Durante
la pausa pranzo Kise è di nuovo
vittima dell’assalto delle sue irriducibili ammiratrici: in
questo momento
sarebbe pericoloso avvicinarsi a lui. Mi accodo a Mayumi e insieme ci
dirigiamo
all’esterno dell’edificio, per consumare il nostro
bentou (bentou è il
pranzo a sacco in stile giapponese) su una panchina del
cortile: è una bella giornata e siamo entrambe
d’accordo sul trascorrere un po’
di tempo all’aria aperta. Ci sistemiamo nei pressi del campo
di baseball dove
alcuni membri del club si stanno esercitando approfittando dello spacco
tra le
lezioni. Appoggio il piccolo contenitore sulle mie gambe e lo apro,
rivelando
il contenuto al suo interno.
«Ah!
Eiko, il tuo bentou è super-carino»,
Mayumi si sporge sul mio pranzo, contemplando con uno sfavillante
luccichio
negli occhi le curiose palline di riso, lavorate in modo da riprodurre
le
testoline pelose di tanti cagnolini dalle più svariate razze.
«Questo
non è un Golden Retriever, la tua
razza preferita?», l’osservazione di Mayumi sposta
la mia attenzione sul
delizioso boccone indicato dal suo dito.
«Hai
ragione. E questo qui invece è un
Pastore Tedesco, mentre quest’altro ricorda un
Husky», continuo io,
riconoscendo una dopo l’altra le simpatiche razze.
«E
non dimentichiamoci dell’Akita», conclude
infine Mayumi, additando l’ultima pallina di riso
nell’angolo più alto della
scatola. «Sembrano tutte deliziose. Le hai preparate
tu?».
«No,
ma credo di sapere chi è stato»,
rispondo pensando a mia sorella Naoko intenta a destreggiarsi tra i
fornelli della
cucina. L’immagine da sola basta a farmi sorridere di
gratitudine.
«Eiko,
ti è arrivato un messaggio», Mayumi mi
esorta a prendere il cellulare, impaziente di scoprire
l’identità del
misterioso mittente.
Il
nome che vedo comparire sullo schermo è
quello di mia sorella Naoko: il suo tempismo è perfetto come
al solito.
Ti
è piaciuta la mia sorpresa?
Con
il cuore ancora in fermento per la gioia,
mi affretto a risponderle.
Assolutamente
si. Grazie ^.^
«Vedo
che tu e tua sorella siete unite come
sempre», l’espressione sul volto di Mayumi si
intenerisce alla vista del
messaggio.
Annuisco
con decisione. Con Naoko ho sempre
avuto un legame speciale, fin da quando ero piccola. È un
po’ come una seconda
mamma, premurosa e gentile. Il suo sorriso è per me un
continuo incoraggiamento
a dare il meglio di me. Voglio bene a tutti i membri della mia
famiglia, ma
Naoko ha un ruolo insostituibile nella mia vita. Non potrei immaginare
un’esistenza senza di lei. È l’unica
persona a cui abbia confidato i miei
segreti, le mie paure, le mie insicurezze, i miei interessi, i miei
sogni o a
cui abbia confessato le mie marachelle d’infanzia o i miei
continui fallimenti.
E lei non mi ha mai negato i suoi preziosi consigli, né le
sue affettuose
carezze, né le sue incoraggianti parole. Quando sono in sua
compagnia non provo
timidezza né vergogna e questo mi permette di parlarle
sempre a cuore aperto.
Io
e Mayumi trascorriamo il resto della pausa
chiacchierando piacevolmente. Più che altro io mi limito ad
ascoltarla con
sincero interesse mentre decanta le infinite lodi di Kise. È
al settimo cielo,
lo leggo chiaramente nell’eccitazione della sua voce, nella
brillante luce dei
suoi occhi, nell’esuberanza dei suoi gesti. E non posso
biasimarla. A giudicare
da come chiacchieravano in classe, sembrano entrambi andare
già molto
d’accordo. Verrebbe da pensare che siano fatti
l’una per l’altra.
