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Autore: GrandeInquisitore    28/04/2016    3 recensioni
Le settimane passarono e quel senso di angoscia, tristezza, malinconica aumentava. Fissava distratto dalla finestre lui, fissava sperando di scorgere la sagoma dell'amato amico. Niente. Nessuno. Era rimasto solo con se stesso, le sue figlie e la nipote in custodia. Anche la notte di Natale?
Guardò nuovamente il suo ultimo lavoro sulla scrivania, lo guardò e si strinse nelle braccia, fra i lembi della vestaglia da notte. Davvero gli mancava così tanto da riprodurre su carta gli schizzi dei suoi occhi? Delle sue labbra? Si sentì improvvisamente un vigliacco, un invertito blasfemo, ma che poteva fare se non perdersi da lontano così da rimanere un uomo di tempra da vicino?
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Boris Vladimirovič Mickalov, Gaspare Fausto Mallardo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  • Le settimane passarono e quel senso di angoscia, tristezza, malinconica aumentava. Fissava distratto dalla finestre lui, fissava sperando di scorgere la sagoma dell'amato amico. Niente. Nessuno. Era rimasto solo con se stesso, le sue figlie e la nipote in custodia. Anche la notte di Natale? Guardò nuovamente il suo ultimo lavoro sulla scrivania, lo guardò e si strinse nelle braccia, fra i lembi della vestaglia da notte. Davvero gli mancava così tanto da riprodurre su carta gli schizzi dei suoi occhi? Delle sue labbra? Si sentì improvvisamente un vigliacco, un invertito blasfemo, ma che poteva fare se non perdersi da lontano così da rimanere un uomo di tempra da vicino? Sospirò sfiorando con la punta delle dita quei contorni lasciati poco prima dalla sua stessa matita, avrebbe voluto... eccome se avrebbe voluto toccarlo, perdersi del tutto in quegli occhi senza mai ritrovarsi, accedervi con la speranza di essere finalmente accolto, contraccambiato.
  • Scosse la testa quando un rumore lo fece tornare di malavoglia alla realtà, il rumore di battiti sulla porta della stanza. << Avanti >> gentile come sempre la sua voce nel tanto che nascondeva i propri disegni dentro alla scrivania usurata dal tempo e la polvere. La porta si aprì e una figura nera, alta e solenne comparve sull'uscio. L'uomo di mezz'età trattenne il respiro, la bocca controllata dal non far scappare un così libertino sorriso. Eppure... eppure Lui era lì davanti. Si avvicinò con circospezione, elegante ed educato come sempre << Cognato cosa vi porta qui nella mia umile dimora, durante la notte più gioiosa dell'anno? >> domandò quasi con fare casuale, l'altro di tutta risposta si diresse verso il letto a baldacchino situato lì accanto, sul fondo della stanza. Il padrone di casa lo fissò incuriosito e a tratti speranzoso, i suoi gesti da sempre erano stati ambigui ma quello poteva batterli tutti. Ma no, era sicuramente la mente malata dell'italiano che vedeva in ogni suoi gesto la speranza di qualcosa di inesistente fra di loro.
  • << Sono stanco >> due parole. La sua voce di nuovo tornò a suonare fra le orecchie del giocattolaio che pian piano si era fatto più vicino anche lui. Vide il cosacco sedersi sul materasso e passarsi la mano fra i capelli, a quel punto Gaspare appoggiò rispettoso la mano sulla sua spalla e si sedette accanto a lui, lo sguardo fisso e le dita un po' frementi. << Rimanete qua se è questo che desiderate >> propose non potendo fare a meno di lasciare una vaga e indiscreta carezza lungo il suo braccio. Quel contatto durò pochissimo, la gola divenne man mano secca e lo sguardo liquido, doveva trattenersi dal commettere ogni genere di sciocchezza. << Non sento niente, non voglio niente. >> Queste furono le semplici parole dell'altro. Un sospiro breve e la tempia del russo si adagiò stanca sulla spalla dell'altro. << Cognato... >> << sh >> furono le uniche e ultime parole che si scambiarono. Il padron di casa alzò il proprio braccio destro e lentamente lo avvolse intorno alle spalle del compagno, il suo migliore amico. Esalò un mormorio mal trattenuto e intrigando le dita fra i suoi capelli, sciolse con un movimento morbido quell'imposizione data dal codino basso. Sorrise, pochi istanti e si trovarono distesi l'uno accanto all'altro. Le braccia del più giovane avvolsero stanche i fianchi dell'amico e le dita dell'italiano scivolarono per accarezzare la testa e la schiena di lui.
  • Un soffocato, patetico e lento abbraccio. Si trovò poco dopo a guardarlo negli occhi, ovattati dall'imbarazzo di tenerlo così vicino a sé. Sporse all'improvviso le labbra e un soffice bacio si depositò sulla fronte del russo, le palpebre basse. Inerme a quel contatto ma nient'altro fu dopo. Nulla. Il sipario scese sotto forma di cortina scura, fumo fra le ciglia nere abbassate. Di scatto ci fu un rumore assordante, i dodici rintocchi di una pendola vicina. Il giocattolaio riaprì gli occhi ritrovandosi dinanzi a sé solo i propri schizzi su carta e il letto intatto. Era stato tutto solo un sogno? Sospirò amaro... ma alla fine se ne rallegrò: erano da troppe lune che non si perdeva nel paese delle meraviglie e quale giorno migliore se non a Natale?
   
 
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