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Autore: Videlbra    30/04/2016    3 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo dopo circa 8-9 anni di assenza su Efp, ed è anche la prima che scrivo su Shadowhunters.
Vi anticipo che la storia è principalmente una MALEC (ci tenevo a rendere omaggio alla coppia che più amo dei libri di Cassandra Clare) e che più o meno si svolge tra la fine di Città di Cenere e l'inizio di Città di Vetro (se non avete letto Città di Ossa forse non è il caso che leggiate questa storia, contiene qualche spoiler).
Tratto dal primo capitolo:
"Alec divenne rosso in viso e non proferì parola. Sarebbe voluto andare con Magnus ma cosa avrebbero pensato gli altri? Mentre prendeva una decisione i tre stregoni avevano già attraversato il portale, lasciandolo lì in piedi in preda a un grandissimo senso di colpa. Magnus gli aveva appena salvato la vita e si era ferito per proteggerlo, e lui invece di interessarsi alle sue condizioni e seguirlo era rimasto lì come uno stupido solo per proteggere la sua immagine di ragazzo etero e ligio alle regole. "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I giorni trascorrevano senza che Alec potesse andare a trovare il suo stregone. Era sempre impegnato con l’Istituto e Jace non gli dava tregua, gli stava sempre col fiato sul collo e gli proponeva sempre ore e ore di allenamenti sfiancanti, probabilmente per allontanare da lui il pensiero che Clary, la ragazza di cui era innamorato, era sua sorella. Alec cercava di confortarlo e di distrarlo, nonostante anche lui avesse bisogno di qualcuno che lo sostenesse. Aveva provato a contattare Magnus al cellulare ma lui non aveva risposto né ai suoi messaggi, né alle sue chiamate. Sospettava che lo stregone ce l’avesse con lui per non essersi ancora presentato a casa sua da quella notte.

Quella sera, quando tutti furono andati a letto, ne approfittò per uscire di nascosto ed incamminarsi velocemente nel loft dello stregone. Aprì con la sua chiave e trovò la casa al buio e silenziosa. In silenzio si diresse verso la camera da letto e trovò Magnus addormentato nel letto, coperto per metà da un lenzuolo e con il petto scoperto. Subito il suo sguardò cadde sulla benda che gli fasciava la spalla e sentì una fitta allo stomaco. Prese una sedia, si sedette affianco al letto e rimase a fissare lo stregone che dormiva: il suo viso ambrato, libero dal trucco, era incredibilmente giovane e bello, i capelli senza gel gli ricadevano nella fronte morbidi e lisci. Lo accarezzò dolcemente sulla guancia liscia e morbida e senza rendersene conto si addormentò sulla sedia. La mattina seguente si svegliò sul soffice letto di Magnus e ci mise un po’ di tempo per rendersi conto che probabilmente si era addormentato nella sedia e lo stregone lo aveva messo a letto. Si alzò in fretta e furia e corse in bagno per sciacquarsi il viso quando, spalancando la porta, di ritrovò davanti il suo seducente ragazzo dalla pelle ambrata appena uscito dalla doccia, con addosso solo un asciugamano intorno alla vita. Teneva le mani sopra la testa per asciugarsi i capelli con un asciugamano. Il viso di Alec divenne subito rosso dall’imbarazzo, e il suo sguardo rimase fisso sullo stregone che in quel momento era incredibilmente sexy.
“Ecco, io….ehm…scusami” cercò di dire.
“Non preoccuparti” rispose Magnus con un certo distacco.
“Magnus…come stai?” chiede il ragazzo dagli occhi blu spostando lo sguardo sulla spalla ancora malandata dello stregone.
“Sto bene Alexander”
“Sei arrabbiato…io…ti prego perdonami non ” ma fu interrotto dal telefono che iniziò a squillare insistentemente. Alec si affrettò a rispondere mentre Magnus, ridacchiando nervosamente, si allontanò da lui, andando a vestirsi nella sua camera. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, lo shadowhunter tornò nella camera da letto e, riavvicinandosi allo stregone, fece per dirgli qualcosa, ma lui lo anticipò.
“Fammi indovinare, Jared ha assolutamente bisogno di te per…un compito sgradevole ma della massima importanza”
“Jace…”
“Non è il caso che tu lo faccia attendere Alexander…” disse lo stregone abbassando lo sguardo e allontanandosi.
“Magnus…aspetta” disse lo shadowhunter prendendogli la mano. Si avvicinò a lui, ma lo stregone sembrava non volerlo guardare negli occhi. Alec allora gli girò dolcemente il viso con le dita verso di sé e lo sguardo di Magnus lo colpì profondamente facendolo star male. Era abituato a vedere lo stregone sempre sorridente, scherzoso, malizioso, comprensivo e gentile; mai aveva visto quello sguardo rassegnato nei suoi occhi. In quel momento comprese che Magnus non era arrabbiato con lui, era solo ferito; ed era consapevole di essere stato lui a farlo.
“Magnus…mi farò perdonare…” gli disse guardando i suoi bellissimi e luccicanti occhi verdi. Era la seconda volta nel giro di pochi giorni che ripeteva quella frase, ne era pienamente consapevole. Sperava di poter mantenere presto quella promessa. Magnus non rispose, si limitò ad annuire debolmente. Dopo avergli dato un leggero bacio sulle labbra, Alec gli lasciò la mano e uscì dal loft, incamminandosi verso l’Istituto.

