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Autore: _unknown_    25/04/2016    4 recensioni
Tratto dal testo:
"Si era ritrovato a vederla bellissima, anche più di Juvia. Forte, sicura di se, ma anche tenera e dolce.
Per non parlare poi del suo aspetto. Paradisiaco. Quei capelli vaporosi morbidi e soffici come lo zucchero filato, quelle iridi smeraldine che si tingevano di un rosso cremisi quando combatteva, quel corpo così esile e sinuoso ricco di curve abbondanti e calibrate. Un angelo. Lyon bastia ne era certo: aveva visto un angelo."
una missing moment ambientata nello spazio tra il capitolo 474 e il capitolo 480 circa. Lyon conosce una nuova ragazza. Che sia la volta Buona?
ATTENZIONE: SPOILER PER CHI NON SEGUE LE SCAN.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lyon Bastia, Meredy
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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That strange adorable girl
 


Erano passate ormai diverse ore e i nemici non accennavano a diminuire. Continuavano ad arrivare schiere e schiere di soldati, come se si rigenerassero. Lyon iniziava a pensare sul serio che quei soldati fossero solo mere illusioni con l’unico scopo di consumare tutto il loro potere magico. Fortunatamente però, il livello di quei soldati sembrava relativamente basso, non avrebbero potuto mai e poi mai rappresentare una minaccia. Ne per sé. Ne per i suoi compagni.
Compagni, già. Perché nonostante facessero parte di gilde differenti, sentiva di poterli considerare tali. Sentiva di doverli considerare tali. Del resto, al suo fianco, non c’erano due membri di Fairy Tail a caso. Assolutamente no. C’erano loro: Gray e Juvia.
Gray, alla sua destra, combatteva con forza- con sete di giustizia. Il mago più anziano avvertiva distintamente di non essere più di fronte a quel ragazzo ingenuo e impulsivo che aveva conosciuto. Davanti a lui, ormai, si palesava un uomo, con una patina d dolore a coprirgli gli occhi ed un nuovo- immenso- potere.
E poi c’era Juvia, alla sua sinistra, che, in quella battaglia, stava mettendo tutta sé stessa, come a difendere quanto di più caro avesse- non mancando però di guardare sottecchi i movimenti del suo dolce Gray.
Lyon continuava a trovarla bellissima, ma non si sentiva più così preso da lei. Le voleva bene e sapeva che non sarebbe mai riuscito a smettere di farlo. Era stata la sua prima cotta dopotutto.
Il tempo  aveva continuato a scorrere lento e schiere di soldati continuavano ad apparire e soccombere per mano di quel trio di maghi. Con una sola differenza. Avevano cominciato a provenire da tutte le direzioni.
E la prima a farne le spese era stata proprio la maga della pioggia.
Alcuni soldati si stavano avvicinando alle sue spalle, lei non si era accorta di nulla. Era stato Gray il primo a notarli e aveva urlato il suo nome per avvertirla, ma la giovane maga, voltatasi appena, ebbe il tempo di farsi scudo con le braccia attendendo di essere colpita.
Ma non accadde.
Juvia riaprì piano i suoi occhioni azzurri e vide quei soldati dietro di sé scagliati lontano da un colpo magico.
Si voltò ancora e dischiuse le labbra in un ampio sorriso.
Davanti ai tre maghi si palesava una ragazza, avvolta in un mantello blu notte, che li osservava con sguardo fiero e trionfante.
Era sbucata apparentemente dal nulla e aveva provocato reazioni contrastanti nei tre ragazzi: Gray e Juvia la salutarono con affetto, Lyon, invece, rimase come folgorato da quell’apparizione.
Conosceva già quella ragazza. Era Meredy, Meredy Milkovich. Avevano anche combattuto insieme durante la battaglia contro i draghi, eppure…
 eppure rivedendola si era sentito spaesato, quasi in soggezione, avrebbe detto.
Si era ritrovato a vederla bellissima, anche più di Juvia. Forte, sicura di se, ma anche tenera e dolce.
Per non parlare poi del suo aspetto. Paradisiaco. Quei capelli vaporosi morbidi e soffici come lo zucchero filato, quelle iridi smeraldine che si tingevano di un rosso cremisi quando combatteva, quel corpo così esile e sinuoso ricco di curve abbondanti e calibrate. Un angelo. Lyon bastia ne era certo: aveva visto un angelo.