Quando
mancano poco meno di dieci minuti
all’inizio delle lezioni pomeridiane mi separo da lei,
diretta al distributore
automatico, mentre Mayumi si incammina verso i bagni al piano terra.
Non posso
proprio ritenermi soddisfatta senza terminare con uno snack dolce.
La
mia prima tappa sono i tre distributori
del piano terra, ma con mia grande delusione percorro il tragitto solo
per
scoprire che tutte le scorte di dolciumi delle tre macchinette sono
esaurite.
Raggiungo allora le scale più vicine e salgo al primo piano,
dove sono collocati
altri due distributori, ma anche questi sembrano aver terminato tutte
le
provviste. La sfiducia inizia a farsi strada nel mio animo, insieme a
un
sentimento di stupore per la straordinaria coincidenza. È
come se tutti gli
studenti della Teikou oggi si fossero coalizzati contro di me per
depredare le
macchinette dei loro rifornimenti zuccherati. Piegata dal peso del mio
sconforto, faccio rotta verso l’ultima spiaggia: i
distributori del secondo
piano. Il primo di essi si materializza di fronte ai miei occhi non
appena
conquisto la vetta della scalinata. Come uno scalatore in vista
dell’impervia
cima del monte, trascino sui gradini i piedi che, dopo il lungo e
infruttuoso
pellegrinare, sembrano ora pesanti come macigni.
«Non
ci credo».
L’esclamazione
irrompe dalle mie labbra come
naturale conseguenza dell’assurdità di cui mi
ritrovo ad essere testimone e
vittima allo stesso tempo: ancora una volta tutti gli scomparti
riservati ai
dolciumi sono inspiegabilmente vuoti. Un terrificante pensiero
attraversa
allora la mia mente, inducendomi per un attimo a rinunciare alla
caccia. E se
dietro le misteriose sparizioni si celasse lo spirito vendicativo di
una
vecchia studentessa della scuola, diventata vittima di qualche bullo a
causa
del suo amore per dolci? O il fantasma salutista del precedente
professore di
educazione fisica, tornato per ammaestrare gli alunni verso una dieta
più
equilibrata? In tal caso sarebbe saggio non sfidarli e rimandare a un
altro
giorno il mio goloso spuntino.
Convinta
di aver preso la giusta decisione,
imbocco il corridoio delle aule puntando la mia bussola verso la mia
classe.
Mentre ripenso al pericolo di una maledizione soprannaturale appena
scampato,
il mio naso si scontra con una superficie dura come roccia, provocando
un mio
lamento di dolore. Quando sollevo lo sguardo, ciò che
compare davanti ai miei
occhi è un muro alto almeno due metri e largo abbastanza da
riempire tutta la
mia visuale. Faccio un passo indietro per allargare il
mio campo visivo e quella che ad un’occhiata
più attenta sembrerebbe una sagoma umana prende forma sotto
la luce del sole
che penetra dalle finestre del corridoio. La divisa scolastica che
avvolge
l’imponente figura maschile mi suggerisce che si tratta di
uno studente, per
quanto incredibile possa apparire, tenendo conto delle eccezionali
proporzioni
dello sconosciuto, che non sembra neppure essersi accorto della mia
presenza,
quasi non avesse avvertito l’impatto.
«Perdonami,
non stavo guardando dove andavo»,
sebbene intimidita dalla monumentale stazza del ragazzo, mi sforzo di
pronunciare almeno le mie scuse, riconoscendo di essere in errore:
avrò anche
evitato la vendetta degli spiriti dei distributori, ma potrei sempre
incappare
nella punizione di un gigante infuriato.
Finalmente
riesco a guadagnare l’attenzione
del colossale adolescente. Il suo mastodontico corpo ruota fino a
fronteggiarmi
e quando i suoi occhi infine si abbassano per incontrare i miei, il
prezioso
bottino custodito tra le sue braccia mi lascia assolutamente
sbigottita. Decine
di pacchetti di
dolciumi traboccano dai
due muscolosi arti superiori, minacciando di precipitare al prossimo
movimento
del ragazzo.