 
 
“Ma dove diavolo eri finito? Dove hai dormito?” gli ululò contro Jace.
“Io…ero in giro…” cercò di giustificarsi Alec.
“Il giro dove? Ci hai fatto preoccupare tantissimo”
“Basta Jace, penso che Alec abbia capito. Vieni con me nella mia stanza. Devo farti vedere una cosa” gli disse dolcemente sua sorella prendendolo per mano.
La camera da letto di Isabelle aveva molte cose in comune con quella del ragazzo che ultimamente riempiva i suoi pensieri: era piena zeppa di vestiti ovunque, evidentemente l’armadio non bastava a contenere il vestiario di sua sorella, e la scrivania era ricolma di prodotti per la cura del corpo e del viso, oltre a tantissimi prodotti per make up, la maggior parte dei quali Alec non aveva idea a cosa servissero.
“Alec…mi vuoi raccontare la verità?” chiese sua sorella sedendosi nel suo letto, facendogli segno di sedersi affianco a lei.
“Ho detto la verità” cercò di convincerla Alec.
“Fratellone…ti conosco più di chiunque altro…so quando menti…ma se non sei pronto per parlarmene lo capisco.”
Alec, incapace di trattenersi, esplose come un fiume in piena e raccontò alla sorella tutto quello che era successo da quando aveva baciato Magnus per la prima volta nel suo loft. Alla fine della storia i suoi occhi erano lucidi e una lacrima scese sulla sua guancia, sorprendendo la sorella che raramente lo aveva visto piangere.
“Alec…perché ti sforzi così tanto, mettendo a repentaglio il tuo rapporto con Magnus, per rinnegare te stesso? A nessuno di noi importa se ti piacciono gli uomini o le donne…Noi ti amiamo per come sei e questo non cambierà lo capisci?”
“Vorrei davvero che fosse così”
“Ma è così! Sono sicura che anche mamma, papà e Jace la pensano nello stesso modo”
I due fratelli si abbracciarono dolcemente fin quando non si staccarono per andare ad allenarsi insieme a Jace e a Clary che nel frattempo li avevano raggiunti nella stanza di Isabelle.
Dopo diverse ore di allenamento, i quattro Shadowhunter, a cui nel frattempo si era aggiunto Simon, si stavano rilassando sul divano dell’Istituto, sorseggiando the freddo. Isabelle stava messaggiando al cellulare con qualcuno ed era visibilmente entusiasta.
“Ragazzi ho una fantastica notizia” disse improvvisamente “questa sera c’è un party incredibile al loft di Magnus!!!! Dobbiamo assolutamente andarci”. Lo sguardo di Isabelle si soffermò su Alec, “è la tua occasione per riappacificarti con lui” sembrava dirgli con gli occhi. La ragazza mora insistette così tanto che alla fine riuscì a convincere tutti ad andare da Magnus quella sera.