Ed era rimasto talmente folgorato da cotanta bellezza da perdere del tutto il controllo di quella sua maledetta boccaccia.
“È-è adorabile” pensò- purtroppo per sé- a voce alta e, strozzandosi con la sua stessa saliva, iniziò a tossire maledicendosi mentalmente per la figuraccia appena fatta.
Fantastico! Quella ragazza non lo conosceva nemmeno e adesso avrebbe potuto considerarlo- e non a torto- un maniaco. “Ottima mossa, complimenti, Lyon” pensò il mago non osando spostare il suo sguardo su un punto che non fossero i suoi piedi, diventati improvvisamente così interessanti.
La maga in questione, dal canto suo, aveva inclinato la testa fissandolo stralunata. Quel ragazzo… era così strano…eppure la incuriosiva…era…interessante, si . Un po’ particolare, ma interessante, ecco.
Non appena Lyon trovò il coraggio e riprese un colorito vagamente umano alzò lo sguardo davanti a se, accorgendosi, bianco dalla paura, che Meredy lo stava fissando. La ragazza gli sorrise, gli occhi chiusi a mezzaluna e le guance lievemente imporporate, ma il risultato di quella mossa infelice fu un Lyon Bastia paonazzo fino alla punta dei capelli.
“Ehi piccioncini!” fu Gray a parlare con un ghigno sardonico sulle labbra. “Per quanto sia divertente guardarvi arrossire, ci sarebbero dei bastardi da fare a pezzetti” concluse divertito, interrompendo quell’imbarazzante scambio di sguardi con quella battuta piccata che gli fece guadagnare uno sguardo omicida da parte del diretto interessato che- strano ma vero- gli fu anche riconoscente.
Velocemente il mago del ghiaccio si diede un contegno e si rimise in posizione di attacco. A quel trio molto forte si era aggiunta una Meredy più agguerrita che mai.  Lyon si impose di mantenere la concentrazione. Era una perfetta sconosciuta, non poteva averlo preso così tanto, no?
***
Quella battaglia aveva cominciato a farsi più seria del previsto. La stanchezza iniziava a farsi sentire e i nemici sembravano essere sempre di più. Aveva anche iniziato a nevicare e questo, fatta eccezione per i due maghi della creazione, stava iniziando a rappresentare un grosso problema.
I quattro  ragazzi però combattevano con forza, determinati a non soccombere. D’altronde, una loro sconfitta avrebbe la morte del giusto. La fine del bene. Era una responsabilità enorme. Per di più affidata a dei ragazzi così giovani.
Combattevano senza sosta, guardandosi le spalle a vicenda. Erano concentrati, ma fiduciosi nella loro vittoria.
Lyon colpiva con forza chiunque gli capitasse a tiro, ma si concedeva-abbastanza spesso-  di rivolgere gli occhi ai suoi compagni, in particolare a quella ragazza dalle sembianze così angeliche che, in realtà, era una vera e propria furia. Padroneggiava una magia subdola, l’angioletto, che era in grado di colpire i sensi piuttosto che il corpo. Era interessante anche sotto quell’aspetto e Lyon dovette seriamente pensare di essere diventato un pazzo o un maniaco.
Ma mentre la osservava con la coda dell’occhio si rese conto per primo che la situazione stava per sfuggire loro di mano.
Dietro di Meredy si era palesato un  energumeno dalle dimensioni spaventose che avvicinatosi senza fare rumore stava per colpirla mentre lei, del tutto ignara continuava a combattere davanti a sé.
“Meredy  dietro di te!” ebbe tempo di urlare il mago del ghiaccio voltandosi di scatto verso di lei. Poi quel colosso la colpì.
La ragazza cadde in terra, col viso sepolto tra la neve che aveva iniziato a tingersi di vermiglio.
Juvia si voltò verso di lei, impiegò un attimo a realizzare cosa fosse accaduto. Poi urlò a gran voce il suo nome correndo contro quell’energumeno e scagliandolo lontano con uno dei suoi Water Slicer.
Si avvicinò al corpo dell’amica tremando come una foglia, si gettò sulle ginocchia voltandolo e portandoselo in grembo.
“Meredy…” iniziò a chiamarla piano “Meredy rispondi” aumentò il tono “Rispondi! Rispondi a Juvia!” gemette con le prime lacrime a pungerle gli occhi.
Lyon era rimasto pietrificato e  Gray li osservava, macchinando nel minor tempo possibile una soluzione valida.