«Ma
questi sono…possibile che…», incapace
di
formulare una frase compiuta, mi limito a guardare le numerose
confezioni, che
all’inizio della giornata erano sicuramente esposte
all’interno dei diversi
distributori e che ora giacciono invece in un unico e disordinato
mucchio tra
le braccia sovraccariche dell’ingordo ladro di merendine.
Seppellita
nel cumulo, riesco a scorgere una
scatola di Pocky, i deliziosi grissini ricoperti di cioccolato che
avevo
intenzione di comprare prima di tornare in classe. Dopotutto non sono
pronta a
rinunciarvi. Annullando per un momento la presenza del gigantesco
ragazzo di
fronte a me, le mie labbra si curvano in un’espressione
imbronciata mentre le
mie pupille si posano con avidità sull’agognato
spuntino. Avere l’oggetto della
mia instancabile ricerca a pochi centimetri dal mio naso e non poterlo
tuttavia
afferrare genera nel mio petto una insostenibile frustrazione che
sfocia in un
pianto silenzioso. L’unica consolazione è che
adesso sono certa che spiriti e fantasmi
non hanno nulla a che fare con questo sfortunato incidente. Eppure non
riesco a
sentirmi del tutto sollevata. Come è possibile che una sola
persona possa
mangiare così tanti dolci in una volta? Magari non si
tratterà di un abitante
dell’aldilà, ma è comunque impensabile
che un simile individuo sia umano. E se
si tratta davvero di un alieno venuto da un altro pianeta, non avrei
alcuna
probabilità di riuscire a convincerlo a condividere con me
il suo goloso
bottino.
Un
sonoro e lungo sospiro di rassegnazione
abbandona le mie labbra, come un’anima si separa da un corpo
spezzato. Dal
momento che il mio interlocutore sembra troppo impegnato a masticare
una
barretta di cioccolato per parlare, mi convinco a riprendere la mia
marcia
verso l’aula, in cui sono certa Mayumi sta aspettando il mio
ritorno da un
pezzo. Ma è proprio mentre mi accingo a muovere il primo
passo che l’inaspettato
gesto del ciclopico adolescente mi induce a temporeggiare. Senza
emettere
suono, preleva dal mucchio di dolci la scatoletta di Pocky per
adagiarla tra le
mie mani.
«Non
capisco», sono le uniche parole che
escono dalla mia bocca mentre i miei occhi umidi si sollevano per
incontrare
due iridi splendenti come gemme d’ametista.
«Puoi
mangiarli, se vuoi», risponde il
ragazzo, svelando una voce incredibilmente fiacca e inespressiva.
Non
sono sicura di cosa lo abbia convinto a
cedermi il piccolo tesoro, ma lo accetto volentieri, seppure titubante.
Forse
non è una persona così egoista come pensavo. Nel
preciso istante in cui la sua
smisurata figura mi oltrepassa, allontanandosi nella direzione opposta,
un’intuizione attraversa la mia mente. Tra gli attuali
titolari della squadra
di basket c’è un ragazzo irragionevolmente alto,
ma altrettanto talentuoso: il
suo nome è Murasakibara Atsushi.
Il
trillo acuto della campanella echeggia per
il corridoio facendomi sobbalzare. In qualche modo sono riuscita ad
ottenere
quello che volevo e ciò è sufficiente per
risollevare il mio morale. Purtroppo
dovrò attendere la fine delle lezioni prima di concedermi il
dolce spuntino,
dal momento che non è consentito mangiare in classe al di
fuori della pausa
pranzo.
Non
appena varco la soglia dell’aula, Mayumi
abbandona il proprio banco per corrermi incontro.
«Finalmente,
Eiko. Ma dove eri finita?».
«Scusa,
ma ho avuto un contrattempo»,
confesso senza scendere nei dettagli della mia disavventura. Tuttavia
decido di
menzionare il mio fortuito incontro con il colosso del club di basket.
«Mentre
tornavo ho incontrato Murasakibara Atsushi».
Le
palpebre di Mayumi si dilatano in uno
sguardo esterrefatto. «Ti sei imbattuta nel gigante e sei
ancora tutta intera?».
Annuisco
con molta tranquillità.
