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Autore: darkrin    23/04/2016    1 recensioni
Il rapporto di Clovis e Nico, visto dall'esterno è sospetto quanto una ciambella blu. E Percy è l'unico a non preoccuparsene.
(Crack, così tanto crack! - Accenni di Will/Nico)
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Clovis, Nico/Will, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: 
- Ho iniziato questa storia tantissimo tempo fa, salvo poi abbandonarla al suo destino e ricordarmi questa mattina della sua esistenza. L'ho riletta solo in parte e ci sono alcune cose che ancora mi fanno storcere il naso, ma l'ho rigirata così tante volte da esserne nauseata. 
- Ci sono tantissimi headcanon su Clovis e su Persefone che hanno preso un po' il sopravvento sul resto della storia - e che si ricollegano a Era Persefone e Dream a little, dream of me. Oltre a ciò ci sono riferimenti alle vicende di Hello, from the other side e alla long che dovrebbe precederla e che non scriverò mai
- La storia è ambientata dopo Dream a little e Hello, from the other side
- Il punto di vista cambia nei diversi paragrafi ed è voluto così perché volevo mostrare la reazione di più personaggi possibili allo strano rapporto tra Nico e Clovis, ma la cosa ha creato probabilmente più confusione che altro. Mi scuso in anticipo. 
- Temo di essere andata OOC un po' con tutti i personaggi, ma soprattutto con Annabeth e doveva essere una Will/Nico, ma è diventata un delirio tutt'altro.
- Il titolo della storia è un verso di una canzone di Ligabue. Il che è anche indice della mia disperazione. 



 
Gli occhi fanno quel che possono
 
 
 
La prima a rendersene conto è Annabeth e Percy non ne è affatto sorpreso perché Annabeth è la persona più intelligente che lui conosca e no, non lo sostiene solo perché è la sua ragazza. Se osasse farlo, Annabeth sarebbe la prima a picchiarlo.
- Hai mai visto Clovis e Nico parlare? – gli chiede di punto in bianco una sera.
La ragazza ha quella leggera ruga che le solca la fronte ogni volta che sta riflettendo troppo intensamente su qualcosa e non sparisce neanche quando Percy scuote la testa, con le guance piene di pasta.
 
Hazel non se ne accorge perché è lontana e vuole così bene a Nico da non far caso a certi cambiamenti.
È una di quelle cose che accade quando vuoi bene a qualcuno e che a Nico un po’ spaventa: cominci a non vedere la persona che hai di fronte, ma solo certi suoi aspetti, solo quello che vuoi e, improvvisamente, ti ritrovi ad aspettarti più di quello che lei possa darti – che Nico, possa dare, che Nico possa essere. E cosa accade poi quando realizzi di aver voluto bene a qualcun altro per tutto quel tempo?
Hazel non lo vede e non si sorprende quando il fratello descrive l’interno della cabina di Hypnos come se l’avesse visto con i suoi stessi occhi e tanto a lungo da imprimersi nella memoria ogni dettaglio della stanza, ogni sfumatura di colore dei muri e delle coperte di pile con cui i figli del dio del sonno si avvolgono come bruchi.
 
La seconda a rendersene conto è Reyna, quando lei e Jason tornano da Roma. Jason è troppo impegnato a festeggiare il suo ritorno facendosi baciare da Piper per accorgersi di alcunché e Percy lo capisce. Non la parte in cui è Piper a baciarlo perché sì, Piper è una bella ragazza ed è un’amica e tutto, ma non è Annabeth.
- Non è strano – chiede la figlia di Bellona, sedendosi accanto ad Annabeth. – Come Clovis sembri sapere un sacco di cose su Nico? –
- Grazie! – esclama la bionda figlia di Atena, sbattendo il bicchiere sul tavolo e facendo voltare metà del Campo verso di lei. – Per Zeus! – aggiunge con tono più basso. – Sono mesi che cerco di farlo notare, ma nessuno mi dà retta. –
Le due donne sono così prese dalla loro foga da non rendersi conto della risata che sfugge dalle labbra di Will Solace, quando passa alle loro spalle.
 
 
***
 
 
Annabeth ha raccolto prove a sostegno dei suoi sospetti, nei mesi in cui nessuno si è degnato di darle retta, perché è una persona precisa e meticolosa e quando le espone a Reyna lo fa con tono neutrale e distaccato, come un medico che presenti un caso clinico a un chirurgo.
 