“Non le risponde! Cosa deve fare Juvia?! Meredy ha bisogno di aiuto! Juvia deve aiutarla” urlava la maga dell’acqua in preda agli spasmi e ai singhiozzi.
“Mantenete la calma!” urlò Gray pronto a prendere il controllo della situazione “Sta tranquilla, Juvia! Meredy è solo svenuta” disse calmo, guardandola negli occhi “Lyon, per favore, portala via di qui. Va a  cercare Chelia e fa che l’aiuti. Poi tornate qui, abbiamo bisogno di forze.”
Il mago in questione- se possibile- sbiancò ulteriormente, poi annuì flebile e avvicinandosi a Juvia le sottrasse il corpo della ragazza portandoselo tra le braccia.
Osservò Gray  “ Sicuri di farcela anche da soli?” chiese.
Il devil slayer ghignò “Sta tranquillo, io e Juvia saremo in grado di tenere a bada queste bestiacce!”
La maga dell’acqua inevitabilmente arrossì sorridendogli tra le lacrime e Gray ricambiò guardandola dolcemente.
Un piccolo dettaglio, che però non sfuggì al mago più anziano che, vedendola come un occasione posta su un piatto d’argento, voltandosi per correre via, non si risparmiò una certa rivincita e “Fateli a pezzi, piccioncini” urlò prima di andarsene a tutta velocità, sentendosi lo sguardo truce dell’amico percorrergli la schiena.
***
Aveva cercato Chelia dappertutto, ma senza risultati. Sembrava essersi volatilizzata e sperava con tutto il cuore che non le fosse accaduto niente di male. Meredy , dal canto suo  non aveva ancora ripreso conoscenza e continuava a perdere sangue che, copioso, aveva iniziato a sporcare le braccia del giovane mago. Non si era preso il tempo per controllare le ferite della ragazza, aveva preferito non perdere troppo tempo. Sapeva perfettamente che ogni attimo avrebbe potuto fare la differenza.
Purtroppo però né di Chelia , né di Wendy non si vedeva neanche l’ombra e Lyon non aveva idea di cosa fare. Continuando la sua disperata ricerca, si spostò rapidamente da un luogo all’altro tra le montagne. Anche stavolta però, fu tutto inutile.
Ma mentre vagava tra i sentieri innevati percepì di  non essere solo. Voltando appena la testa si accorse –con orrore- di una schiera di soldati di Alvarez che avanzava verso di loro. Imprecò mentalmente e dopo aver pensato –per un solo istante- al da farsi, strinse al petto il corpo della ragazza e corse più veloce che poté. Non poteva affrontarli. Non in quel momento, almeno.
Corse come se avesse avuto il diavolo alle calcagna, cercano inutilmente di seminarli. Fu tutto inutile, però.
Quella schiera continuava a seguirlo e Lyon dovette velocemente ideare un nuovo piano. Ebbe un’idea, ma essa avrebbe potuto mettere seriamente in pericolo la propria vita e quella di Meredy. Tuttavia si rese conto di non avere altra scelta. Doveva tentare.
Aumentò ancora la propria velocità fino a giungere sull’orlo di un dirupo; cercò di fare scudo al corpo di Meredy con il proprio e poi, senza pensarci due volte, saltò giù. Si lanciò nel vuoto sperando in qualcosa che attutisse la caduta.
La fortuna questa volta fu dalla sua e i due ragazzi caddero su una montagna di neve fresca, evitano così di schiantarsi al suolo. Nella foga di quel volo, però, il mantello della ragazza si era sganciato scivolando via dal suo corpo. Lyon aveva provato a cercarlo, ma non trovandolo da nessuna parte preferì continuare a correre in cerca di un nascondiglio.
Trovò una caverna abbandonata poco dopo e decise di entrarvi. Non aveva trovato Chelia, è vero, ma in qualche modo l’avrebbe aiutata.
Varcò la soglia di quel luogo angusto con ancora la ragazza tra le braccia, percorse la grotta in tutta la sua lunghezza e, trovato il luogo più comodo, si lasciò scivolare in terra poggiando la schiena sulla parete di pietra.
Allontanò un po’ da se il corpo di Meredy, poggiandoselo sulle gambe incrociate, per studiarla meglio.
La sua pelle era pallida e gelida- quasi quanto quella di Lyon- a causa del freddo, le labbra erano dischiuse e andavano perdendo quel colore roseo che le caratterizzava. Il viso contratto in una smorfia di dolore e i capelli arruffati e macchiati a ciocche di vermiglio.