«Tralasciando il suo aspetto spaventoso, è una
persona gentile. Si è perfino
offerto di condividere con me la sua scorta di dolci»,
riporto infine mostrando
il pacchetto di Pocky ottenuto all’ultimo momento.
«Cosa?
Murasakibara-cchi ti ha davvero
regalato quei Pocky?».
Kise
compare alle nostre spalle. Non ha una
bella cera. Probabilmente le sue fan non gli hanno dato tregua nemmeno
durante
la pausa pranzo.
«Si.
È davvero così strano?», domando
confusa,
attendendo la risposta dell’esuberante modello.
«Quel
ragazzo non è affatto il tipo che si
priverebbe di un dolce per darlo a qualcun altro. Soprattutto se si
tratta di
un estraneo. Che cosa hai fatto esattamente?».
L’interrogativo
si rivela di difficile
interpretazione. Continuo a non comprendere lo scetticismo nelle parole
di
Kise. È vero che Murasakibara, ad un primo sguardo, mi ha
dato l’impressione di
essere una persona avida ed egoista, ma mi sono ricreduta non appena ho
ricevuta dalle sue stesse mani la confezione di Pocky che tanto
desideravo. Non
mi è sembrato affatto dispiaciuto di condividere con me la
sua preziosa
provvista.
«Non
ho fatto niente. Ho girato tutta la
scuola in cerca di questi Pocky, ma erano già stati
prelevati da tutti i distributori,
insieme a tutti gli altri dolci. Quando ci siamo scontrati nel
corridoio e ho
notato la scatoletta spuntare dal mucchio di pacchetti che teneva fra
le
braccia, mi sono rattristata, ma non ho detto nulla. Non potevo certo
costringerlo a darmi qualcosa di cui era entrato in possesso prima di
me».
Kise
si sporge in avanti per scrutare il mio
volto. È incredibilmente vicino e l’estrema
concentrazione nel suo sguardo mi
induce a trattenere il respiro.
«Ma
certo, ho capito», esclama infine con un
grido di esultanza. «Sono sicuro che dopo aver visto questa
espressione
abbattuta sul tuo viso, Marasakibara-cchi si sia sentito colpevole,
come un
adulto che ruba le caramelle a un bambino. Hai davvero un talento
innato, tu»,
conclude quindi visibilmente divertito, dandomi un amichevole colpetto
sulla
spalla.
Non
sono sicura di cosa stia dicendo Kise, ma
credo di aver capito che la mia faccia potrebbe avere convinto
Murasakibara a
regalarmi questi Pocky. Probabilmente, senza volerlo, devo avergli
fatto pena,
non che la cosa mi renda orgogliosa. Senza rimuginare troppo
sull’accaduto, mi
sistemo nel mio banco e apro il libro di inglese, preparandomi alla
prossima
lezione.
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Nota
d'Autrice:
Visto che non l'ho fatto alla fine del primo capitolo, ho pensato di
scrivere
qualche riga alla fine di questo nuovo episodio. Innanzitutto grazie
per aver letto
la storia fino a questo punto. ^^ Come autrice sono molto
interessata a
leggere le vostre recensioni poichè credo che mi
aiuterebbero sicuramente a
migliorare la narrazzione, perciò se avete opinioni al
riguardo assicuratevi di
condividerle. E' vero che questa storia è appena
iniziata, ma se trovate
che vi siano elementi che possano essere migliorati o se
avete semplici
consigli o richieste spero che decidiate di esprimerle liberamente. In
realtà
questa FF ho iniziato a scriverla più per un desiderio
personale e all'inizio
non avevo in progetto di pubblicarla. Questa è anche la
prima FF in cui parte
dei personaggi sono stati presi in prestito da un'altra
opera. Di solito
preferisco scrivere storie completamente originali. Tuttavia, essendo
una grande
fan di KNB, o pensato di cimentarmi anche in questo genere.
Vi informo
che la storia sarà molto lunga e, come penso avrete notato,
i capitoli verranno
pubblicati spezzetatamente. Spero di riuscire a
mantenere alto il
vostro interesse e di farvi affezionare non solo ai personaggi di KNB
ma anche
ai nuovi protagonistii. ^.^