 
Prova n°1:
 
La prima volta che accade è quando Jason sta reclutando semidei per organizzare la prima gita fuori porta (- Non la chiamiamo così. È una cosa seria, Testa d’Alghe. -) per Nuova Roma.
- Perché non chiedi a Nico di venire con te? – domanda Percy, subito prima di ficcarsi in bocca un’enorme ciambella blu.
La passione di Percy per i cibi blu e quella di Clovis per le ciambelle sono un mix che trasformerà tutti i Capo cabina in palle rotolanti, Chirone ne è convinto, e già trema all’immagine di un’orda di mostri schiacciata da un esercito di tondissimi semidei. Il governo dovrebbe davvero far qualcosa per i cibi ripieni di zuccheri e grassi che vengono propinati ai giovani come fossero acqua.
- Oh, non penso che Nico vorrebbe – interviene Clovis con un pigolio.
Annabeth si volta a guardarlo ed è sorpresa di trovarlo sveglio e con gli occhi vispi, privi di alcuna ombra di dubbio o sonno, mentre parla di Nico di Angelo come se lo conoscesse, come se per lui non fosse solo il misterioso figlio di Ade che li ha salvati e ha improvvisamente deciso, dopo anni di vita solitaria, di trasferirsi al Campo Mezzosangue.
Se fosse stato qualcun altro a parlare - tipo Piper perché Piper è sveglia e conosce i sentimenti come nessun altro, al Campo o Jason perché il figlio di Giove conosce Nico - Annabeth non sarebbe rimasta così turbata perché è un’affermazione sensata: Nico è arrivato da poco e c’è quella storia, di cui nessuno dovrebbe sapere nulla, tra lui e Will, e non è difficile immaginare che il ragazzo non abbia alcun desiderio di partire. Che non prenderebbe neanche bene l’idea di essere spedito a Nuova Roma senza alcun motivo, che penserebbe di essere cacciato, bandito, non voluto.
Ma è Clovis e Clovis è tutto tranne che sveglio e sembra tutto tranne che attento ai sentimenti degli altri.
Ed è il modo in cui Clovis lo dice, è il sorriso che gli aleggia sulle labbra, la certezza che gli anima gli occhi piccoli e ravvicinati, che le fa sospettare che ci sia altro.
 
 
 
Prova n°2:
 
Quando Percy e Annabeth arrivano al Campo Mezzosangue, dopo il loro viaggio a Parigi – e no, non era un viaggio romantico, va bene? Non c’è nulla di romantico nel rischiare di finire schiacciati da un Vallo vecchio di secoli. Non importa che sia così che finiscono quasi tutti i loro appuntamenti – rischiano di precipitare a terra e venir di nuovo sepolti da un muro. Il Campo è squassato da violenti tremiti e il terreno è spaccato da crepe che lo percorrono come vene aperte, da cui emergono germogli e asfodeli.
- Che diavolo… – borbotta Percy, cercando di tenersi in piedi sul suolo pericolante.
Un brivido gli scorre lungo la schiena al pensiero che sia di nuovo Gea, che sia di nuovo il Tartaro pronto a divorarli e pensava che quell’incubo fosse ormai terminato e non può, non di nuovo, non.
È solo quando riescono finalmente a raggiungere la piazza principale del Campo, dove i Capo cabina si sono riuniti per tenere una riunione straordinaria del Consiglio di Guerra, che qualcuno si degna d’informarli di cosa stia accadendo e a rassicurarli che no, non è Gea che è tornata.
- È Persefone – afferma Piper con tono cupo, con le braccia strette intorno al collo di Jason che lievita e la sostiene a qualche centimetro dal suolo.
Clarisse è in piedi, tra Chris e Will, con le gambe leggermente divaricate e i piedi piantati per terra come se si stesse preparando a fermare un’orda di ciclopi. Con la coda dell’occhio a Percy sembra di vederla mandare un’occhiata di fuoco a Katie Gardner e Will stringere la sua presa intorno al polso della figlia di Ares.
- Da quando Persefone ci vuole uccidere? – domanda Percy .
Dal poco che ha visto della consorte di Ade, la dea gli è parsa solo come una ragazzina perennemente agganciata al braccio del marito o stretta alle gonne della madre, non certo come una divinità vendicativa e minacciosa.
Non sa bene se si dovrebbe preoccupare del fatto che: oh, guarda, un altro dio da aggiungere alla lista di quelli che vogliono la nostra testa su una picca sia diventato a tal punto parte della sua normalità che neanche si pone più il dubbio che sia un errore.
-Era Kore quella che avete incontrato – interviene Nico, spuntando dalle ombre alle loro spalle, insieme a Miss O’Leary che gli trotterella a fianco.
Nico non aggiunge che è quasi sempre quello di Kore il volto che viene visto dai mortali e che è meglio così. Persefone non ha il sorriso scheletrico di Proserpina o la crudeltà con cui la sua controparte romana giudica i morti, ma è fatta della stessa sostanza delle ombre dell’Averno da cui è germogliata come un fiore e tra esse sparisce, muovendosi come un fantasma nelle profondità degli Inferi. Compare solo quando lo desidera e non è mai una visita di piacere (Menta ama ricordare).
- I mortali preferiscono immaginarmi con l’aspetto di una fanciulla innocente e priva di ogni potere. – ha mormorato una volta la dea con la sua voce d’ombra, rispondendo ai muti dubbi del figlio di Ade. – Ed è più riposante, a volte, indossare il volto della bambina che ero, lasciare che mi sottovalutino, che mi credano senza alcun potere. –
Nell’oscurità, si era disegnata l’ombra di un volto dalla pelle chiara come la superficie lunare.
- Ma figlio di Ade, non dimenticare, che non importa quale sia il mio aspetto, quale il mio attributo, questo rimarrà sempre il mio regno. -
Persefone possiede un sorriso bianco come le ossa dei morti e tagliente come quello di Proserpina e la morbidezza del volto di Kore.
- I figli di Demetra hanno pensato fosse un bel gesto piantare dei melograni in suo onore – afferma Jason, interrompendo il silenzio teso che era calato dopo il secco e poco produttivo intervento di Nico.
Il fatto che Nico abbia iniziato a parlare con gli altri membri del Campo non vuol dire che gli piaccia. O che debba dire più dello stretto necessario.
- E… - comincia Percy perché davvero non riesce a vedere quale sia il problema. Gli dei sono sempre grandi sostenitori dell’avere onori, offerte e sacrifici. No?
- E li hanno piantati accanto a delle piante di menta. Quelli… - afferma Nico, digrignando i denti.
- Idioti, sì, lo sappiamo, lo sappiamo – lo interrompe Clovis con aria serafica. – L’hai già detto. -
Nico si volta a guardarlo con un’espressione di pura esasperazione sul volto, ma è un’esasperazione di quelle che parlano di intimità e di: mi conosci così bene che non puoi non essermi insopportabile a volte. Chissà quanto spesso Annabeth gli ha rivolto quello stesso sguardo, pensa Percy e vede gli occhi della sua ragazza correre a posarsi su Will Solace, che continua a stringere il polso di Clarisse a sorridere come se il sole stesso avesse trovato residenza nel suo corpo, come se ogni cosa fosse al suo posto e nulla fosse cambiato tra lui e Nico. Percy vede il volto di Annabeth rabbuiarsi.
 
