ora. Per favore!” e in quella supplica decisamente fraterna, a Sam sembrò di risentire le accorate raccomandazioni di Dean, ogni volta che lo vedeva stare troppo tempo al pc, o su un libro e in qualche biblioteca a fare ricerche.

Il giovane guardò il fratello inerme. Per un attimo fissò il macchinario costantemente collegato al suo respiro , al battito cardiaco e a tutte le altri funzioni vitali. Sospirò pesantemente, come se fosse stato sconfitto da una qualche forza invisibile. O forse si rese solo conto, per l’ennesima volta, di ciò che stavano affrontando lui e Dean.
Divisi ma paradossalmente sempre insieme!

“Ok! Hai vinto. Vado al bunker. Mi faccio una doccia e un paio di ore di sonno. Poi mi rimetterò di nuovo a lavoro e proverò a cercare in qualche altro libro. Ma tu…” fece austero , rivolto all’angelo. “ Tu chiama… a qualsiasi ora, per qualsiasi motivo. Qualunque cosa succeda. Chiaro?”
“Naturalmente. Sai che lo farò!” ci tenne a rassicurarlo Castiel.
“Sì, so che lo farai!” rispose amichevolmente Sam, posandogli una mano sulla spalla.
Poi si avvicinò al letto per prendere il giaccone appoggiato alla sedia su cui era seduto. Si chinò appena verso la testa del maggiore.
“A quanto pare, anche se in modo gentile,  Castiel ha detto che puzzo e che ho un aspetto di merda. Vado al bunker a darmi una sistemata. Ci vediamo più tardi, ok?!” fece sorridendogli appena. Poi quel sorriso divenne una smorfia fatta di pura amarezza.
“Apri gli occhi, apri gli occhi, apri gli occhi!” sibilò con forza alle orecchie del maggiore sperando che quella disperazione arrivasse ovunque Dean si trovasse in quel momento.
Ma come ogni volta che Sam pronunciava quella preghiera, non accadeva nulla. Gli occhi di Dean rimanevano serrati in quel sonno profondo.
Il giovane si alzò, per l’ennesima volta deluso. Lanciò uno sguardo sfuggevole all’angelo e uscì dalla stanza.
 
“Questo gioco comincia a stancarmi Dean!”
“Sapevi …nonostante tutto, che non avrei mai accettato il nostro…legame!”
“Lo sai che potrei ucciderti?!”
“Fallo! Perché onestamente è come se già lo fossi. Renderesti solo la cosa ufficiale!”
“No. Non ti farò questo piacere. Dopo tutto il tempo che ho perso con te…non meriti altro che continuare a soffrire…”




N.d.A.: Spero tanto che questo seguito vi appassioni almeno quanto ha appassionato me scriverlo.
La seconda parte la posterò domenica, la terza e ultima martedì. 
Anche perchè, poi, ci sarà la nuova puntata di SPN e sapremo davvero come andranno le cose.

Spero di leggervi e di sapere cosa ne pensate.
Baci baci.
Cin.


 
   
 
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