Quel particolare incuriosì Lyon più di tutti: le voltò la testa con delicatezza, attento a non farle male, trovando così l’origine di tutto quel flusso. Scoprì che la ragazza si era ferita dietro la nuca e su una tempia. Non sembravano ferite eccessivamente gravi, ma sicuramente stavano provocando molto dolore alla giovane maga che aveva iniziato a tremare lievemente sulle gambe del compagno.
Lyon decise di non poterla lasciare così e starsene con le mani in mano. Per questo, si strappò un lembo della propria camicia e lo usò per tamponare le ferite della ragazza, ripulendola dal sangue rappreso che le si era depositato sul collo e sulla guancia e cercando di bloccare l’emorragia.
Osservava intensamente il suo volto che si spegneva nel colorito progressivamente. Non riuscì a non pensare a quanto fosse bella; anche se sfinita, sofferente e infreddolita.
Si diede mentalmente dello stupido. Come poteva fare pensieri del genere in un contesto così infelice?
Quel pezzo di stoffa non stava compiendo il suo dovere e Meredy continuava a sanguinare. Lyon dovette pensare in fretta a una nuova soluzione che –in pochi istanti -gli si palesò davanti.
Dandosi dell’idiota per l’ennesima volta in quel giorno- come aveva fatto a non pensarci subito?-  posò le proprie mani sulle ferite della maga, si concentrò usando la propria magia. Il ghiaccio, fuoriuscendo dai palmi del mago bloccò il flusso di sangue della ragazza fermando così l’emorragia. Era fatta. Meredy era salva. Ma allora, perché non si svegliava?
“Meredy…” sussurrò Lyon a qualche centimetro da lei “Meredy…riesci a sentirmi?”
Nessuna risposta. Nessun suono colpì l’udito del ragazzo.
A reagire, però, fu il corpo stesso della giovane maga che, scossa da un’infinità di brividi, aveva iniziato a tremare con più forza per il freddo e per il ghiaccio.
Fu solo in quel momento che il mago di ghiaccio realizzò e dandosi ancora- stavolta urlandolo a voce piena- dello stupido si ingegnò per riscaldare il corpo della ragazza
Improvvisò con della legna trovata nella grotta un fuocherello piuttosto precario, ci si avvicinò riportandosi Meredy tra le braccia e tenendola stretta al petto. Avere quel fuoco così vicino gli irritava la pelle ghiacciata, ma cercò di non pensarci. Non poteva allontanarsi da lì: Meredy ne aveva bisogno, era essenziale per lei.
Essenziale si, ma purtroppo non sufficiente a giudicare dagli spasmi che continuavano a scuotere il corpo della ragazza. Doveva riscaldarla ancora di più, pensò e per questo, senza esitare, si sfilò il mantello, lo lasciò cadere  giù dalle sue spalle e, recuperatolo, lo usò come fosse una coperta avvolgendoci il corpo della ragazza che parve- d’un tratto- rilassarsi. Stava bene. Aveva solo bisogno di riposare.
“Meglio, piccoletta?” sussurrò divertito stendendo le labbra in un sorriso. Anche in questo caso non ci fu nessuna risposta da parte della ragazza che però, in un modo tutto suo, riuscì a sorprendere il mago di ghiaccio.
Lyon infatti si ritrovò a sgranare gli occhi all’inverosimile nel vedere Meredy che, facendo quasi le fusa, si strinse più a lui, accoccolandosi sul suo petto e strofinando la punta del naso contro l’addome del ragazzo che- inutile dirlo- era diventato rosso fino alla punta dei capelli.
“M-Meredy” provò a dire, cercando di allontanarla delicatamente da sé. D’altronde, non poteva permettersi di passare ancora per un pervertito. Una volta gli era bastata, grazie tante.
Tuttavia, quel volto rilassato, così angelico, premuto in quel modo contro di sé lo fece desistere dalla sua idea e lo portò addirittura a circondarla in un abbraccio, facendola mettere comoda sopra di sé. Meredy, immersa nel mondo dei sogni, sembrò apprezzare quel gesto perché, sospirando con sollievo, allargò le sue labbra in un ampio sorriso, intenerendo così il mago di ghiaccio che si ritrovò a fissarla sornione per un tempo che parve infinito.