 
 
L’incidente Persefone si conclude con il crollo di una sola cabina, una serie di divine scuse, l’eliminazione di tutte le piante di menta dal Campo, un breve, ma intenso viaggio di Piper, Annabeth e una figlia di Hestia (- Se siete donne e siete fedeli, forse Persefone sarà meno propensa ad uccidervi. - - Grazie, Nico. Molto rassicurante. -) negli Inferi e l’immensa soddisfazione di Travis Stoll di poter mettere a tacere qualsiasi critica di Katie ricordandole di quella volta in cui la casa di Demetra aveva quasi causato la distruzione del Campo (- Katie, mi aspettavo di più da colei che è quasi riuscita là dove Titani e Giganti hanno fallito. - - Vai al diavolo, Travis. - ).
 
 
***
 
 
- Dobbiamo capire cosa stia accadendo – afferma Annabeth una volta concluso che se lei e Reyna hanno entrambe notato la stessa cosa allora deve essere vera.
- Magari è il suo amante? – borbotta Percy.
Il figlio di Poseidone ha sempre un’espressione un po’ sorpresa sul volto, quando pensa alle relazioni di Nico, come se ancora non si fosse ripreso del tutto dal giorno in cui il ragazzo gli ha dichiarato di aver avuto una cotta per lui per anni. Come se non si fosse ancora ripreso dall’idea di aver sbagliato completamente ad interpretare le sue azioni.
- Ma per piacere – esala Piper.
La reazione della ragazza solleva un po’ Annabeth perché se c’è una cosa che ha imparato, negli anni, è a fidarsi dell’istinto di Piper quando si tratta di sentimenti e Will le piace e Annabeth spera davvero che Nico non lo stia tradendo. Con Clovis, tra tutti. Quanto è ridicolo solo il pensiero? Ma Annabeth ha visto talmente tante cose assurde nella vita che questa non sarebbe certo la più strana.
 
