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Autore: Andie Quinzel    30/04/2016    1 recensioni
Il massacro a Mount Weather, la penitenza di Clarke.
"Comincio a vagare per i boschi, quelli che una volta mi spaventavano, quei boschi da cui saltavano fuori i terrestri pronti a massacrarci…ma adesso non ho più paura, non temo la morte, io sono diventata la morte."
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Clarke PoV
Mama, take this badge off of me
I can't use it anymore.
It's gettin' dark, too dark to see
I feel like I'm knockin' on heaven's door.
Knock, knock, knockin' on heaven's door
Knock, knock, knockin' on heaven's door
Knock, knock, knockin' on heaven's door
Knock, knock, knockin' on heaven's door


“Andava fatto, Clarke. Non abbiamo avuto scelta.”
Con queste parole Bellamy ha cercato di giustificare quel massacro avvenuto a Mount Weather per mano nostra.
Per colpa nostra?
Forse è vero, non avevamo altre opzioni. Abbiamo dovuto tirare quella leva, invertire il flusso d’aria, lasciare che 381 persone morissero…uomini, donne e bambini. Abbiamo dovuto farlo, ne andava della salvezza del nostro popolo. Mia madre, i miei amici e tutti gli altri contavano su di noi, come avremmo potuto abbandonarli e lasciare che Cage li dissanguasse? Adesso li ho salvati, insieme a Bellamy e Monty. Adesso sono tornati al Camp Jaha, chi ferito esternamente, chi ferito in modo più profondo, al cuore. Sì, perché per Jasper è stato un colpo duro da incassare, è stato davvero troppo perdere Maya, la ragazza il cui aiuto è stato fondamentale per salvare quel che rimaneva dei 100. Lei che era disposta anche a morire per i suoi ideali. Voleva proteggerci, voleva fermare quella follia.
Io l’ho uccisa.
Jasper mi odierà per il resto della sua vita. Ma come posso dargli torto? Mi odio io stessa, credo che non riuscirò mai a perdonarmi.
Tutti entrano al campo, io mi fermo un attimo, guardo il cancello e rimango fuori. Abbraccio Monty che entra dentro, sconvolto almeno quanto me, mentre Bellamy esita ad entrare anche lui.
“Penso che meritiamo qualcosa da bere.”
“Bevi qualcosa anche per me.” Rispondo con un filo di voce.
“Ehi, ce l’abbiamo fatt-“ “Io non entro.” Le lacrime cominciano a scendere senza che io possa controllarle, sono un mostro.
“Ascoltami, se hai bisogno di perdono, te lo concedo. Sei perdonata, Clarke.”
Io ormai ho già preso la mia decisione, lo guardo con occhi tristi, spero che capisca quello che sto per fare e perché lo sto facendo.
“Per favore, entra dentro.” Mi supplica Bellamy.
“Prenditi cura tu di loro per me.”
“Clarke-“ lo interrompo. “Vedere ogni giorno i loro volti mi ricorderà quello che ho dovuto fare per portarli qui.”
“Cosa abbiamo fatto Clarke! Non l’hai fatto da sola.” Lancio un ultimo sguardo all’accampamento, mentre le lacrime continuano a scendere e mentre guardo mia madre.
“Questo peso lo porterò io, così non dovranno farlo loro.”
“Dove andrai?” Mi chiede Bellamy, sperando fino alla fine che io cambi idea.
“Non lo so.” Rispondo a fatica, tutto questo è troppo doloroso.
Allora lo bacio sulla guancia, per poi abbracciarlo. Lo stringo forte a me, so che mi aspetta tanta solitudine, sofferenza…quindi voglio godermi questi pochi secondi di calore umano, il calore di quello che ormai è diventato il mio più fedele compagno, quella persona che non mi ha mai abbandonata, quel Bellamy che mi chiede col cuore in mano di non andare via, di restare al suo fianco. Ma io sono un’egoista, una codarda, perché preferisco scappare, non vedere più nessuno, fare penitenza da sola.
Bellamy mi stringe a sua volta, mentre gli dico le mie ultime parole con voce tremante: “spero che ci rincontreremo.”
Metto fine all’abbraccio, mi allontano da lui, lo guardo e lo saluto con un cenno del capo. Gli occhi di Bellamy mi seguono per qualche minuto, sento il suo sguardo alle mie spalle. Mi lascio indietro l’accampamento, mentre cammino verso il nulla, sono senza meta.
Cosa farò esattamente adesso? Che sia di me quello che la natura vuole, che avvenga ciò che mi merito. Combatterò per sopravvivere, così come ho fatto fino ad oggi da quando sono sulla Terra. Credo di non aver più paura di niente quaggiù…ne ho passate davvero tante, non sono più la stessa ragazzina che hanno mandato qui a morire.
Ho ucciso, hanno cercato di uccidermi, sono viva.
Ho una colpa da espiare, ho stroncato tante vite oggi per salvarne delle altre. Non sono una dei buoni, ho cercato di esserlo…ma mi sono trovata con le spalle al muro.
Sono stata tradita.
Lexa e la sua sete di sangue che è subito sparita una volta stretto un accordo con gli uomini della montagna.
Traditrice.
Ho voglia di ucciderla con le mie mani quell’egoista. Insieme avremmo potuto salvare tutti, invece… Ha cercato di giustificarsi dicendo che al posto suo avrei fatto lo stesso.
No Lexa, io non sono come te. Adesso però non si può tornare più indietro.
Comincio a vagare per i boschi, quelli che una volta mi spaventavano, quei boschi da cui saltavano fuori i terrestri pronti a massacrarci…ma adesso non ho più paura, non temo la morte, io sono diventata la morte.
Io sono una terrestre.
   
 
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