Studiò ogni minimo particolare di quella figura: quei graziosi lineamenti le davano un’aria così innocente, la facevano somigliare a una dolce bimba.
Per lui fu quasi istintivo. Chinò il capo e le lasciò un casto bacio tra i capelli, respirandone il profumo a pieni polmoni.
Lavanda e gelsomino. Un profumo così delicato, così fresco che lo stava assuefacendo sempre più. Lo avrebbe volentieri respirato per l’eternità.
Scese col volto lungo la sua fronte, accarezzando con la punta del naso la ferita della ragazza.
Cosa gli stesse passando per la testa? Questo non lo sapeva neanche lui; era ben consapevole di stare giocando con il fuoco, ma , semplicemente, non riusciva a smettere, non riusciva a pensare alle conseguenze di quei suoi gesti avventati. Non ci riusciva e forse non voleva neanche riuscirci.
Per questo continuò il suo viaggio sul volto di Meredy, soffermandosi sul suo nasino all’insù, dapprima sfiorandolo con il proprio, poi , poggiandoci sopra le labbra sottili.
E lì si fermò.
La ragione prese il sopravvento sull’irrazionalità, costringendolo a interrompere quel suo folle gesto al momento giusto. Rimase fermo a un centimetro dal viso di lei, in modo da sentire fondersi i respiri, studiandone ogni movimento.
La maga però fece un’ espressione di stizza, come infastidita, turbata da qualcosa. Poi, emettendo un gemito frustrato, decise di portare a termine l’opera iniziata dal compagno sporgendosi verso di lui e colmando la distanza tra le loro labbra.
Lyon divenne color porpora e spalancò gli occhi, profondamente stupito.
Un bacio.
Si stavano baciando!
Stava baciando una semi-sconosciuta. Anzi! La semi-sconosciuta stava baciando lui! E sembrava addirittura non accorgersene neanche.
Quelle labbra morbide, calde  e invitanti  si erano posate, leggere come gocce di rugiada, sulle sue fresche e sottili, e avevano portato un tale scompiglio nella testa del giovane mago! Doveva smettere, lo sapeva, ma non ci riusciva, anzi, a dirla tutta non voleva!
Quel bacio, per quanto innocente, si stava rivelando bellissimo. Socchiuse appena gli occhi e prese a sfregare piano le labbra su quelle della ragazza che, nonostante tutto, continuava a dormire beatamente tra le sue braccia.
Per un attimo pensò che se avesse potuto scegliere come finire la sua vita, avrebbe sicuramente scelto di farlo così, con un angioletto stretto al petto a baciarlo dolcemente .
A malincuore, tuttavia, dovette separarsi da lei quando i polmoni iniziarono a richiedere ossigeno.
Si allontanò con cautela da Meredy, che- ancora dormiente- si era nuovamente accoccolata sul suo petto, mettendosi comoda contro di lui, per poi “A-anche tu sei carino” bofonchiare con la voce impastata dal sonno nel quale si era immersa.
E se fino a quel momento il mago era color porpora dal mento fino alla punta dei capelli, adesso era diventato bianco come un lenzuolo. Distolse lo sguardo, ridendo sotto i baffi. Meredy probabilmente lo considerava un pervertito, ma quantomeno lo trovava carino!
***
La ragazza rimase addormentata per ancora qualche ora, poi si risvegliò, ritrovandosi con sorpresa tra le braccia di quel ragazzo con cui-fino a poco prima- stava combattendo
“C-cosa è successo?- chiese guardando stralunata il mago davanti a se che la fissava incuriosito
“O-oh beh…niente di grave…sei solo stata colpita da uno di quei bastardi…p-piuttosto, stai bene”  balbettò con la voce totalmente a secco perdendosi negli occhi smeraldini di lei, resi lucidi dal risveglio.
Meredy annuì piano e Lyon la aiutò a rialzarsi ringraziando tutti i Kami che non ricordasse nulla di quanto accaduto.
Una volta in piedi i due si fissarono e la maga si rese conto di avere addosso un mantello non suo. Fece per renderglielo ma “Tienilo…io non ne ho bisogno” le disse poggiandole una mano sulla spalla.
Lei gli sorrise e il suo cuore perse un battito
“G-Gray e Juvia ci stanno aspettando, te la senti di combattere?” Meredy annuì convinta e “Andiamo!” disse sorridendo  con gli occhi a mezzaluna.
Poi corsero via.
