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Autore: variopintadite    24/04/2016    0 recensioni
Dal testo:
Lei voleva essere corteggiata, desiderata, pensata dall’uomo che amava. Perché era cambiato?! E da quando lei aveva accettato quella situazione nella quale ora si ritrovavano invischiati? Non sapeva le risposte e, tuttavia, interrogarsi non sarebbe servito a nulla se non ad acuire il fardello che portava nel cuore.
C’era bisogno di reagire, di trovare un punto d’incontro, però…
Perché doveva pensare a tutto lei? Lui non poteva scomodarsi? O, chissà, forse non gli era proprio passato per l’anticamera del cervello un pensiero simile?!
Probabilmente a lui andava bene così.
Aveva deciso: la soluzione era il divorzio.
***
Dedicata a tutte le persone che stanno passando un brutto periodo con il proprio partner.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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There are no "but" in love



Massimo sospirò di nuovo, stancamente. Lorena aveva ripreso a lamentarsi dei fiori che le aveva portato come regalo per il loro anniversario.
Erano ormai undici anni di matrimonio, undici anni puntualizzava più volte, e le aveva regalato una pianta d’appartamento. I fiori li voleva recisi, re-ci-si. Invece si scordava, come con la tavoletta del wc sempre alzata o i calzini ammucchiati in un angolo della camera da letto. Erano piccole abitudini trascurabili se non fossero state compiute quotidianamente dalla stessa persona che abitava sotto il tuo stesso tetto. E non erano le sole, di difetti ne era sommerso. Un altro esempio? Le unghie dei piedi sul pavimento del bagno che era appena stato pulito. Una vera e propria mancanza di rispetto per colei che, oltre a lavorare, doveva occuparsi della casa; questo mentre il marito, dopo aver lavorato, poteva poltrire sul divano per seguire quelle stupide partite di calcio che - ormai sapevano tutti - erano truccate. A lui non interessava, gli bastava prendere la sua bella birretta e sorseggiarla mentre faceva una telecronaca non richiesta.
 
Lorena non sapeva più che cosa fossero loro due.
 
Non facevano più l’amore da mesi.
Si scambiavano a malapena un saluto e ognuno per la sua strada; il tempo libero lo spendevano per i fatti propri. Lontani.
Lorena a volte non ci dormiva neanche più nel letto matrimoniale. L’idea di trovarsi nella stessa stanza per tante ore, con lui, la infastidiva. Nella notte sgattaiolava fuori dalle coperte e si andava a sdraiare sul divano. Non che fosse confortevole, ma almeno non le procurava delle contratture alla pancia per l’irritazione... solo un mal di schiena indescrivibile.
Poi, poi c’erano quei momenti in cui voleva solamente che lui le dedicasse quelle attenzioni che da giovane le dava. Lei voleva essere corteggiata, desiderata, pensata dall’uomo che amava. Perché era cambiato?! E da quando lei aveva accettato quella situazione nella quale ora si ritrovavano invischiati? Non sapeva le risposte e, tuttavia, interrogarsi non sarebbe servito a nulla se non ad acuire il fardello che portava nel cuore.
C’era bisogno di reagire, di trovare un punto d’incontro, però…
Perché doveva pensare a tutto lei? Lui non poteva scomodarsi? O, chissà, forse non gli era proprio passato per l’anticamera del cervello un pensiero simile?!
Probabilmente a lui andava bene così.

Aveva deciso: la soluzione era il divorzio.

Massimo si massaggiò la mascella. Erano notti che non riusciva a dormire. Si rigirava nelle coperte in preda ad incubi e poi c’era il vuoto nel letto che confermava l’assenza della consorte. Gli occhi da pesce lesso spiccavano sul volto spigoloso di quell’uomo che ormai non riusciva più a trovare una ragione per restare. Insomma, non lo facevano da mesi! A dirla tutta non riusciva nemmeno a figurarsela vestita in modo provocante per sedurlo, non più. Ora gli appariva solo una scialba donna di cui forse si stava disinnamorando.
Era possibile che l’amore cessasse dopo anni e anni? O era solo un periodo infelice che stavano vivendo, ma che poi avrebbero superato? Non lo sapeva; non vedeva la fine di quel tunnel diventato troppo buio e senza fine.
Lei se n’era resa conto di cosa fosse successo al loro rapporto, o no?
Massimo le vedeva le crepe che si diradavano ogni giorno sempre più, le vedeva eccome. Quella situazione stava diventando insostenibile.
L’unico piacere che riusciva a gustarsi a casa era la tv, oppure per non pensare ai problemi si buttava sulla birra, per dimenticare. Ma si sa, non ci si può scordare di una cosa del genere; la accantonava solo per un po’.

C’era una qualsiasi possibilità di salvare il matrimonio?