 
L’entrata del loft di Magnus era gremita di nascosti e mandani di ogni tipo, tuttavia solo chi aveva ricevuto un invito poteva entrare, così la maggior parte delle persone aveva formato una folla fuori dal portone; lanciavano sguardi curiosi all’interno, desiderando con tutto il cuore di essere ammessi al party. Isabelle, pur non avendo ricevuto alcun invito, con il suo incredibile charme riuscì a convincere lo stregone che era stato incaricato di controllare gli inviti all’entrata a farli passare. Isabelle sfoggiava un vestito lungo rosso fuoco con uno spacco vertiginoso che arrivava all’inizio della coscia; i lungi capelli ondulati le ricadevano sulle spalle, e il suo sorriso era illuminato da un rossetto rosso. Simon la teneva a braccetto, completamente stregato dalla sua bellezza. Clary e Jace dietro di lei a malapena si parlavano; tra di loro aleggiava ancora quell’atmosfera di freddezza che si erano imposti di tenere dopo la scoperta di essere fratello e sorella. Dietro di loro Alec si incamminava nell’appartamento in cui aveva passato tante serate in compagnia del suo stregone. Sperava di potergli parlare in privato e convincerlo a perdonarlo per come si era comportato negli ultimi giorni. I ragazzi si separarono: Isabelle, con Simon sottobraccio, si fece spazio nella pista da ballo e iniziò a ballare col vampiro; Clary e Jace iniziarono a parlare tra di loro in un angolo della stanza; Alec intanto iniziò a girare per le stanze dell’appartamento alla ricerca di Magnus. Lo vide vicino alla pista da ballo in compagnia di un gruppo di ragazze e ragazzi con cui stava chiacchierando divertito. Era bello da mozzare il fiato nella sua maglia bianca semitrasparente e i pantaloni strappati che lasciavano intravedere il suo fisico snello e ambrato. Notò che la ragazza che aveva affianco, una vampira bionda, gli stava sussurrando qualcosa all’orecchio e nel frattempo lo toccava, quando nel braccio, quando nel petto, guardandolo con sguardo famelico. Alec intanto stava lì in piedi impalato a guardare la scena senza avere il coraggio di muovere un muscolo. Non riusciva a sopportare le mani di quella biondina sul suo ragazzo. Cosa pensava di fare? E perché lui non faceva nulla per impedirlo? Se avesse fatto una scenata tutti avrebbero capito che c’era qualcosa tra di loro e lui non poteva assolutamente permetterlo. Così tentò di calmarsi il più possibile e si avvicinò con tranquillità allo stregone fino a che non si trovò davanti a lui e alle due ragazze, che viste da vicino, si rese conto Alec, erano davvero bellissime.
“Magnus…Ho bisogno di parlarti…” disse rivolgendosi allo stregone. Aveva lo sguardo basso e imbarazzato. Le guance arrossate e gli occhi azzurri illuminati dalle luci lo rendevano più bello che mai agli occhi dello stregone che, allontanata la ragazza da sé, lo seguì in un angolo appartato.
“Mi dici che cosa stavi facendo?” gli urlò quasi contro lo shadowhunter in un misto di rabbia, gelosia e rassegnazione.
“A cosa ti stai riferendo?!” chiese lo stregone fingendo di non capire.
“Ti interessa quella ragazza?”
“Alexander…era questo che dovevi dirmi con tanta urgenza?”
“Sembra che non ti importi nulla di me…di noi…Te ne stai lì seduto, circondato da ragazze e ragazzi…e quella vampira ti toccava…e io sono lì che ti guardo…” le parole uscivano dalla bocca di Alec senza alcun controllo, ma fu interrotto dalla furia dello stregone davanti a lui.
“Ora sarei io quello a cui “non importa nulla dell’altro”?? Ti ricordo che fino a pochi giorni fa mi sono preso tre artigli nella spalla per salvarti la vita e tu non ti sei neanche degnato di venire a controllare se fossi ancora vivo”.
Gli occhi di Alec si riempirono di lacrime, che faticava a contenere. Magnus aveva perfettamente ragione, si era comportato in modo vergognoso. Cosa poteva fare per farsi perdonare?
“Magnus…io ci tengo davvero molto a te…devi credermi…io…sono innamor…”ma non riuscì a terminare la frase perché lo stregone lo interruppe in malo modo urlandogli contro.
“Non osare dire che sei innamorato di me! Non osare prendermi in giro così Alexander! IO lo sono, tu invece è evidente che non lo sei; o perlomeno, non lo sei di me” detto questo Magnus si allontanò da lui e tornò da dov’era venuto senza voltarsi.
Alec rimase per un attimo sotto shock per la dichiarazione dello stregone. Magnus aveva appena ammesso di essere innamorato di lui. Come era possibile che quello stupendo e meraviglioso ragazzo provasse quei sentimenti per lui? Non aveva fatto nulla per meritarli. Questo lo fece sentire ancora più colpevole e non sapeva cosa fare o cosa dire per rimediare a quello che aveva fatto. Non voleva perdere Magnus, perché da quando l’aveva conosciuto la sua vita era cambiata in meglio; era felice, si sentiva amato, apprezzato, accettato, considerato. Non voleva rinunciare a tutto questo per un suo stupido errore. Abbattuto e di cattivo umore si diresse verso l’angolo bar e chiese un alcolico qualsiasi. Gli fu servito un cocktail dall’aspetto strano, lo stesso che stava bevendo Jace dall’altra parte della stanza notò. Poco dopo iniziò a girargli la testa e la sua vista divenne offuscata.




Angolo autrice:

Volevo solamente ringraziare le persone che seguono la storia, che recensiscono, che l'hanno aggiunta tra le storie preferite, seguite e da ricordare. Grazie mille, non posso negare che ciò mi faccia immensamente piacere! Spero continuerete a seguire la storia!
kissss
  
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