Avevano un mondo intero da salvare.
***
Quella battaglia alla fine si era rivelata davvero faticosa, ma tuto alla fine si era risolto per il meglio. Il bene aveva vinto sul male. A caro prezzo, ma aveva trionfato.
Adesso tutti si impegnavano a riportare le cose alla normalità; città rase al suolo, gilde distrutte, decine e decine di maghi ritrovati senza vita. Un duro colpo per tutto il mondo della magia.
Nonostante tutto, però, la voglia di riscatto, di rivalsa, era ben vivida nei sentimenti di ognuno e per questo chiunque aveva preso a ricostruire tutto ciò che era andato distrutto. Semplicemente si cercava di andare avanti.
E così aveva fatto anche Lyon che si adoperava con gli altri suoi compagni a ricostruire la propria gilda.
Di quella battaglia portava con sé numerose ferite, una vistosa cicatrice sul sopracciglio destro- ultimo dei regali di Ur- e quel bacio, quel contatto che aveva avuto con Meredy che, conclusa la battaglia, si era dissolta nel nulla. Sapeva che Crime Sorcière non poteva fermarsi per troppo tempo nello stesso luogo; per questo non serbava rancore e conservava gelosamente tra i suoi ricordi quell’avvenimento.
Stava trasportando un carico di travi, completamente assorto fra i suoi pensieri, quando una Chelia gli era corso incontro chiamandolo a gran voce.
Lyon posò le travi in terra, e arruffandole bonariamente i capelli le chiese cosa fosse accaduto.
La ragazza gli porse un pacco avvolto in una carta blu notte.
“Che cos’è?” chiese lui aggrottando la fronte.
“Non ne ho idea, Lyon-sama! Una tizia incappucciata mi ha detto di dartelo, ma poi è sparita” rispose desolata.
Il mago intuì chi potesse essere e, dato un buffetto sulla guancia alla ragazza, si allontanò per aprire il pacchetto, trovandovi dentro un mantello pulito e perfettamente ripiegato.
Se lo portò al volto, respirando profondamente.
Lavanda e gelsomino.
Notò poi un biglietto, attaccato al gancio del mantello.
Lo prese, aprendolo con cautela e ne lesse il contenuto espresso in una grafia delicata e tondeggiante
Grazie mille  per avermi aiutata!
PS: spero di rivederti presto! Si stava così bene tra le tue braccia…
Al mago si imporporarono istantaneamente le guance. Meredy ricordava, ricordava tutto! Improvvisamente quella prospettiva lo rallegrò.
Sorrise.
Quella ragazza, per quanto fosse quasi una sconosciuta, lo aveva colpito.
Dritto al cuore.
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti!
Beh inizio con il ringraziarvi per essere arrivati fino a qui! Sono onorata che abbiate letto la mia storia.
Beh che dire…diciamo che-dopo un capitolo come quello di oggi- questa mezza cazzatina c’azzecca come cavoli a merenda, ma beh…diciamo che mi piace essere alternativa eheh
Beh questa storia ha trattato della mia Crack Pairing- e spero davvero diventi più di questo- preferita!
Già sono per la Lyredy più o meno da sempre per motivi che non sto qui a spiegarvi perché non finiremmo più e perché qualora finissimo chiamereste un centro neurolesi per rinchiudermi lì.
Non so se sono l’unica malsana di mente che la pensa così, in caso fatemi sapere ahahh.
Beh diciamo che quel capitolo 474 – benedetto mr Hiro-  ha davvero acceso una scintilla dentro di me
Ehm…dicevamo? Ah si… beh questa shot in realtà nasce come componente di una raccolta un po’ più vasta che avrebbe voluto essere pubblicata durante la Lyredy week-end indetta su tumblr, ma che, per motivi di tempo,non ce l’ha fatta. Quindi ho deciso di fare questo esperimento e vedere come va…e in caso fare una serie solo su questi due.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se questo mio primo esperimento fluffeggiante vi sia piaciuto e se vi piacerebbe leggere qualcos’altro su questi due piccioncini.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno preso in considerazione le mie due storie precedenti ( se vi và buttateci un occhio) per la serie pubblicità occulta
e ringrazio anche tutti quelli che leggeranno/recensiranno/inseriranno in qualche lista / si muoveranno per prendere a calci l’autrice di
questa storia.
Grazie ancora a tutti quanti
Un bacio
_unk_
 
 
 
 
   
 
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