Stefano, il suo amico di sempre, era anch’egli sposato… felicemente da sedici anni. Avrebbe saputo con certezza cosa suggerirgli.
Lo invitò a prendere un aperitivo il secondo sabato del mese di dicembre.
Al bar, il giorno in cui si erano dati appuntamento, puntuale come un orologio svizzero, Stefano si era presentato: ciò gli arrecò un gran sollievo. Si aprì in uno smagliante sorriso mentre le zampe di gallina presero vita ai bordi degli occhi.
“Allora, che c’è di nuovo?” esordì il vecchio Stefano.
“C’è una cosa, una cosa di cui devo farti parola. Si tratta di Lorena. Stiamo passando un brutto momento…” abbassò lo sguardo; dirlo ad alta voce era più difficile di quanto immaginasse.
“Un lutto?” continuò l’altro preoccupato.
“No, no. Peggio” biascicò mentre si accingeva a portare alle labbra la pinta di birra.
Stefano gli trattenne il braccio. “Spiegati meglio.”
“Il nostro rapporto… io… noi… non ci parliamo più, non so nemmeno da quante settimane. Non facciamo che litigare e urlarci contro. E per giunta è da mesi che non lo facciamo.”
L’amico fece un fischio per poi fare una smorfia. “Mi spiace, Max.”
“Puoi darmi qualche dritta? Per ravvivare il nostro matrimonio. Portarla a cena aiuterebbe?” Era confuso, ansioso, impaziente.
“Fammi pensare… non c’è nulla che io possa consigliarti. Senti, tu la ami?”
“Che domande sono?! Certo che la amo, ma…”
“Ma un corno! È proprio questo il punto, non esistono ‘ma’ in amore” disse solennemente l’amico.
Massimo rimase a fissarlo, ma era come se si fosse teletrasportato su un altro pianeta.
“Grazie Ste” proferì parecchi minuti dopo.
Appoggiò il denaro sul bancone e si avviò verso la macchina.

Lorena inspirò ed espirò ancora. Non doveva essere spaventata, doveva dirglielo.
Aspettò pazientemente il consorte che presto sarebbe divenuto ex. “È la cosa più giusta” si ripeteva per convincere se stessa.
Sentì Massimo posteggiare l’auto nel garage.
Era l’ora. Doveva prendere il toro per le corna.

L’uomo entrò nell’abitazione e, nella cucina, c’era la moglie che sembrava essere in sua attesa.
“Ti devo parlare” dissero all’unisono, entrambi agitati. Sorpresi, sgranarono di un poco gli occhi.
“Comincia tu” sollecitò Lorena con l’intenzione di ritardare il proprio discorso.
“Okay, – prese un respiro profondo, come se dovesse andare in apnea –  ho riflettuto in questo periodo e come avrai notato il nostro rapporto non è dei migliori. Non ci parliamo più, se non per frivolezze e non c’è intimità. Mentre stavo tornando a casa, ho immaginato la mia vita senza di te. Sai cos’ho visto?” chiese, guardandola con un luccichio negli occhi.
Lorena scosse il capo. “Non saprei, dimmelo tu” disse con un pizzico di stizza.
“Non ho visto nulla. Perché in ogni cosa che vedevo c’eri tu, e proprio non riuscivo ad eliminarti.”
Lorena era stupita, le parole di lui le avevano smosso qualcosa dentro. Il suo cuore, diventato per forza di cose freddo, fece spazio al calore che sentiva ricevere e cominciò a sciogliersi.
“Cosa dovevi dirmi tu?” chiese ora, con dolcezza, Massimo.
“Volevo divorziare… stavo decidendo di avviare le pratiche per il divorzio. Ed è così folle che proprio ora tu mi abbia detto questo.”
Ci fu un silenzio imbarazzante.
“Mi ami ancora?” La guardò con occhi diversi, innamorati. Non gliene fregava più delle difficoltà, la cosa di maggior importanza era che lei fosse Lorena, la donna che aveva capito di amare. Perdutamente.
“Sì, ma…”
Massimo interruppe la sua risposta, accennando in un inglese stentato un “Excuse me” provocando le risa dell’amata.
“Un grande saggio una volta mi ha detto che non esistono ‘ma’ in amore.”
“Chi?” indagò lei, corrucciando la fronte.
“Un grande saggio” ripeté, senza far nomi. “Dici che ha torto?” soggiunse, speranzoso.
“Chi lo sa” mormorò.
“Ci proviamo?”
“E se falliamo?”
“Non accadrà.”
“Se lo dici tu, Max…”
“Insieme possiamo farcela.”
“Ti amo, credo.”
“Quel credo ha rovinato tutto, Lori.”
“Ma stai zitto” disse ridendo come una ragazzina spensierata, innamorata.
E poi gli abbracci, i baci... l’amore.



ANGOLO AUTRICE:

Ehilà, lettori! Questa è una storia che ammuffiva da un bel pezzo nel mio pc. Adoro il finale, non so, mi emoziona. 
Quando decisi di scriverla pensavo alle persone che stanno assieme a forza e a quelle coppie che affrontano brutti periodi e vanno in crisi. 
Io ci credo nell'amore e ci crederò sempre. E' una delle cose più belle dell'Universo: va preservato, ravvivato, curato. 
 ❤

Spero vi sia piaciuta questa OS, malgrado sia abbastanza corta e si abbia solo uno scorcio di questi due personaggi.
I commenti fanno sempre piacere, eh! ^^ 
Ringrazio in anticipo chi l'aggiungerà nei preferiti/ricordati. 
 ❤
   
 
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