Sono nella sala del consiglio, da cui Clarisse è uscita sbattendo i piedi e la porta quando ha capito che non si erano riuniti per parlare di cose importanti e interessanti – tipo la prossima azione di guerra contro i giganti che hanno colonizzato il Monte Denali -, ma solo della vita sentimentale di Nico Di Angelo.
Si è allontanata di pochi passi, quando vede Will Solace avanzare verso di lei.
- Ehi! – grida la figlia di Ares.
- Clarisse – la saluta il ragazzo con un sorriso che sarebbe così irritante se non fosse Will e il figlio di Apollo non fosse sempre in grado di mettere tutti di buon umore (maledizione a lui! Come rovina le risse lui nessun altro!) come se fosse il cazzo di sole e fossero tutti affetti da meteoropatia.
- Ehi – ripete, corrugando la fronte.
Si chiede cosa dovrebbe fare: dovrebbe dirgli dei sospetti di Jackson e degli altri? O dovrebbe far finta di nulla. Non per la prima volta si domanda cosa farebbe Silena al posto suo e che consiglio le darebbe e, come ogni volta che ci pensa, sente qualcosa bruciarle nel petto come se fosse appena stato attraversato da una lama e lo odia. Digrigna i denti e un ringhio le lascia le labbra. Will continua a sorridere, per nulla impensierito dal volto furioso della figlia prediletta di Ares. Fottuto idiota.
- Annabeth pensa che Nico ti tradisca con Clovis – sputa tutto d’un fiato prima di rendersene conto e ops.
Non è certa che Silena sarebbe fiera di lei, ma quando torna a concentrarsi sul volto di Will, lo trova ancora piegato un’espressione serena. Ci sono momenti, come quello, in cui Will sorride e sembra il sole: il suo volto intero si illumina e chiunque gli stia intorno sembra costretto ad essere felice come lui.
Clarisse pensa davvero: questo è scemo.
- Non ti preoccupare – le dice. – So tutto. Ma grazie per esserti preoccupata per me – aggiunge in un secondo momento.
- Io non… non dire idiozie – esclama la ragazza. E il suo volto sorpreso e imbarazzato è ancor più spaventoso.
 
 
 
***
 
 
 
- Tutti pensano che tu mi tradisca con Clovis – gli annuncia, appoggiandosi al bordo del letto a forma di bara di Nico.
La prima volta che era entrato nella Cabina di Ade, dove Nico si era rintanato per sfuggire al calore del primo pomeriggio estivo, Nico era arrossito furiosamente e aveva iniziato a grugnire cose balbettate su come l’arredo fosse ridicolo, ma era così quando era arrivato e non sapeva chi l’avesse scelto e non era un vampiro. Will l’aveva baciato per impedirgli di andare avanti e impedirsi di scoppiare a ridere.
Avevano iniziato a baciarsi da un po’. O meglio, Will aveva iniziato a baciarlo quando si trovavano da soli e Nico aveva smesso di irrigidirsi come un animale spaventato e a rispondere alle labbra del ragazzo. Will aveva deciso che era un progresso.
- Mi piace – aveva affermato, con un sorriso che gli aveva disegnato una fossetta all’angolo della bocca.
Nico era arrossito come se non stessero parlando dell’arredamento. E forse aveva ragione.
La maglietta che il figlio di Ade si stava infilando gli cade dalle mani e precipita a terra per la sorpresa. Nico la guarda per un istante come se non riuscisse a spiegarsi come sia finita lì, prima di rialzare gli occhi sbarrati sul volto sorridente di Will.
Se Will non lo conoscesse così bene potrebbe scambiare quell’espressione per senso di colpa, ma Will sa cosa c’è – o non c’è – tra Nico e Clovis. Sa degli incontri e degli scontri tra un sogno e un incubo di Nico, di come all’inizio fosse insopportabile vedere Clovis e di quella volta che ci ha parlato, mentre correva da una parte e l’altra del mondo, con la statua di Atena sulle spalle. Sa di come sia pian piano divenuto naturale discutere con il figlio di Hypnos, come fosse più facile parlare in un mondo in cui ogni cosa sembra meno reale, sa degli interminabili dialoghi sulla struttura dei sogni, sul russare di Clovis anche nei sogni e sulle ricette delle ciambelle ( - E come gli viene in mente che possa importarmene qualcosa? - ) ed è grato che la presenza di Clovis sia così forte da strappare Nico dai suoi incubi. Dai fantasmi che il figlio di Ade ancora si porta dentro.
Come potrebbe non essere felice che Nico dopo tutti gli anni passati ad entrare e uscire dall’ombra abbia un amico?
Glielo mormora contro le labbra, quando se lo tira addosso per baciarlo, e Nico arrossisce ed emette un grugnito infastidito. Da quella domanda o da tutto quell’affetto di cui non sa ancora bene cosa fare.
Come potrei non essere felice che esista qualcun altro che tiene a te?, sussurra contro il collo di Nico, così piano che il ragazzo non riesce a sentirlo oltre al gemito che gli sfugge dalle labbra, quando Will gli stuzzica un capezzolo con le dita.
- Will… -
La voce di Nico è spezzata e il figlio di Apollo gli morde delicatamente il lobo, prima di succhiarlo piano.
Come può essere geloso o preoccupato, quando conosce Nico e sa che, da sveglio, non ha occhi che per lui?
   
 
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